Il business dei libri di testo, di Daniela Piani

E’ iniziata la scuola per mio figlio: 4° classe elementare. L’anno scorso ho accettato con fatica il ridimensionamento di orario che il direttore didattico del circolo scolastico di Vignola ha previsto per le scuole primarie a tempo parziale, in attuazione alla legge Gelmini. Quest’anno ho recepito con disappunto l’ennesimo cambio (il terzo) dell’insegnate di inglese, a fronte di una insegnate di religione che non vede mai in discussione il proprio ruolo e collocamento nell’ambito delle scuole di Vignola. Sono tempi duri: la crisi e la “finanziaria” varata dal governo si fanno sentire su alcune fasce sociali (non tutte!): stipendi bloccati, prezzi in sensibile aumento sia per l’inflazione serpeggiante sia per la nuova aliquota IVA…ma gli sprechi restano. Lo spreco che più mi sorprende è il business dei testi scolastici: anche quest’anno i testi scolastici degli alunni delle  elementari sono forniti gratuitamente. Fatto del tutto meritorio: ma è proprio necessario? Non certo la gratuità, ma la quantità di libri destinati ad un uso troppe volte saltuario. E’ una buona spesa? 3 testi di religione… nuovi testi di  italiano, scrittura, matematica, geografia  e storia che sostituiscono completamente quelli degli anni passati, ma che probabilmente non potranno più essere utilizzati negli anni futuri da un altro bambino (fratello o sorella minore) a causa di riedizioni e restyling  ad hoc.

Giro girotondo com'é bello il mondo (54a Biennale d'arte di Venezia, 26 agosto 2011)

I testi scolastici son un “fardello” nello zaino, sulle spalle dei bambini (perché devono essere portati da scuola a casa e viceversa per i compiti), nonché una massa di un certo peso che viaggia dalle case editrici alle librerie lungo le nostre strade e autostrade, con conseguente consumo di carburante e inquinamento dell’aria. I testi scolastici non sono destinati alla lettura e rilettura intensiva, come accade come per molti dei libri che ognuno di noi considera fondamentali e custodisce nelle proprie librerie: sono libri destinati alla consultazione, ad attività di verifica (contengono esercizi) e apprendimento, pieni di figure, fotografie e disegni che favoriscono l’apprendimento, ma ne aumentano pure vistosamente il volume cartaceo  e come tali potrebbero, a mio avviso, essere sostituiti da un i-pad (nemmeno di ultima generazione) con una memoria (anche una key- USB) ” caricata” con  TUTTI i testi delle scuole elementari, con gli esercizi redatti in versione interattiva in modo da consentire all’alunno di svolgerli con una penna da PC ed alla maestra di correggerli, se lo ritiene opportuno, in tempo reale,  via wireless. Una simile edizione dei testi scolastici sarebbe facilmente aggiornabile tramite le memorie del PC e il supporto, l’i-pad, sarebbe utilizzabile, allo stesso modo per gli anni scolastici successivi: elementari, medie e volendo superiori o da fratelli minori in futuro. Stato ed enti locali potrebbero incentivare la trasformazione in formato elettronico dei libri di testo e contribuire all’acquisto dell’i-pad per ogni famiglia o alternativamente all’acquisto della versione elettronica, purché aggiornabile in futuro gratis da parte della casa editrice,  dei testi scolastici. Il risultato sarebbe un minor spreco di carta, di trasporti (sia a  mano che via tir), di soldi (i testi avrebbero una vita più lunga e sarebbero più facilmente riutilizzabili), di rifiuti (dove finiscono i testi vecchi?). Gli alunni e i ragazzi non perderebbero per questo l’amore per la lettura: si possono continuare a raccogliere e conservare nella biblioteca di casa e nella biblioteca comunale i testi della letteratura italiana e straniera, i manuali e i saggi  che possono passare di generazione in generazione senza inutili riedizioni e restyling  ad unico vantaggio delle case editrici. Queste potrebbero invece cimentarsi  in edizioni elettroniche sempre più efficaci  per l’uso didattico dei testi scolastici. In tempi di risorse limitate occorre pensare a come spendere meglio i soldi di tutti e ingaggiare le ditte produttrici (di qualsiasi prodotto) a scegliere strade alternative , innovative e più adatte ad una società a spreco zero.

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11 Responses to Il business dei libri di testo, di Daniela Piani

  1. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Alle medie ed alle medie superiori la situazione è ancora più drammatica, visto che i libri di testo sono a carico delle famiglie! “La scrittura e l’interpretazione”, 43,50 €. “Corso base di algebra”, 18,30 €. “Moduli di matematica”, 8,00 €. “Applicare il movimento”, 9,35 €. Sono solo alcuni dei libri di testo giunti alla fine dell’anno scolastico dei miei figli senza che sia mai stato richiesto di aprirli ed usarli. Posso stimare che questo succede ad almeno il 20% dei testi scolastici richiesti dagli insegnanti delle medie superiori. Un altro 20-30% arriva a fine anno scolastico decisamente sottoutilizzato. Il primo anno alle medie superiori costa, in libri di testo, almeno 300 euro. Ecco, questo non è accettabile. E’ chiaro che questo “sistema” è disegnato per le case editrici e NON per gli studenti. Spesso però insegnanti ed istituzioni scolastiche sono conniventi. Temo che anche qui occorra innanzitutto che i genitori facciano sentire la loro voce. Per gli apparati tecnologici: ritengo promettente questa strada, al momento con un mix tra carta e digitale. Ma non so valutare quale applicazione è preferibile. Leggo in un’intervista al ministro Gelmini (credibilità zero) che dall’anno scolastico 2012/2013 saranno obbligatori i libri scolastici in edizione digitale o mista. Ecco, bisogna fare in modo che l’introduzione delle nuove tecnologie sia anche l’occasione per rimettere in discussione l’intero sistema dei libri di testo. Oggi l’aspetto del business è preminente. Così non deve essere.

  2. Roberto Adani ha detto:

    Il campione di body building Arnold detto Schwarzy ha introdotto i sussidiari elettronici con e-book da diversi anni nello stato della California, gli aggiornamenti di scaricano da internet e sono aggiornati gratuitamente dalle migliori università. Ci vogliono dei gran muscoli però.

  3. sergio smerieri ha detto:

    Non so se troverò le parole per spiegarmi. ci provo. Avete presente quando abbiamo sostituito i mobili di legno con la formica? quando abbiamo smesso di camminare a piedi ? di mangiare le cose raccolte sostituendole con quelle surgelate? vado avanti? Quando abbiamo smesso di raccontare favole ma guardare la TV? di dipingere invece che attaccare dei pezzi di plasticaalle tele e chiamarle opere ? Di giocare nel cortile e invece giocare con la PSP ? di fare all’amore con al nostra compagna invece che andare a puttane o trans ? di andare al mare anzichè andare in crociera ? Ho reso l’idea? Bene, chi ha capito continui, chi no, può fermarsi qui…
    Da anni sento sempre rimpiangere ciò che è stato. Come era bella, come era sano. Nostalgia del passato.
    Questa storia dei libri su I PAD mi sembra uguale… tra dieci anni diremo ” ah come era bella portare a scuola la cartella pesa con i libri….
    Allora, nulla da dire contro le innovazioni…ma prendere lezioni da Swarzi, è grossa. Soprattutto per una sinistra che ha avuto ministeri dell’istruzione e ha fatto riforme. Inoltre è una grande respondabilità dei provveditori, presidi e anche insegnanti che non si sono mai opposti del tutto a queste lobby a difesa delle famiglie.
    Concludendo, oltra ad una grappa Bocchino, ma se facessero dei testi utili, integrabili, riutilizzabili, piccoli, concepiti con gli insegnanti non sarebbe meglio per tutti?… o dobbiamo finanziare la silicon valley? o le case editrici colluse con i governi?

    • Roberto Adani ha detto:

      Non mi puoi liquidare così Swarzi, vivi nel paese che ha dovuto riabilitare Cicciolina come se fosse un grande statista al confronto degli attuali parlamentari, perfino dal punto di vista morale oggi l’hanno surclassata, lei che al massimo si esibiva in un night, e che ha specificato nel momento che le hanno concesso il vitalizio, che non ha mai partecipato a bunga bunga.
      Per quanto poi riguarda le cose di destra o di sinistra, in questo momento anche se attraversi la politica da Grillo alla Santanchè non trovo quasi traccia di ciò che considero politica, in questo contesto queste categorie vanno bene per i clan della politica, ma hanno poco a che fare con i valori. Quindi i libri elettronici di Swarzi sono rock. Poi scusa proprio tu, Apostolo di alberi e partecipazione, sai quanti ne salverebbero le parole elettroniche. E se parli di rivoluzioni o di conquiste di diritti civili per milioni di persone, tutte quelle di questo secolo si sono sviluppate per merito determinante della circolazione delle parole elettroniche, e visto che nella mia vita passata ero un ingegnere informatico, sai cosa ti dico, che internet è la cosa più di sinistra che si sia vista negli ultimi decenni. rimane il fascino del libro… ma il sussidiario ha tutta un altra poesia, non dirmi Sergio che sei uno di quelli che stampa le mail per nostalgia dei telegrammi, o peggio, magari corrisponde al vero che ti hanno visto stampare una foto su preziosa e inquinante carta patinata. Non tu Sergio, dimmi ti scongiuro, confortami che hai sul comodino una di quelle cornicette elettroniche che fanno scorrere le foto dell’ultima vacanza. E sull’amore in tempo di poesia festival sarebbe stato meglio una citazione colta:
      “E adesso che potremmo anche farlo e adesso che problemi non ne ho, che nostalgia per quelli contro un muro o dentro a un cine o là dove si può…
      E adesso che sappiam quasi tutto e adesso che problemi non ne hai, per nostalgia, lo rifaremmo in piedi scordando la moquette stile e l’IPAD… ”
      “Diciamolo per dire, ma davvero si ride per non piangere perchè
      se penso a quello che eri, a quel che ero, che compassione che ho per me e per te.
      Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là, sarà per aver quindici anni in meno o avere l’IPAD per possibilità… ”
      E io che attacco lattine schiacciate ai miei quadri… guarda che si chiama riciclaggio e anche questo è di sinistra, in sintesi caro:
      “bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà:
      tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent’ anni fa!”

  4. sergio smerieri ha detto:

    ohhhhhhhhhhhhhhh….calma calma…. ti conforto subito… Io non ho la cornicetta, non stampo su patinata digitale e non ho nostalgia per i telegrammi . Detto questo, non è che perchè è apparsa Cicciolina deve andare bene Mr. Muscolo! Dico solo che, se il problema è l’inquinamento, da quello che so io… che nell’altra vita facevo il nobile ateo decaduto e che a tempo perso si occupava di partecipazione e tutela di piante e di diritti, tra batterie, energia, silicio, plastica, smaltimento, trasporti e indotto generale…inquina più un pc di un libro… come idea eh… un po’ come un quintale di carne bovina inquina più di un auto…ma detto detto questo… sull’amore…in tempo di poesia…passo grazie!
    ps: Roberto, tutte le volte che ti rivolgi a me ,mi chiedi di non deluderti…ci proverò Per quanto riguarda le lattine in forma d’arte: ognuno, in casa sua, può attaccare al muro ciò che vuole, quasi.

  5. sergio smerieri ha detto:

    A chiusura di questa leggera e frivola discussione, porto una notizia d oggi: la Apple manda in pensione la prima versione di IPOD (2001)… quanto sarà durata ? Voglio dire c’è il rischio poi di rincorrere la tecnologia all’infinito e la tecnologia, si sa, ama farsi desiderare e rincorrere…anche senza le tette al vento!

    http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/09/29/foto/il_primo_ipod_pronto_per_la_pensione-22392436/1/?ref=HRESS-1

  6. dunnangall ha detto:

    Fermo restando che l’autoreferenziante scambio di post tra il Sig. Sindaco e il Sig. Sergio non mi pare sia stato più di tanto un valore aggiunto a quanto gia’ di suo un po’ slavato e pretestuosamente con puntiglio fatto emergere dalla Sig.ra Daniela, posso solo dire che nel caso ci si lagna della pagliuzza nell’occhio ma della trave che ci devasta nessuno ha gli attributi per dire nulla, per ammettere qualcosa.
    E dire che gli attori di questo post conoscono bene, ma molto bene, da dove viene la legna cui e’ stata piallata la trave ma nulla, per l’ennesima volta si fa finta di nulla. Anche io ho un figlio che va’ a scuola, lo zaino certo e’ pesante e probabilmente i libri bla…bla…e la carta se nonchè i portatili bla…bla…ma lo sapete che in un anno scolastico + 2 mesi ha cambiato la bellezza di: due insegnanti di italiano, 5 insegnanti di matematica e due di altre e non e’ finita qui perche’ a ottobre due su tre insegnanti non sappiamo se rimarranno sino la fine dell’anno scolastico. Graduatorie, liste, cattedre, trasferimenti, e mille altri cavilli, articoli e decreti, concessioni, casistiche, opportunita’ da cogliere. E io leggo le vostre belle disquisizioni….Pubblico che sciopera continuamente per protesta…de chè ? Del posto fisso ? delle 24 ore retribuite come 40 nel privato ? Di 9 mensilità lavorate? Del pomeriggio libero per il doppio lavoro delle lezioni in nero? Della produttività mai pretesa ? Della formazione e della meritocrazia ? Delle capacità interpersonali di interpretare un lavoro che non è un lavoro come gli altri e che non deve essere o diventare un’ammortizzatore sociale alla disoccupazione ma deve essere considerato una vocazione un’intuizione un dedicarsi alla persona. E io leggo le vostre belle disquisizioni….
    Ma lo sapete che a scuola da mio figlio l’anno scorso alcuni genitori si son messi lì e la scuola se la sono ritinteggiata tutta da soli (alle Mazzini invece per non far paragoni e’ tutto pagato da Comune / DirDidattica evviva l’uguaglianza…), anzi già che c’erano se la sono anche pulita, aspirata spazzata dato lo straccio e spolverata, c’erano imboscati dei residui storici di cancelleria negli angoli o dietro gli armadietti che ce li avevo io quarant’anni fa’..dove balla la gatta si dice a casa mia. E il personale adibito a tale servizio in che è impegnato durante la giornata lavorativa. Ora poi anzichè spingere sulla produttività hanno spinto sui tagli e ne hanno tolta una di bidelle (a me piace chiamarle ancora così) quindi auguri….E io leggo le vostre belle disquisizioni….
    E poi ancora il materiale sussidiario alla didattica, per non dire che manca tutto, se lo pagano i comitati festa genitori con gli introiti delle feste di fine anno o con le iniziative varie. E io leggo le vostre belle disquisizioni….Continuo ? Ma no, il solito rompiballe.
    Ringrazio pero’ chi ancora in qualche modo all’impegno nella scuola ci crede, anche se non è 2.0, con o senza e-book, con o senza carta igienica, con o senza scuole belle e pulite ma fa’ si che la campanella alla mattina accolga ancora mio figlio a scuola.
    Saluti, in particolare a quei genitori che sono d’appertutto, tranne agli incontri di plesso e alle attivita’ in cui non ci sono mai, ma sono onnipresenti su facebook e cliccare “mi piace”.
    Il problema, Daniela, non sono i businnes dei libri di testo, o meglio non è il problema principale ma è una consuguenza come mille altre da cui non si puo’ ri-partire se prima non si affronta il tema base, la priorita’, dobbiamo avere coraggio di ammettere e di intervenire su un sistema, quello pubblico, che tale deve rimanere ma con regole agli antipodi rispetto alle attuali, da rispettarsi e farle rispettare.
    A presto

  7. Roberto Adani ha detto:

    Caro Dunnangall, certo che i problemi prioritari della scuola sono altri, ma ogni tanto una digressione mi sembra un peccato veniale. Una serie di cose che tu denunci però, a me sembrano un sintomo di salute della scuola. Il fatto che i genitori si impegnino in feste, raccolte fondi o in ristrutturazioni varie, mi sembra sintomo di una comunità sana in generale e comunque ciò che si deve fare per la scuola del proprio paese e se ciò non basta, almeno per i propri figli. Già parecchi anni fà nella ridente e ricca Germania, per la precisione a Witzenhausen, cittadina gemellata con Vignola, le scuole erano tinteggiate da genitori e docenti a fine anno scolastico e molti degli arredi presenti nelle classi erano donazioni dei genitori. C’erano le tendine di pizzo alle finestre, divani un pò consumati e armadi che facevano molto ambiente caldo e familiare. Io preferisco una scuola che sia il risultato dell’attaccamento dei cittadini a questa istituzione, mentre dei pago già le tasse, e per una percentuale neanche così bassa in questo paese non è nemmeno vero, o dei mi impegno solo se lo fanno tutti, solo se prende in mano il pennello anche il dirigente scolastico, sinceramente ne ho piene le scatole, diventa l’alibi per non fare nulla, mentre io penso che ognuno di noi abbia un grande debito verso i nostri bambini in termini di futuro, di fronte a questo non basta indignarsi, serve molto di più impegnarsi, per quello che si può e si riesce, possibilmente senza lagnarsi, altrimenti invece di essere un modo divertente per curarsi della scuola diventa tutto abbastanza noioso. Sul resto sono d’accordo con lei, il sistema scolastico avrebbe bisogno di una profonda riforma, avrebbe bisogno di insegnanti ben pagati e preparati, avrebbe bisogno che i cittadini riconoscessero a tali insegnanti il dovuto rispetto e un ruolo di primaria importanza nella comunità e poi ci sarebbe bisogno di una massiccia iniezione di responsabilità. Ci sono paesi in Europa in cui le scuole assumono e licenziano direttamente gli insegnanti e rispondono dei risultati attraverso un sistema incrociato di verifica della preparazione dei ragazzi, in questo modo il controllo e la cura della comunità sulla propria istituzione fondamentale diventa piuttosto stringente… certo a confronto Steve jobs e il suo Ipad sono dei conservatori.

  8. dunnangall ha detto:

    Sig. Sindaco
    temo, mi accade spesso, di non essere riuscito a spiegarmi.
    Il suo esempio rapporto scuola/famiglia nordeuropea calza a pennello, famiglie presenti e attive a rimorchio di un sistema comunque presente e attivo. E questo parallelo sono certo che lo ha notato non solo nell’ambito scolastico.
    Indifendibile, e’ un sistema indifendibile, il nostro è un non sistema, le famiglie non si possono sostituire per l’ennesima volta all’istituzione scolastica dopo che gli è stato chiesto di sostituirsi all’assistenza, al mantenimento, alla sicurezza e ad altre troppe situazioni. Non ne hanno la forza, nel nostro maledetto paese non ne esiste la cultura, questa cultura, a scapito di altra che ci sta’ devastando.
    Ha ragione quando dice che lo si fà per i figli, i miei, i suoi, tutti i figli anche di quelli che non la pensano come me o come lei.
    Saluti

  9. Roberto Adani ha detto:

    Semplicemente, d’accordo con lei, per il resto non rimane che un insieme di singoli tentativi per modificare le cose e anche la ns cultura se ci riusciamo.
    P.S. mettiamo un Ex o meglio semplicemente Roberto…Un cordiale saluto

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