Con sommo sprezzo del ridicolo l’assessore Mauro Montanari ha cercato di occultare, intervenendo nel consiglio comunale dello scorso 11 ottobre, il ritardo accumulato dall’amministrazione comunale in merito alla sistemazione di via Libertà. Non si è trattato di una vera e propria giustificazione, in quanto secondo la narrazione dell’assessore sta andando tutto per il verso giusto e tutto secondo i tempi. Per usare un titolo di Paul Watzlawick: via Libertà, un successo … catastrofico. In effetti sono passati oramai due anni da quando il percorso di “progettazione partecipata” su via Libertà è stato chiuso (12 dicembre 2009). E da allora l’amministrazione comunale ha operosamente … perso tempo, rinviando l’intervento (non per problemi di soldi, visto che sono accantonati 500.000 euro!). Non solo è passato l’intero anno 2010 senza che nulla sia stato fatto. Ma passerà anche l’intero anno 2011 senza che il cantiere prenda il via e senza che sia definito il progetto esecutivo, anche se gli impegni assunti dicevano altro. Già questo dovrebbe rendere evidente il ritardo rispetto ai programmi dichiarati dalla giunta – e almeno questo l’assessore Montanari dovrebbe saperlo. E’ sufficiente infatti che prenda in mano la Relazione previsionale e programmatica 2011 (si tratta della parte descrittiva, scritta dalla giunta, del bilancio di previsione 2011 – e che tra l’altro anche lui dovrebbe aver contribuito a redigere) ed aprendola a pagina 50 vi leggerebbe: “la sicurezza è uno dei principali aspetti della riqualificazione di V. Libertà, già oggetto di un processo di progettazione partecipata e prevista entro il 2011”. Insomma: riqualificazione di via Libertà entro il 2011. Così ha scritto la giunta nel documento programmatico più importante per l’anno in corso. Ma così non sarà. Invece con gran candore l’assessore ha ripetuto che va tutto bene e che la giunta, con premura, sta lavorando per noi. Avendoli visti all’opera in questi due anni un po’ preoccupato lo sono.
[1] Per prima cosa occorre ricordare che la dichiarazione su via Libertà dell’assessore Montanari non è stata una dichiarazione rilasciata spontaneamente a beneficio dei consiglieri e dei cittadini. E’ stata invece “sollecitato” da una “domanda di attualità” presentata, a norma di Regolamento, al consiglio dell’11 ottobre da Chiara Smeraldi, consigliere comunale di Vignola Cambia. Una “domanda di attualità” è infatti un modo per “estorcere” una risposta a sindaco o assessore. Nel caso specifico, infatti, sindaco e giunta avevano evitato qualche giorno prima, con gran disinvoltura, di ottemperare ad un impegno chiesto loro da tutto il consiglio comunale, maggioranza e minoranza concordi (che il 20 luglio scorso, all’unanimità, aveva approvato la mozione “Via Libertà non può più aspettare”, anch’essa presentata da Vignola Cambia: qui il pdf). La mozione impegnava appunto la giunta:
- a completare quanto prima l’iter progettuale, anche in questo caso con la partecipazione dei cittadini;
- a presentare al consiglio comunale il cronoprogramma della progettazione e dei lavori di cantiere non oltre il 30 settembre 2011;
- a garantire un’adeguata informazione alla cittadinanza sullo stato di avanzamento del progetto e dei lavori.
La scadenza del 30 settembre era poi passata invano e né il sindaco né l’assessore si sono sentiti in dovere di comunicare al consiglio (ed ai cittadini vignolesi) a che punto sta il progetto di via Libertà. Da qui, nel consiglio immediatamente successivo, la presentazione della domanda di attualità. In sintesi: correttezza istituzionale zero. Voto: 4.

Chiara Smeraldi, della lista di cittadini “Vignola Cambia”, al termine della lettura della domanda di attualità su via Libertà in consiglio comunale (foto dell’11 ottobre 2011)
[2] Ma veniamo alla risposta fornita l’11 ottobre dall’assessore Montanari. Eccola qua. Sbrigativa (dura 2 minuti) e inconsistente (dirò il perché): “La progettazione dell’intervento su via Libertà sta procedendo e in questo momento è in atto la verifica … le perizie sulle alberature, perché la precedente perizia risale al 2007 e quindi si è ritenuto opportuno un approfondimento e una verifica … Sono in corso queste … E’ solo dopo aver esperito queste perizie che la progettazione può arrivare a conclusione. Il cronoprogramma di cantiere non è tecnicamente fattibile se non dopo essere arrivati al progetto esecutivo. E’ una conseguenza del progetto esecutivo. Per cui al limite si possono arrivare a dare dei tempi spannometrici su quelle che possono essere le previsioni di tempo … ma con la previsione spannometrica. Per quanto riguarda diciamo l’interessamento della cittadinanza il primo passo che intenderemmo fare è quello di presentare le conclusioni alla terza commissione [consiliare] che dovrebbe venire convocata lunedì 24 [ottobre]. E’ chiaro che una verifica che il progetto risulti coerente con i 4 principi che sono stati posti alla base della progettazione partecipata verrà fatta a seguito … dopo la commissione” (trascrizione della risposta dell’assessore Montanari dalla registrazione audio: dal minuto 3.56 al minuto 6.05). Cos’è che non va in questa risposta? Ecco qua. All’assessore Montanari bisognerebbe replicare con queste domande. Visto che la giunta (dunque anche lui) e la maggioranza consiliare hanno approvato la Relazione programmatica 2011 oramai 10 mesi fa e che tale Relazione programmatica prevede “la riqualificazione di V. Libertà (…) entro il 2011”
- Che cosa ha fatto l’assessore Montanari, per via Libertà, dall’approvazione del bilancio di previsione (avvenuta il 15 febbraio) sino ad oggi?
- Perché le perizie sugli alberi sono in corso oggi (tutto da verificare), ovvero perché non sono state fatte a marzo o ad aprile o, addirittura, nel 2010?
- Dunque, perché, diversamente da quanto aveva ipotizzato la giunta stessa, il cantiere non è stato aperto, il progetto esecutivo non è stato approvato ed i cittadini non sono stati informati?
Il ritardo è un dato di fatto. Ma il ritardo non è imputabile ad un destino cinico e baro, ma a scelte (od omissioni) dell’amministrazione comunale. In sintesi: capacità di rispettare gli obiettivi che ci si è dati, zero. Voto: 4. (Bisognerebbe anche aggiungere che tutto il percorso di “Via della partecipazione” è stato fatto senza che l’amministrazione abbia fornito alcun dato sulla salute degli alberi, mentre apprendiamo dalle parole di Montanari che esisteva una perizia del 2007!! – della serie: dilettanti allo sbaraglio: vedi)

Ancora così i marciapiedi di via Libertà, dopo trent’anni di non-manutenzione (foto del 3 ottobre 2011)
[3] Accanto alla preoccupazione sui tempi vorrei esprimere un’analoga preoccupazione sui “contenuti” del progetto. Abbiamo visto, infatti, com’è andata la vicenda di via Barella: 29 tigli abbattuti senza che ciò fosse tecnicamente necessario (vedi), contravvenendo ad uno dei 4 principi fissati dai cittadini partecipanti alla fase progettuale: “salvare il più possibile gli alberi”. Nella sua risposta al consiglio, l’11 ottobre, l’assessore Montanari non dice nulla di preciso in merito. Rimanda a decisioni da prendere nel futuro (?). Nel frattempo, però, l’amministrazione si è messa avanti con i “lavori”. Quest’estate ha tenuto almeno un paio di incontri con rappresentanti ed iscritti di Confesercenti per discutere (e revisionare) il progetto. Il fatto è che i commercianti partecipanti si sono mostrati preoccupati solo dei parcheggi, del numero dei posti auto (disponibili anche a segare un po’ di alberi pur di far posto a parcheggi). Insomma, i posti auto innanzitutto. Via la ciclabile, via gli alberi (magari da un lato), mantenere il doppio senso di circolazione, infarcire la via di parcheggi per auto. Può anche darsi che questa proposta risulti la più convincente (anche se io non lo credo). Qui vorrei limitarmi a rimarcare la differenza tra questi incontri (chiusi: solo gli invitati di Confesercenti potevano prendervi parte) e quelli di “Via della Partecipazione” (aperti: ogni cittadino interessato poteva prendervi parte e poteva dire la sua, sia che fosse un esercente della via, sia che fosse un residente, sia che fosse un semplice vignolese interessato a quel pezzo di città). Il fatto è che non è chiaro se il progetto che verrà prossimamente presentato dall’amministrazione comunale sarà quello scaturito da “Via della partecipazione” (aperta a tutti e tutti con egual peso) o quello “ritoccato” dopo gli incontri estivi (aperto solo ad alcuni esercenti e senza possibilità di confronto o “contraddittorio” con gli altri “portatori di interessi”). Ecco, su questo modo di coinvolgere i cittadini (fino a mezzogiorno; dopo subentra chi “conta davvero”) ci sarebbe qualcosa da dire. Se non altro perché, evidentemente in modo inconsapevole, nel sito web del comune di Vignola campeggia un’affermazione aristotelica che parla dell’assoluta eguaglianza politica, pretesa da chi vive in democrazia: “La democrazia ha origine nell’idea che coloro che sono eguali sotto un qualsiasi rispetto sono eguali sotto tutti i rispetti; essendo egualmente liberi, gli uomini pretendono di essere assolutamente eguali.” E’ solo il caso di evidenziare che, con questo modo di fare, l’amministrazione comunale contraddice proprio quel principio. Ovvero riconosce che qualcuno è più uguale di altri. In sintesi: chiarezza di idee sui metodi della partecipazione, zero. Voto: 4.

Ancora così i marciapiedi di via Libertà, dopo trent’anni di non-manutenzione. A quando l’intervento, già progettato con i cittadini nel 2009? (foto del 3 ottobre 2011)
PS Aggiungo una considerazione, dopo essermi riletto, in merito a via Libertà, i documenti di bilancio dal 2009 al 2011. La relazione della giunta al bilancio consuntivo 2009 del comune di Vignola assume un impegno importante in merito alla partecipazione dei cittadini alla progettazione della città. A pagina 80 sta scritto, infatti, a proposito di “Via della Partecipazione”: “il processo, applicato ad un caso concreto, ha rappresentato l’avvio sperimentale di una metodologia di partecipazione che l’Amministrazione intende adottare in futuro ogniqualvolta un progetto coinvolgerà una consistente aliquota [sic!] di cittadini.” A parte l’astruso riferimento all’aliquota dei cittadini (In sintesi: appropriatezza linguistica zero. Voto: 4), sta di fatto che anche questo impegno è stato disatteso, come testimonia la vicenda del parco di “via di Mezzo” (vedi). C’è da aggiungere altro oltre alla denuncia di opportunismo?
Via Libertà è messa da schifo come tante altre in Vignola, ma vorrei segnalarvi, nel caso che ce ne fosse bisogno, come la Frignanese (dove abito) sia di gran lunga la peggiore: è senza fogna, quando piove i lati diventano fiumare, senza marciapiedi, praticamente senza illuminazione, con l’aggravante del traffico pesante che sfreccia giorno e notte a velocità folli. Su questa strada mai nessuno ha speso parola, mah.
Grazie dell’attenzione.
Flavio Quintavalli
Flavio, hai decisamente ragione. Tra le grandi “arterie” vignolesi non c’é dubbio che la situazione è critica anche nel tratto terminale (verso Spilamberto) di via Frignanese. Così come in via Libertà e Viale Vittorio Veneto. Ed infine particolarmente critica è la situazione in via A.Plessi, come da tempo mi segnalano persone impossibilitate a percorrerla da pedoni, magari anche con carrozzine o passeggini. Eppure siamo ancora qui a reclamare un intervento (quello su via Libertà) che doveva essere completato entro il 2009. Sul tema della viabilità e della sosta questa amministrazione comunale ha DECISO di non fare nulla. Troppo impegnativo sviluppare un piano complessivo (serve intelligenza diffusa per un nuovo Piano Urbano del Traffico – PUT od un Piano della Sosta). E troppo impegnativo concorrere ai finanziamenti (non molti, certo) che ancora ci sono per questi interventi. Ed anche fossero praticamente interventi a costo zero (come il Piano della sosta), servirebbe comunque coraggio. Perché qualcuno lo si scontenta sempre. Meglio dunque l’immobilismo. Meglio non fare nulla di impegnativo. Meglio mantenere la spesa corrente (distribuire soldi alle realtà economiche ed associative) sacrificando la spesa per investimenti. Nei primi anni in pochi se ne accorgono (evidentemente il sindaco confida in questo), ma nel medio periodo risulta evidente a tutti l’impoverimento determinato da questo modo di non-amministrare. La domanda dunque è: la città se ne accorgerà prima o dopo il 2014?