Ovviamente il titolo riporta solo una congettura. La formazione del nuovo consiglio della Fondazione di Vignola non è ancora completata. E, secondo quanto previsto dallo statuto, è il consiglio che elegge il presidente: “Il Presidente è eletto dal Consiglio fra i suoi componenti e resta in carica fino alla scadenza dello stesso Consiglio” (art. 18). Tutte cose che avranno luogo nel giro di non molti giorni. Ma oggi sappiamo già i nomi dei 6 componenti eletti dagli enti locali (su un totale di 15 consiglieri). E, a mio parere, è sufficiente per formulare questa previsione. Così come sono già evidenti diversi buoni argomenti per rigettare questa prospettiva. Vediamo.
[1] La procedura di formazione del nuovo consiglio della Fondazione di Vignola è ancora in corso, ma alcune cose già si sanno. Innanzitutto i 6 componenti nominati dai quattro enti locali (Vignola, Spilamberto, Savignano e Marano). Ecco i nomi, scelti direttamente dai sindaci a loro totale discrezione.
- Vignola: Valerio Massimo Manfredi (70 anni, laureato, archeologo, autore di libri: pdf); Milena Nasi (36 anni, laureata in biologia, assegnista di ricerca all’Università di Modena e Reggio Emilia: pdf); Giuseppe Pesci (46 anni, laureato in giurisprudenza, avvocato libero professionista: pdf). Nasi e Pesci sono consiglieri uscenti riconfermati.
- Spilamberto: Barbara Vecchi (44 anni, laureata, psicologa, responsabile area personale azienda privata: pdf); Tullio Zini (71 anni, laureato, architetto libero professionista: pdf). Vecchi è consigliere uscente riconfermata.
- Marano e Savignano: Stefano Camatti (48 anni, licenza media, imprenditore, vicepresidente CNA Vignola: pdf).

Una scritta lasciata da un carcerato, datata 15 aprile 1848, sui muri della Rocca di Vignola (foto del 17 marzo 2013)
[2] Questi 6 nominativi sono stati selezionati da un elenco di 36 candidati che hanno presentato il loro curriculum vitae al “bando” promosso, in modo un po’ scoordinato, dai quattro comuni (vedi). In effetti al “bando” per la selezione dei nuovi consiglieri c’è stata ampia partecipazione: 36 candidati (23 uomini, 13 donne), quasi tutti laureati (31 su 36), molti occupati in ruoli manageriali o come libero professionisti. Ma, poiché la selezione è avvenuta a totale discrezione dei sindaci (fatti salvi i requisiti di professionalità ecc. previsti dallo statuto della fondazione), poco conta analizzare i curriculum vitae presentati dai candidati non selezionati (molti sono indubbiamente notevoli). La cosa era chiara sin dall’inizio, visto che il testo dell’avviso riportava: “Con il presente avviso non è indetta alcuna procedura di selezione, non sono previste graduatorie, attribuzione di punteggi o altre classificazioni di merito. Le proposte di candidatura hanno il solo scopo di fornire alle amministrazioni procedenti la disponibilità di una rosa di nominativi tra cui i Sindaci potranno effettuare (…) la scelta motivata dei membri di designare a componente del Consiglio della Fondazione di Vignola, nel rispetto del principio di pari opportunità tra i sessi, individuando la quota minima nella misura di due quinti”. E’ pur vero, come già osservato, che sulla base di un semplice esame di un CV nessuno si azzarderebbe a scegliere neppure un cococo (vedi). La qual cosa rende il meccanismo del “bando” un dispositivo di mera facciata. Plausibilmente i meccanismi di individuazione operano a monte, non a valle. Se invece si vuole rafforzare una selezione davvero aperta, risulta necessario andare oltre alla presentazione del mero CV e semmai richiedere ai candidati di presentare un proprio “progetto” su ruolo e modalità operative della fondazione. Sempre che si voglia perseguire un’effettiva trasparenza e la selezione dei “migliori”.

Un particolare della Rocca di Vignola vista da una fessura sulla porta di accesso al fossato lungo via Posterla (foto del 9 dicembre 2012)
[3] Il presidente della Fondazione di Vignola, da quando è stato modificato lo statuto, nel 2004, è stato individuato tra i nominati dal sindaco di Vignola. Ovviamente ciò sulla base non di una specifica norma, ma di un accordo preventivo, latamente di tipo politico. Difficile pensare che questa volta le cose vadano diversamente e per questo è facile prevedere che già sia stato raggiunto un accordo tra gli enti nominanti affinché il nuovo presidente venga individuato nella terna nominata dal sindaco di Vignola. E’ vero che spetta al consiglio “eleggere fra i propri componenti il Presidente e, su proposta di questi, il Vice Presidente” (art. 16 dello statuto). Ma è per questo che gli enti nominanti interessati ad influire sull’elezione del presidente (in primo luogo gli enti locali) ricercano in genere la disponibilità a convergere su un nominativo da parte dei consiglieri che vanno a nominare. All’influenza diretta sui nominati, si affianca quindi l’influenza indiretta e l’accordo preventivo con gli altri enti con potere di nomina (Camera di commercio, Università di Modena e Reggio Emilia), nonché l’esercizio di orientamento del consiglio uscente (che ha il potere di nomina, tramite cooptazione, di 4 consiglieri). Comunque, fossi un broker darei vincente, come futuro presidente, Valerio Massimo Manfredi. Nel giro di pochi giorni sapremo se questa previsione è azzeccata oppure no.
[4] E qui, a mio avviso, ai motivi di perplessità sul meccanismo di selezione, se ne aggiungerebbero altri sulla scelta del presidente (ovviamente nel caso in cui la mia previsione fosse corretta).
- Il primo elemento di perplessità risiede nel fatto che per la prima volta nella sua storia la Fondazione di Vignola avrebbe un presidente che non appartiene alle comunità locali di riferimento (Vignola, Spilamberto, Marano, Savignano), visto che Manfredi non risiede in questo specifico territorio. Davvero tra i cittadini di questi quattro comuni non ci sarebbe nessuno in grado di presiedere degnamente la locale fondazione, come fatto in questi anni prima da Giorgio Cariani, notaio, e poi da Giovanni Zanasi, avvocato? Serve davvero un “capitano di ventura” per guidare la Fondazione di Vignola – peraltro proprio allorquando la stessa Fondazione riafferma il suo radicamento nel territorio e l’ispirazione al principio di sussidiarietà, come messo nero su bianco nel manifesto “La fondazioni di origine bancaria. Una risorsa delle comunità” (pdf)?
- Un secondo elemento di perplessità sta nell’esigenza, riaffermata da più parti (e che io ritengo di fondamentale importanza), di sciogliere il legame tra fondazioni e partiti (vedi). Davvero quello di Manfredi è un nome che corrisponde a questo obiettivo? Ho l’impressione di no, visto che Manfredi proprio di recente (febbraio 2013) ha partecipato all’evento di chiusura della campagna elettorale del PD a Ponte Alto di Modena (vedi)!
- Infine, un terzo elemento di perplessità sta nel profilo del candidato. Certo, di alto livello e con competenze sul fronte culturale. Ma affinché tale profilo possa essere considerato “appropriato” all’attuale situazione e ruolo della Fondazione di Vignola servirebbe un adeguato dibattito pubblico sulla sua missione, visto che questa è rimasta nel tempo la stessa (con uno spiccato orientamento all’intervento nel settore della “cultura” – la maggior parte delle risorse della Fondazione di Vignola sono ancora destinate a quest’ambito: vedi), mentre la crisi economica che fortissimamente colpisce anche questo territorio richiederebbe un ripensamento della missione, con capacità di ri-orientare l’allocazione delle risorse su progetti di “sviluppo economico” del territorio. E’ chiaro che la scelta di Manfredi chiude questo dibattito prima ancora che esso possa essere avviato.
In ogni caso, questi 3 argomenti mi sembrano sufficientemente forti da “interpellare” il nuovo consiglio e da invitarlo, prima di procedere alla nomina del nuovo presidente, ad aprire una fase di ascolto delle comunità locali. Esercitando appieno quell’autonomia (anche dagli enti nominanti) che lo statuto riconosce e pretende.
PS Qui l’elenco delle 36 persone che hanno presentato la propria candidatura per il consiglio della Fondazione di Vignola ad uno dei quattro comuni a cui spetta la nomina di consiglieri. L’elenco è in ordine alfabetico (in grassetto i nominati):
- Albertini Isabella (pdf), cv presentato a Vignola
- Anceschi Anna (pdf), cv presentato a Vignola
- Ascari Manuela (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Baccolini Giuseppe (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Baldini Gianfranco (pdf), cv presentato a Vignola, Spilamberto, Savignano, Marano
- Battaggia Luigino (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Bazzani Giulia (pdf), cv presentato a Vignola
- Camatti Stefano (pdf), cv presentato a Spilamberto e Savignano
- Carreri Caterina (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Casarini Rossano (pdf), cv presentato a Savignano
- Corticelli Mauro (pdf), cv presentato a Vignola
- Credi Luciano (pdf), cv presentato a Vignola
- Fregni Angelo (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Gatti Claudio (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Gilioli Elisabetta (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Gozzoli Ermanno (pdf), cv presentato a Savignano
- Manfredi Valerio Massimo (pdf), cv presentato a Vignola
- Marchiorri Gianpaolo (pdf), cv presentato a Vignola
- Mari Simona (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Montanari Maurizio (pdf), cv presentato a Spilamberto, Savignano, Marano
- Mostacci Antonio (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Nardini Graziella (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Nasi Milena (pdf), cv presentato a Vignola
- Orlandi Emilio (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Pancaldi Giorgio (pdf + integrazione pdf), cv presentato a Savignano
- Pesci Giuseppe (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Quintavalli Flavio (pdf), cv presentato a Vignola
- Sacchi Mario (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Santagata Stefano (pdf), cv presentato a Vignola
- Smeraldi Mauro (pdf), cv presentato a Vignola
- Tinarelli Claudio (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
- Trenti Maria Giovanna (pdf), cv presentato a Vignola
- Vecchi Barbara (pdf), cv presentato a Spilamberto
- Vicini Rosaria (pdf), cv presentato a Vignola
- Zagnoni Antonia (pdf), cv presentato a Vignola
- Zini Tullio (pdf), cv presentato a Vignola e Spilamberto
Se venisse eletto Valerio Massimo Manfredi,si avrebbe la dimostrazione che finalmente, anche in ambiti apparentemente diversi e lontani,l’irrompere sulla scena politica del M5S stà producendo qualche novità.
Ancora sopravvive nel CdA la presenza di qualche rappresentante sindacale di Categoria,ma ritenere ancora che chi è stato corresponsabile di questa situazione, possa contribuire ad indicarne anche la cura,fa sorridere.
Una ultima nota: la “Cultura” d’ora in poi dovrà essere vista anche come Industria Culturale capace con idee nuove ,di produrre Risorse e posti di lavoro.
A partire del Turismo Culturale previsto in crescita del 3% nei prossimi 4/5 anni,specialmente quello di Ospiti Stranieri,di cui in tutta la ns. Regione, nessuno si pre-occupa
Complimenti.
Come Vignolese, sarei veramente molto contento che venisse eletto Valerio Massimo Manfredi, sarebbe una persona autorevole e capace anche nella comunicazione, oltre che ad essere un autorevole storico e scrittore, darebbe molto lustro sia alla Fondazione che anche alla stessa Vignola e il turismo di sicuro ne gioverebbe tantissimo…vedremo chi vivrà vedrà…speriamo
Kaa niusun é fesso.
Detto questo le cose da fare sono tante, per esempio nella scelta di Milena Nasi a priori sono contrarissimo per esperienza accademica… anche perché l’unico modo per poterla difendere, sarà alla fine dei suoi 4 anni di mandato che più che come consigliere si sia comportata unicamente come ricercatrice universitaria. Se questo avvenisse la perdita di mia sorella gemella avvenuta qualche giorno fa al policlinico a Modena per me sarebbe meno dolorosa.
Detto questo le sfumature sono tantissime, ma veramente mi piacerebbe che la Nasi si comportasse come ricercatrice, altrimenti i BARONI della fondazione, probabilmente la metteranno nella condizione di fare la figura dell’assessore Basile, che se avesse usato di più la sua esperienza di psicologa e meno quella di politico, probabilmente avrebbe un pagellino d’assessore migliore.
Comunque le sfumature, anche in vista delle prossime amministrative, sono tantissime e vorrei dire quello che in Francia si dice parlando dei vini: spesso un ottimo marito é stato un pessimo fidanzato, cioé un buon Bordeau da pasto non va bene per i dolci…
Comunque per quanto mi riguarda devo rassegnarmi alla battuta di Berlusconi, ma in questo in versione maschile, cioé c’é forse chi pensa che io sono più bello che intelligente.