L’acqua che ristagna nelle cave, dopo le ultime abbondanti precipitazioni, proviene dalla falda freatica e non è di origine piovana. Lo ha stabilito un referto dell’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, dopo un sopralluogo compiuto il 16 maggio 2013 presso “l’ex-area estrattiva Polo 11” a Magazzino di Savignano. Sul posto erano presenti due tecnici dell’Arpa e altrettanti del Comune, oltre ai dirigenti della ditta Calcestruzzi Vignola-Betoncave. Il resoconto finale stilato dagli esperti e reso pubblico il 24 maggio recita: “risulta plausibile che l’allagamento … sia conseguente sia all’innalzamento del livello di falda che alla concomitante incapacità di drenaggio del suolo per avvenuta saturazione”. Per arrivare a questa conclusione, che finalmente porta un po’ di chiarezza dopo tante polemiche, i tecnici hanno effettuato al Polo 11 delle “misurazioni” del livello della falda nei punti dove sono collocati due piezometri.

Un’immagine del Polo estrattivo 11 a Magazzino di Savignano. Si vede l’acqua sul fondo della cava (immagine La Carbonara Blog)
Secondo le rilevazioni, la falda si troverebbe a circa meno 14,5 m dal piano di campagna. Il dato in sé induce a fare una serie di considerazioni. La prima è che la falda si è alzata, rispetto al periodo 2008-2010, quando la media era invece di 17,5 m, sempre dal piano di campagna. Conseguenza, questa, dovuta alle maggiori precipitazioni sia nevose che piovose. La seconda considerazione, che poi è collegata alla prima, è che, in questo modo, la falda si è venuta a trovare sopra al fondo della cava (a meno 15 metri) dove la Calcestruzzi Vignola ha costruito i suoi impianti. Di conseguenza quindi l’acqua è affiorata in superficie, allagando in particolare i due capannoni presenti al Polo 11.

Il Polo estrattivo n.11 a Magazzino di Savignano. Si vede sul fondo della cava l’acqua risultante dall’emersione della falda freatica (immagine La Carbonara Blog)
In pratica l’ARPA non ha fatto altro che accertare un problema, che era stato sollevato da tempo dai Comitati, ma che era anche facilmente intuibile dai non addetti ai lavori. Già le cave provocano di per sé un impatto ambientale non rimediabile. Se poi vi si collocano sul fondo, come si è fatto al Polo 11, degli impianti di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, significa aggiungere problema a problema. I Comitati ci tengono infatti a precisare che “una falda affiorante perde quelle caratteristiche di acquifero protetto che derivano dalla purificazione delle acque piovane esercitata dal suolo e dalla filtrazione di uno strato di 10-20 m di sottosuolo”. Per questo una falda affiorante rappresenta un potenziale veicolo di collegamento tra l’inquinamento atmosferico o, come per il Polo 11, pericolosi inquinanti derivati da attività industriali e le riserve sotterranee di acqua potabile. Un rischio che non possiamo permetterci.

Vista dal satellite del Polo estrattivo n.11 di Magazzino di Savignano (immagine La Carbonara Blog).
Se comunque il sopralluogo dell’ARPA c’è stato, lo si deve all’esposto presentato in data 6 maggio 2013 agli organi competenti dal Comitato Tutela e Territorio di Savignano e dal Comitato Bazzanese Ambiente e Salute di Bazzano (e la stessa segnalazione è stata fatta dal Comitato Piumazzese No alle cave, il 20 maggio scorso, per l’acqua affiorante anche nel Polo 12 California, nel territorio di Castelfranco Emilia: vedi). E’ noto infatti che i tecnici dell’ARPA intervengono solo sulla base di segnalazioni provenienti direttamente dai cittadini. Nell’esposto si faceva oltretutto presente che il livello dell’acqua al Polo 11 non solo non è diminuito, nelle due settimane in cui le piogge sono calate, ma è addirittura aumentato. Per i Comitati la rilevazione dell’ARPA rappresenta certamente un motivo di soddisfazione, dopo anni di battaglie portate avanti a colpi di “esposti”, ma anche di rammarico. Ne fu infatti presentato uno anche nell’agosto 2009, sempre a riguardo del Polo 11, che però non ebbe alcun riscontro.
Il problema naturalmente non riguarda solo Savignano, dove peraltro le tematiche dei Comitati trovano un buon terreno di confronto con la Lista Civica che amministra il Comune. Se n’è parlato infatti anche al Consiglio Comunale di Spilamberto di lunedì scorso quando il Consigliere Pier Maria Ferrari della Lista Spilamberto Solidarietà Ambiente ha chiesto se l’Amministrazione si fosse interessata della questione. La risposta del Sindaco Francesco Lamandini non si è fatta attendere: il primo cittadino di Spilamberto ha sostenuto che l’acqua nelle cave è dovuta “a una delle annate più piovose degli ultimi 50 o 100 anni” e quindi che il “terreno è talmente imbibito d’acqua che non drena più”. Invano Enrica Biagi, sempre della Lista Spilamberto Ambiente, ha replicato che si tratta di “acqua di falda e non piovana”. E’ vero che a Spilamberto non c’è stato sopralluogo da parte dell’ARPA e dunque non si dispone di dati certi. Ma è altrettanto vero che l’Amministrazione di Spilamberto potrebbe richiedere un controllo, come ha fatto quella di Savignano. Ed è molto probabile, se non certo, che la situazione sia la stessa: soprattutto dalle parti di Via Ghiarole dove si voleva far sorgere un canile poi fortunatamente dirottato, grazie a una decisione dell’Unione Terre dei Castelli, nella zona dell’ex Sipe Alte. L’impressione è che nella città del Torrione, di questo problema, si tornerà a parlare molto presto …
Giovanni Moi
PS Questo articolo è stato originariamente pubblicato su La Carbonara Blog in data odierna, 3 giugno 2013.

La nuova sede dell’impianto di bitume della Calcestruzzi Vignola a Magazzino di Savignano (foto del 6 gennaio 2013)
Pubblichiamo, di seguito, l’esito del sopralluogo di ARPA:
Oggetto: Innalzamento livello falda sotterranea nell’ex-area estrattiva “Polo 11” in Savignano sul Panaro (MO) e conseguente allagamento dell’Area di Lavorazione Inerti e Produzione Conglomerati Bituminosi della ditta Calcestruzzi Vignola – Betoncave
In data 16/05/2013 alle ore 15.00, a seguito dell’esposto trasmesso prot. n° 6731 del 08/05/2013, è stato effettuato un sopralluogo presso l’area oggetto di segnalazione, al fine di verificare le possibili cause della presenza di acque all’interno dell’Area Lavorazione Inerti della Ditta Calcestruzzi Vignola.
Al sopralluogo hanno partecipato l’Arch. Giuseppe Ponz de Leon e l’Ing. Laura Pizzirani per il Comune di Svignano s/P, il Geom. Carlo Corni e il Dr. Domenico Giovini per la proprietà e la Dr.ssa Anna Maria Manzieri e Dr.ssa Simona Righi per Arpa Sezione di Modena.
All’atto del sopralluogo gli impianti presenti risultavano inattivi ed i capannoni vuoti.
Il Polo 11 “Bazzano” è posto in comune di Savignano sul Panano in destra idrografica del fiume Panaro, corrispondente al settore apicale della conoide dello stesso fiume. In questa porzione di conoide, l’acquifero sotteso è libero, monostrato, costituito da materiali grossolani pluridecametrici (ghiaie), intercalato a lenti sabbiose poco sviluppate. Il tetto delle ghiaie, prossimo al piano campagna, risulta essere compreso tra 1 e 2 m di profondità. Le quote altimetriche variano tra 75 e 80 m s.l.m.. L’alimentazione della falda avviene sia dalla superficie topografica (acquifero libero), che per alimentazione di subalveo da parte del fiume Panaro. Il deflusso idrico sotterraneo ha una direzione prevalente SO-NE, influenzato anche dall’alimentazione indotta dallo stesso fiume.
L’area allagata corrisponde alla parte di ex-cava in cui si sarebbe dovuto insediare l’impianto di frantumazione ad un piano campagna ribassato a -15 m rispetto al p.c. originario, quindi a meno 1 metro dalla restante area impiantistica, in quanto nell’area in cui insistono gli impianti è stato posto sul fondo cava un metro di materiale inerte stabilizzato con calce.
La rete di monitoraggio del “Polo estrattivo 11 Bazzano” è costituita da due piezometri posti rispettivamente a sud ed a nord dell’area e da due pozzi dotati di pompa sommersa presenti rispettivamente ad est e ad ovest. Di seguito si riporta la cartografia con l’ubicazione dei punti di controllo.
Con misure ripetute, si è verificato il livello freatimetrico nei punti indicati. In tabella sono riportati i dati riferiti alla soggiacenza (profondità della falda dal piano campagna):
Punto di misura |
Tipologia |
Soggiacenza in metri da piano campagna (attuale) |
Soggiacenza media anni 2008- 2010 |
Punto ovest |
pozzo |
-18,9 |
-23,32 |
Punto Sud |
piezometro |
-14,5 |
-17,51 |
Punto est |
pozzo |
-22 |
-26,37 |
Punto Nord |
piezometro |
-14,8 |
-19,73 |
Il differente livello piezometrico riscontrato fra piezometri e pozzi è da riferirsi alle diverse caratteristiche costruttive e di profondità degli stessi. Le differenze piezometriche riscontrate fra pozzi e piezometri risultano coerenti con i dati di monitoraggio sino ad oggi acquisiti.
Essendo il fondo dell’area impianti posto a circa -14 metri dal p.c e il fondo cava a -15 metri da p.c., risulta plausibile che l’allagamento dell’area nord-ovest, sia conseguente sia all’innalzamento del livello della falda che alla concomitante incapacità di drenaggio del suolo per avvenuta saturazione.
A completamento informativo si riportano i dati delle precipitazioni misurate nella stazione meteorologica Arpa ubicata nel Comune di Bazzano, attiva dal 2003, in riferimento al periodo 1 gennaio – 30 aprile.