Tre liste civiche – Vignola Cambia, Insieme per Savignano, Spilamberto Solidarietà e ambiente – hanno condiviso un documento di valutazioni sul PSC dell’Unione Terre di Castelli. Dopo aver partecipato e “vivacizzato” gli incontri pubblici del percorso di “ascolto strategico e partecipazione” (più di 84.000 euro buttati a mare: vedi), analizzato gli unici due documenti sino ad ora resi pubblici (in un PSC in corso di redazione dal 2006 e ripartito nel 2010), discusso e approfondito i nodi critici, ora le valutazioni sono state messe nero su bianco in un documento di quattro pagine, articolato in 13 punti. Che magari non tratta tutti i temi del PSC, ma i nodi nevralgici certamente sì. In sintesi: secondo le liste civiche di Vignola, Savignano e Spilamberto al centro del PSC va messo senza tentennamenti e senza equivoci l’obiettivo della rigenerazione urbana e della tutela della campagna e del paesaggio. Abbandonando definitivamente ogni idea di ulteriore consumo di territorio per costruire case. Il documento è stato presentato ieri in conferenza stampa ed ha avuto buon risalto sulla stampa locale.
[1] Se la premiata ditta Bruzzi & C fosse accorta, prima di qualsiasi replica darebbe prova della volontà di capire la fondatezza delle osservazioni critiche pervenute. Per facilitarle il compito, qui c’è il pdf del documento che verrà formalmente trasmesso nei prossimi giorni al presidente dell’Unione Daria Denti, all’assessore al PSC Carlo Bruzzi, ai componenti della giunta e del consiglio dell’Unione. Una prima occasione di confronto potrebbe già essere domani sera, venerdì 5 luglio, nell’ambito di un incontro promosso da SEL delle Terre di Castelli su “Come vorremmo il PSC intercomunale” e che si terrà al Teatro Cantelli a Vignola (ore 20.30). Non c’è da essere ottimisti, in verità. Visto che anche le occasioni di confronto vero e di partecipazione – come il percorso di “ascolto strategico e partecipazione” affidato ad Avventura Urbana (vedi) – sono state sin qui sciupate per dilettantismo e/o mancanza di volontà politica (vedi). Comunque, le tre liste civiche, come hanno ribadito ieri in conferenza stampa, intendono confrontarsi nel merito dei problemi; esprimono con maggiore forza e convinzione i valori della tutela ambientale (e dunque delle comunità locali); richiedono dunque un cambio di rotta. A partire da alcuni nodi centrali.

Rappresentanti delle liste civiche durante la conferenza stampa. Da sinistra: Dimer Marchi e Maurizio Tedeschi di “Insieme per Savignano”; Monica Maisani e Chiara Smeraldi di “Vignola Cambia” (foto del 3 luglio 2013)
[2] Tutto il documento trasuda di un pregiudizio a favore del costruire più case, di nuove urbanizzazioni, dell’ulteriore consumo di territorio (agricolo o comunque non compromesso). E’ quello che nel linguaggio scientifico si definisce un bias – nel caso specifico a favore della crescita dell’urbanizzato. Certo, si dice in più punti che si vuole costruire “meno che in passato”. Ma poi, conti alla mano, questa riduzione del processo di urbanizzazione risulta scarsamente significativa, praticamente irrilevante. Basti focalizzare l’attenzione su un dato. Il PSC ipotizza una crescita della popolazione del 18,4% in quindici anni (da qui al 2028). Questo però è sostanzialmente in linea con la crescita dell’ultimo decennio (+14,0% tra 2011 e 2001), quando c’è stato il più grande boom di “immigrati” degli ultimi trent’anni. Queste proiezioni demografiche sono gonfiate, come ho argomentato in più occasioni (vedi). La crisi economica che dura stabilmente dal 2009 e che anzi si è aggravata negli ultimi anni non le rende credibili. Eppure i documenti di piano hanno bisogno (sic) di gonfiare le previsioni demografiche così da poter legittimare la costruzione di nuove case e, soprattutto, di dover procedere a nuove urbanizzazioni (ovvero nuovo consumo di territorio)! 5.100-5.800 nuove famiglie da “accogliere” è un dato non credibile, ma soprattutto occorre chiedersi se è “sostenibile” visto che questo territorio è già oggi quello più densamente abitato in provincia di Modena (con Vignola al 1° posto con 1.063 abitanti per kmq)!

Enrica Biagi, consigliere comunale a Spilamberto, e Federico Corsini della lista civica Spilamberto Solidarietà e Ambiente (foto del 3 luglio 2013)
[3] In realtà se si sgrava la demografia del compito di legittimare il mantenimento del tradizionale modello dell’urbanistica (costruire case consumando territorio) le previsioni demografiche si sgonfiano e il fabbisogno di abitazioni da qui al 2028 risulta interamente soddisfatto da tre interventi:
- le potenzialità edilizie dei vecchi PRG (stimabili in 2.300-3.000 unità abitative);
- gli alloggi sfitti o invenduti già oggi presenti (che però i documenti del PSC non procedono a stimare! nonostante un “censimento” sia stato richiesto a gran voce proprio dai partecipanti al percorso di “ascolto strategico”);
- le potenzialità degli interventi di riqualificazione, ovvero di rifacimento di vecchi edifici o di edifici incongrui (il Quadro conoscitivo del PSC individua 25 ambiti suscettibili di riqualificazione/rigenerazione urbanistica, pari ad una superficie urbana di oltre 180 ettari).
Dunque, a voler far le cose per bene, il PSC si può fare, soddisfacendo anche previsioni (più) moderate di crescita demografica, mantenendo fermo l’impegno “stop al consumo di territorio”!

Densità abitativa (n. abitanti per kmq) nei 47 comuni della provincia di Modena. Il comune con la densità abitativa più alta è Vignola: 1.063 abitanti per kmq!
[4] Ma forse il tema vero è ancora un altro: quella dell’obsolescenza del patrimonio edilizio già presente che oggi, nel 99% dei casi, non rispetta gli standard previsti in termini di efficienza energetica, compatibilità ambientale, norme sismiche. Il PSC deve dunque puntare in modo inequivocabile ad innescare un processo di riqualificazione e rigenerazione di questo patrimonio, sia per l’edilizia residenziale che per i fabbricati commerciali o produttivi. Aprire fronti di nuova urbanizzazione significa correre fortissimamente il rischio di lasciare al palo la riqualificazione urbana o produttiva, vista la maggiore attrattività del costruire ex-novo su aree vergini. Invece il tema vero non è quello di aggiungere edifici di qualità, in un processo di progressiva stratificazione edilizia ed urbanistica, ma di innalzare la qualità dell’esistente (certo in modo progressivo). Insomma non si deve abbandonare la “città vecchia”, i 30.000 alloggi oggi esistenti che non rispondono agli standard oggi fissati. Nei documenti di piano questo obiettivo è definito in modo contraddittorio e, soprattutto, manca una convincente articolazione dei mezzi per conseguirlo.

Confronto tra la popolazione 1861 e 2011 dei 47 comuni della provincia di Modena. I comuni sono ordinati, da sinistra a destra, in base alla percentuale di crescita avuta in questi 150 anni. Al primo posto Vignola, passata da 3.238 abitanti nel 1861 a 24.344 nel 2011 (+651%).
[5] In sintesi, occorre sfrondare il piano di quella dose di retorica che si traduce facilmente in fabbrica delle illusioni, mentre poi i processi reali vanno da un’altra parte. Non si sta parlando di ipotetici rischi, ma di esperienze che hanno già segnato questo territorio! Alla fine degli anni ’90 il PRG intercomunale di Vignola, Savignano e Marano prefigurava la “città sul fiume”. Non se n’è fatto nulla. Ed è una fortuna (altrimenti avremmo cementificato anche lì). Nel 2006 il “piano delle strategie” per l’Unione Terre di Castelli immaginava questo territorio come “parco europeo dell’ospitalità” (vedi). Nel frattempo, però, procedeva la cementificazione delle campagna – lo sprawl – come ha certificato proprio l’analisi condotta per il PSC (vedi). Per non parlare del Parco scientifico e tecnologico nell’area ex-Sipe – un progetto fallito che ha lasciato quell’area ancora da bonificare e la sede del “tecnopolo” ristretta da 10.000 mq a 1.350 mq, delocalizzata e che non ha ancora visto la posa della prima pietra (vedi). Insomma, sino ad ora abbiamo fatto esperienza dello scarto tra la “narrazione del futuro” e la realtà che poi si è realizzata. Non vogliamo ripetere questa esperienza. Per questo il documento delle liste civiche chiede innanzitutto trasparenza. Che oggi non c’è (visto che i documenti di piano, da tempo pronti in bozza, sono ancora oggi inaccessibili). Insomma, serve un piano sobrio, dunque lungimirante; un piano che non vende illusioni, dunque credibile.
PS Qui il documento sul PSC redatto dalle liste Vignola Cambia, Insieme per Savignano, Spilamberto Ambiente e solidarietà: pdf. Qui invece la rassegna stampa: Gazzetta di Modena del 4 luglio (pdf); Modena Qui del 4 luglio (pdf); Il Resto del Carlino del 4 luglio (pdf); Prima Pagina del 7 luglio 2013 (pdf); La Carbonara Blog del 6 luglio 2013 (vedi).
PPS Qui la replica del sindaco di Castelnuovo, Carlo Bruzzi, nonché assessore al PSC dell’Unione Terre di Castelli, su Modena Qui del 6 luglio 2013 (pdf). Su una cosa Carlo Bruzzi ha ragione: ci sono 3 o quattro “nodi” del PSC su cui siamo “in completo disaccordo”. Si tratta però di non fare la caricatura delle posizioni della controparte, ma di prenderle sul serio. Sino ad ora su questo non ci siamo.