Il sindaco di Castelvetro minaccia di querelare il comitato. E’ questa la risposta della politica?

Ho dato mandato ai miei legali di querelare il comitato [Comitato No Impianto a Biomasse Inalca] per diffamazione. Non perché abbia chiesto le mie dimissioni, ma per averle motivate con falsità smentite dai fatti, scrivendo che non mi sarei interessato abbastanza alla vicenda. In più, non erano accettabili le modalità, visto che uno del comitato è entrato in aula durante un consiglio comunale, un mese fa, per consegnare quella lettera a tutti i consiglieri”. Esattamente così avrebbe dichiarato ieri in conferenza stampa il sindaco di Castelvetro, Giorgio Montanari. Il testo è riportato da il Resto del Carlino di oggi, 29 giugno (p.21), ed è virgolettato, dunque dovrebbe essere la trascrizione fedele delle parole del sindaco. Quando la politica ricorre alle querele è il segno che qualcosa non va. Ma è un fenomeno in crescita ed è giusto dedicarvi qualche riga di riflessione.

Simulazione della diffusione di ossidi d’azoto in caso di termovalorizzazione dei grassi bovini dalla centrale Inalca (assemblea pubblica organizzata dal Comitato No Impianto a Biomasse Inalca, foto del 9 marzo 2012)

[1] Certo è che, stando ai resoconti della stampa, il sindaco Giorgio Montanari sembra davvero avere un atteggiamento contraddittorio. Con il Comitato “vorrei, ora, recuperare un buon dialogo” – dice Montanari, sempre secondo il resoconto del Carlino. E nella stessa conferenza stampa annuncia di aver dato mandato ai suoi legali di querelare il comitato. Le due cose sono evidentemente in contraddizione, su questo non ci sono dubbi. Se uno vuole “recuperare un buon dialogo” convoca un incontro. Ma se intenta una querela o minaccia una querela, fa altro. Va nella direzione opposta. Spero che a Montanari questo sia chiaro. Montanari, d’altro canto, non è nuovo a querele. A febbraio di quest’anno ha querelato il consigliere della Lega Nord, Luca Montanari, perché aveva criticato (se ben ricordo dandogli dell’incapace) la gestione dell’emergenza neve a  Castelvetro. Non entro nel merito dell’una e dell’altra vicenda – dovrei disporre di informazioni che non ho. E’ certo che la politica soffre di una crisi di autorevolezza. Pensare che questa possa essere restituita da un giudice è illusorio. Ciascuno, trovandosi sotto pressione o anche attaccato, reagisce come meglio ritiene opportuno. Personalmente ritengo che chi occupa cariche istituzionali debba ricorrere il meno possibile alle tutele del magistrato, anche quando è bersaglio di critiche che vanno sopra le righe. La risposta delle istituzioni e della politica è bene che sia un’altra – quella del merito delle cose. Chi occupa temporaneamente un ruolo istituzionale può infatti mobilitare risorse, quelle dell’istituzione (anche solo un parere del segretario generale dell’ente), che sono precluse al semplice cittadino od al consigliere di opposizione. Già l’asimmetria di potere dovrebbe suggerire cautela e la querela dovrebbe pertanto essere davvero l’estrema ratio. E dovrebbe essere evidente a tutti che non poteva che essere quella la risposta. Una cosa, in ogni caso, dovrebbe essere chiara al sindaco Montanari ed alle forze politiche che lo sostengono. Il ricorso al sistema giudiziario per tutelarsi contro le accuse (ritenute ingiuste) dei propri cittadini (o di un consigliere d’opposizione) comporta l’assunzione di un principio di responsabilità. Se la querela dovesse essere rigettata ne debbono seguire le dimissioni. Questo andrebbe chiarito sin d’ora.

Rischio emissione di diossine dal termovalorizzatore proposto da Inalca Spa, un progetto oggi “ritirato” (foto del 9 marzo 2012)

[2] Rimango dell’idea che la vicenda del progetto di centrale a biomasse Inalca sia stata gestita in pessimo modo dagli enti locali (Provincia di Modena e Comune di Castelvetro, in primis), dal punto di vista della trasparenza e del rapporto con la cittadinanza (vedi). Certo, questo non vuol dire che il procedimento non abbia seguito le norme che ne disciplinano lo svolgimento. Formalmente, la procedura di pubblicazione circa l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale è stata ottemperata. Ma quanto oggi è prescritto dalla legge è assolutamente inadeguato a dare reale pubblicità ad un procedimento foriero di conflitti come quello  relativo all’autorizzazione di un impianto a biomasse. Per questo era interesse dell’amministrazione comunale trovare il modo, corretto, per dare reale pubblicità, per dare reale trasparenza in merito a quanto stava per succedere sul territorio. Invece il tema è divenuto di pubblico dominio il 30 novembre 2011, grazie ad un’assemblea pubblica promossa dal Movimento 5 stelle (vedi). Mentre il procedimento aveva preso il via più di 4 mesi prima! E’ circa il modo in cui il sindaco Montanari ha gestito lo scarto tra le attese di partecipazione e di trasparenza dei cittadini (una parte consistente di questi) e realtà del procedimento che porta responsabilità politica. Per questo ho sempre argomentato circa l’importanza del ruolo svolto dal Comitato No Impianto a Biomasse Inalca (vedi). Senza la sua azione la vicenda non avrebbe ottenuto quella risonanza sociale che ha avuto e le istituzioni non si sarebbero sentite sotto pressing. Io sono convinto, anzi, che il progetto presentato da Inalca sarebbe stato approvato dalla conferenza dei servizi (ovviamente non è cosa che possa essere dimostrata!) senza la mobilitazione promossa dal comitato. Che oltre a mobilitare le persone (in più di 5.000 hanno firmato contro la centrale), ha mobilitato anche conoscenze, mettendo in luce argomenti e motivi tecnici che rendevano non autorizzabile l’impianto (vedi).

La zonizzazione regionale in base ai livelli di PM10 e NO2 (foto del 9 marzo 2012)

[3] Se ci fossero statistiche sulle querele avanzate da politici nei confronti di comitati o blog “indipendenti” penso che evidenzierebbero una crescita negli ultimi tempi anche da noi, a Modena e provincia. Qualche mese fa il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha querelato per diffamazione il regista Gabriele Veronesi, e chiesto il sequestro del documentario intitolato “Modena al cubo” (vedi). Il blog VMG News è stato chiuso dopo che esponenti del PD di Zocca hanno denunciato il redattore per diffamazione e pubblicazione di atti riservati (vedi). Pochi giorni fa il blog LaCarbonara (dedicato alle vicende di Castelfranco Emilia e dintorni) ha ricevuto una diffida dall’avvocato incaricato per conto del Comune (in particolare dal sindaco e dall’assessore ai Lavori Pubblici e Patrimonio) per aver dato voce alle critiche di cittadini sulla gestione di un campo di accoglienza per terremotati (qui il post “emendato”: vedi). Sono solo alcuni degli episodi di cui sono venuto a conoscenza. Indubbiamente quello tra potere politico e contro-informazione è sempre stato un fronte caldo. Solo che ora gli episodi di azioni ed informazioni pubbliche di contrasto all’operato delle amministrazioni locali sono in crescita, mentre sta calando l’autorevolezza della “politica”, degli esponenti politici, degli amministratori. Una politica oggettivamente più debole, meno sicura di sè ed elettoralmente contendibile reagisce in modo più duro. Un antico fronte di frizione viene riattivato e si acutizza. Forse il mondo della contro-informazione non ha ancora preso adeguatamente le misure sui suoi poteri e sui (necessari) limiti della sua azione. Blog e social network, d’altro canto, ampliano le opportunità di comunicazione. Offrono nuovi strumenti per raccontare il lato opaco, non trasparente, dell’operare amministrativo (uno di questi è certamente il nesso tra potere politico e potere economico) o anche semplicemente per denunciare incapacità, cose fatte male, problemi trascurati. Toccando così zone sensibili di una politica sempre più ridotta a marketing (vedi). Può essere che nel fare questa opera di contro-informazione, nel raccontare cose che oggi nessun quotidiano racconterebbe, a volte si ecceda. Ogni singolo caso va valutato a sé. E’ comunque vero che quest’opera di informazione dal basso è estremamente preziosa ed offre un contributo fondamentale alla democrazia locale. Questo andrebbe innanzitutto riconosciuto, anche dagli stessi amministratori (quelli che temporaneamente occupano “il palazzo”, certo al servizio dell’intera società) che pure periodicamente sono fatti bersaglio di critiche. E subito dopo, come già si diceva, occorre anche che politici ed amministratori si assumano una precisa responsabilità. Se il giudice non riconosce gli estremi per la diffamazione o altro, l’unica via d’uscita per chi ha intentato la querela deve essere quella delle dimissioni. Questa dovrebbe essere la regola.

3 Responses to Il sindaco di Castelvetro minaccia di querelare il comitato. E’ questa la risposta della politica?

  1. Manfredi Lanza ha detto:

    Ottimo pezzo, quanto ai contenuti.
    Il problema è: chi consulta “Amare Vignola”? Quanti ne sono i lettori? In altri termini quanto possono incidere, articoli del genere, sulla pubblica opinione? E su un’opinione che varchi gli angusti confini del Vignolese?
    Certamente – vorrei sbagliarmi – sarà stato molto più (distrattamente) letto l’articolo né carne, né pesce, uscito ieri sul Resto del Carlino.

  2. Giovannini Graziella ha detto:

    Sicuramente è stato molto più letto l’articolo del Carlino di ieri, ma qualcuno interessato ad approfondire e cercarvi, ci sarà…Bravi, gran bel lavoro.

  3. Simone ha detto:

    Bellissimo articolo! Stessa cosa è capitata a noi “vicini di casa” ( http://comitato-sandalmazio.blogspot.it/ ) dove, senza la mobilitazione promossa dal nostro comitato che ha messo alla luce i lati oscuri del “sistema Serra”, il camino sarebbe già fumante! Un grazie anche al M5S che ci ha sempre dato una mano!

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