PSC, si iniziano a scoprire le carte. E salta fuori di nuovo il consumo di territorio!

Procede con grande lentezza il rilascio di documenti che consentano a cittadini e forze economiche e sociali del territorio di comprendere gli ingredienti che gli amministratori locali hanno inserito nei documenti del PSC, anche se questi (Quadro conoscitivo, Valsat, Documento preliminare) sono già pronti da tempo. Nell’incontro delle commissioni consiliari del 3 aprile scorso è stato presentato uno striminzito documento di 17 pagine, chiamato “Bozza Documento strategico” (non è dato sapere se condiviso da tutti gli amministratori). Il giorno successivo, nel sito web del PSC, è stato reso accessibile un secondo documento: “Relazione di sintesi dei dati salienti e strutturali del Documento Preliminare, Quadro Conoscitivo e Valsat”, curato da CAIRE Urbanistica e datato marzo 2013 (e consistente di 45 pagine). Per la prima volta c’è qualcosa di scritto. Vale dunque la pena analizzarlo e svolgere osservazioni (sfrondando il tutto della purtroppo immancabile retorica). Ci limitiamo qui ad un tema, quello relativo alla “domanda abitativa”, visto che, come è risultato chiaro dagli incontri pubblici fatti, è uno dei più controversi.

La lottizzazione "Bersella" sulla collina a nord-ovest di Castelvetro: l'amministrazione ha appena aumentato del 69% la superficie utile, portando da 21 a 34 le unità abitative. Un perfetto caso da manuale di come NON si fa urbanistica! (foto del 23 agosto 2008)

Vista parziale della lottizzazione “Bersella” sulla collina a nord-ovest di Castelvetro: l’amministrazione ha appena aumentato del 69% la superficie utile, portando da 21 a 34 le unità abitative. Un perfetto caso da manuale di come NON si fa urbanistica! (foto del 23 agosto 2008)

[1] La stima della domanda abitativa è uno dei nodi critici di questo PSC. Non è una novità, in verità, vista la tradizionale tendenza all’urbanizzazione (o “cementificazione”) che ha caratterizzato le politiche territoriali di Vignola e degli altri comuni (seppure con qualche peculiarità locale e qualche sfasamento temporale) dalla fine degli anni ’90. Tutti i documenti di piano elaborati per il nuovo PSC dal 2008 ad oggi tradiscono un pregiudizio a favore di una crescita quantitativa della città (vedi). Si sopravvalutano gli argomenti a favore di “più case” e si sottovalutano quelli che evidenziano criticità e negatività di questa opzione. E’ così anche negli attuali documenti di piano, anche se le accese discussioni fatte nell’unico incontro dedicato al tema (a Savignano il 21 gennaio) ha spinto gli amministratori a muoversi con più cautela e circospezione. Il censimento della popolazione 2011, inoltre, ha evidenziato una contrazione della popolazione residente rispetto ai dati delle anagrafi comunali (in larga parte spiegabile con il trasferimento in altri territori, ma senza cancellazione anagrafica, di una parte della popolazione straniera – a Vignola la rettifica censuaria ha prodotto una diminuzione della popolazione di 800 unità!). Ed un ridimensionamento delle previsioni di crescita demografica (la crisi economica sta rallentando i flussi di immigrazione) significa necessariamente una revisione al ribasso dei fabbisogni di edilizia residenziale. Nei nuovi documenti di piano si è dunque attuata una limitata riconsiderazione delle previsioni. Mentre la prima bozza del nuovo Documento preliminare (28 marzo 2011) prevedeva 85.000 abitanti sul territorio dei 5 comuni al 2025, oggi il PSC stima una popolazione di 83.941 unità al 2028 (contro i 70.878 del 2011; dunque un +13.063 residenti, pari a circa +5.800 famiglie). La querelle sulle previsioni demografiche non è una discussione accademica. Ne discende invece una stima del fabbisogno di unità abitative e dunque una prospettiva di crescita dell’edilizia residenziale (quante  case in più?). Nonostante qualche cautela in più rispetto al passato questo rimane un nodo critico in cui le proposte contenute nei documenti di piano non risultano ancora oggi né adeguatamente argomentate, né convincenti. Per diversi ordini di motivi.

Cantiere per nuova edilizia residenziale nell'Impresa Mancini. E' lo sprawl, bellezza! (foto del 5 maggio 2012)

Cantiere per nuova edilizia residenziale nell’Impresa Mancini, nelle “basse” vignolesi verso Marano. E’ lo sprawl, bellezza! (foto del 5 maggio 2012)

[2] La bozza di “documento strategico” riconosce l’esigenza di rallentare la crescita urbanistica indotta da una sempre meno sostenibile “mobilità per fini abitativi”. Vi si legge infatti: “la proposta del PSC che presentiamo propone di compiere una scelta netta: rispondere prioritariamente alla domanda insita nelle nostre comunità sostenuta da fenomeni sociali e culturali che si ritiene di assecondare; rifiutando al contrario la messa in campo di politiche attrattive di crescita abitativa verso altri territori” (pp.5-6). La visione generale, in altri termini, vorrebbe selezionare alcune componenti di crescita demografica (e dunque di nuova edilizia residenziale per farvi fronte) accettabili, contrastandone altre valutate negativamente.

  • Si intende cioè rispondere positivamente al fabbisogno abitativo determinato da fattori endogeni di crescita dei nuclei familiari (la crescita del numero di nuclei familiari a parità di popolazione, derivante da una riduzione del numero medio di componenti).
  • Si intende ugualmente rispondere positivamente al fabbisogno abitativo determinato dai processi migratori, quando tali processi rispondono ad esigenze del sistema produttivo.
  • Si intende invece rinunciare alla “messa in campo di politiche attrattive di crescita abitativa verso altri territori” (ovvero non agevolare la mobilità residenziale non giustificata da ragioni di lavoro, ma dalla semplice ricerca di una migliore qualità dell’abitare). Certo, le politiche urbanistiche non sono in grado di contrastare la mobilità residenziale a livello micro (le decisioni del singolo nucleo familiare di cambiare comune di residenza); si limitano invece a controllare (e restringere) i saldi complessivi.

Comunque, i documenti di piano stabiliscono “un limite massimo alla crescita demografica che il territorio è disposto a sostenere (…) nella misura dell’1% annuo” (Relazione di sintesi, p.7). Tutto ciò che è dato sapere sulle “ragioni” di tali stime è che si tratta di valori esattamente pari alla crescita del decennio 1991-2001 (1% annuo) ed un po’ inferiore a quella del decennio 2001-2011 (1,4% annuo).
[3] Le tracce di un “pregiudizio” a favore di una (ancora marcata) crescita urbanistica si colgono però in alcuni punti del “documento strategico”.  Singolarmente, infatti, esso prevede non solo flussi migratori per posti di lavoro a bassa qualificazione (come avvenuto dagli anni ’90 ad oggi e come tuttora plausibile per il futuro), ma anche per posti di lavoro ad alta qualificazione! Il divario tra esigenze del sistema produttivo e l’offerta locale di manodopera, si dice, “non interesserà solo le mansioni a basso contenuto professionale, ma probabilmente anche i livelli più alti che gli inevitabili processi di innovazione tecnologica porteranno a richiedere sempre più” (Documento strategico, p.6). Insomma, per giustificare l’esigenza di “costruire di più”, si arriva ad ipotizzare non solo un’immigrazione di manodopera per occupazioni a bassa qualificazione (qualifiche operaie nell’edilizia, nell’industria meccanica e agroalimentare; “badanti”; ecc.), ma anche un’immigrazione laureata! Oggi uno scenario di questo tipo non è assolutamente plausibile, visto che è in corso una riduzione di domanda di lavoro di alta qualificazione (vedi), cosa che sta generando una fuga dal territorio di laureati!

Nuova edilizia residenziale in località "Maneggio" (via Castelvetro), sopra a Campiglio. Anche qui villettopoli sullla collina! (foto del 12 dicembre 2009)

Nuova edilizia residenziale in località “Maneggio” (via Castelvetro), sopra a Campiglio. Anche qui villettopoli sullla collina! (foto del 12 dicembre 2009)

[4] Una seconda debolezza argomentativa sta nella variabilità sin qui dimostrata delle stime relative alle “riserve” di alloggi presenti nei PRG vigenti. Il numero di alloggi “da reperire” (tramite il PSC) è infatti determinato dalla differenza tra due valori: il “fabbisogno abitativo stimato” (al 2028) ed il numero di alloggi (stimato anch’esso) già presente (almeno potenzialmente) in base ai vecchi PRG (si tratta di “diritti edificatori” già concessi, ma non ancora attuati). Il fabbisogno abitativo al 2028, come abbiamo visto, è oggetto di discussione e di variazioni legate ai processi demografici attesi ed auspicati (i punti 2 e 3). Fatto singolare, anche la stima sulle “riserve nei PRG vigenti” è cambiata nel corso del tempo – senza che ne venga data spiegazione. Così, ad esempio, nel volger di poche settimane le “riserve” sono passate da 4.084 alloggi (slide presentata a Savignano il 21 gennaio) a 3.652 alloggi (Relazione di sintesi, marzo 2013, p.18). Perché questa variabilità? Forse perché è funzionale a dimostrare che occorre “costruire più alloggi”?
[5] Una terza debolezza argomentativa sta nella mancata considerazione dello stock di alloggi sfitti! Nei documenti di piano non c’è alcuna stima sulla quantità degli alloggi sfitti presenti sul territorio! Questa ulteriore disponibilità di alloggi (che se adeguatamente contabilizzata porterebbe ad una ulteriore riduzione del numero degli alloggi “da reperire” tramite il PSC) non è minimamente presa in considerazione. Eppure su questo tema, in consiglio comunale a Vignola, la lista di cittadini Vignola Cambia ha sollecitato più volte la giunta municipale!
[6] Il “documento strategico” finisce così per rinnegare quella che doveva essere una delle parole d’ordine della nuova pianificazione: “stop al consumo di suolo non compromesso”. E’ davvero singolare, ma nel volgere di poche pagine il principio è prima affermato e poi negato.Stop al consumo di suolo non compromesso” è affermato a pagina 3. Ma già a pagina 7 la musica cambia e lo “stop” viene cancellato e trasformato semplicemente in un … “limite di velocità”! Sta scritto infatti che la domanda di abitazioni “dovrà trovare risposta principalmente all’interno di politiche di rigenerazione urbana diffusa e solo secondariamente in nuove edificazioni” (Documento strategico, p.7). Queste ultime sono dunque previste! E qui non si parla più di “stop al consumo di territorio non compromesso”, ma solo di minore utilizzo di terreno agricolo: “utilizzando poco terreno agricolo e al di sotto dei limiti posti dal PTCP provinciale” (p.7).

Nuova edilizia residenziale in via Collecchio, sulla collina di Spilamberto (foto del 23 agosto 2008)

Nuova edilizia residenziale in via Collecchio, sulla collina di Spilamberto (foto del 23 agosto 2008)

[7] In sintesi, i primi documenti di piano resi pubblici confermano i limiti già segnalati in passato:

  • si usano le previsioni demografiche (gonfiate) per legittimare l’ulteriore crescita urbanistica (impostazione qui criticata a più riprese: vedi1, vedi2vedi3, ma sempre mantenuta dai progettisti!), anche attraverso il consumo ulteriore di suolo agricolo;
  • si enfatizzano in modo poco credibile nuovi processi migratori motivati da fabbisogni di manodopera ad alta qualificazione (come se ci fosse bisogno di importarla da fuori!);
  • si “manipolano” arbitrariamente (senza darne conto in modo chiaro) le stime delle “riserve” di alloggi contenute negli attuali PRG;
  • si trascura completamente il dato della presenza di alloggi sfitti.

Sono tutti segnali della persistenza di un “pregiudizio” a favore del mattone, dell’ulteriore cementificazione del territorio (solo un po’ meno rispetto al passato). Sono comunque segnali di una bassa qualità del lavoro di analisi e di proposta contenuto nei documenti di piano. Valutazioni a cui occorre poi ancora aggiungere un’analisi della sostenibilità ambientale della crescita urbanistica prospettata (è ad esempio completamente mancante, per quanto si vede oggi, una stima dell’impatto dell’incremento del 20% della popolazione sulla mobilità urbana e tra comuni). Ma di questo ce ne occuperemo presto.

NOTA Qui la bozza del “documento strategico” presentato nell’incontro delle commissioni del 3 aprile 2013 (pdf) e qui invece la “relazione di sintesi” predisposta da CAIRE (pdf).

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