Afferma Bruno Rinaldi, consigliere di centrodestra nel Comune di Castelvetro e in Provincia di Modena, al consiglio comunale di Castelvetro a proposito della variante relativa alla lottizzazione Bersella (sulla vicenda: vedi): “non accuso nessuno, ma chiedo che tutti gli atti siano inoltrati alla Procura della Repubblica perché ne controlli la correttezza”. E ancora “Ma come possiamo fidarci, viste le vicende urbanistiche scoppiate di recente a Zocca e Serra? (…) Lo sanno tutti che a Castelvetro si costruisce in fretta solo rivolgendosi a un geometra piuttosto che ad un altro” (il Resto del Carlino del 10 aprile 2013, p.15 – vedi il pdf). Il Sindaco replica nello stesso articolo: “prima in quel luogo c’erano dei capannoni di cemento armato, dunque questo piano edilizio rappresenta una riqualificazione”. Quindi il sindaco ribadisce il concetto espresso nella riunione del Consiglio Comunale precedente (vedi), ma poi continua dicendo: “dovessi far partire oggi un intervento edilizio di questo genere, onestamente non lo rifarei”.

La lottizzazione “Bersella” sulla collina a nord-ovest di Castelvetro, dove l’amministrazione ha appena aumentato del 69% la superficie utile, portando da 21 a 34 le unità abitative (foto del 23 agosto 2008)
In un precedente articolo che invito a rileggere (vedi), il mio senso di smarrimento era dovuto al fatto che un sindaco riteneva “riqualificante” sostituire ad un piccolo centro genetico di scrofette dell’APCA e ad un capannone per conigli di razza, una lottizzazione con ville per una certa categoria di persone, frazionando la collina in 21 lotti e raddoppiando la cubatura (come espresso benissimo da Paltrinieri nel proseguo del mio scritto precedente: vedi). Il concetto del mio articolo era evidente che voleva evidenziare una contraddizione di fondo: mettere mattoni, asfaltare, recintare, abbandonando la zootecnia, relegandoci al dover acquistare le proteine animali da luoghi sempre più lontani. Su questo aspetto credo che centinaia di architetti avrebbero da disquisire, ma non essendo io tale non entro nel merito. Ma lo stesso Sindaco afferma anche nell’articolo del Carlino: “ma questa variante è anche una mano tesa all’economia locale, perché aumenta il numero di alloggi da realizzare, e una boccata d’ossigeno per le casse comunali”.

Uno scorcio della lottizzazione Bersella, all’incrocio tra via Bergognina e via Cavalliera sulla collina di Castelvetro (foto del 23 agosto 2008)
Il mio concetto di riqualificazione di un allevamento zootecnico è nella miglioria che esso può dare al territorio, nel senso che modifico la stabulazione (da fissa in mobile), rendo meno intensivo l’allevamento, adotto una minore pressione selettiva, allungo il periodo di interparto, adotto un sistema di allevamento che aiuti il benessere animale ad essere amplificato, nei limiti di un sistema produttivo che ha sempre delle lacune. La riqualificazione stava, ad esempio, nel vedere un territorio pieno di vigne, con animali al pascolo al fianco delle stesse, insieme a pannelli solari e alle tecnologie moderne. E senza consumo di fonti non rinnovabili, lasciando le colline libere come la natura ce le ha date. Il concetto di lottizzare per fare cassa in una delle zone più belle del nostro Comune è un concetto che ritengo personalmente errato e probabilmente che diventerà oneroso nel futuro, in quanto i costi di gestione delle infrastrutture, strade, marciapiedi, illuminazione, reti, ecc. sono a carico della collettività.
Oggi, 16 aprile, compare su tutti i quotidiani locali a pagina intera lo sfogo del sindaco Giorgio Montanari su molteplici temi, compreso la lottizzazione Bersella, nella quale compare la parola amianto insieme al cemento: “e in comparti come la Bersella prima delle ville non c’erano solo coniglietti ma capannoni di cemento e amianto”, ma non una parola sulle accuse gravissime fatte in sala consiliare, quando si è paragonato il Comune di Castelvetro a quello di Serramazzoni, si è accusato un geometra di avere canali preferenziali, si è minacciato di portare tutto in procura. Di tutto questo nulla! Non una parola, neppure un accenno. Come se la cosa più importante fosse ribadire il concetto che il referendum non potrà essere abrogativo sulla pianificazione territoriale.

Uno scorcio della lottizzazione Bersella, all’incrocio tra via Bergognina e via Cavalliera sulla collina di Castelvetro (foto del 23 agosto 2008)
Quindi, in sostanza, personalmente non riesco a comprendere. Il Sindaco afferma che non lo rifarebbe, ma lo fa perché in varianti precedenti già decise. Poi afferma che è una riqualificazione e quindi in teoria dovrebbe essere positivo in quanto la parola stessa ha un valore positivo, ma perché non lo rifarebbe se è positivo? Poi ne raddoppia la cubatura (con una delibera poche sere fa in consiglio comunale), poi sostiene la presenza di amianto (ne siamo pieni ovunque di amianto) con il cemento, nell’ex allevamento APCA, e quindi come una bonifica (mia deduzione che potrebbe essere errata) della collina. Ma una bonifica si effettua con l’asportazione dell’amianto dalla struttura e non con la creazione di 21 lotti e 34 alloggi e l’abbattimento dell’allevamento.

Uno scorcio della lottizzazione Bersella, all’incrocio tra via Bergognina e via Cavalliera sulla collina di Castelvetro (foto del 23 agosto 2008)
Possiamo dire invece una cosa, che risulta evidente a tutti. Ovvero che il partito del mattone ha vinto, per ora. Negli anni novanta e alla fine del millennio gli allevatori stanchi di avere le mani sporche con prezzi di mercato ridicoli mi dicevano che se vendevano il capannone ai costruttori, gli saltava fuori la villetta a schiera per loro ed una per il figlio. E con quelle che rimanevano si pagava il costruttore – in questo modo avrebbero certamente guadagnato di più che allevando animali. Il resto sono solo chiacchiere da bar.
Roberto Monfredini