Incubo di una notte di mezza estate: la stazione ferroviaria di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni, dunque va spostata all’ex-Sipe

Dicono di averlo visto aggirarsi di notte sul Torrione. Con un cappello strano in testa. Dicono di averlo sentito gridare nell’oscurità: “la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni!”. Ripetuto più volte. Più volte, come se fosse l’eco: “la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni!”. Dicono che andasse avanti così fino all’alba. O fino a quando non arrivava qualcuno e con parole gentili lo convinceva a scendere. Dai, F … (Felippus?), hai ragione tu: la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni. Però adesso basta, per favore, lasciaci dormire. Lo scriviamo nel “documento strategico” del PSC così tutto il mondo dovrà prenderne atto: “la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni”. Ed in effetti è proprio vero: “la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni”. Meglio dunque spostarla nell’area ex-Sipe. O no?

L'articolo di Modena Qui (20 luglio 2013, p.15) che riporta le dichiarazioni del sindaco di Spilamberto, Francesco Lamandini: "la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni".

L’articolo di Modena Qui (20 luglio 2013, p.15) che riporta le dichiarazioni del sindaco di Spilamberto, Francesco Lamandini: “la stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni“.

E’ tutto vero. Il “documento strategico” del PSC prevede lo spostamento dell’ultimo tratto della ferrovia Bologna-Vignola, quello tra Bazzano e Vignola (vedi). Prevede che l’attuale binario venga rimosso e spostato più a nord. Cancellando le stazioni di Vignola, di Savignano Comune e Savignano Mulino. Da sostituire con Savignano Magazzino e Spilamberto ex-Sipe. Il motivo di tutto ciò? Evitare l’intralcio che la ferrovia crea alla città (sic!). A Vignola e, soprattutto, a Savignano Mulino. Meglio dunque una bella stazione nell’area ex-Sipe, lontana da qualsiasi centro urbano (vedi). E invece vicina – e dunque “a servizio” – della futura (ma ipotetica) “cittadella del cibo” (vedi). Un regalo ai privati e un danno alla collettività. Una nuova stazione che obblighi tutti a dover usare l’automobile per recarvicisi. Però con l’innegabile virtù di essere “baricentrica rispetto ai comuni” (sic!). Un’idea nata così, senza un’analisi di fattibilità, senza una valutazione della domanda di mobilità, senza un’analisi economica degli investimenti necessari e di cosa significa aggiungere un tratto di binario ad una ferrovia a binario unico che già oggi arranca (vedi). Davvero un incubo di una notte di mezza estate. Svegliatemi per favore.

PS Sull’incolpevole Messer Felippus: vedi.

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