Settimana intensa, questa, per l’associazione degli utenti della ferrovia Vignola-Bologna (vedi). Lunedì 15 ottobre, ore 17, riunione con TPER e FER presso la Provincia di Bologna. Incontro convocato dal vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, su nostra richiesta per ottenere un rapido cambio di rotta dopo un mese di servizio disastroso (vedi). Giovedì 18 audizione in IV commissione consiliare, sempre in Provincia a Bologna, assieme agli altri “comitati degli utenti” per fare il punto sul servizio ferroviario regionale, per la parte attestata su Bologna. Seppure convocati con finalità diverse i due incontri ci hanno permesso di chiedere con forza un servizio di qualità e di ribadire alcune convinzioni che ci siamo fatti in questi tre anni di lotta in difesa degli utenti. Hanno anche consentito di ottenere – finalmente! – qualche impegno preciso di miglioramento del servizio da parte delle due aziende coinvolte, TPER e FER. Impegno tutto da monitorare con grande determinazione, certo, ma comunque importante. E’ stata anche l’occasione per avere un po’ di informazioni sulle prossime evoluzioni, su quello che succederà sulla linea nel 2013. Vediamo dunque.

Ancora un vecchio treno ALN 668 sulla linea Vignola-Bologna. Qui in partenza dalla stazione di Bologna Centrale (foto del 18 ottobre 2012)
[1] L’anno che verrà, il 2013. Due sono gli eventi di grande importanza. Il primo è dato dalla messa in esercizio dei nuovi treni elettrici Flirt-Stadler (qui la scheda tecnica: pdf). La gara era stata esperita nel 2009 e, dopo un po’ di tribolazioni, aveva portato alla firma del contratto con la Stadler (vedi). Ora è iniziata la consegna dei 12 treni acquistati dalla Regione Emilia-Romagna. Quattro di questi sono destinati alla linea Vignola-Bologna. I tempi di consegna si sono allungati di qualche mese rispetto a quanto previsto dal contratto: due sono già stati consegnati, un terzo lo sarà il 25 ottobre, altri tre entro il 31 dicembre 2012, i restanti 6 entro il 31 marzo 2013. Dovranno sottostare all’iter di autorizzazione alla circolazione (lo stesso che ha “trattenuto” i nuovi ATR220 per circa un anno), ma FER Srl prevede possano essere messi in servizio entro il primo semestre 2013. Bene dunque la Regione Emilia-Romagna per questo investimento da 75 milioni di euro che si aggiunge al recente acquisto di 12 treni ATR220 (questi ancora diesel) ed altri 4 elettrotreni. Il secondo evento del 2013, invece, è meno entusiasmante. A causa dei problemi di stabilità della massicciata nei circa 3 km del tratto tra Bazzano e Muffa (rilevato a febbraio 2012 e che da allora costringono i treni a viaggiare a non più di 30 km/h) verrà aperto un cantiere che, con ogni probabilità, porterà alla sospensione del servizio (e sua auto sostituzione) per qualche mese. I lavori sono programmati nell’estate 2013. Notizie più precise su tempi e modalità di svolgimento (si vuole verificare anche la possibilità di lavori solo notturni) prossimamente.

Uno dei nuovi treni elettrici FLIRT-Stadler realizzati per la Regione Emilia-Romagna. Entreranno in funzione nel 2013 (immagine presa dal sito web della Stadler).
[2] Nuovi treni danno un contributo importante al miglioramento del servizio. Ma per avere un “servizio europeo” sono condizione necessaria, ma non sufficiente. I problemi della linea Vignola-Bologna (e di molte altre regionali o nazionali) sono noti (ma già in Trentino ed Alto Adige le cose vanno molto meglio) e qui richiamo solo i titoli (per una rassegna più estesa: vedi): la linea non è pienamente accessibile ai disabili (vedi); ci sono ancora problemi non banali di impiantistica (es. passaggi a livello che non funzionano! vedi); i tempi di percorrenza sono troppo lunghi ed anzi si sono allungati, anziché accorciati, dal 2004 ad oggi (vedi); le stazioni sono in genere in condizione di degrado, pur con qualche eccezione positiva (vedi quella di Bazzano, dove c’è addirittura un bar!) (vedi); mancano le emettitrici di biglietti (c’è solo a Bazzano!) e le obliteratrici non vengono sostituite, se guaste, per mesi (vedi); i sistemi di informazione all’utenza sono obsoleti ed inefficaci. Capita pure che una chiave rotta possa impedire ad un treno di partire, lasciando a piedi almeno cento persone (vedi). Insomma gli investimenti in “tecnologia” e “organizzazione” di questi nove anni (da quando la linea è stata riattivata, nel 2003) sono risultati chiaramente sottodimensionati (ed in qualche caso pure sbagliati). Ma il problema più acuto è ancora quello infrastrutturale, anche se qualche miglioramento è alle porte. Anche se occorre alzare un po’ la voce per ottenerne l’implementazione. La linea è infatti a binario unico e per migliorarne la performance occorre dunque aumentare le stazioni di interscambio (ma anche fare scelte lungimiranti in vista della “saldatura” della nostra linea con la Bologna-Portomaggiore: vedi) ed anche eliminare un po’ di passaggi a livello (ce ne sono 19 nei 22 km tra Vignola e Riale e questi costringono i treni a rallentare) – questo per ridurre i tempi di percorrenza. Comunque, tra lunedì 15 e giovedì 18 qualche impegno preciso è stato assunto dalle due aziende gestrici, FER e TPER:
- giovedì 18 ottobre il direttore generale di FER Srl Stefano Masola ha affermato che entro il 31 dicembre 2012 verranno messi in funzione gli impianti ACEI di Vignola e Zola Comune. Si tratta degli impianti che rendono possibile trasformare queste stazioni in stazioni di interscambio (ora non lo sono) e dunque rendere più flessibile la circolazione dei treni sull’unico binario, offrendo alla linea un po’ più di capacità di assorbire i ritardi. E’ un’ottima notizia, anche perché l’orientamento di FER era quello (sino a questo pronunciamento) di rinviare sine die la messa in funzione di questa impiantistica da poco realizzata (vedi).
- lunedì 15 ottobre il responsabile relazioni esterne di TPER, Gianfranco Parenti, ha preso l’impegno a migliorare il servizio informativo “Chiamatreno” (numero tel. 800-198-637) al fine di garantirne la piena affidabilità, almeno per la fascia oraria 06-09. Anche questa è una buona notizia. Sia perché oggi il servizio risulta poco affidabile proprio quando le informazioni che eroga sono più preziose, cioè quando ci sono cancellazioni di treni. Ed è anche la prima ammissione che questo servizio, ancora oggi dichiarato “sperimentale” dopo due anni dall’attivazione (sic), qualche problema ce l’ha. Come l’associazione degli utenti va dicendo da tempo.
- lunedì 15 ottobre l’ing. Carlo Alberto Lunghi di FER ha preso l’impegno di migliorare la comunicazione agli utenti in attesa alle stazioni tramite i display informativi (peraltro neppure tutte, visto che i display mancano completamente a Casalecchio Palasport e Zola Chiesa) con una migliore organizzazione della centrale a ciò deputata, la famigerata DCO. Anche questo caso intervento è importante soprattutto per garantire un’informazione precisa quando ci sono treni in ritardo o soppressi.
Certo si tratta di impegni pubblicamente assunti, non ancora di risultati conseguiti. Ora tocca monitorarne il rispetto.

Obliteratrice asportata dalla stazione di Savignano Comune. La foto è del 31 marzo 2012. Oggi è ancora così.
[3] Un’ultima considerazione riguarda l’associazione degli utenti, dal pittoresco nome “In prima classe per Bologna-Vignola” (vedi). Un po’ agrodolce, vista l’esperienza quotidiana del servizio. Comunque sia, va detto senza tema di smentite che questi risultati (i tre citati sopra) sono essenzialmente merito della sua azione. La sfida su cui ci si è impegnati, infatti, non è solo quella di segnalare disservizi e di promuovere il miglioramento del servizio. Ma di giocare con continuità un ruolo nel pungolo per un migliore “governo” della linea. Gli aspetti di governance non impattano immediatamente sul livello qualitativo del servizio, ma è certo che fino a quando non si mette in piedi un sistema di indirizzo-controllo-rendicontazione più puntuale e più trasparente l’agire delle aziende gestrici sarà sempre un po’ troppo autoreferenziale ed a rimetterci saranno in primo luogo gli utenti. Per questo motivo ho concluso il mio intervento presso la IV commissione consiliare della Provincia di Bologna, giovedì 18 ottobre, ribadendo tre richieste che come associazione facciamo da tempo e che riguardano proprio i meccanismi di “governance”:
- serve un coordinamento più forte degli enti locali (province e comuni) interessati dalla linea, possibilmente con un ruolo formalizzato di “coordinatore”, una sorta di manager di linea, affinché ogni amministrazione comunale non guardi solo al pezzettino del proprio territorio (la rogna di un passaggio a livello, una stazione in più, ecc.), ma alla performance di tutta la linea. Ed affinché tutti assieme si provi ad essere interlocutori più forti e più credibili delle due aziende regionali (TPER e FER). E della Regione stessa. Questo è stato il vero punto debole di questi nove anni.
- serve un coinvolgimento vero delle rappresentanze degli utenti nel controllo della performance e della qualità del servizio ferroviario. A partire dall’audit civico (vedi). Gli utenti e le loro rappresentanze sono “attori” importanti nel processo di controllo e miglioramento. E’ dunque saggio “istituzionalizzarne” il ruolo ed operare per un vero empowerment. Ci guadagneranno anche gli enti locali – attori sin qui un po’ troppo distratti del degrado del servizio.
- trasparenza, trasparenza, trasparenza. Serve un assai più elevato livello di trasparenza. Sulla performance (quanti treni soppressi, quale livello di puntualità) e sulla qualità del servizio. Questi dati vanno resi accessibili pubblicamente ed in tempo reale (o quasi). Oggi le tecnologie per farlo ci sono. Altrimenti il controllo degli utenti, ma anche degli enti locali, diventa una mission impossibile. Si tratta in altri termini di dare all’utente una risposta vera a questo quesito: cosa acquisto quando acquisto un abbonamento annuale, per me (lavoro) o per i miei figli (studenti)? Una seria amministrazione regionale e locale non rifugge da questo compito. Perché lo considera parte irrinunciabile dei diritti degli utenti di servizi pubblici (vedi). Della serie: i diritti presi sul serio.