Con una lettera trasmessa oggi al sindaco Daria Denti, ai capigruppo consiliari ed a tutti i consiglieri comunali si è dimesso il presidente del consiglio comunale Giancarlo Gasparini. Le dimissioni sono motivate da un dissenso rispetto ad atti importanti dell’amministrazione Denti rispetto a cui Gasparini, anch’egli iscritto al PD, non intende condividere la responsabilità. Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera.
Egregio signor Sindaco,
le comunico le mie dimissioni da consigliere comunale.
Tale decisione, sofferta e ben ponderata, nasce dall’aver constatato, ancora una volta, una differente visione fra il mio ideale politico e gli atti della sua amministrazione. Come lei ricorderà le inviai una mail il 23 maggio scorso, in cui le sottoponevo le mie perplessità sulle procedure di nomina dei consiglieri della fondazione CRV a fronte di una dichiarazione al giornale Resto del Carlino del presidente Prof. Valerio Massimo Manfredi, che per altro stimo. Non ha molta importanza non avermi risposto, conosco bene gli impegni e le responsabilità di un sindaco e sono conscio e rispettoso del suo lavoro. Ma con quella scelta si aderiva ad un iter ben preciso (delibere di Consiglio Comunale n. 55 del 30/07/2009 e un avviso pubblico). Veniva individuato un percorso per procedere alla raccolta di candidature e giungere poi ad una rosa di nominativi tra cui effettuare la scelta fra quelli più rispondenti alle esigenze dell’ente. Per la prima volta si rendeva trasparente l’intero procedimento con i CV di tutti i candidati, visibili sul sito del comune . Leggendo il bando fui felice che si fosse intrapreso questo percorso. Finalmente una scelta, rilevante per tutta la comunità vignolese, veniva fatta in modo trasparente, basandosi sulle competenze e le capacità dei singoli. Finalmente i cittadini potevano seguire l’operato della pubblica amministrazione e veder applicato quei principi che sono basilari per l’operato di una buona e sana gestione. La ricerca di un candidato passava attraverso il vaglio non solo della trasparenza ma anche della competitività con un percorso che premiava le capacità dando anche ai giovani lo stimolo che i più meritevoli sarebbero stati premiati. Tuttavia la dichiarazione dello scrittore ai giornali (Resto del Carlino 10 maggio u.s. “Non sono stato io a cercare questo incarico e prima che i sindaci della zona mi contattassero per sollecitare la mia candidatura, ne ero lontano mille miglia” ) per quanto ne so non smentita, contraddice nei fatti quanto disposto. Da un lato si aderisce a un percorso ben preciso che trascende dalla scelta contingente ed è in sintonia con i desideri dei vignolesi dall’altro si continua con la solita vecchia politica in cui la tattica prevale e le decisioni importanti sono prese da pochi. Sono quindi imbarazzato nei confronti di quei cittadini e colleghi consiglieri che ,conoscendo questo percorso , mi chiedessero ragione di quanto riportato dalla stampa.
All’origine della decisione di dimettermi non vi è solo questo episodio ma il progressivo deterioramento del rapporto fiduciario che lega un consigliere di maggioranza al proprio sindaco. Le ricordo ad esempio i numerosi episodi in cui la nostra amministrazione si è dimostrata refrattaria ad ogni apertura nei confronti delle opposizioni.

Giancarlo Gasparini, presidente del consiglio comunale, e il sindaco di Vignola, Daria Denti, in occasione della seduta di insediamento del consiglio (foto dell’11 luglio 2009)
Il mio ideale di politica poggia sulla definizione di Don Milani: Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia.
La mia scelta non è stata facile pensando a coloro che mi hanno dato il loro voto alle scorse elezioni. Ma allo stesso tempo ritengo che vi siano beni comuni e principi che è interesse generale salvaguardare.
Nelle elezioni amministrative di questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un assenteismo massiccio, fenomeno sempre presente e crescente ad ogni turno elettorale. Sappiamo entrambi che questo è l’espressione di una crescente sfiducia dei cittadini nei confronti della politica che risulta essere sempre più lontana dalle loro esigenze. Abbiamo il dovere di testimoniare con il nostro impegno che l’agire politico è un espressione fondamentale della democrazia ed è al servizio esclusivo della collettività. Per me questo obiettivo lo si raggiunge agendo secondo le regole, facendo bene , mantenendo le promesse e con un pizzico di gentilezza. Essere gentili non significa solo essere cortesi, ma rispondere con sensibilità e calore umano alle speranze e alle esigenze degli altri. Anche il più piccolo tratto di gentilezza può alleviare un clima pesante e cambiare la vita alle persone.
Mi permetta infine di rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i colleghi consiglieri che con la loro passione politica, le loro idee e il loro entusiasmo hanno reso più agevole il lavoro di presidente del consiglio comunale e nello stesso tempo mi scuso per le mie mancanze ed errori. Sento inoltre di dovere un grazie speciale a tutto il personale degli uffici e in particolare a quello della segreteria che in questi anni mi ha supportato e aiutato. Vorrei in ultimo precisare che in questa lettera ho utilizzato la forma Lei, pronome personale di cortesia, non per marcare un distacco ma per il rispetto nei confronti del Sindaco come istituzione.
Giancarlo Gasparini
Speriamo che almeno stavolta ti risponda, prima di sortire.
Trasparenza?: “Vade retro Satana!”
Solo due considerazioni in merito a questa vicenda, per poi magari tornarci tra qualche giorno con una riflessione più ampia. (1) Bisogna dare atto a Giancarlo Gasparini di avere interpretato con grande correttezza ed equilibrio il ruolo di presidente del consiglio, che è ruolo di garanzia, dovendo assicurare funzionalità del consiglio comunale, ma anche rispetto puntuale delle regole (anche quando l’organo esecutivo gradirebbe un percorso spiccio che faccia affidamento solo sulla forza dei numeri) e dunque tutela del ruolo, non facile, delle minoranze consiliari. La cosa non era scontata visto il clima in cui era avvenuta la sua elezione a presidente del consiglio – segnato da forti tensioni con le minoranze per via della mancata assegnazione ad un esponente delle opposizioni della carica di vicepresidente del consiglio, come era sempre avvenuto in passato. Già in quella occasione la maggioranza dimostrò un mix di improvvisazione ed arroganza. Quel clima si è nel prosieguo stemperato proprio grazie ad una conduzione dei lavori del consiglio improntata a grande equilibrio ed a rispetto delle prerogative del consiglio (e delle minoranze). (2) Queste dimissioni sono il segnale di tensioni non risolte e di divergenze di vedute su come amministrare la città all’interno del gruppo di amministratori del PD (sindaco, assessori, consiglieri comunali). E questo è un primo aspetto politicamente grave. Ma non è l’unico. Non c’è solo la vicenda della nomina del presidente della Fondazione di Vignola, rispetto a cui la versione offerta dal sindaco è stata contraddetta dallo stesso presidente, Valerio Massimo Manfredi:
https://amarevignola.wordpress.com/2013/05/11/fondazione-di-vignola-al-via-lera-di-valerio-massimo-manfredi/
C’è evidentemente anche l’incapacità di organizzare un’arena per una vera discussione sulle politiche comunali e sulle azioni dell’amministrazione. Eppure proprio per questa legislatura si era prospettato nel PD un riequilibrio del rapporto tra chi ricopre le cariche amministrative, in special modo nell’organo esecutivo (dunque sindaco in primis e poi assessori), ed il resto del partito, con l’obiettivo di evitare, tramite una più approfondita discussione ed una più ampia condivisione, il tipico dualismo amministrazione-partito. Evidentemente, però, non si è riusciti a fare alcun passo in avanti su questo fronte. Anzi, la stessa nomina dei vertici della Fondazione ha portato alla luce in modo inequivocabile ulteriori problemi, ovvero quello di un sindaco che manipola le informazioni per la propria maggioranza (oltre che per la città)!
Desidero esprimere grande apprezzamento e condivisione per ciò che ha scritto il Dr. Gasparini: era da tempo che non leggevo una lettera così chiara, giusta e (a mio parere) sincera. Poichè ho sempre seguito e ammirato le idee di Don Milani, mi ci ritrovo!.
Per contro esprimo dispiacere per
l’importante perdita istituzionale. Spero che il dott. Gasparini torni sui suoi passi perchè MAI COME IN QUESTO MOMENTO abbiamo bisogno di persone ONESTE CHE “COMBATTANO” per ciò che è giusto e utile per la Città.
(Mi ha fatto sorridere la battuta di Smerieri: MA HA RAGIONE!!)
Condivisione assoluta alla lettera del dott Gasparini e a questo commento.
Rosanna
Ormai pare che non sia più un segreto, questa è l’amministrazione del “FARE… facere”, nella sua accezione più distorta e scellerata.
Mitigare ogni azione, ogni intento, edulcorando con marketing di bassa lega e belletti, adornando con rose e fiori finti, e poi, nascostamente, bramare differenti mire, programmi, scelte, strade da percorrere.
Intenti sempre orientati al beneficio di qualcuno in netta minoranza rispetto al bene della maggioranza che, in questo caso, non si identifica nella maggioranza politica, bensì a quella che io reputo ben più importante, ossia la maggioranza dei cittadini.
Maggioranza che deve corrispondere a un buon senso civico, minimo e necessario per considerarsi appunto un “cives”; senso che noto molto affievolito e assopito in questa amministrazione, che continua con pervicacia a porsi in posizione rialzata, privilegiata, tale da arrogarsi il diritto di fare il bello e il cattivo tempo.
Non è forse lo stesso sistema applicato per le questioni come Via Barella, Via Libertà, Sede Avis, Psc, elezione di Novembre nella Asp. Gasparini, e in ultimo il bellissimo e onesto percorso di selezione dei candidati per la Fondaz. Di Vignola.
Un piccolo contentino di facciata, giusto per zittire le opposizioni fastidiose come zecche, un piccolo sforzo giusto per non sfigurare davanti ai tanti cittadini disattenti e distratti che badano solo ai titoloni e mai guardano a fondo su cosa effettivamente venga fatto o meno, TANTI soldi buttati nel pattume (basti solo pensare alla spesa per il percorso NON partecipato del PSC) e il mix è servito:
L’amministrazione che continua a prendersi gioco della democrazia e che prosegue dritta filata per la sua strada, imperterrita e imperturbabile.
Prima o poi la festa finisce, almeno spero..