Giovedì 1 agosto è stata firmata la convenzione tra Regione Emilia-Romagna e l’Unione Terre di Castelli per il finanziamento della sede del “tecnopolo” nell’area ex-Sipe Alte (vedi). La sottoscrizione è propedeutica all’ottenimento del finanziamento di 750.000 euro già assegnato all’Unione, ma rimesso in gioco dopo lo spostamento della localizzazione dalle Sipe Basse (dopo l’affossamento della Green Village Srl e il contenzioso con il comune di Spilamberto) alle Sipe Alte. Per giustificare il ritardo con cui si è giunti alla stipula della convenzione con la Regione la scusa ufficiale è la seguente: tutta colpa del terremoto. In realtà basta richiamare alla memoria dichiarazioni ufficiali del 2011 per capire che non è così. Qualcuno, evidentemente, ha pasticciato anche qui. Vediamo.

“Il tecnopolo: allora si può fare!” – si dice su questo impianto che “marca” l’area destinata alla sede del pezzettino di tecnopolo dell’Unione Terre di Castelli. E facciamolo, allora! (foto del 27 luglio 2013)
[1] “In ritardo di oltre un anno rispetto alle attese, il Tecnopolo ha pagato le lungaggini burocratiche causate dal sisma. Gli uffici regionali hanno infatti dovuto dare la precedenza a tutte le opere per la ricostruzione prima di affrontare il Tecnopolo dell’Unione” – sintetizza così il giornalista di Modena Qui il colloquio avuto con Daria Denti, presidente dell’Unione Terre di Castelli (Modena Qui, 2 agosto 2013, p.15: pdf). In realtà il ritardo sarebbe di due anni – rispetto agli annunci fatti dall’Unione, ma vabbé. E’ la stessa versione che il presidente dell’Unione aveva affermato qualche giorno prima all’intervistatore de Il Resto del Carlino: “Credo, però, che nel ritardo della Regione c’entri il sisma: del Tecnopolo si occupa lo stesso ufficio impegnato nella ricostruzione delle aziende, che giustamente hanno avuto la priorità” (Il Resto del Carlino, 19 luglio 2013, p.19: pdf). In realtà se si segue passo a passo la vicenda e si guardano gli annunci fatti in passato si vede che non è così. C’è dell’altro.

Ennesima presentazione del pezzettino di tecnopolo dell’Unione Terre di Castelli. Anche allora l’avvio dei lavori fu presentato come imminente! (presso Teatro Ermanno Fabbri, foto del 16 aprile 2012)
[2] Per capire che le cose sono andate diversamente bisogna ritornare all’estate 2011 e precisamente al comunicato stampa che venne emesso il 3 agosto dall’Unione Terre di Castelli. Esso era originato dalla allora recente approvazione, da parte del Consiglio dell’Unione, del nuovo “Accordo di programma” per la realizzazione della sede del tecnopolo (nel frattempo ridimensionato da 10.000 a 1.350 mq di superficie coperta) nell’area ex-Sipe Alte (è la delibera di consiglio n. 30 del 28 luglio 2011). Qualche giorno dopo uscì il comunicato stampa che, dopo aver ricordato che “nell’ultimo Consiglio dell’Unione Terre di Castelli è stata approvata l’individuazione ed acquisizione dell’area nel comparto ex Sipe “alte” per la realizzazione della sede decentrata del tecnopolo Modenese”, concludeva: “il cantiere partirà entro dicembre 2011 e si concluderà entro il 2012” (qui il pdf). Capito? Se il cantiere doveva partire “entro dicembre 2011” è chiaro che il sisma modenese (maggio 2012) non c’entra niente! Qualcuno ha ritardato o magari anche “pasticciato”, ma non è certo stato negli uffici regionali. O non esclusivamente lì. Almeno raccontiamola giusta. Ma capisco che possa risultare scomoda.
PS La questione vera rimane comunque un’altra. Vogliamo mettere per iscritto gli obiettivi che ci si propone con la realizzazione del pezzettino locale del tecnopolo di Modena (ridimensionato a 1.350 mq, rispetto all’originario progetto da 10.000 mq di superficie coperta)? Perché che il nostro “tecnopolo” sia una cosa positiva è cosa che non è messa in discussione da alcuno. Ma il tema vero è: può dare (e come?) un contributo significativo alla impostazione di una nuova traiettoria di sviluppo economico di questo distretto? Se non si esplicitano in termini misurabili gli obiettivi stiamo facendo “marketing”.