Non è usuale incontrare una giovane imprenditrice impegnata a produrre Lambrusco Grasparossa di qualità in una piccola azienda sulla collina di Castelvetro. Ed è quello che, in effetti, ha mosso la nostra curiosità. Qui dunque la storia di Benedetta Ballestri, classe 1980, e del suo lambrusco grasparossa doc “Rosso Rubino”. La prima tappa di un breve tour sui vini di qualità del nostro territorio e sulle persone che li producono, curato da Simone Balestri.

Benedetta Ballestri, giovane imprenditrice, e Simone Balestri, sommelier, nel corso dell’intervista (foto del 29 luglio 2013)
[1] Parlare di vino significa parlare di una terra, della sua storia e delle storie di chi quella terra cura giorno dopo giorno, per raggiungere quella qualità che fa di un prodotto un’eccellenza. Questo racconto lo iniziamo dunque in Via Lunga, sulla collina che sulla destra Guerro guarda Castelvetro. Qualche giorno fa abbiamo incontrato lì Benedetta Ballestri, tra le vigne della sua azienda vitivinicola “BenedettaB” (vedi). Classe 1980, una laurea in economia e il desiderio, nato verso la fine del percorso universitario, di non passare la vita in un ufficio.
Nel 2001, dopo l’acquisto di 10 ettari di terreno nel versante di Via Lunga che guarda al borgo medievale di Castelvetro, inizia la storia, per certi versi anche avventurosa, di questa ragazza e della sua azienda, nata in origine dalla passione per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. e passata poi anche alla produzione di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C. (con D.O.P. riconosciuta). Dieci ettari di cui soltanto sette vitati, anche per la presenza nel fondo di resti di una casa colonica di età romana (camminando tra i filari di Lambrusco si notano chiaramente i cocci di antichi vasellami), piantumati a Grasparossa e coltivati secondo le regole della “lotta integrata”. La selezione in vigna é rigorosa, come richiede un prodotto di qualità: i 7 ettari vitati, in annate buone hanno portato ad ammostare circa 850 quintali di uva, ma ci sono stati anni orribili da 350 quintali (per il disciplinare: vedi). La vinificazione viene effettuata in tini d’acciaio, fino alla presa di spuma, che avviene in autoclave (più avanti, con le degustazioni, alcuni dettagli sulle vinificazioni). Tutto questo viene però effettuato non in cantine di proprietà, ma affittando locali ed attrezzature all’azienda Barbieri di Castelfranco. Il perché adesso ve lo racconto.
[2] Ho definito la storia imprenditoriale di Benedetta avventurosa o “eroica” in modo ironico, perché come in Valle d’Aosta, a Morgex, i contadini scalano le montagne per curare la vigna a 1200 metri s.l.m., arroccata tra le rocce e gli stambecchi, Benedetta deve scalare le montagne della burocrazia e le incomprensioni tra amministrazione comunale e amministrazione provinciale per poter costruire la sua cantina. In effetti il terreno dell’azienda non è edificabile ai sensi del vigente PRG, quindi si é resa necessaria la presentazione, sia all’amministrazione comunale, di un progetto al fine di promuovere una variante – progetto che deve essere approvato anche dall’amministrazione provinciale visto che la zona è sottoposta a vincolo paesaggistico. Quando però il progetto va bene alla Provincia di Modena, non va bene al Comune di Castelvetro. Quando va bene al Comune, é la Provincia che non gradisce. Le motivazioni sono discordati e … sconfortanti: una volta è troppo alta la metratura del locale cantina in rapporto agli ettari vitati; un’altra volta il progetto è “troppo ricco”, visto che oltre alla cantina prevede uno spazio espositivo e di accoglienza di turisti e clienti. E così via. E’ chiaro che l’impossibilità di avere un progetto approvato, sin qui sperimentata (in una vicenda che va avanti da anni!), si traduce in un handicap sia sul piano commerciale, visto che un cliente interessato a visitare l’azienda non può essere adeguatamente accolto, sia su quello produttivo, visto che l’attuale logistica delle attività di raccolta e vinificazione si traduce in un aumento dei costi. Comunque, in attesa di realizzare le prime iniziative di export (in corso di “lavorazione”), l’azienda per ora guarda al mercato “casalingo”: BenedettaB. é presente in molti locali della provincia, sull’Appennino, e in alcuni winebar. Ed i privati interessati a fare acquisti possono rivolgersi al punto vendita aziendale che è a Montale di Castelnuovo, lungo la via Vandelli (apre su appuntamento: vedi). Qui ci siamo incontrati per parlare in modo più approfondito dei suoi prodotti e per degustarli. Sì, perché degustare il Lambrusco non é “cosa da matti” come a volte mi é capitato di sentire.
[3] Da noi, si produce un vino unico per le sue caratteristiche, la sua semplicità e con un ottimo rapporto qualità/prezzo (ci tengo a sottolineare che il prezzo non é necessariamente sinonimo di qualità!). E anche bevibile tranquillamente a tutto pasto, dall’aperitivo fino al dessert, proprio grazie alle diverse tecniche di vinificazione che oggi, grazie a giovani produttori come Benedetta Ballestri, vanno ad ampliare la “gamma” di interpretazioni di un vino fortemente tradizionale. Non è però semplice, per chi opera nel mercato locale, portarvi nuovi prodotti, giovani e innovativi, visto che proprio la tradizione é talmente forte e radicata che tutto ciò che esce da quel canone é guardato con diffidenza. Ma la tradizione si rispetta (e questo é un pensiero che come sommelier, coltivo da tempo) dal momento in cui si ha rispetto per quello che la terra ci offre. A mio modesto parere poco importa se questo risultato lo si raggiunge utilizzando o meno tecniche particolari in cantina (metodo classico, metodo Charmat, rifermentazione in bottiglia, maturazione in botte, ecc.). Quello che importa é che il carattere del vino non venga cancellato o modificato da queste tecniche. Deve essere rispettato. Allora si ha un rinnovo della tradizione, ovvero la prosecuzione di una tradizione viva. Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, tra i tre Lambruschi Modenesi (insieme al Sorbara e al Salamino di S.Croce), é il vino che per caratteristica ha i profumi più pronunciati, ciliegia, marasca, viola e uno sfondo vinoso, di tini in fermentazione. Una buona acidità e una spuma evanescente, colore rubino brillante e luminoso ed in bocca porta un frutto croccante e fragrante con la vivacità delle bollicine. Il Rosso Perlàge! E non lo si beve mai da soli!! Se nel bicchiere troviamo questo, troviamo anche la tradizione.
[4] Benedetta ci ha dato la possibilità di degustare in anteprima la nuova annata del suo prodotto più rappresentativo: il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C. “Rosso Rubino” (vedi) vendemmia 2012, appena imbottigliato ed ancora non etichettato. Uve di solo Grasparossa raccolte manualmente e selezionate in pianta, una pigiatura soffice ed una macerazione sulle bucce tradizionale, prima di prendere la spuma in autoclave per 70 giorni. Versando nel bicchiere il “Rosso Rubino“, salta agli occhi la luminosità del colore, che tiene fede splendidamente al nome, lanciando riflessi di un viola brillante oltre il bicchiere. La spuma, evanescente e violacea tradisce il poco tempo trascorso per ora in bottiglia e svanisce velocemente, lasciando al naso una spiccata, dolce vinosità (sintomo ancora della gioventù in bottiglia), piacevolissima, che fa da contorno a ricordi di frutta rossa, soprattutto marasca e ciliegia ed accenni erbacei di erbe di campo. In bocca l’effervescenza ancora non eccessiva, rende cremoso il sorso, riportando tutti i profumi e le caratteristiche olfattive dando corpo e buona armonia. La spalla acida é ben presente, come si confà alla tipologia di prodotto ed i tannini ben domati. Ottimo con i piatti della tradizione. Crescentine, sughi ricchi con paste all’uovo e grigliate di costine, ma perché no, anche per un bicchiere con gli amici, in una calda serata estiva. Questo vino, seppur nuovo, giovane, rispecchia bene i concetti di cui abbiamo parlato sopra. Il rapporto qualità-prezzo lo giudico perfetto, perché con 5 €, sappiamo di portare a casa Qualità e Tradizione. Grazie ancora a BenedettaB.

Una bottiglia di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Rosè DOC “Oro Rosa”. In secondo piano una bottiglia di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC “Rosso Rubino”, vendemmia 2012, ancora senza etichetta (foto del 3 agosto 2013).
PS I prodotti dell’azienda vitivinicola BenedettaB sono ovviamente più numerosi di quelli presentati qui (vedi). Segnalo, però, non ancora presentato nel sito web aziendale, anche il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Rosé D.O.C. “Oro Rosa”, vinificazione in bianco, poco meno di 2 mesi in autoclave. Gradevole colore rosa con brillanti riflessi violacei. Al naso profumi freschi di geranio e ciliegie, per chiudere con fiori di campo. In bocca é secco, cremoso e piacevolmente fresco in acidità, con ricordi di frutta rossa fresca. Perfetto come aperitivo servito ben fresco o in accompagnamento ad antipasti e finger food. € 5.50 la bottiglia.
bravo Ballo ottima recensione mi hai convinto .- Rz
Decisamente un buonintervento. Leggo con attenzione il blog https://amarevignola.wordpress.com. Proseguite con questa
grinta.
ulteriori consigli consultabili a questo link