Alzi la mano chi sa cosa prevede il Piano Attuativo Locale (PAL) 2011-2013 per l’ospedale di Vignola e per la sanità del nostro distretto. Lo so, non ne sa niente nessuno (intanto nel 2011 sono già stati tagliati 10 posti letto per acuti: vedi) – tranne pochi addetti ai lavori. E cosa succederà ai servizi sanitari del distretto di Vignola dopo lo tsunami della cosiddetta spending review (decreto legge n.95/2012) e affini? Al momento non si sa, anche se all’Azienda USL di Modena sono già al lavoro per ridurre la spesa, con soluzioni che probabilmente toccheranno non solo il back office, ma anche la “prima linea” dei servizi erogati ai cittadini. L’assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna, Carlo Lusenti, ha comunicato che la sanità regionale riceverà nel 2013 260 milioni di euro in meno rispetto al fabbisogno. E se, come prevede la norma di legge da poco approvata, ci si dovrà attestare ad una dotazione di 3,7 posti letto per mille abitanti, per l’Emilia-Romagna vorrà dire un taglio di 2.543 posti letto. Secondo le prime stime 600 di questi riguardano la sanità bolognese. E Modena? E Vignola?
Le aziende sanitarie sono impegnate a ricercare percorsi di “razionalizzazione” della spesa cercando al contempo di intaccare il meno possibile i servizi ai cittadini. Ma che cosa esattamente si sta “confezionando” non si sa. In ogni caso i cittadini non sono soggetti passivi che solo stanno in attesa di decisioni assunte dai manager aziendali e ratificate dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS), secondo percorsi opachi anziché trasparenti. Il sindaco Daria Denti si è ben guardato di trovare il modo per comunicare ai cittadini vignolesi quale dotazione di servizi è programmata nell’ambito del PAL 2011-2013. E l’assessore alla “trasparenza della Pubblica Amministrazione” (sic), Maria Francesca Basile, è in altre faccende affaccendate e non può certo distrarsi cercando di rendere “trasparente” uno dei passaggi più tribolati per la sanità locale degli ultimi quindici anni (da quando nella seconda metà degli anni ’90 il sindaco Gino Quartieri accettò la chiusura del reparto di ostetricia dell’ospedale di Vignola in cambio della “casa del parto” – che in effetti non si è fatta mai). Ci ha pensato dunque Chiara Smeraldi, consigliere comunale della lista di cittadini Vignola Cambia, che ha sottoposto al consiglio comunale, che l’ha approvata all’unanimità, una mozione intitolata significativamente “Per una sanità trasparente” (qui il testo in pdf). In essa si impegna l’amministrazione comunale a convocare “la competente commissione consiliare nella forma di un “forum” dedicato al funzionamento ed all’organizzazione dei servizi sanitari del Distretto di Vignola a cui siano invitate le forze sociali, le realtà associative, i cittadini interessati e garantendo loro anche la possibilità di formulare domande o fare osservazioni”. Insomma, un’assemblea aperta, con un calendario predefinito (e pubblico) dei lavori, in cui i responsabili dell’Azienda USL di Modena illustrino i programmi di “riorganizzazione” confrontandosi con i cittadini, con documenti di analisi e d’indirizzo accessibili via web.
Se un tale percorso aperto, trasparente, partecipato consentirà di governare meglio l’eventuale riorganizzazione della sanità locale dipende ovviamente dalla qualità del dibattito e dell’analisi ed anche dalla capacità di valutazione critica dei soggetti individuali o collettivi che vi prenderanno parte. Ma non c’è dubbio che questa modalità, appunto trasparente e partecipata, è quella che alza le chances di individuare soluzioni eque ed equilibrate. Anche nella sanità la funzione di controllo da parte dei cittadini è importante e va sviluppata – anche perché nella realtà modenese stiamo assistendo a fenomeni inquietanti, come le indagini sul reparto di cardiologia del Policlinico di Modena (con l’arresto dell’ex-primario Maria Grazia Modena e di altri cardiologi per “sperimentazioni abusive su pazienti ignari” – così Il Resto del Carlino del 16 novembre scorso, p.19; si veda anche la news su Il Sole 24 Ore Sanità: vedi). Ma anche lo scontro tra il rettore dell’Università Aldo Tomasi e l’ex-direttore generale dell’Azienda USL di Modena, Giuseppe Caroli (qui una sua lettera a Il Resto del Carlino, nel marzo scorso: pdf). Sono tutti fenomeni che invitano a chiedere a gran voce più alti livelli di trasparenza (e più sofisticati strumenti di rendicontazione). Su cui, invece, le istituzioni pubbliche non sono in grado di (o non intendono) intervenire con determinazione. Certo, lo ribadisco, nessuna di queste “metodologie” è risolutiva. Ma se il sistema politico-amministrativo locale vuole riconquistare la fiducia dei cittadini deve necessariamente ribaltare la prassi tenuta sino a qui, adottando quella della “trasparenza totale”.