Facciamo di Vignola una città cantiere di cittadinanza

Un piccolo, ma significativo “incidente culturale” accaduto a scuola. E’ quello che racconta Lamiaa Zilaf, 12 anni, marocchina per lo stato italiano – ma lei si sente italiana, visto che in Italia ci è nata e cresciuta e visto che in Italia sta frequentando la scuola. “Sento come se Il Marocco fosse mio padre, l’Italia mia madre e nessuno potrebbe mai togliermi dal cuore uno dei due” – dice ad un certo punto di questa sua lettera in cui spiega cosa si prova ad essere visti come stranieri nel Paese che si considera proprio. In questo bellissimo video.

Da tempo il Parlamento non riesce a mettere mano con serietà, fuori da isterismi e rigide ideologie, ad un aggiornamento, assolutamente indispensabile, delle norme per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Ma se l’azione parlamentare è bloccata non è che a livello locale non si possa proprio far nulla. Certo è, invece, che nulla sta facendo l’amministrazione Denti per promuovere l’integrazione dei cittadini stranieri che risiedono a Vignola e che oggi sono il 17% della popolazione. Nulla sta facendo per riconoscere e dare voce ai minori stranieri che si sentono o vorrebbero sentirsi italiani. E ciò nonostante qualche giusta sollecitazione pervenuta, sia dall’iniziativa consiliare della lista di cittadini Vignola Cambia (vedi), sia dall’iniziativa autonoma della “società civile” (vedi).

Ragazzi e ragazze italiani e stranieri in occasione della presentazione del libro di testimonianze “Benvenuti … ? Voci di studenti di altri paesi” (foto del 14 aprile 2012)

[1] “La popolazione italiana è fatta sempre più di immigrati. E, come sappiamo, la nozione di abitante è sempre meno collegata a quella di cittadino” – così Giovanna Zincone, professore ordinario all’Università di Torino (vedi), su La Stampa del 28 aprile 2012 (pdf). Oggi gli stranieri presenti in Italia sono più del 7%. A Vignola sono il 17,2% (4.316 su una popolazione complessiva di 25.159 abitanti – dati al 30 aprile 2012). Da noi più del 30% dei nati sono stranieri (vedi). Mentre tra gli alunni della scuola dell’obbligo sono tra il 20 ed il 30%. Stranieri” spesso nati in Italia. E che dunque in genere si sentono italiani. Come Lamiaa. Sarebbe dunque ragionevole prevedere una “procedura semplificata” per l’ottenimento della cittadinanza italiana per chi, pur avendo genitori stranieri, in Italia ci è nato. O magari ha frequentato con profitto la scuola italiana. Sarebbe sufficiente allinearsi a quanto già fatto dalla maggior parte dei paesi europei. E’ di nuovo Giovanna Zincone che ce lo ricorda: “nella gran parte degli Stati europei godono di un accesso privilegiato alla cittadinanza, cioè possono averla prima della maggiore età, quei nati sul territorio del Paese di immigrazione che abbiano accumulato un certo numero di anni di residenza o completato un ciclo scolastico” (La Stampa, 24 novembre 2011: pdf). Ed è quanto chiede con forza “L’Italia sono anch’io”, un movimento fatto di associazioni e singoli cittadini che lottano per rivedere le modalità di concessione della cittadinanza (vedi) – sull’argomento ha scritto recentemente su questo blog Elena Busani (vedi). E’ plausibile che il tema possa essere produttivamente affrontato solo nella prossima legislatura, dopo il 2013. Ma intanto molte realtà locali non stanno con le mani in mano. Perché qualcosa è possibile fare anche localmente, pur senza modificare la legislazione oggi vigente.

Donne straniere e minori a passeggio per Vignola (foto del 10 settembre 2011)

[2] Enfatizzare il tema dell’acquisizione della cittadinanza italiana significa testimoniare, agli occhi di stranieri ed italiani, l’importanza che ha, anche per la nostra comunità locale, l’atto del “diventare cittadini”. Per questo a fine 2010 una mozione presentata dalla lista di cittadini Vignola Cambia e fatta propria dal consiglio comunale (che l’ha votata a maggioranza) ha chiesto che la “consegna” della cittadinanza agli stranieri residenti a Vignola potesse avvenire tramite una cerimonia pubblica (qui il testo della mozione approvata, annacquata dagli emendamenti PD, ma ancora chiara: pdf). Così da sottolineare la rilevanza sociale di quel passaggio (vedi). Come peraltro fanno da tempo altre amministrazioni (es. Firenze e Forlì). E’ passato più di un anno e mezzo e l’amministrazione Denti non ha saputo, né voluto, mettere in pratica questo impegno. Lasciandolo così lettera morta. Oggi Vignola Cambia, oltre a richiedere il rispetto di quell’impegno che il consiglio comunale ha affidato alla giunta, propone ulteriori iniziative:

  • inviare una lettera ai cittadini stranieri, in occasione del compimento del 18° anno di età, per informarli dell’opportunità di acquisire la cittadinanza italiana facendone richiesta entro il compimento del 19° anno di età, sussistendo i previsti requisiti di legge (seguendo un’iniziativa realizzata dal Comune di Castelvetro di Modena);
  • istituire una cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria ai minori stranieri residenti sul territorio comunale, coinvolgendo anche le rispettive famiglie, quale mezzo per sensibilizzare i cittadini stranieri sul tema della cittadinanza italiana e per rimarcare nei confronti dei cittadini tutti l’importanza di adeguate politiche di accoglienza e di integrazione. Al proposito si ricorda che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione di un’analoga iniziativa del Comune di Nichelino (TO) ha affermato: “L’attribuzione della cittadinanza onoraria può rappresentare un prezioso contributo per un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema”.

Sono impegni contenuti in una mozione, protocollata il 25 maggio scorso (vedi), e che verrà iscritta all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Il messaggio è chiaro. Se alziamo gli occhi, se pensiamo al futuro, non possiamo non vedere che una delle sfide che la nostra società ha davanti è quella dell’integrazione dei cittadini stranieri (che qui da noi sono oramai più di un sesto della popolazione residente). E facilitare l’accesso alla cittadinanza, senza banalizzare questo importante momento, “può aiutare a integrare, pur se non è l’unica determinante” (Giovanna Zincone, “La cittadinanza non basta”, La Stampa, 29 gennaio 2012: pdf). Sino ad ora il PD vignolese ha preferito evitare di impegnare l’amministrazione su questo tema, evidentemente preoccupato che una tale iniziativa possa far perdere qualche voto. Eppure sarebbe segno di lungimiranza riprendere a fare con serietà iniziative e politiche per l’integrazione degli stranieri, completamente cancellate dall’amministrazione Denti (che ha sì aderito alla campagna “L’Italia sono anch’io” – vedi il comunicato stampa n.6/2012 -,  ma evitando di mettere in campo qualsivoglia iniziativa locale ed anzi ha sin qui disatteso gli impegni assunti davanti al consiglio comunale). Insomma, sarebbe davvero ora di fare di Vignola una “città cantiere di cittadinanza”!

Nota. L’espressione “Vignola città cantiere di cittadinanza” è stata formulata per primo da Davide Grandi, da un cui appunto l’ho tratta.

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