Il PSC sulla mobilità: un nuovo tracciato per la ferrovia Vignola-Bologna?

I documenti sino ad ora resi pubblici (praticamente niente) del PSC dell’Unione Terre di Castelli lasciano intravvedere, in tema di mobilità, un progetto altamente discutibile: lo spostamento del tratto terminale dell’odierna ferrovia Bologna-Vignola. Non è chiarissimo, in realtà, cosa prefigura il PSC, ma quello che si intravvede lascia davvero perplessi. Vediamo.

Vista aerea della stazione ferroviaria di Vignola. La ferrovia costituisce una spina che taglia in due la città (foto di Sergio Malguzzi)

Vista aerea della stazione ferroviaria di Vignola. La ferrovia costituisce una spina che taglia in due la città (foto di Sergio Malguzzi)

[1] I due documenti sino ad ora resi pubblici (una bozza di “Documento strategico” redatto dalla premiata ditta Bruzzi & C. ed una “Relazione di sintesi” curata da CAIRE – in coda sono riportati gli estratti) dicono pochissimo sul futuro del servizio ferroviario, oggi rappresentato dalla ferrovia Bologna-Vignola che nel territorio dell’Unione presenta 3 fermate (stazioni di Savignano Mulino, Savignano Comune e Vignola). Nel primo dei due, tuttavia, alla pagina 16 si legge: “In un’ottica infrastrutturale di lungo periodo, a cui la proposta di PSC deve guardare, occorre prevedere un nuovo tracciato che, a partire dal confine con Bazzano, si colleghi alla linea Modena-Sassuolo utilizzando il corridoio della Pedemontana. In questo modo si offrirebbe una opportunità importante di mobilità sia per le persone che per le merci, a tutto il territorio dei 5 comuni. La nuova linea consentirebbe di superare le criticità dell’attuale tracciato (conflitto tra ferrovia e centri abitati) creando due nuove stazioni decentrate: una a est del fiume Panaro a servizio di Savignano, l’altra a ovest a servizio della futura Cittadella del cibo, in posizione baricentrica tra Spilamberto e Vignola. Il collegamento tra le nuove stazioni e i centri abitati sarebbe assicurato da nuove linee di trasporto pubblico su gomma o su ferro.” In sole poche righe si mette assieme una quantità davvero impressionante di corbellerie.

  • Innanzitutto si parla di una “opportunità importante di mobilità sia per le persone che per le merci” quando risulta praticamente impossibile far convivere trasporto passeggeri e trasporto merci su una linea a binario unico (come è l’attuale ferrovia Vignola-Bologna). Inoltre è tutto da dimostrare che per il trasporto merci una eventuale linea Sassuolo-Vignola-Bologna costituisca davvero un’opportunità, visto che già oggi si avrebbe a disposizione un collegamento ferroviario Sassuolo-Modena-Bologna!
  • In secondo luogo si prospetta un allontanamento della ferrovia dai centri abitati – una soluzione che, se realizzata, non può che generare nuovi flussi di traffico automobilistico! E’ vero che esiste un “conflitto tra ferrovia e centri abitati”, visto che i binari rappresentano in molte realtà urbane un elemento di separazione tra parti di città non più facilmente collegabili tra loro (è così anche per Vignola). Ma la soluzione a questo “conflitto” non sta nell’allontanamento della stazione ferroviaria dal centro urbano, ma piuttosto nell’interramento di tratti del binario (una soluzione che si era iniziata a contemplare nella progettazione svolta sotto l’amministrazione Adani – ad esempio nell’ambito degli studi per la STU-Società di Trasformazione Urbana – per quanto possa avere costi proibitivi per una realtà locale come Vignola). Insomma, la vicinanza fisica della ferrovia al tessuto urbano è un valore da difendere! Per aumentarne la compatibilità occorre realizzare interventi di interramento e non di delocalizzazione!
In giallo il tracciato attuale della ferrovia Bologna-Vignola. In turchese l'ipotesi prospettata dai documenti del PSC: una linea ferroviaria che da Bazzano si muove verso Sassuolo fiancheggiando la pedemontana (ricostruzione effettuata utilizzando Google Maps)

In giallo il tracciato attuale della ferrovia Bologna-Vignola. In turchese l’ipotesi prospettata dai documenti del PSC: una linea ferroviaria che da Bazzano si muove verso Sassuolo fiancheggiando la pedemontana (ricostruzione effettuata utilizzando Google Maps)

[2] Ma la prospettiva che ancora di più lascia perplessi è quella di realizzare un nuovo tracciato della ferrovia  “che, a partire dal confine con Bazzano, si colleghi alla linea Modena-Sassuolo utilizzando il corridoio della Pedemontana”. Proviamo a ragionarci un attimo. Qui si prospetta un nuovo tratto di binario in sostituzione di (non aggiuntivo a) quello esistente. Insomma, anziché il tratto Bazzano-Savignano Mulino-Savignano Comune-Vignola, un tratto Bazzano-Savignano Magazzino-ex-Sipe. Chiamiamolo così per comodità, visto che il documento fa comunque riferimento a due nuove stazioni “decentrate”: “una a est del fiume Panaro a servizio di Savignano” (sarebbe l’ipotetica nuova stazione di Savignano Magazzino); “l’altra a ovest a servizio della futura Cittadella del cibo, in posizione baricentrica tra Spilamberto e Vignola” (la nuova stazione ex-Sipe). Un nuovo tracciato, poi, che possa proseguire, sempre lungo il tracciato della Pedemontana, verso Maranello e Sassuolo. Certo, possiamo dire che lo sviluppo della rete ferroviaria è cosa positiva. Dunque è cosa positiva la realizzazione di un ulteriore tratto di ferrovia Vignola-Formigine o Vignola-Sassuolo. Ma la questione, oltre alla sua realizzabilità sia tecnica, sia economica, è: davvero ha senso dismettere l’attuale tratto di ferrovia Bazzano-Vignola e sostituirlo con un nuovo tratto Bazzano-ex-Sipe? Io non vedo una sola ragione convincente di questo progetto. Non trovo convincente l’ipotesi di realizzare una nuova infrastruttura ferroviaria – innanzitutto un nuovo ponte sul fiume Panaro (almeno sino a quando non si evidenzino ragioni di inadeguatezza di quello esistente, peraltro da poco rinforzato nei basamenti). Non trovo soprattutto convincente l’ipotesi di “delocalizzare” le attuali stazioni urbane ed in primo luogo la stazione di Vignola! Oggi questa serve una popolazione di 25.000 residenti vignolesi che la possono raggiungere comodamente a piedi o in bicicletta (e magari in futuro con un mezzo pubblico). Il suo “decentramento” al confine tra Vignola e Spilamberto a chi gioverebbe? Bah. L’unico a trarne giovamento sarebbe questo progetto della “cittadella del cibo” – un progetto nient’affatto convincente (vedi) e comunque a servizio di interessi privati prima che pubblici!

Una cartografia del trasporto pubblico e ferroviario secondo l'attuale programmazione regionale. In turchese è riportato il tracciato dell'eventuale tratto ferroviario Vignola-Formigine, passante per Castelvetro e Maranello. L'attuale pianificazione NON prevede la collocazione del binario nel corridoio della pedemontana (immagine tratta dai materiali sul PSC presentati il 24 gennaio 2013 a Castelvetro)

Una cartografia del trasporto pubblico e ferroviario secondo l’attuale PTCP e programmazione regionale. In turchese è riportato il tracciato dell’eventuale tratto ferroviario Vignola-Formigine, passante per Castelvetro e Maranello. L’attuale pianificazione NON prevede la collocazione del binario nel corridoio della pedemontana (immagine tratta dai materiali sul PSC presentati il 24 gennaio 2013 a Castelvetro)

[3] Da tempo la programmazione regionale (ovvero il PRIT – Piano Regionale Integrato dei Trasporti) prevede un ulteriore sviluppo del servizio ferroviario lungo l’asse Vignola-Sassuolo. L’impressione, lo dico subito, è che non se ne farà nulla e ciò per diverse ragioni. Per gli investimenti necessari, difficilmente sostenibili in una fase di declino economico del paese. Perché nel frattempo il processo di urbanizzazione ha chiuso i necessari corridoi e dunque le opportunità realizzative (problematico, ad esempio, è immaginare la linea di fuoriuscita dei binari da Vignola verso ovest). Perché è difficile ritenere plausibile la sostenibilità economica di un tale servizio Sassuolo-Vignola (o anche Sassuolo-Vignola-Bologna; parliamo comunque di una linea a binario unico!). Può darsi che queste mie considerazioni siano eccessivamente pessimiste e che, in un futuro non troppo lontano, la ferrovia Bologna-Vignola possa essere fatta proseguire fino a Formigine (una delle stazioni della Modena-Sassuolo) o a Sassuolo, magari con doppio binario. La salvaguardia dei possibili “corridoi” può dunque avere un senso, anche nell’ambito dell’attuale PSC (che ha come orizzonte temporale il 2028). Ma non si venda per progetto a servizio degli attuali comuni (in primis Vignola e Savignano) lo spostamento del tratto di ferrovia che oggi li serve. Il tema vero, per la ferrovia Vignola-Bologna, non è l’eventuale spostamento del suo ultimo tratto (Bazzano-Vignola), ma l’essere resa competitiva con il mezzo privato, ovvero l’automobile (vedi). E’ un obiettivo, questo, sino ad ora clamorosamente mancato e su cui gli enti locali (Vignola per prima) hanno evidenziato una totale incapacità (vedi).

Davvero si pensa di de-centrare la stazione di Vignola? Così almeno risulta dai documenti del PSC (foto dell'8 giugno 2011)

Davvero si pensa di de-centrare la stazione di Vignola? Così almeno risulta dai documenti del PSC (foto dell’8 giugno 2011)

Allegati – Cosa dicono i “documenti”

“Il nostro territorio dispone di un collegamento ferroviario con l’importante nodo di Bologna attraverso la Vignola-Bologna che può rappresentare un’opportunità ed una vera alternativa al trasporto merci e persone su gomma. Opportunità che attualmente non può essere sfruttata per l’inadeguatezza della linea, del tracciato e dei mezzi. Inadeguatezze che determinano anche notevoli criticità soprattutto nel territorio di Savignano. In un’ottica infrastrutturale di lungo periodo, a cui la proposta di PSC deve guardare, occorre prevedere un nuovo tracciato che, a partire dal confine con Bazzano, si colleghi alla linea Modena-Sassuolo utilizzando il corridoio della Pedemontana. In questo modo si offrirebbe una opportunità importante di mobilità sia per le persone che per le merci, a tutto il territorio dei 5 comuni. La nuova linea consentirebbe di superare le criticità dell’attuale tracciato (conflitto tra ferrovia e centri abitati) creando due nuove stazioni decentrate: una a est del fiume Panaro a servizio di Savignano, l’altra a ovest a servizio della futura Cittadella del cibo, in posizione baricentrica tra Spilamberto e Vignola. Il collegamento tra le nuove stazioni e i centri abitati sarebbe assicurato da nuove linee di trasporto pubblico su gomma o su ferro.” (Bozza di documento strategico, p.16)

“Un’attenzione specifica merita l’indicazione di previsione del PRIT (piano regionale integrato dei trasporti) e ripresa dal PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale di Modena) circa la continuità della rete Bologna-Vignola-Sassuolo, che evidentemente pone rilevanti questioni circa l’accesso al centro di Vignola e l’attraversamento del territorio collinare.” (Relazione di sintesi, p.32) Osservazione: non c’è in realtà alcun attraversamento del territorio collinare tramite ferrovia, né è previsto in futuro (neppure in direzione Sassuolo)!

 

PS del 20 luglio 2013. A conferma di quanto scritto nel post le dichiarazioni del sindaco di Spilamberto, Francesco Lamandini, su Modena Qui di oggi (20 luglio 2013, p.15: pdf). Che afferma: “Si tratta di uno scenario futuro. La stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni.” Pura follia, visto che gli argomenti a sostegno della tesi dello spostamento sono impresentabili, come argomentato nel post. Pur di avere una stazione “baricentrica” Lamandini sarebbe disposto a costringere tutti i passeggeri ad arrivarci in macchina! Perché questo sarebbe l’effetto di una stazione nell’area ex-Sipe. A meno ché non si prefiguri già la grande urbanizzazione, ovvero la completa saldatura del tessuto urbano di Vignola e Spilamberto, facendole diventare un’unica grande città. Questo sì che sarebbe un gran “scenario futuro”. E’ evidente, invece, che l’unico motivo di questa ipotesi di spostamento è quello di favorire il progetto della “cittadella del cibo”.

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9 Responses to Il PSC sulla mobilità: un nuovo tracciato per la ferrovia Vignola-Bologna?

  1. Antonio Tavoni ha detto:

    Portare le stazioni passeggeri fuori dai centri abitati è semplicemente assurdo. E’ assurdo per gli studenti, per quelli degli istituti superiori che arrivano a Vignola come per quelli che da Vignola o Savignano vanno a Bologna. E’ assurdo per la maggioranza dei pendolari che devono aggiungere un tratto ulteriore al loro itinerario. E’ assurdo in un’ottica di accoglienza e di turismo (se vi spostate per lavoro o per piacere, preferite arrivare a destinazione o in un non luogo a 5 km di distanza?).

    Un progetto di stazioni intermedie fuori dai centri favorirebbe gli altri comuni? Discutibile. Già oggi da Spilamberto, dovendo comunque prendere la macchina, si preferisce spesso andare alla stazione di Castelfranco (9,5 km) piuttosto che a quella di Bazzano (7 km), per andare a prendere un treno che impiega circa la metà del tempo ad arrivare a Bologna. Quanto a Castelvetro e Castelnuovo è difficile poter pensare che avrebbero vantaggi così impressionanti da una stazione TPER in zona SIPE tali da giustificare il progetto. Una nuova linea passeggeri Sassuolo Vignola? Che senso avrebbe unire centri di medie dimensioni a 25 km l’uno dall’altro, quindi su un percorso dove la macchina è ancora un mezzo fortemente competitivo, per poi lasciare i passeggeri sulla vignolese a metà strada tra Vignola e Spilamberto? Lo scopo è unire Sassuolo a Bologna e per fare questo direttamente si può bypassare Vignola? Bene, allora sarà meglio considerare che oggi Gigetto ci mette 30 minuti da Sassuolo a Modena, dove con un treno senza fermate intermedie in 20 minuti si è a Bologna Centrale, con tanti saluti ai pendolari della Bologna Vignola che intanto sono ancora a Borgo Panigale…

    Poi…. mmh due numeri sulle merci no? Io sarei estremamente felice di vivere in un territorio dove i tir non girano perchè tutto va su rotaie, ma sogni a parte, ce l’abbiamo un’idea di realistici numeri potenziali? Perchè se no… Ah poi, immagino che ce l’abbiamo un preciso piano dove abbiamo valutato la presenza dei due scali merci di Dinazzano (sulla Sassuolo Reggio, ferrovia in cui binari NON sono comunque attualmente collegati con quelli della Modena Sassuolo) e quello di Marzaglia (in arrivo). Se così fosse sarebbe magnifico! Ma allora vorrebbe dire che le merci non vanno verso il nodo di Bologna, ma tramite a questo punto Sassuolo dovrebbero andare verso Modena/Marzaglia.

    Apro una parentesi. Se davvero questo fosse il disegno in campo allora sì che meriterebbe una riflessione: si tratterebbe di un investimento enormemente ampio in termini di programmazione del territorio, significherebbe destinare chiaramente e nel lunghissimo periodo (diciamo… uhm… almeno almeno un secolo?) le aree lungo l’asse della pedemontana quali unica vera area produttiva/artigianale del territorio. Ergo (visto anche il lunghissimo periodo a disposizione…) rinunciare ad ogni altra espansione di questo tipo di aree (come Spilamberto Nord), ridimensionare quelle presenti fino ad eliminarle totalmente da diverse parti del territorio (tipo Formica- Garofano, Marano o Castelvetro “alto”). Insomma, una roba per cui in campo ci vorrebbero una dose di visione, progettualità, competenze e responsabilità tecniche e politiche piuttosto… forti!

    In ogni modo, anche se fosse questo il tipo di progetto dietro a queste parole, non si vede il motivo per andare a distruggere (in sintesi) nel frattempo un’infrastruttura che comunque svolge un altro servizio: portare la gente da Vignola a Bologna, e portarcela in treno perchè le auto inquinano, hanno costi maggiori per i singoli e per la collettività, intasano le vie di comunicazione, rubano spazio e superata una certa concentrazione è civilmente e logisticamente inaccettabile non sostituirle con altri mezzi.

    Ci sono i soldi per fare una super ferrovia che porta le merci da qui ad uno scalo di Rfi? WOW, QUESTA E’ LA NOTIZIA, ci sono dei soldi e ce ne sono un sacco! Ecco, allora ce ne saranno anche se le cose si fanno a modo… no perchè ci sono vero?

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Hai perfettamente ragione, Antonio. La proposta di de-centrare la stazione di Vignola (e di Savignano) è assurda. Mi chiedo anche come possa succedere che idee così balzane finiscano nella pianificazione strategica di questo territorio. Come avrai notato nella “Relazione di sintesi” redatta da CAIRE il tema è molto più sfumato. La presa di posizione più netta (e più stramba) è nella bozza di “Documento strategico” (sic) redatta dal sindaco di Castelnuovo, Carlo Bruzzi, con l’ausilio degli altri quattro sindaci. Come è nata questa idea? L’unica spiegazione che riesco a darmi è questa: nasce dall’esigenza di accontentare chi (leggi Coop Estense) sta progettando la “cittadella del cibo” nell’area ex-Sipe. Evidentemente Bruzzi si è confrontato con questa esigenza. Ha rilevato che a Savignano la presenza della ferrovia pone qualche problema alla viabilità (cosa che effettivamente succede a Mulino, dove il passaggio a livello costituisce un intralcio alla circolazione stradale) e invece di ipotizzare una risoluzione (es. allargamento della sede stradale o realizzazione di un sottopasso stradale, come fatto a Crespellano), coglie l’occasione per usare questo inconveniente per dare chances al progetto di spostamento del tratto di ferrovia. Se non potessi ipotizzare che lo spostamento del tracciato serve a rafforzare l’ipotesi della “cittadella del cibo” non saprei immaginare quali perverse ragioni abbiano portato a scrivere quella quantità di corbellerie.

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Intervenendo all’incontro sul PSC promosso da SEL ieri sera, venerdì 5 luglio, Carlo Bruzzi ha avuto la faccia tosta di raccontare che la proposta del PSC non è quella di spostare un pezzo di ferrovia, ma semplicemente di aggiungere un collegamento ferroviario tra Vignola e Sassuolo. Forse però Bruzzi usa una lingua diversa dalla nostra. Perché se mi rileggo con il massimo di attenzione quanto lui stesso ha scritto nella bozza di “documento strategico” (sic) non ci trovo affatto l’idea di aggiungere semplicemente un collegamento ferroviario da Vignola a Sassuolo, in aggiunta alla già esistente (e assolutamente da migliorare) ferrovia Bologna-Vignola. Ci trovo invece la proposta di “prevedere un nuovo tracciato” della ferrovia Bologna-Vignola, che “a partire dal confine con Bazzano, si colleghi alla linea Modena-Sassuolo”. Il tutto condito con la prospettiva di risolvere il “conflitto tra ferrovia e centri abitati” appunto SPOSTANDO l’attuale tracciato! E andando a creare “due nuove stazioni decentrate” (in sostituzione delle 3 presenti oggi sul tracciato che si vorrebbe spostare: Savignano Mulino, Savignano Comune, Vignola). Non posso che ribadire quanto già espresso nel post, ovvero che questa è una proposta assurda. Nessun conflitto tra ferrovia e centri abitati si risolve spostando la ferrovia (semmai interrandola e modificando la viabilità nei punti oggi di frizione – che sono il passaggio a livello di Mulino, quello di Bazzano, quello di Muffa). A Bruzzi, dunque, almeno un “tapiro d’oro” andrebbe consegnato.

  3. bazzani ha detto:

    sinceramente io non credo che sia prevista la dismissione della tratta Savignano-Vignola, sarebbe un controsenso all’interno delle previsioni di sviluppo. Agli incontri sul psc si parlava di una NUOVA linea, quindi credo che in questo caso sarà non una vignola-sassuolo ma una bazzano-sassuolo, anche perchè far proseguire i binari dalla stazione di vignola in direzione sassuolo sarebbe una bella sfida, l’unica alternativa poteva essere un interramento nel tratto urbano.

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Caro Bazzani, credere o non credere? Vediamo. (1) Hai ragione quando ricordi che nell’incontro sul PSC tenutosi a Castelvetro il 24 gennaio scorso si è parlato di una nuova linea ferroviaria Vignola-Sassuolo. Ovvero di una linea aggiuntiva alla linea esistente Bologna-Vignola. “Discreto interesse ha
      suscito anche la previsione di realizzare una nuova tratta ferroviaria Vignola-Sassuolo” – così si legge nel documento che riporta il resoconto della serata a pag. 9:

      Fai clic per accedere a restituzione_incontro_castelvetro_240113.pdf

      Dunque, per essere chiari, nell’incontro pubblico sul tema si è parlato di una linea ferroviaria Vignola-Sassuolo (non Bazzano-Sassuolo) e di una linea che si aggiunge l’esistente, ma che di certo non va a modificare il tracciato esistente.
      (2) Quest’ultima proposta di modifica del tracciato della ferrovia Bologna-Vignola nel tratto tra Bazzano e Vignola è contenuta, come spiego nel post, nel “documento strategico” scritto da Bruzzi & C. E’ lì che si dice che sarebbe meglio allontanare le stazioni dai centri abitati (sic!) e che si propone di cancellare il tratto Bazzano-Savignano-Vignola, sostituendolo con il tratto Bazzano-Savignano Magazzino-ex-Sipe- e poi prosecuzione in direzione Sassuolo. Puoi rileggere il pezzo di documento che ho riportato pari pari. Quindi la proposta fatta da Bruzzi (e messa per iscritto nel “documento strategico”) è proprio questa: “la dismissione della tratta Savignano-Vignola”. Se intendi dire che questa proposta ha dell’incredibile, allora sono d’accordo con te.

  4. Andrea Paltrinieri ha detto:

    A conferma di quanto scritto nel post le dichiarazioni del sindaco di Spilamberto, Francesco Lamandini, su Modena Qui di oggi (20 luglio 2013, p.15:

    Fai clic per accedere a psc_trasferimento-stazione-vignola-modena-qui-20lug2013.pdf

    Che afferma: “Si tratta di uno scenario futuro. La stazione di Vignola non è baricentrica per il resto dei comuni.” Pura follia, visto che gli argomenti a sostegno della tesi dello spostamento sono impresentabili, come argomentato nel post. Pur di avere una stazione “baricentrica” Lamandini sarebbe disposto a costringere tutti i passeggeri ad arrivarci in macchina! Perché questo sarebbe l’effetto di una stazione nell’area ex-Sipe. A meno ché non si prefiguri già la grande urbanizzazione, ovvero la completa saldatura del tessuto urbano di Vignola e Spilamberto, facendole diventare un’unica grande città. Questo sì che sarebbe un gran “scenario futuro”. E’ evidente, invece, che l’unico motivo di questa ipotesi di spostamento è quello di favorire il progetto della “cittadella del cibo” – un progetto che plausibilmente vedrà la partecipazione di Coop Estense, in contrapposizione a quello bolognese sostenuto da Coop Adriatica:
    https://amarevignola.wordpress.com/2013/07/05/la-cittadella-del-cibo-forse-si-fara-pero-a-bologna/

  5. Antonio ha detto:

    Ciao, non capisco dove sia il problema di sviluppare un tracciato bologna/vignola/modena/sassuolo. Per come la vedo io e’ una grande opportunita’ di crescita x il ns territorio, altro che fare nuove strade e parcheggi… Poi il tratto della vecchia stazione di vignola/savignano potra’ essere utilizzato diversamente. Se vogliamo superare le auto la strada e’ questa. Saluti

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Provo a riepilogare “dove sia il problema”, visto che secondo me il problema c’é tutto, anzi ce n’é più di uno. (1) Nulla in contrario ad aggiungere una nuova ferrovia Vignola-Sassuolo, come peraltro già prevede l’attuale PRIT – Piano Regionale Integrato dei Trasporti (ed il tracciato previsto nel PRIT NON prevede oggi lo spostamento, dunque l’abbandono, della stazione di Vignola). Il fatto è che una tale linea ferroviaria non si farà e per diversi motivi: non avrebbe un numero di passeggeri adeguato e dunque non risulterebbe giustificata ad un’analisi costi benefici (già oggi è in difficoltà la Modena-Sassuolo …). Le linee ferroviarie che reggono ad una tale analisi sono quelle attestate sul comune capoluogo. Una linea Sassuolo-Vignola, poi in grado di proseguire fino a Bologna, sarebbe comunque a binario unico. Vediamo le tribolazioni di oggi della Vignola-Bologna. Tribolazioni che verrebbero raddoppiate. (2) Anche se la realizzazione sarebbe comunque altamente improbabile potrebbe comunque aver senso conservare un “corridoio” per una futura realizzazione di una linea ferroviaria. Magari nel XXII secolo potrebbero esserci tecnologie che abbassano i costi di realizzazione … Non si capisce però perché si debba pianificare oggi la dismissione del tratto Vignola-Bazzano, visto che l’effetto netto sarebbe quello di allontanare le stazioni dai centri urbani costringendo un numero di passeggeri assai maggiore rispetto ad oggi ad utilizzare mezzi privati (essenzialmente automobili) per raggiungerle. E’ questa impostazione che sfugge a criteri di razionalità ed al buon senso. Ma il sindaco di Spilamberto, Francesco Lamandini, ha detto che la stazione di Vignola “non è baricentrica” rispetto ai comuni dell’Unione – lo sarebbe di certo di più una stazione spostata nell’area ex-Sipe. Ma che senso avrebbe? Il suo collega Carlo Bruzzi, sindaco di Castelnuovo, ha poi giustificato il progetto dicendo che le ferrovie “tagliano” in due il tessuto urbano: è vero, ma se si vuole trovare una soluzione le si interrano, non si pensa invece di spostarle! Insomma è chiaro che l’idea serve solo a supportare il “progetto” della cittadella del cibo nell’area ex-Sipe. In conclusione, ecco “dove sia il problema”. Se vogliamo “superare le auto” dobbiamo innanzitutto far funzionare dignitosamente le ferrovie oggi esistenti (e siamo lontani da questo obiettivo). La condizione delle nostre finanze pubbliche ci impone poi, volendo far crescere la rete ferroviaria (obiettivo auspicabile e che condivido), di sottoporre ogni nuovo investimento ad una seria analisi costi-benefici. Altrimenti così come qualche anno fa si era ipotizzato di realizzare una metropolitana a Parma (progetto inevitabilmente abbandonato in quanto privo dei necessari requisiti di sostenibilità economica) qualcuno potrebbe ritenere auspicabile anche una ferrovia Vignola-Bettolino!

  6. mauro sezzi molon ha detto:

    Purtroppo nel nostro paese non facciamo proprio nulla !!!! non abbiamo nemmeno attaccato le due ferrovie che arrivano a Sassuolo !!!! quella di Modena con quella di Reggio – Scandiano !!!! eppure ci vorrebbero solo qualche centinaio di metri di binario e una spesa veramente irrisoria!!!..Quando vedrò fare cose semlici come questa allora penserò a progetti piu complicati e dispendiosi. ciao a tutti
    mauro sezzi

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