Bilancio di previsione 2013. Perché non è convincente l’impostazione data dal sindaco?

La disinvoltura con cui il sindaco Daria Denti tratta le istituzioni comunali si manifesta anche nel percorso di predisposizione del bilancio di previsione 2013. Il 13 maggio scorso, infatti, ha firmato assieme all’assessore al bilancio, Romina Bertoni, una lettera indirizzata a tutti i consiglieri comunali (indistintamente di maggioranza o di minoranza) in cui propone loro di essere “maggiormente protagonisti” nella costruzione del bilancio per l’anno in corso. Specchietto per le allodole o proposta di sostanza? Purtroppo della prima si tratta. Inoltre la mancanza di una strategia di riorganizzazione della “holding comunale”, evidenziatasi nei primi quattro anni di legislatura, riduce il compito di predisposizione del bilancio di previsione 2013 al solo taglio di alcuni capitoli di spesa. Si poteva fare diversamente. Si doveva fare diversamente! Ma oggi se ne pagano le conseguenze in termini di margini di manovra striminziti. L’offerta di “maggiore protagonismo” è dunque un’offerta minimalista. O forse un tentativo di distribuire la responsabilità di un passaggio inevitabilmente doloroso, quello dei tagli, dopo che ci si è rivelati incapaci di impostare una vera strategia di sostenibilità del bilancio. Vediamo perché. Partendo però da considerazioni sul singolarissimo percorso proposto dal sindaco.

Parco E.Berlinguer in via Ragazzi del '99, nel quartiere Vescovada (foto del 18 maggio 2013)

Parco E.Berlinguer in via Ragazzi del ’99, nel quartiere Vescovada (foto del 18 maggio 2013)

[1] Tralasciamo il fatto che tale proposta nasca come contromossa rispetto alla richiesta, fatta da tutti i consiglieri di minoranza, di un incontro con il dirigente del Servizio Finanziario proprio per poter fare un ragionamento autonomo per il nuovo bilancio. Fosse solo questo si tratterebbe solo di spicciola tattica “politica” (sic) – cosa che è, in effetti – , ma non varrebbe la pena soffermarvicisi. Il fatto è che il percorso proposto dal sindaco “privatizza” l’iter di costruzione di bilancio! Magari è involontario, ma ciò non è meno preoccupante. Vediamo perché. L’illustrazione della proposta di bilancio, predisposta dalla giunta, e la sua discussione avviene attraverso un iter che prevede diversi incontri della competente commissione consiliare. Trattandosi dell’atto più importante dell’amministrazione, dove massimamente il consiglio comunale può esercitare le funzioni di indirizzo che la legge gli assegna, è normale che sia sentita l’esigenza di approfondire una materia assai articolata e complessa. Il fatto è che mentre le sedute delle commissioni consiliari sono pubbliche, gli incontri in atto (i primi sono avvenuti il 20 e 23 maggio; altri due sono programmati per il 27 e 29 maggio) non lo sono! Si configura pertanto una situazione paradossale: l’atto più importante dell’amministrazione ottiene, nella fase preparatoria, il minimo possibile di “pubblicità”. In effetti non vi è alcun motivo perché questa proposta di “maggior protagonismo” non potesse realizzarsi nell’ambito del normale lavoro delle commissioni consiliari! Questa è, non a caso, l’impostazione corretta, visto che consente la partecipazione non solo di tutti i consiglieri interessati, ma anche dei “cittadini e degli organi di informazione” (come prevede il  Regolamento sul funzionamento e l’organizzazione del Consiglio Comunale, art. 59, comma 2). La mancanza di rispetto delle norme che presiedono al funzionamento dell’istituzione la si vede anche nella continua violazione delle modalità e dei termini di convocazione delle commissioni consiliari. La lettera del sindaco anticipa già una seduta della commissione consiliare bilancio per il 27 maggio ore 18.30. Ma di fatto sarà di nuovo un incontro privato tra i consiglieri che vorranno prendervi parte. La procedura per la convocazione della commissione, infatti, prevede requisiti che non sono rispettati (avviso scritto, consegna almeno 5 giorni prima della data prevista, pubblicità). Pertanto né l’incontro del 27, né quello del 29 potranno essere rubricati come commissione consigliare – pena la violazione del Regolamento! (Né può valere il “motivo d’urgenza” che evidentemente non c’è trattandosi di incontri da tempo programmati). Il paradosso, di nuovo, è che un pezzo di consiglio comunale partecipa ad incontri di preparazione del bilancio in sedi extra-istituzionali, dunque senza quei requisiti volti a consentire la partecipazione ed il controllo da parte della città.

Parco Giardino d'Europa (foto del 20 maggio 2013)

Parco Giardino d’Europa (foto del 20 maggio 2013)

[2] Le questioni procedurali trattate sopra non sono irrilevanti come sindaco e consiglieri di maggioranza evidentemente ritengono. Se infatti i cittadini avessero l’opportunità di assistere agli incontri in atto vedrebbero il basso livello della proposta dell’amministrazione sul bilancio 2013 e della conseguente “discussione”. Anche per questo motivo non c’è davvero alcun rischio che si tratti di “prove di larghe intese”, come ha intitolato Modena Qui del 25 maggio. “Larghe intese” – sempre ammesso che qualcuno le cerchi – non ci possono essere e non ci saranno, per ragioni molto semplici che proverò a riepilogare.

Parco di piazza Maestri del lavoro a Brodano (foto del 15 dicembre 2012)

Parco di piazza Maestri del lavoro a Brodano (foto del 15 dicembre 2012)

[3] Questa amministrazione non ha avuto alcuna capacità di innovare le modalità di preparazione del bilancio, ad esempio in termini di aumentata trasparenza o di rafforzamento del controllo dei risultati circa le risorse impiegate nei diversi settori. Evidentemente ha ritenuto di poterne fare a meno, visto che ha adottato un approccio improntato alla continuità: nessuna variazione significativa, nessuna ristrutturazione forte del bilancio comunale tra la fase pre-crisi e l’attuale fase contrassegnata da crisi economica e crisi sociale sempre più profonda. Anno dopo anno gli interventi della giunta si sono limitati a limature e micro-innovazioni, secondo un approccio “incrementale” che rinuncia ad una revisione sistematica e ad una ristrutturazione significativa delle voci di spesa. L’operato della giunta si è dunque realizzato nell’ambito di una visione che vede la crisi come semplice “crisi congiunturale” destinata ad essere superata nel volgere di pochi anni. Se questa poteva essere ancora un’illusione per l’anno 2009, non lo è più da tempo. Il paese è in recessione oramai da qualche anno: cala il PIL (vedi), cala la produzione, calano i consumi, aumenta la disoccupazione. Si riduce la ricchezza ed aumenta la povertà. E non si vedono inversioni di rotta all’orizzonte. Amministratori lungimiranti avrebbero da subito ricercato una diversa allocazione delle risorse, sulla base di una rinnovata definizione di priorità che non può che vedere al primo posto la promozione dello sviluppo economico e politiche di reinserimento lavorativo (sono cose che gli esponenti delle due liste civiche in consiglio comunale, Francesco Rubbiani e Chiara Smeraldi, stanno dicendo da tempo!). Si tratta di politiche che risulterebbero tanto più efficaci quanto dispiegate da più comuni (l’Unione Terre di Castelli avrebbe potuto servire a questo!) e magari con la collaborazione organica della Fondazione di Vignola (vedi). Senza il dispiegamento di interventi di questo tipo le manovre sul lato delle entrate (come l’aumento delle entrate da IMU che nel 2012 ha garantito la tenuta del bilancio comunale) non possono che avere effetti ulteriormente “depressivi” (come in effetti hanno sperimentato in primo luogo anche le famiglie e le imprese di questo territorio). Ciò nonostante l’amministrazione Denti ha sin qui rifiutato di prendere sul serio il tema della crisi, dei suoi effetti economici e sociali, dei modi più efficaci per contrastarla. Ne è riprova il fatto che nel 2010, nel 2011 e nel 2012 (ma la stessa cosa succederà anche nel 2013) il consiglio comunale ha approvato il bilancio di previsione, ovvero l’allocazione di 18-19 milioni di euro, senza disporre di un’analisi seria di come la crisi economica sta trasformando la realtà economica e sociale di questo territorio! Che possibilità c’è, dunque, di “intesa” con un’amministrazione che continua a sottovalutare questo tema? Nessuna.

Parco dei nuovi nati (foto del 18 maggio 2013)

Parco dei nuovi nati (foto del 18 maggio 2013)

[4] Non sottovalutare il tema della profonda trasformazione economica e sociale in atto anche su questo territorio significa in primo luogo cercare di recuperare risorse dal proprio bilancio, sia tramite interventi di efficientamento, razionalizzazione, ricerca di sinergie (nella “holding comune”), sia rivedendo l’ordine delle priorità. Per fare ciò occorre però impostare una “strategia” di medio periodo. Poiché l’amministrazione Denti non si è affatto preoccupata di ciò (nonostante molte sollecitazioni giunte proprio dalle minoranze!), l’attuale proposta di “coinvolgimento” delle minoranze, quando la legislatura volge al termine, suona inevitabilmente come un espediente “tattico”. Bisognerebbe, infatti, di rivedere mission, organizzazione e modalità operative della “holding comune” e del rapporto tra l’amministrazione comunale e questi enti:

  • Unione Terre di Castelli (9,8 milioni di euro di trasferimenti all’Unione stimati nel 2013, ovvero più del 50% della spesa corrente del comune): nessuna operazione strategica è stata realizzata dall’Unione Terre di Castelli in questa legislatura!  L’istituzione del corpo unico di PM era già stata deliberata nella legislatura scorsa. A sua volta il dibattito sulla “fusione dei comuni” è letteralmente scomparso (vedi)! Lo stesso PSC, nonostante una lunghissima gestazione (quest’anno arriviamo all’ottavo anno!) ripropone idee vecchie (ulteriore urbanizzazione e consumo di suolo agricolo) e l’assenza di una vera strategia (vedi).
  • Vignola Patrimonio Srl (un bilancio di 2,5 milioni di euro): ad oggi brilla per spese di gestione che non giustificano il mantenimento di una società apposita che non fa nulla di innovativo (a meno ché non la si ritenga giustificata per aver realizzato “casa dell’acqua” e “bagni pubblici”!) (vedi).
  • ASP G.Gasparini (una spesa annua di circa 8 milioni di euro a servizio dei nove comuni del distretto): è tutto da dimostrare che il trasferimento del servizio sociale professionale abbia prodotto effetti positivi in termini di efficacia della spesa e di efficienza nell’impiego delle risorse.
  • HERA Spa (una spesa annua di 3,5 milioni di euro): in assenza di un rafforzamento delle competenze di analisi e progettazione in capo all’ufficio ambiente dell’Unione Terre di Castelli i comuni risultano totalmente dipendenti dal know how della “propria” (sic!) azienda di servizi, incapaci di determinare le politiche locali per la gestione del ciclo ambientale!
Parco degli gnomi a Brodano (foto del 16 dicembre 2012)

Parco degli gnomi a Brodano (foto del 16 dicembre 2012)

[5] Una tale riorganizzazione non può essere progettata nelle due o tre settimane del “percorso da protagonisti” offerto dal sindaco Daria Denti. In tempi così ristretti non si può far altro che decidere dove tagliare nel quadro delle spese sin qui ereditato, ma non si ri-organizza alcunché! Se si guarda ai quattro anni trascorsi risulta evidente la sequenza di “occasioni mancate” che ha portato alle criticità odierne (certo, poi possiamo dare la colpa al governo per l’incertezza normativa su IMU e Tares – tutte cose vere, ma che non tolgono nulla della responsabilità degli amministratori locali nel non aver affrontato con trasparenza e determinazione un quadro di finanza locale che è destinato ad accumulare incertezze ancora per diverso tempo!). In questa situazione, però, si è impostata l’attività del nuovo Teatro Ermanno Fabbri come se questa potesse contare in perpetuo su più di 200.000 euro all’anno di contributi “pubblici” (100.000 del comune, il resto della Fondazione di Vignola) – un’attività a beneficio dei ceti medio-alti, ma pagata dall’intera collettività (vedi). Si è continuato a sostenere spese improduttive: vogliamo parlare degli 84.000 euro per l’improduttivo “percorso di ascolto strategico e partecipazione” per il PSC (vedi)? O vogliamo parlare della spesa assolutamente sovradimensionata per il direttore generale (tanto che in molti si augurano che la finestra di opportunità che si è aperta proprio oggi consenta – finalmente! – di tagliare questa voce di spesa)? O del fondo per i “buoni casa” che vede da anni una disponibilità di un milione di euro che non si è saputo utilizzare? Proprio quest’ultima voce consente anche di misurare quanto è sincera la richiesta di collaborazione avanzata dal sindaco anche ai consiglieri di opposizione, visto che questi, in modo compatto, chiedono che tali risorse siano impiegate, dovendo mantenere un legame con le originarie finalità di “politiche abitative”, per la riqualificazione della degradata edilizia residenziale del centro storico (vedi). Come pensa invece di impiegare queste risorse (già disponibili da anni!) l’attuale maggioranza? Non è dato sapere. Se si prendono sul serio le questioni qui richiamate risulta evidente che a Vignola non servono le “larghe intese”. Serve, invece, un cambio di amministrazione.

Parco dei Sogni. La fontanella del Re Ranocchio non funzionante ed interrata (foto del 20 novembre 2012)

Parco dei Sogni. La fontanella del Re Ranocchio non funzionante ed interrata (foto del 20 novembre 2012)

Nota A corredo di questo post sono state messe immagini del degrado in cui si trovano numerosi parchi vignolesi di cui pure l’amministrazione Denti aveva annunciato una completa sostituzione degli arredi da tempo rovinati. Lo slogan “manutenzione, manutenzione, manutenzione” anche in questo caso è rimasto solo sulla carta.

 

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