PSC. Manca il coraggio per organizzare una vera partecipazione dei cittadini

Nella giornata di oggi sono stati resi pubblici i primi due documenti relativi alla partecipazione dei cittadini dei cinque comuni interessati dal PSC (Pianto Strutturale interComunale) dell’Unione Terre di Castelli. Li trovate nel vecchio (risale al 2007) sito web dedicato al PSC (vedi). Si tratta di un documento riepilogativo della fase di “ascolto strategico”, condotta dal 20 settembre  a fine novembre (con la partecipazione di 51 persone), e di un documento che presenta il timing del percorso da qui all’avvio della Conferenza di pianificazione (prevista per maggio 2013). Questa prima condivisione è la risposta, assai parziale, a sollecitazioni per più trasparenza, più apertura e coinvolgimento (vedi) del percorso che porterà ad approvare i documenti di pianificazione territoriale di questa parte dell’Unione Terre di Castelli (Castelnuovo, Castelvetro, Savignano, Spilamberto, Vignola) – insomma il “progetto” dello sviluppo del territorio da qui al 2025. Per questo merita comunque grande attenzione, anche se escono confermati tutti i motivi di perplessità già espressi in passato (vedi).

Il complesso ex-Marmi, simpaticamente definito "ecomostro". Realizzato pure con monetizzazione dei parcheggi di superficie. Un esempio da non seguire (foto del 21 marzo 2009)

Il complesso ex-Marmi, simpaticamente definito “ecomostro”. Realizzato pure con monetizzazione dei parcheggi di superficie. Un esempio da non seguire (foto del 21 marzo 2009)

[1] Il primo documento riassume le considerazioni svolte dai 51 intervistati in questa fase di “ascolto strategico” (qui il pdf). Come era facile prevedere, il documento, che pure tratta una vasta gamma di questioni (14 paragrafi in 15 pagine), soffre di alcuni limiti che sono conseguenza della procedura adottata. Non essendo ad oggi disponibile né un “piano strategico” per questo territorio (in cui ordinare le priorità per lo “sviluppo”), né un “quadro conoscitivo” (in cui sia presentata con chiarezza la realtà economica, sociale, ambientale attuale, con tanto di dati ed analisi dei trend in atto), il documento che sintetizza l’opinione dei 51 intervistati risulta sostanzialmente un assemblaggio di singoli e parziali punti di vista (a volte con sovrapposizioni determinate dall’appartenenza alla singola categoria professionale od al medesimo comune), che però risentono del non essersi confrontati con altri punti di vista (pure legittimi) e, soprattutto, di non essersi “confrontati” con la realtà raccontata dai dati (che pure in larga parte ci sono, anche se la politica locale tende da tempo a non valorizzarli). Insomma, a più di 6 anni dall’avvio del percorso relativo al PSC siamo ancora ad un livello davvero preliminare di “ragionamento collettivo” – un fatto che evidenzia ancora di più quanto sia mancato un governo vero della fase di coinvolgimento e dibattito della città.

Il centro servizi e commerciale "Porta nuova", lungo la circonvallazione di Vignola nell'area che ospiterà (forse) anche il futuro Polo della sicurezza. Sarà sede di un nuovo supermercato alimentare? (foto del 27 ottobre 2012)

Il centro servizi e commerciale “Porta nuova”, lungo la circonvallazione di Vignola nell’area che ospiterà (forse) anche il futuro Polo della sicurezza. Sarà sede di un nuovo supermercato alimentare? (foto del 27 ottobre 2012)

[2] E così veniamo al secondo aspetto: il timing del “processo partecipato di avvicinamento alla conferenza di pianificazione”, presentato nelle due pagine del secondo documento. Oggi, 28 dicembre, viene reso pubblico il documento del primo step, quello dell’ascolto strategico. Purtroppo non risulta alcuna reale volontà di superare i limiti della “partecipazione” (sic!) organizzata in questa prima fase. Il modo migliore per farlo sarebbe stato quello di adottare una logica wiki sin dalla costruzione del “quadro conoscitivo” (quello, se volete, politicamente meno impegnativo, visto che deve “solo” presentare la realtà economica, sociale, ambientale del territorio) e della “valutazione di sostenibilità ambientale”. Ovvero dare la possibilità di lavorare a più mani a documenti “tematici” di analisi, con la possibilità di partecipare pubblicamente alla formazione delle domande-guida (ed alla “validazione” delle analisi ed interpretazioni fornite). Sperimentare questo, magari a partire dai documenti già predisposti nel 2008, poteva costituire una buona palestra per associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, realtà associative, istituzioni scolastiche (pensate che opportunità per studenti di medie e superiori lavorare sul PSC!) per affinare le competenze utili per affrontare i più impegnativi documenti di pianificazione (“documento preliminare” e “piano strategico” – quest’ultimo un atto velleitario e volontaristico, visto che avrebbe senso anteporlo alla costruzione del PSC, mentre qui verrà confezionato, stando alle dichiarazioni degli amministratori, nella fase finale di elaborazione!). Tutte attività che potevano essere lanciate più di due anni fa (visto che da tre anni sono insediati gli attuali amministratori – tranne l’attuale sindaco di Castelnuovo – e sin da subito si sono dovuti confrontare con l’eredità di un PSC da rivedere). Ora invece la “partecipazione” dei cittadini sarà costretta di fatto nell’arco di 5 mesi, di cui, però, i primi dei quali ancora senza accesso a documenti di conoscenza del territorio (quadro conoscitivo e Valsat) indispensabili per fare qualsiasi ragionamento. L’assessore al PSC dell’Unione Terre di Castelli, il sindaco di Castelnuovo Carlo Bruzzi, ha infatti impostato questo percorso di “partecipazione” (che, peraltro, è un obbligo di legge: vedi) nel modo più striminzito possibile. Certo, non può essere imputata a lui, eletto solo pochi mesi fa, la compressione delle opportunità di informazione e partecipazione al fine di  giungere in fretta all’apertura della Conferenza di pianificazione (ipotizzata a maggio 2013), con il chiaro (e condivisibile) intento di approvare il PSC entro questa legislatura. Ma i suoi colleghi Daria Denti (che in precedenza aveva la delega alla pianificazione territoriale) e Francesco Lamandini (presidente dell’Unione Terre di Castelli fino a febbraio 2012) ne sono invece pienamente responsabili.

Uno dei tanti cartelli "vendesi" che punteggiano la zona artigianale di Vignola. Idee per la riqualificazione ed il rilancio? (foto del 2 agosto 2012)

Uno dei tanti cartelli “affittasi” (o “vendesi”) che punteggiano la zona artigianale di Vignola. Idee per la riqualificazione ed il rilancio? (foto del 2 agosto 2012)

[3] Oggi si apre, finalmente, una fase di coinvolgimento dei cittadini nel disegno del futuro del territorio, ma in modo insoddisfacente: tempi troppo stretti (specie considerando che i principali documenti verranno pubblicamente resi accessibili solo a marzo 2013) e modalità inadeguate. Certo, va apprezzata (dopo tante sollecitazioni!) la scelta di rendere pubblici i documenti per la Conferenza di pianificazione ancora in formato di bozza (entro il 31 marzo 2013), ma ciò interviene oramai a cose fatte (diventeranno ufficiali, ovvero formalmente adottati, entro la prima settimana di aprile!). Ancora una volta il PD locale testimonia dell’incapacità di elaborare una visione avanzata sul coinvolgimento dei cittadini negli atti fondamentali del governo della città e del territorio.
Comunque, qui le principali scadenze di questo “processo partecipato di avvicinamento alla conferenza di pianificazione”:

  • entro il 15 febbraio 2013: cinque incontri tematici (uno per comune) su:  a) dimensione e caratteristiche della crescita; politiche di recupero e rigenerazione; b) la mobilità: ciclopedonalità, ferrovia, viabilità tradizionale. Il raccordo con le grandi vie di comunicazione; c) le aree produttive, l’innovazione, le politiche diffuse a sostegno dell’apparato produttivo e della agricoltura; d) le infrastrutture sociali e sportive; e) ambiente e territorio. Tanto per rendere le cose un po’ più complicate è richiesta l’iscrizione per poter partecipare! – speriamo che sia possibile farlo anche al momento dell’incontro;
  • entro il 10 marzo 2013: seduta congiunta delle commissioni consiliari dei 5 comuni con presentazione dei documenti di piano (i tempi strettissimi intercorsi rispetto ai 5 incontri fanno pensare che i documenti saranno già pronti e non saranno minimamente intaccati dalla prima fase di “dibattito pubblico”);
  • entro il 31 marzo 2013: pubblicazione sul sito web www.psccastelli.it del Documento preliminare e degli altri documenti di piano. Seguiranno incontri con opinion leader ed associazioni sulle proposte di documenti;
  • entro la prima settimana di aprile: approvazione dei documenti di piano da parte delle 5 giunte comunali;
  • entro il mese di aprile: iniziative pubbliche di presentazione e confronto sui documenti approvati. Seduta congiunta delle commissioni consiliari dei 5 comuni per la presentazione e discussione del report finale di tutta la fase di ascolto e partecipazione;
  • entro il mese di maggio: apertura della Conferenza di pianificazione.
Là dove c'era l'erba ora c'é ... Qui siamo in via Goldoni-via Cà de Lazzarini, area Nord della città (foto del 5 settembre 2009)

Là dove c’era l’erba ora c’é … Qui siamo in via Goldoni-via Cà de Lazzarini, area Nord della città (foto del 5 settembre 2009)

[4] Infine, una cosa vorrei che fosse chiara. L’organizzazione della partecipazione dei cittadini alle decisioni più importanti della città e del territorio (ed il PSC è certamente una di queste!) può essere fatta in modo da non cambiare nulla (così da confermare sostanzialmente le scelte già fatte) oppure in modo da valorizzare l’intelligenza collettiva presente nel tessuto sociale locale. Da un lato stanno spazi e tempi stretti e metodi che restringono al massimo la possibilità di discutere e mettere in discussione. Dall’altro stanno volontà, metodi e tempi di reale coinvolgimento; riconoscimento della pluralità dei punti di vista; approntamento di strumenti ed occasioni – tra cui il web! – per raccogliere osservazioni, favorire il dibattito, innescare processi di apprendimento collettivo. Certo, non sono processi scontati e contengono sempre una dose di rischio di insuccesso. Ma la qualità degli amministratori si misura anche con la capacità di organizzare senza timori una vera partecipazione dei cittadini. Nell’Unione Terre di Castelli su questo ancora non ci siamo.

PS Qui i due documenti pubblicati: il “resoconto” sulla fase di “ascolto strategico” (pdf) ed il timing del processo partecipativo (pdf). Per una rassegna dei numerosi post dedicati al PSC dell’Unione Terre di Castelli, nella vecchia versione (quella del 2008), e nella nuova (quella del 2011, anno in cui è stata predisposta la nuova “bozza” del Documento Preliminare: vedi), consultare i materiali della “categoria PSC“.

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3 Responses to PSC. Manca il coraggio per organizzare una vera partecipazione dei cittadini

  1. Arch. lanfranco Viola ha detto:

    Ma quando mai qualcuno è stato interessato alla partecipazione vera dei propri concittadini, con il rischio che scombinino le decisioni già prese.
    Da tempo tutte le riunioni a cui ho partecipato, sono state delle finte richieste di consenso il quale, se andava nella direzione indicata da “loro”, BENE, altrimenti era sufficiente non tenerne conto.
    Tanto chi avrebbe avuto mai l’ardire di protestare, singolarmente, visto che tutte le Associazioni-Aggregazioni esistenti sono nella Manica del Duca?
    E nessuno interviene mai, per esempio su questo sito!

  2. roberto monfredini ha detto:

    E’ una strana forma di democrazia, o di falsa democrazia se vogliamo essere buoni, nella quale gli stessi soggetti che stanno devastando il territorio si cambiano l’abito, mettono quello pulito e si siedono al tavolo della spartizione con il cappello in mano e il viso angelico pronti a spartirsi la torta.

  3. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Il sindaco di Castelnuovo Rangone, nonché assessore al PSC dell’Unione Terre di Castelli, Carlo Bruzzi, replica all’articolo preso da questo post e pubblicato sulla Gazzetta di Modena il 3 gennaio. La replica è del giorno successivo, il 4 gennaio. Ovviamente pensa di cavarsela dicendo che faccio fatica a comprendere l’italiano. Vabbé, buttarla in rissa è sempre una strategia che paga per le istituzioni, quando sono a corto di argomenti. Se invece prendo per buone le dichiarazioni di Bruzzi allora viene da dire che non brilla per chiarezza di pensiero. Afferma, infatti, che “il vero percorso partecipativo sul PSC è quello che ci sarà durante la Conferenza di Pianificazione, prevista in maggio”. Peccato che i partecipanti alla Conferenza di Pianificazione siano solo i soggetti istituzionali! Nè le forze sociali, né le realtà associative, né i cittadini vi prendono parte (neppure come semplici uditori). I tempi che Bruzzi stesso ha presentato prevedono che i documenti di piano, necessari per aprire la Conferenza di Pianificazione, vengano resi pubblici una settimana prima della loro adozione da parte delle giunte. La qual cosa significa che la partecipazione organizzata prima di quella data sarà “al buio”, ovvero senza poter avere conoscenza del lavoro fatto sino ad allora da amministratori e tecnici. Ciò significa di fatto rendere scarsamente rilevante ogni momento partecipativo! QUESTO metodo e questi tempi striminziti (i cittadini dovranno confrontarsi con questa materia nell’arco di 3 mesi, mentre gli amministratori ci lavorano da 3 anni!) sono il primo handicap di questo “percorso partecipativo” (sic).

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