Dove trovare informazioni sull’attività del Teatro Ermanno Fabbri e sui costi della stagione teatrale vignolese? Non certo sul sito web del comune di Vignola. Qui li presentiamo grazie ad un’interrogazione consiliare presentata dalla lista di cittadini Vignola Cambia e relativa ai primi due anni di attività: le stagioni teatrali 2010/2011 e 2011/2012, entrambe già concluse (è in corso la terza stagione, quella 2012/2013). I dati confermano quanto ipotizzato all’inaugurazione, nell’ottobre 2010 (vedi): l’attività teatrale incontra i favori del pubblico vignolese, ma dal punto di vista economico si regge per il 50% sulla contribuzione del comune di Vignola e della Fondazione di Vignola. Con 200.000 euro ogni anno, sottratti ad altri impieghi, si finanzia l’accesso a teatro di qualche centinaia di persone. Operando una “redistribuzione” alla rovescio: con le risorse di tutti si pagano attività fruite dalla parte più benestante della città. Le cose, però, potevano andare diversamente, se solo si fosse puntato sin dall’inizio ad un maggior coinvolgimento della comunità (ed in special modo di quella parte economicamente e culturalmente privilegiata: vedi).
[1] La stagione teatrale 2011/2012 presso il Teatro Ermanno Fabbri, nella gestione ERT, ha visto 25 spettacoli per complessive 36 recite. Ad essa si sommano 9 rappresentazioni del Festival VIE (nel computo ci finiscono due edizioni, quella di ottobre 2011 e quella di maggio 2012). Nella prima stagione di attività (2010/2011) le recite erano state 39 (per 27 spettacoli, inclusi i due dell’inaugurazione ad accesso gratuito). Ad esse si sommavano 2 spettacoli (per 4 recite) del Festival VIE. In entrambe le stagioni, oltre agli spettacoli del programma ERT, il teatro ha avuto altri impieghi. Nel 2011/2012 vi sono stati 20 noleggi gratuiti (offerti dall’amministrazione per attività “sociali”) e 12 noleggi a tariffa (erano stati 12 noleggi gratuiti e 12 noleggi a tariffa l’anno precedente). Nella stagione 2011/2012 il teatro è stato complessivamente impiegato per 101 giorni su 365 (27,7%; 21 giornate, però, sono relative a prove di uno degli spettacoli del festival VIE). Un po’ meno risultava l’impiego complessivo nel 2010/2011 (90 giornate, pari al 24,7%). Disponiamo dei dati precisi sull’andamento del cartellone ERT ed è a questo che ci riferiamo, dunque. I dati principali sono riportati nella tabella seguente: 11.628 spettatori per 36 recite nella stagione 2011/2012 (erano stati 12.437 per 37 recite nella stagione 2010/2011).

Teatro Ermanno Fabbri: principali dati di attività relativi alla stagione teatrale ERT 2010/2011 e 2011/2012
Dunque una media di presenze pari a 323 per recita (erano stati 336 l’anno precedente). Considerato che i posti del teatro sono 468 l’occupazione media è risultata pari al 69,0% (71,8% nella stagione 2010/2011). Nella seconda stagione è cresciuto il numero degli abbonamenti (760, contro i 680 della stagione 2010/2011) ed è calato, invece, il numero dei biglietti emessi (5.461, contro i 5.958 della prima stagione).

Numero di abbonamenti venduti, programmazione ERT, distinti per tipologia: stagione 2010/2011 e 2011/2012
Nel complesso vanno particolarmente bene gli spettacoli di danza e di prosa (tutto esaurito per i primi, 84,8% dei posti mediamente occupati per i secondi). I quattro spettacoli di “domenica a teatro” (per bambini) vedono una presenza media pari al 71,5%. Assai più bassa risulta invece la presenza del “teatro ragazzi” (41,7%). Insomma, un lieve calo nel numero complessivo di spettatori (e nel numero medio spettatori/spettacolo), ma nel complesso la presenza si attesta su un buon livello. I dati di attività confermano l’interesse per il teatro dei vignolesi, anche se il clima economico generale volge al peggio (scoraggiando qualche presenza).
[2] Il vero problema, tuttavia, si presenta sul versante economico. La stagione teatrale, infatti, risulta fortemente in deficit. Il costo della stagione 2011/2012 è risultato pari a 412mila euro, ma la vendita di biglietti ed abbonamenti copre appena il 31,85% dei costi. Aggiungendo i ricavi derivanti da noleggio del teatro (e prestazioni del personale) e le sponsorizzazioni si arriva al 41,65% dei ricavi complessivi. Quasi il 60% delle entrate necessarie per garantire il pareggio di bilancio è allora garantito da altre entrate: da sovvenzioni pubbliche (200.000 euro ripartiti alla pari tra comune di Vignola e Fondazione di Vignola) e da “erogazioni liberali” della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (40.000 euro). Insomma a fronte di 412mila euro di “costi” sono necessari, per garantire il pareggio del bilancio, 200.000 euro garantiti da risorse pubbliche a cui si aggiungono 40.000 euro di “donazione” BPER (che se non fossero indirizzate a finanziare la stagione teatrale potrebbero essere destinate ad altre attività).
[3] Come era facile prevedere l’aspetto problematico della stagione teatrale vignolese sta nello squilibrio tra costi e ricavi. Il pareggio è conseguito solo a fronte di finanziamento “pubblico” per 200.000 euro all’anno (a cui si aggiunge una donazione BPER di 40.000 euro per la stagione 2011/2012; era pari a 60.000 euro nella stagione 2010/2011). Ma questo significa distogliere risorse da altri impieghi. Certo, si può difendere questa scelta dicendo che così si finanzia la cultura. Ma in realtà, a ben vedere, la situazione è un po’ più complicata – come peraltro già rilevato. “Bisogna infatti essere consapevoli che questa peculiare modalità di “finanziare la cultura ai tempi della crisi” attua una redistribuzione “alla rovescio”: si prendono risorse destinate a tutta la collettività per finanziare eventi fruiti da una ristretta minoranza di persone (che non appartengono di certo alle fasce economicamente svantaggiate)” – così scrivevo più di un anno fa (vedi).

Incidenza percentuale delle diverse voci di ricavi, stagione 2010/2011 e 2011/2012 del Teatro Ermanno Fabbri-ERT
Nelle settimane scorse sono andato a due spettacoli (Il nipote di Rameau, di Diderot, e La scuola delle mogli, di Moliére). Tra le persone in sala quelle con meno di cinquant’anni si contavano sulle dita di due mani. Pochissimi i giovani, dunque (magari più presenti allo spettacolo di Paolini). Ed ovviamente erano quasi esclusivamente rappresentati i cosiddetti “ceti riflessivi”: professionisti, insegnanti, dirigenti ed impiegati. Certo, per trarre considerazioni definitive occorrono dati al momento non disponibili – e sarebbe di indubbio interesse verificare la composizione del pubblico in base all’età ed alla professione (e reddito). Ma fortissima è l’impressione sul fatto che si impiegano risorse pubbliche (di tutti) per consentire un accesso agevolato alla parte economicamente privilegiata della città! Per questo, come dico sin dalla messa in funzione del teatro cittadino (vedi), la sfida vera sarebbe stata quella di mettere in atto un modello di gestione che, facendo leva sull’orgoglio per il teatro vignolese, chiedesse un maggiore impegno economico ai fruitori della stagione teatrale (trovando invece il modo per garantire prezzi bassi a giovani e categorie economicamente meno privilegiate). A tutti gli effetti la stagione teatrale genera una “redistribuzione” di ricchezza che prende a tutti (dunque anche ai poveri) per dare alla parte più ricca (e culturalmente dotata). Forse una riflessione sul cosiddetto “finanziamento alla cultura” sta bene fatta. Pensiamo che in 5 anni questo “modello” regala un milione di euro al 10% delle famiglie vignolesi che sta meglio. Ecco, io un pensiero su come impiegare diversamente 200.000 euro all’anno non rinuncerei a farlo.
PS Qui la risposta all’interrogazione presentata da Vignola Cambia con i dati della stagione 2011/2012 (pdf) e della stagione 2010/2011, parte economica (pdf) e presenze (pdf).
Anche al Teatro Comunale di Ferrara, un’amministrazione Comunale delle stesso colore,consigliata da una pletora di Arci-esperti,si comporta come si comportava anticamente il Signore della città,apparecchiando spettacoli per la propria Corte.
Senza nessun rispetto per il Buon Senso.
Con l’aggravante che essendo state imposte delle economie da parte dell’Imperatore di Roma,gli sbirri del Duca Estense,richiederanno un ulteriore obolo tramite la Tassa di Soggiorno,alle Aziende Ricettive della città,per poter continuare ad esaltare la propria Magnificenza Cultural-Teatrale.
Domenica prossima si va a votare e sbaglierebbe chi pensasse che tale voto non possa avere anche riflessi locali;almeno spaventiamoli!
Il voto forse-si forse-no avrà conseguenze(io penso di non votare perché impegnato fuori “sede”)… ma alla fine sarà forse come le finali di Champions Ligue, si finisce ai rigori… mentre le partite più belle le abbiamo viste prima…
Dico questo perché nelle regionali del 2010(anche allora non votai) diciamo che ero all’estero… arrivai solo alla sera dopo i risultati, in via Giordano Bruno per leggere le percentuali… io non fui tanto sorpreso di vedere la Lega al 20% (voto di protesta e di personale stima nei confronti di Fiorini)… ma in questi 3 anni chi ha fatto opposizione? Fiorini, Guarro, Bazzani, Ceci, Franchina…?
Essenzialmente 2 persone Andrea Paltrinieri e Chiara Smeraldi per forza mediatica ed intensità comunicativa…e una strada via Barella…
Forse il voto di protesta questa volta (se ci sarà) andrà al M5S, ma anche quelli del PD avranno messo questo in conto, forse sarebbe più problematico se Ingroia prendesse il 10% perché due assessori dell’attuale amministrazione, apparterebbero ad un rivale di Bersani. Un’altra ipotesi di voto di protesta potrebbe essere il voto disgiunto fra camera e senato, se il PD andasse molto bene al senato e poco alla camera grazie all’effetto candidatura Adani, e lui dopo l’elezioni non sarebbe troppo preso in considerazione come come portavoce di qualche parlamentare… probabilmente avremo un PD divido in 2, almeno stando alle parlamentarie (non bidelle, si perché loro lavorano…).
Detto questo avevo voglia solo di fare 2 chiacchiere in italiano, come si fa al bar sport.