Primarie PD per i parlamentari. Ad urne aperte qualche considerazione ed anche un tentativo di valutazione dei candidati

Da tempo penso di sviluppare qualche considerazione in più sulle primarie PD per la scelta dei parlamentari, sia in merito alle regole, sia in merito all’offerta di candidati. In modo meno ordinato di quanto vorrei sviluppo qui un ragionamento che prosegue considerazioni già svolte in passato (c’è un’intera categoria dedicata alle primarie! vedi). Innanzitutto una volta ancora emerge l’importanza delle regole del gioco. Non basta dire “primarie” per essere soddisfatti. Se qualche anno fa lo slogan era “primarie sempre!” – ed in effetti oggi ci siamo arrivati – ad esso si aggiungeva però anche “primarie vere”, intendendo con ciò “primarie competitive”. Ed anche a questo ci ha portato il 2012, tanto per la scelta del leader della coalizione di centrosinistra, quanto per queste primarie per i parlamentari. Io però ho sempre aggiunto anche una terza caratterizzazione: “primarie efficaci” (vedi). Ovvero primarie che alzano le chances di selezionare i “migliori” (parlo di chances, visto che nessun metodo offre certezze, né le primarie, né la scelta affidata a gruppi ristretti), quelli che hanno competenza, capacità di visione e di lavoro, insomma le migliori caratteristiche per ricoprire al meglio il ruolo istituzionale a cui sono destinati.

Sharon Hayes, An Ear to the Sounds of Our History, 2011, 54a Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia (foto del 26 agosto 2011)

Sharon Hayes, An Ear to the Sounds of Our History, 2011, 54a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 26 agosto 2011)

[1] Su quest’ultimo aspetto la riflessione dentro e fuori il PD non è ancora adeguatamente sviluppata (e non è detto che lo sarà in futuro). Qui, in effetti, le regole contano tantissimo. E alcune “regole” definite per queste primarie per i parlamentari sono perlomeno discutibili – e secondo me assolutamente da rivedere (ma sono anche convinto che siano state scelte perché rendevano più probabile un certo tipo di risultato – anche qui non esistono certezze, ma probabilità sì). I tempi strettissimi imposti ai candidati per raccogliere le firme per presentare la propria candidatura hanno escluso candidati che non ricoprissero ruoli di rilievo all’interno del partito. Maria Cecilia Guerra è un’eccezione solo parziale a questa regola, visto che da tempo “rappresenta” le competenze (è professore ordinario all’Università di Modena) che questo partito vorrebbe attrarre ed è stata pure sottosegretario del governo Monti. In un certo senso è più un’eccezione la candidatura di Roberto Adani, ex-sindaco di Vignola, visto che da quando ha terminato l’esperienza di sindaco non ricopre alcun ruolo di rilievo nel PD (ed in effetti non è stata per lui impresa da poco raccogliere le firme necessarie per la candidatura). Comunque, non è una sorpresa, viste le regole, che manchino candidati espressione della cosiddetta società civile (dell’unica eccezione, Maria Cecilia Guerra, ho già detto). Ai tempi strettissimi per la presentazione delle candidature sono seguiti tempi assai stretti di “campagna elettorale”, utile di norma per far conoscere i candidati e per metterli a confronto. Se manca l’opportunità di conoscenza, analisi, vaglio critico, confronto, prevale alla fine la logica dell’appartenenza, ovvero del clan o del territorio. Ma questo non è un elemento scontato. Possono infatti essere predisposti strumenti ed occasioni per “stimolare” l’elettorato d’opinione, anziché quello di appartenenza. A Reggio Emilia, ad esempio, hanno intelligentemente scelto di organizzare un confronto TV tra i sette candidati in corsa. A Modena non ci si è neppure provato! Avrebbe significato, infatti, dare qualche chances in più a qualche outsider. Invece c’è un gran bisogno di rafforzare la componente d’opinione (in un certo senso, di “giudizio”) nella scelta dei candidati, visto che ne va della “qualità” della scelta (ovvero della “qualità” dei parlamentari). Ma su questo fronte non è stato fatto praticamente nulla, lasciando la campagna vera (che non è quella su facebook! almeno non ancora) all’azione dei circoli in larga parte già schierati in base alle correnti interne. Un terzo aspetto da rilevare (negativamente) riguarda il versante degli elettori. Anche qui si è preferito chiudere la base elettorale, limitando la partecipazione agli iscritti al PD od a coloro che hanno già partecipato alle primarie del 25 novembre – 2 dicembre. Insomma, un’apertura davvero molto controllata. Una scelta che testimonia della volontà di limitare l’incertezza (il timore di brogli non c’entra nulla, visto che in queste primarie del 30 dicembre nessuno si è preoccupato di mettere in piedi dispositivi di controllo al fine di evitare che gli elettori possano votare sia alle primarie PD che a quelle di SEL!).

Tobia Ravà, I-TAL-YA, Isola della rugiada divina, 2011, 54a Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia (foto del 26 agosto 2011)

Tobia Ravà, I-TAL-YA, Isola della rugiada divina, 2011, 54a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 26 agosto 2011)

[2] Vorrei però dire qualcosa anche sui candidati in campo. Sul versante femminile la cosa è più semplice, visto che vi sono tre eccellenti proposte: Maria Cecilia Guerra (già sottosegretario), Manuela Ghizzoni (già parlamentare), Mariangela Bastico (già viceministro e oggi senatrice uscente). Non c’è alcun dubbio che tutte e tre esprimano competenza, capacità di lavoro dentro e fuori il partito, serietà, ecc. ad altissimi livelli. Non c’è altro da aggiungere (dovrei certo argomentare di più, ma mi limito a rimandare ai rispettivi CV). Del quarto candidato non dico nulla (qui in un intervista parallela su you tube: vedi), ricordo solo che parliamo di futuri parlamentari.

Franco Politano, Un esercito di anime, 54a Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia (foto del 26 agosto 2011)

Franco Politano, Un esercito di anime, 54a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 26 agosto 2011)

[3] Più impegnativa è la valutazione sul versante maschile. Dico subito che, a mio parere, qui il livello della proposta non eguaglia quella del versante femminile. Davide Baruffi (segretario provinciale PD: vedi), Stefano Vaccari (assessore provinciale all’ambiente: vedi), Matteo Richetti (consigliere regionale – vedi – e presidente dell’Assemblea legislativa – da quest’ultima carica si è dimesso) e Roberto Adani (sindaco di Vignola dal 1999 al 2009 ed ora “normale” cittadino-lavoratore) sono i candidati. Sarebbe interessante poter fare un confronto tra le competenze che esprimono, le “visioni” politiche che propongono, le cose più significative realizzate in passato nei loro incarichi istituzionali o politici. Senza questo prevalgono impressioni, affetti, sentimento di appartenenza, conoscenza personale – certo, aspetti non trascurabili e pure importanti, ma che non sempre vanno di pari passo con la necessaria componente cognitiva di un giudizio. Capisco che conti poco, ma dei quattro Roberto Adani è l’unico laureato e l’unico che ha svolto in precedenza (prima di diventare sindaco) e svolge tutt’ora un lavoro (in modo del tutto indipendente dal partito – oggi, tra l’altro, in un ambito di grande importanza per l’economia locale: come manager di reti d’impresa). A Roberto Adani va anche riconosciuto il merito principale della costruzione e del funzionamento dell’Unione Terre di Castelli – una delle realtà, tra le associazioni di comuni, più importanti a livelli nazionali. Per il resto, sul suo operato come sindaco di Vignola, le cose convincenti e quelle no, questo blog è pieno di considerazioni, oltre che di suoi interventi, spesso di replica alle critiche. Di Matteo Richetti (per una autopresentazione: vedi) va riconosciuto l’impegno per introdurre maggiore sobrietà nel funzionamento dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. La riduzione dei costi della politica è cosa importante, a livello regionale (oltre che nazionale) assai più che a livello locale, ma andrebbe accompagnata da innovazioni radicali anche sul versante della trasparenza e della partecipazione (temi su cui invece la Regione Emilia-Romagna procede assai timidamente o non procede affatto). Stefano Vaccari, pur sindaco di Nonantola dal 1995 al 2004 e ora assessore allo sport ed all’ambiente alla Provincia di Modena, non riporta granché di significativo, tra le cose fatte, nella sua presentazione (vedi). Io l’ho visto all’opera da vicino sul PAES di Vignola, sulla vicenda della centrale a biomasse Inalca, sul trasporto ferroviario Vignola-Bologna – e su tutti questi temi la sua performance mi è sembrata tutt’altro che esaltante. Anzi. Anche in questo caso su AmareVignola si trovano un po’ di scambi argomentativi (vedi). Di Davide Baruffi, sindaco a Soliera dal 1999 al 2009, poi consigliere provinciale, e dal 2010 segretario provinciale del PD di Modena, faccio ancora più fatica a trovare realizzazioni o competenze significative che giustifichino il pensiero di farne un parlamentare (né, d’altro canto, mi sembra che egli enfatizzi alcunché, nella sua auto-presentazione, delle proprie “realizzazioni” passate). Che uno dei più scialbi segretari provinciali del partito abbia chances di andare in parlamento mi sembra una cosa dell’altro mondo! Comunque, queste sono le mie considerazioni. Mi avrebbe fatto piacere vedere, nella stampa locale o nei new media “indipendenti”, un maggiore impegno alla comparazione e valutazione dei candidati. Se si vuole che le primarie svolgano appieno la loro funzione di selezione dei candidati politici od amministrativi (alzando le chances di scelte di qualità) bisogna che l’attività di informazione & valutazione si rafforzi. Magari altri potranno farlo meglio che questo veloce abbozzo. Al momento però, e me ne dispiaccio, questo compito rimane inattuato. Mi preme però evidenziare che, se vedo bene, Roberto Adani è l’unico che si è impegnato, anche grazie a questo blog, a rispondere puntualmente (e non da oggi) alle domande ed alle osservazioni critiche dei potenziali elettori.

PS A post terminato leggo alcune considerazioni di Gad Lerner sulle primarie per i parlamentari PD di oggi (e ieri) assai simili a quelle sviluppate qui (punto 1). Insomma, un’ulteriore conferma che le primarie meritano un lavoro serio di implementazione (vedi).

PPS Qui i risultati comune per comune (pdf).

3 Responses to Primarie PD per i parlamentari. Ad urne aperte qualche considerazione ed anche un tentativo di valutazione dei candidati

  1. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Ecco i risultati per la provincia di Modena, dove i votanti sono stati 27.969 (erano stati 73.810 al primo turno delle primarie per la scelta del leader della coalizione, primarie “Italia bene comune”; dunque il 37,9% dei votanti del 25 novembre scorso).
    Matteo Richetti 9.504
    Stefano Vaccari 7.176
    Davide Baruffi 7.087
    Roberto Adani 2.484
    Maria Cecilia Guerra 8.557
    Giuditta Pini 7.083
    Manuela Ghizzoni 5.637
    Mariangela Bastico 4.797
    Totale voti espressi 52.325.
    Qui i dati suddivisi per comune:

    Fai clic per accedere a parlamentari_risultati_comune.pdf

    Qui il commento de La Nuova Prima Pagina:
    http://www.lanuovaprimapagina.it/news/modena/1289/Primarie-Pd–Pini-e-Vaccari.html#.UODQxndYjzZ
    E qui una presentazione in generale di cosa succederà ora, ovvero del come si procederà alla composizione delle liste:
    http://www.gadlerner.it/2012/12/29/primarie-del-pd-il-70-degli-eletti-sara-scelto-dai-cittadini

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    E qui invece una lucida analisi di Stefano Menichini, direttore di Europa, su come è cambiato il PD dopo questo tour de force di primarie: sono saltati gli equilibri interni tra le correnti (peraltro definiti a tavolino alla nascita) e si è spostato più a sinistra. Un partito molto più in salute di altri ed anche in grado di subire assai meno la concorrenza delle “nuove offerte” (tipo M5S la cui crescita si è fermata, almeno stando ai sondaggi). Ovviamente la questione vera – su cui è legittimo nutrire dubbi – è se questo partito, discretamente in salute dal punto di vista dell’appeal elettorale, sarà anche in grado di elaborare una ricetta per invertire la rotta (verso il declino, non solo economico) del paese. Su questo i segnali non sono, per me, ancora chiari. Comunque: “Anche considerando le cose difficili che toccherà di fare nella prossima legislatura (per non parlare delle alleanze, dell’allargamento della maggioranza eccetera), Pier Luigi Bersani torna a essere il tipico dirigente riformista che si incarica di pilotare su una rotta centrale una nave che di suo avrebbe una sensibile inerzia a sinistra.
    Con una differenza decisiva rispetto al passato del lento “rinnovamento nella continuità” e all’epoca della cooptazione. Che sia le primarie di novembre, che queste di fine d’anno, hanno definito uno standard irreversibile di contendibilità e scalabilità del Pd.”
    http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/139309/bersani_e_un_pdun_po_piu_autentico

  3. Roberto G. ha detto:

    Vorrei farei i complimenti ad Adani per il suo ottimo risultato ottenuto in queste elezioni, sinonimo di un suo Vero apprezzamento da parte della gente!

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