L’amministrazione Denti aveva preso l’impegno davanti agli elettori di presentare “il bilancio comunale previsionale, prima dell’approvazione, nei diversi quartieri”. Con il bilancio di previsione 2011 non l’ha fatto. Con quello 2012 neppure. Il bilancio di previsione 2012 viene infatti approvato questa sera dal consiglio comunale senza che i cittadini siano stati minimamente coinvolti (per una presentazione sintetica: vedi). Sempre l’amministrazione Denti aveva preso l’impegno di “creare una direttiva sull’attivazione e la gestione dei nuovi processi partecipativi, in modo da qualificare, così come già accade in altri comuni d’Italia, una serie di indirizzi e criteri guida da applicare ogniqualvolta emergano questioni che coinvolgono i cittadini”. Questa dichiarazione è stata ripetuta più volte nell’autunno 2009. Da allora però l’amministrazione non ha fatto niente. La “direttiva” o “protocollo” per i nuovi processi partecipativi è ancora di là da venire. E sono passati due anni e mezzo. Avrebbe potuto essere applicata nella progettazione del parco di via di Mezzo (vedi) o nel coinvolgimento dei cittadini per progettare le azioni di miglioramento del centro storico (vedi) o nel PSC dalla lunga gestazione (vedi). Insomma, avrebbe consentito di precisare le “regole del gioco” della partecipazione “in salsa vignolese”. Invece no. Sono due impegni a costo zero che il sindaco Daria Denti non ha mantenuto in tema di partecipazione dei cittadini vignolesi al governo della città. Un sindaco, dunque, che non mantiene gli impegni. Chi aveva ancora dei dubbi ora ha prove inequivocabili. Un sindaco ed una giunta che prendono impegni, ma poi non li rispettano.
[1] In questi anni di crisi economica non solo si è squarciato il velo dell’ideologia “liberista”, ma si sta anche progressivamente consumando l’ideologia della democrazia rappresentativa, ovvero della delega ai politici di professione come unico modo (o modo migliore) per governare le società moderne (vedi). Anche su questo fronte giorno dopo giorno apprendiamo lo scarto esistente tra rappresentazione e realtà dell’operare del sistema politico. E la partecipazione dei cittadini, ancorché non sia chiaro in che modo ed in che misura può essere praticata, diventa un tema importante. L’ambito locale, poi, potrebbe proprio essere quello in cui si sperimentano nuove modalità – a patto che ci sia chiarezza di idee, volontà politica e coraggio (tutte cose che difettano all’amministrazione vignolese: vedi). In un libro fresco di stampa Luciano Gallino, uno dei sociologi italiani più famosi, sottolinea l’importanza di riattivare il pensiero (utopico) che ai cittadini sia possibile “esercitare un’influenza reale sulle decisioni che il potere politico ed economico assume”. E prosegue: “Nell’idea di partecipazione individuale a scelte collettive che hanno poi ricadute su tutti e su ciascuno è insita la speranza in un mutamento tangibile, una innovazione della società e del mondo che renda un po’ più liberi, più padroni del proprio destino, che avvii verso qualche forma di emancipazione” (Gallino L., La lotta di classe dopo la lotta di classe, Laterza, Bari, 2012, p.209: vedi) Su questo tema – la partecipazione dei cittadini al governo della città – ci si aspetterebbe un impegno sincero da parte di un’amministrazione di centrosinistra. Invece la realtà ci presenta altro. L’assessore Romina Bertoni dichiara beatamente che “trasparenza e partecipazione sono gli obiettivi di questa Amministrazione che si sta impegnando su diversi fronti per garantire e stimolare la partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita democratica” (comunicato stampa n.164/2010). Ma le mancate realizzazioni, gli impegni dichiarati e non mantenuti dopo 3 anni (sic) di legislatura dicono altro (vedi).

Invece le "promesse" in tema di partecipazione dei cittadini non sono state mantenute (foto del 24 aprile 2009)
[2] Ho già osservato che l’elaborazione programmatica della maggioranza in tema di partecipazione dei cittadini al governo della città, all’assunzione delle decisioni più importanti per il futuro di Vignola, è alquanto incerta (vedi). Il fatto, però, è che neppure i pochi striminziti impegni assunti vengono rispettati! Nel documento con cui Daria Denti si è presentata agli elettori stava infatti scritto in modo ben chiaro l’impegno a presentare nei diversi quartieri di Vignola, prima dell’approvazione, il bilancio comunale previsionale. A scanso di equivoci riporto il testo preciso che dice: “il PD si impegna per un’Amministrazione in cui (…) il bilancio comunale previsionale venga presentato, prima dell’approvazione, nei diversi quartieri e presso le consulte e le associazioni di categoria e sindacali” (PD, Linee Programmatiche per le Amministrative 2009: 5 anni di impegno e responsabilità, p.22; poi ribadito nell’analogo documento delle forze della coalizione: Linee Programmatiche per le Amministrative 2009: 5 anni di impegno e responsabilità, p.23). Possibile che impegni così importanti vengano disattesi con tanta leggerezza? Possibile che anche il progetto, a costo zero, di coinvolgere i cittadini di Vignola nella definizione del documento di bilancio più importante venga bellamente accantonato? A me sembra non ci siano scusanti. Questa amministrazione non vuole far sul serio. Neppure il piano triennale delle opere pubbliche, disponibile dall’ottobre 2011, è stato presentato ai cittadini! Un pronostico? Scommetto che il tema della partecipazione dei cittadini tornerà a saltar fuori man mano che ci avviciniamo alla scadenza elettorale del 2014. Intanto, però, nel 2011 e nel 2012 l’impegno non è stato mantenuto (mentre nel 2010 era fallito miseramente per manifesta incapacità dell’assessore Bertoni: vedi).
[3] Con l’annuncio del progetto di coinvolgimento dei cittadini nella progettazione dell’intervento di sistemazione di via Libertà e di via Barella – “Via della Partecipazione” – l’amministrazione comunale aveva anche assunto l’impegno di definire una sorta di “regolamento” sulla partecipazione. Il comunicato stampa n.74 del 30 settembre 2009 recita infatti: “Il nostro intento è quello di creare una vera e propria direttiva sull’attivazione e la gestione dei nuovi processi partecipativi, in modo da qualificare, così come già accade in altri comuni d’Italia, una serie di indirizzi e criteri guida da applicare ogniqualvolta emergano questioni che coinvolgono i cittadini.” Quello che però allora sembrava imminente, già un paio di mesi dopo risultava spostato in là nel tempo. Nella Relazione previsionale e programmatica 2010-2012, redatta a fine novembre 2009, si legge infatti: “verso la fine del 2010 l’Amministrazione vuole definire un protocollo (sulla falsa riga di quello votato dalla Giunta di Reggio Emilia) per i Servizi dell’Ente da rispettare ogni volta che si attiva un nuovo processo partecipativo.” (p.43) Da allora del “protocollo” (o “direttiva”) non se n’è più parlato. Ad oggi non ha ancora visto la luce. Anche in questo caso un impegno prima annunciato e poi disatteso. E’ chiaro. Esplicitare il modo in cui si organizza la “partecipazione” dei cittadini significa dover argomentare perché si adotta o meno una particolare metodologia. Significa dover affrontare la questione di quanta “informazione” e quanto “potere decisionale” si cede ai cittadini. Oggi tutte le leve (informazione e potere decisionale) stanno in capo all’amministrazione. Oggi quella che Romina Bertoni chiama “trasparenza e partecipazione” si configura in realtà come “ascolto selettivo”, secondo la definizione del politologo Yves Sintomer (vedi): gli eletti ascoltano i cittadini e poi decidono quello che vogliono senza seguire una regola e senza neppure dover giustificare la decisione presa. Il tema è dunque questo: l’amministrazione Denti crede davvero nella partecipazione dei cittadini, nel loro coinvolgimento sulle scelte più importanti della città? Intende, dunque, promuovere una partecipazione che renda i cittadini non più spettatori della “rappresentazione della maestosità (sic) del potere”, ma, appunto, partecipanti ai processi decisionali (vedi)? Sino ad oggi questo non è avvenuto (neppure con “Vie della partecipazione”, visto che l’orientamento maturato dai cittadini in quell’occasione è stato completamente stravolto! vedi), temo che non avverrà neppure in futuro. In ogni caso tre anni sono passati senza una vera partecipazione dei cittadini.

I "datori di lavoro" possono partecipare alle scelte più importanti per il futuro di Vignola? (manifesto della campagna elettorale 2009; foto del 24 aprile 2009)
[4] Pensate a progetti di partecipazione in cui i documenti programmatici dell’amministrazione vengono resi noti in anticipo, sul web e tramite totem o bacheche collocate nei punti della città interessati ai progetti. Pensate alla possibilità di consultare tecnici comunali o tecnici di fiducia per chiarimenti ed approfondimenti. Pensate alla possibilità di organizzare forum tematici sul web ad integrazione degli incontri face-to-face. Pensate alla possibilità di formulare, per tutto il processo, osservazioni sapendo che su ciascuna di queste viene data risposta, così da valorizzare al massimo il “gioco argomentativo” e la conseguente capacità collettiva di apprendimento. Pensate alla possibilità che a governare questi processi non sia solo il politico di turno, ma anche uno o più rappresentanti dei cittadini – es. tramite un’apposita “cabina di regia” (come prevede, tra l’altro, la legge regionale sulla partecipazione: vedi). Pensate adesso di poter applicare questo “metodo di partecipazione” alla progettazione del parco di via di Mezzo (dove invece l’amministrazione ha organizzato un solo incontro con i cittadini, che pure hanno formulato numerose osservazioni sensate e migliorative: vedi, e poi è andata avanti con il suo progetto senza rispondere alle osservazioni e senza giustificare le scelte compiute), al progetto di “miglioramento” del centro storico (in cui l’amministrazione ha convocato due incontri di “ascolto” senza mettere a disposizione uno straccio di testo scritto e senza precisare le risorse che intende convogliare nel progetto), alla pianificazione del futuro della città e del territorio, leggasi PSC (su cui l’amministrazione sta lavorando da due anni senza aver mai messo nulla a disposizione dei cittadini vignolesi). Non è fantapolitica, questa. E’ invece una concreta possibilità di organizzare seriamente la partecipazione dei cittadini, con annesso “governo” dell’inevitabile pluralità di opinioni e relativi conflitti. L’amministrazione Denti, però, non ha imboccato questa strada. Ha imboccato la strada dei proclami e degli impegni – e qui basta un po’ di mestiere per andare sui giornali. Proclami ed impegni a cui però non sono seguiti i fatti. Insomma, impegni non mantenuti. Io ne sono sempre più convinto: Vignola merita di meglio. Anche questa vicenda della partecipazione lo conferma.