AmareVignola compie 500 post. Cinquecento testi che parlano dell’amministrazione di Vignola e del territorio circostante; di politica, partiti e candidati; di demografia, economia e società. Dal 23 novembre 2007, quando venne pubblicato il primo post, sino ad oggi AmareVignola si è occupato di attualità, ma ha anche cercato di raccontare i processi di lungo periodo (es. il cambiamento demografico di Vignola: vedi i post della categoria “demografia”) che in modo poco visibile stanno trasformando questa città. Oggi la mole dei temi trattati è davvero significativa. I testi – “post” secondo il linguaggio dei blog – hanno raggiunto quota 500 e hanno così formato un archivio senza uguali sulla realtà di Vignola. In un saggio su “responsabilità politica e democrazia” John Dunn, professore di teoria politica a Cambridge (UK), scrive che “come democratici, dobbiamo favorire la chiarezza e la trasparenza, in modo da poter vedere nel modo più nitido possibile ciò che è stato fatto da coloro che governano a nostro nome” (Ragion Pratica, n.7, 1996/1997, p.193). La finalità di AmareVignola è quella di dare un contributo a quest’opera di “chiarezza e trasparenza”, di contrastare la prassi imperante della politica come marketing (vedi), di tentare un’analisi della realtà delle politiche locali (affinché tutto non si riduca all’annuncio di progetti e di promesse per il futuro). Ecco qualche considerazione sul tema.
[1] Va dato atto che in questi anni AmareVignola è via via cresciuto diventando, in una certa misura, un’impresa collettiva. Dei 500 post, 49 sono stati scritti da altri: su invito o su propria iniziativa, o accettando di pubblicare sul blog testi scritti per altre testate. Tra gli autori: Roberto Adani, Gianfranco Baldini, Umberto Ballestrazzi, Marco Bini, Monica Bononcini, Carla Cappi, Enzo Cavani, Stefano Corazza, Paola Covili, Francesco Galli, Monica Maisani, Eleonora Mariotti, Fabrizio Migliori, Daniela Piani, Simona Plessi, Erio Ricchi, Paolo Romagnoli, Giuseppe Sciortino, Stefano Vaccari, Berbera van De Vate, Francesco Uccellari. Alcuni post, inoltre, nascono su segnalazione di cittadini che in tal modo hanno inteso richiamare l’attenzione su episodi o problemi che interessano un’ampia collettività (un esempio per tutti, relativo ad episodi di inciviltà locale: “quando sono i grandi a fare i bulli” – vedi). Ma oltre ai 500 post ci sono 1401 commenti che hanno coinvolto nel dibattito un numero non indifferente di cittadini vignolesi ed anche qualche autorità locale. Anche in questo modo è stato possibile allargare lo spettro dei temi trattati e dunque costruire un significativo archivio delle vicende e delle politiche locali di questi ultimi anni.
[2] Una parte importante dei post è dedicata all’analisi delle politiche locali (quanto fatto dall’amministrazione comunale o dall’Unione Terre di Castelli) ed alla loro critica. Alcuni post hanno il tono di una vera e propria “denuncia pubblica”. Richiamare l’attenzione della cittadinanza su decisioni politico-amministrative che altrimenti rimarrebbero nell’ombra non è un esercizio privo di conseguenze pratiche. Sappiamo che il sistema politico, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, cerca di usare i mass media per richiamare l’attenzione su alcuni aspetti della propria azione evitando di trattarne altri più problematici o su cui i risultati conseguiti non sono affatto soddisfacenti. Già quest’opera di “trasparenza” a 360 gradi è indispensabile al buon funzionamento della democrazia, anche locale. In alcuni casi, poi, il sollevare pubblicamente un tema od un problema può spingere l’amministrazione a prestare ad esso maggiore attenzione e in alcuni casi a rivedere posizioni già prese. Anche un blog, in altri termini, non esaurisce la propria azione nella circolazione delle informazioni, ma può contribuire ad esercitare influenza sui processi decisionali dell’amministrazione comunale. Per la prima volta i problemi dell’area verde del nuovo asilo nido Barbapapà sono stati evidenziati su AmareVignola (vedi). In modo colpevolmente tardivo l’amministrazione vi ha posto rimedio (peraltro in modo solo parziale) più di un anno dopo (vedi), testimoniando che capacità di visione, di farsi carico con responsabilità dei problemi emersi e di lavorare con tempestività alla loro soluzione non sono affatto caratteri qualificanti della nuova amministrazione Denti. Un secondo esempio riguarda la vicenda del trasporto scolastico (scuolabus) per la scuola dell’infanzia, soppresso nella colpevole distrazione della maggioranza PD dell’Unione Terre di Castelli. Anche in questo caso è stato su AmareVignola che l’allarme è risuonato più forte (vedi), contribuendo, assieme all’intervento della lista di cittadini Vignola Cambia e di diversi operatori del Circolo Didattico di Vignola, al ripristino del servizio, seppure con una gestione affidata ad un’associazione di volontariato (vedi). Terzo esempio è quello del progetto di realizzazione di un parcheggio nelle basse di Vignola (vedi), nell’ambito del progetto del “parco Città dei bambini o delle bambine” (o “parco sotto villa Braglia”). Qui l’amministrazione, dopo aver dichiarato pubblicamente lo “stop al consumo di territorio non compromesso” si apprestava ad abbattere ciliegi per realizzare al loro posto un parcheggio! Anche in questo caso il puntare i riflettori su una scelta non coerente con le precedenti dichiarazioni programmatiche ha spinto l’amministrazione comunale a rivedere i propri piani e ad abbandonare il progetto.
[3] L’efficacia di un blog che tratta di vicende locali non si misura solo nella partecipazione diretta ai processi decisionali della politica o dell’amministrazione. Questo è un aspetto non irrilevante, ma personalmente ritengo importante innanzitutto la funzione di richiamo dell’attenzione dell’opinione pubblica locale su temi normalmente trascurati dai media locali (es. le trasformazioni demografiche, l’organizzazione della governance della “holding”-comune o la trasformazione dell’economia locale a seguito della crisi economica scatenatasi a partire dal 2008) e su quelle politiche su cui la comunicazione dell’amministrazione si esercita secondo i principi del marketing, ovvero nel tentativo di mettere in luce solo il “lato buono” della propria azione (nascondendo errori ed insuccessi). E’ importante riconoscere che qui è in gioco uno dei diritti di cittadinanza in Italia più bistrattati: quello dei cittadini ad essere informati in modo obiettivo su costi, efficacia ed effetti di politiche ed iniziative realizzate da “coloro che governano a nostro nome”. Il diritto ad una “buona” informazione (il più possibile oggettiva, completa, user–friendly ed accessibile con facilità) è infatti il prerequisito perché chi amministra sia chiamato alla propria responsabilità, ovvero sia spinto a “rendere conto” in modo non propagandistico, come invece avviene assai spesso anche a livello locale (vedi). Oggi, in effetti, l’amministrazione comunale si avvantaggia, nei confronti delle opposizioni consiliari e dei comuni cittadini, soprattutto in termini di informazioni detenute (ma non più in termini di capacità esibite – queste, anzi, lasciano a desiderare assai). L’accesso privilegiato alle informazioni, il disporre un’intera macchina amministrativa al proprio comando, il poter controllare i tempi di istruttoria delle decisioni prima di portarle nell’agone pubblico del consiglio comunale – sono questi i fattori che vengono spesso manovrati anche con l’intento di sottrarre temi e decisioni al dibattito pubblico o di impedirne la crescita. Se si ha presente questo modo (non privo di intenti di “manipolazione”) di funzionamento del sistema politico-amministrativo allora risulta evidente l’importanza di mezzi e strumenti che continuamente mettono in discussione l’agenda politica, cercando di far emergere nuovi temi all’attenzione della collettività: es. le condizioni di “degrado” del centro storico (vedi), il fallimento delle politiche di contrasto del disagio abitativo, l’abbandono delle decisioni impegnative sull’assetto istituzionale locale (Unione di comuni o “fusione” di comuni? vedi), il mancato coinvolgimento dei cittadini nel governo della città e nella definizione del PSC (vedi), ecc. Risulta ugualmente evidente l’importanza di mezzi e strumenti che continuamente offrono un’analisi delle politiche e delle decisioni amministrative, una loro “lettura” alternativa (e spesso correttiva rispetto alla presentazione “propagandistica” che ne fanno sindaco e giunta). Senza pretendere di affermare che questa funzione sia stata svolta prevalentemente da questo blog è certo che esso ha contribuito in misura significativa sia a richiamare l’attenzione su temi rimasti nell’ombra (un esempio su tutti: la presenza dei cittadini stranieri e la sfida che essa pone in termini di integrazione nella società e nella scuola – vedi), sia ad offrire una “diversa” lettura delle politiche locali e dell’azione dell’amministrazione comunale (un esempio su tutti: la scelta scellerata, imposta dal comune di Vignola, di collocare la nuova sede AVIS nella zona artigianale! vedi).
[4] Il territorio in cui noi viviamo è mutato profondamente nel corso degli ultimi anni – questo è uno dei temi su cui AmareVignola ha focalizzato l’attenzione in più occasioni. A Vignola, molto più che in altri comuni limitrofi, si è realizzato un processo di urbanizzazione delle campagne (sprawl) (vedi). Oggi la campagna vignolese è sempre meno territorio agricolo e sempre più una “villettopoli”. Ma ciò è anche la conseguenza di errori di legislazione locale (vedi). Allo stesso tempo la città ha perso il tradizionale rapporto con l’ambiente circostante: con il fiume (vedi), sempre più spesso area non percepita ed a volte soggetta a degrado (vedi) o comunque minacciata da dissennati interventi umani (vedi), e con la collina, sempre più zona di insediamenti residenziali che ne stravolgono paesaggio e funzione (vedi). Trasformazioni ugualmente significative sono avvenute in città. Nonostante l’impegno alla riqualificazione di aree urbane ed a dotare Vignola di nuovi edifici e nuovi luoghi pubblici (la nuova biblioteca Auris, la piazza riqualificata davanti a Villa Braglia, Corso Italia risistemato, la manutenzione di “Palazzo Barozzi”, il nuovo teatro Ermanno Fabbri, ecc.) si rileva la presenza di processi problematici dal punto di vista economico e sociale: è cresciuta la concentrazione dei residenti stranieri in centro storico (ora più del 50% dei residenti: vedi), segno di un degrado abitativo; gli spazi della città meglio vocati alla socialità sono tuttora invasi dalle automobili, senza che l’amministrazione sia in grado di elaborare un’alternativa (vedi) in grado di coniugare vitalità del commercio e qualità della vita degli abitanti (vedi); molte delle aree di verde pubblico soffrono di una scarsa manutenzione e di dotazioni inadeguate di arredi e giochi (vedi); intere aree risultano abbandonate (vedi Brodano) e sono a rischio degrado. Alla trasformazione fisica della città si accompagna la sua trasformazione sociale. Ai gruppi sociali caratterizzati da un tradizionale benessere economico diffuso si affiancano nuovi arrivati (almeno il 25% della popolazione residente) dal Sud Italia e da altri paesi. I residenti stranieri sono oggi pari al 15-16% della popolazione complessiva (vedi). Reti transnazionali portano qui colf e badanti, ma anche l’organizzazione di traffici sessuali lambisce il nostro territorio (vedi). Si manifestano vecchi e nuovi fenomeni di violenza su cui occorre richiamare l’attenzione in quanto spia di un sommerso inquietante. Colpisce soprattutto la violenza nei confronti delle donne (vedi), con episodi assai gravi di tentata violenza (vedi), violenza sessuale (vedi), omicidio (vedi). Richiamare l’attenzione sugli aspetti problematici rischia di offrire un’immagine distorta della realtà vignolese, ma gli episodi più eclatanti difficilmente possono essere compresi senza riferimento ai processi “sommersi” di trasformazione sociale. La crisi economica esplosa nel 2008, inoltre, infragilisce un tessuto economico da tempo a prevalenza di terziario (commercio e servizi alle imprese), riducendo ulteriormente il contributo delle attività manifatturiere alla ricchezza locale (basta fare un sopralluogo nella cosiddetta zona artigianale). L’agricoltura, d’altro canto, oltre ad essere assolutamente marginale (per quanto importante per la tutela del territorio) non è certo in grado di esercitare attrazione nei confronti delle giovani generazioni (non a caso l’età media degli agricoltori risultava pari a 62 anni, secondo i dati del quadro conoscitivo del PSC: vedi). Qui da noi come altrove il costo della crisi (es. in termini di mancate opportunità di occupazione qualificante) si scarica dunque fortissimamente sui giovani (vedi). Nuove tensioni sociali e perdita di dinamismo dell’economia richiederebbero una classe politica all’altezza di una sfida assai impegnativa. Che però non c’è. La giunta comunale esibisce “qualità” sconfortanti (vedi), mentre le dinamiche in seno all’Unione Terre di Castelli segnano un’empasse, proprio quando occorrerebbe ricercare maggiore efficienza ed efficacia spostando servizi e politiche dalla micro-scala comunale a quella del territorio distrettuale. Nei primi due anni della nuova legislatura – in cui è risultata evidente la profondità della crisi e dei suoi effetti – l’Unione Terre di Castelli non ha prodotto una nuova idea che sia una! La riflessione su un assetto istituzionale più avanzato (fusione di comuni?) è stata affossata prima che potesse prendere il via (vedi). Dal punto di vista delle politiche economiche ed a sostegno dell’innovazione produttiva è mancata volontà e capacità (forse anche percezione della profondità della crisi, nient’affatto passeggera) per mobilitare risorse significative, magari anche tramite un “patto” pluriennale con la Fondazione di Vignola. Non sarebbe stato lungimirante, ad esempio, rivedere l’allocazione delle risorse investite annualmente dalla Fondazione (1,8 milioni di euro), destinandone il 50% in ricerca e sviluppo, in innovazione, in iniziative di green economy (vedi)? Peccato che questa discussione non sia stata neppure iniziata! Ugualmente inesistente è l’immaginazione di politiche culturali evolute a livello di territorio (vedi) così come lo sviluppo di politiche ambientali (acqua, energia, rifiuti) che, facendo anche leva sulle nuove “sensibilità” prodotte dalla crisi, accelerino la trasformazione dei comportamenti verso una migliore sostenibilità ambientale (vedi). Ugualmente deludente è risultata la prassi della nuova amministrazione comunale sotto il sindaco Denti in merito ad un nuovo modo di amministrare e di rapportarsi ai cittadini. Nessuna significativa innovazione è avvenuta in merito al ciclo di programmazione-controllo-rendicontazione. Nessuna innovazione sul tema della governance (indirizzo e controllo della galassia delle “partecipate”). Nulla di nulla in tema di trasparenza (vedi). Solo marketing in tema di partecipazione (vedi).
[5] Non c’è dubbio che informazione ed analisi su AmareVignola costituiscano un esercizio di “critica militante”. Ovvero di una critica che cerca di tenere assieme l’impegno a promuovere una specifica visione (democrazia, solidarietà, ambiente – per riprendere le parole chiave della lista di cittadini Vignola Cambia) con la ricerca dell’oggettività. E’ un esercizio riuscito? E’ utile per la comunità vignolese? Penso di sì, anche se – ovviamente – l’ultima parola spetta ai lettori.
Sì che è utile; Anzi, è necessario! Auguro ad Amare Vignola di raggiungere altri traguardi ancor più prestigiosi. Poi, come ovvio, non si può piacere a tutti (e anch’io ne ho ben donde), ma questo non deve essere per noi un problema.
P.S. onorato di essere il primo a commentare il 500°
Grazie Alex! Anch’io penso che serva terribilmente, specie in realtà “piccole” e provinciali come Vignola un dibattito a più voci sulla città, la sua trasformazione, le scelte dell’amministrazione comunale. Per Bologna e Modena alcuni commentatori osservano, descrivono e criticano le vicende cittadine (e dell’amministrazione) sui quotidiani locali. Per realtà come Vignola e come l’Unione Terre di Castelli non è dato tanto e dunque i blog sono, con ogni probabilità, l’unico mezzo per un dibattito locale. Aggiungo anche una cosa. Anche i piccoli “poteri” di casa nostra, nonostante i proclami a favore della trasparenza e della partecipazione, fanno il possibile per neutralizzare, sterilizzare il dibattito, il confronto, l’informazione “indipendente” o anche solo contrastante, non allineata. Bisogna riconoscere che in questo sta oggi la ragione della mobilitazione “diretta” dei cittadini, l’impossibilità di affidarsi ad un partito, qualsiasi esso sia. Io lo dico pur essendo iscritto al PD, ma vedo che – purtroppo non solo a livello locale – c’é ancora uno scarto troppo grande tra le dichiarazioni d’intenti, spesso condivisibili, e la realtà della pratica quotidiana. Se da un lato siamo tutti consapevoli che non si può fare a meno dei partiti, siamo altrettanto consapevoli che questi partiti non ci poreteranno da nessuna parte! Forse un passo in avanti potrà essere fatto attuando la norma costituzionale che prevede norme di legge per l’organizzazione della vita dei partiti per esplicitare i diritti degli iscritti, garantire trasparenza (su cariche, bilanci, doppi incarichi, ecc.), garantire una vita interna democratica. Certo che fino a quando sul lato del centrodestra vi sarà un “partito padronale” il PD avrà gioco troppo facile nel presentarsi come alternativa attraente, pur con tutte le sue contraddizioni non ancora sciolte. Per questo oggi è indispensabile il pungolo dei cittadini e delle loro liste. Sono convinto che questa oggi sia una funzione fondamentale! Spazio alla critica, all’informazione indipendente ed al dibattito pubblico, dunque!
Una Vignola costretta a scegliere il meno peggio, tra un’esponente della sinistra che frequenta i locali più chic, ed il leghista, un comunista con la mutanda verde, rinnovo l’invito: perché non torni in via Bellucci, con una lista civica? Ne avremmo bisogno
Non rispondo alle provocazioni! O meglio, ho già risposto:
https://amarevignola.wordpress.com/2009/04/18/ricomincio-da-tre/
E poi tu mica risiedi a Vignola! O no? Il tuo “ne avremmo bisogno” è un po’ sospetto.
Grazie del Link, ora capisco talune cose.
Chiarisco solo qualche punto. Io non solo sono nato e vivo a Vignola, dove pertanto sono residente, ma, proprio come il titolo del tuo blog, io Amo Vignola. Forse ho usato un registro o termini sbagliati: non volevo provocarti, anzi. La mia, cioè rivederti nell’amministrazione, è una speranza! Ti 6 riposato, hai ricaricato le pile e ora hai dato dimostrazione di aver buone idee. Condivido in toto quello che scrisse Bini quando sostenne di non condividere sempre quanto sostieni ma di apprezzare comunque il tuo impegno, che mostra, se mai ce ne sia ancora bisogno, quanto tu possa “Amare Vignola”. Credimi se dico che spero di vederti in Via Bellucci, magari proprio con una lista che si chiami “Amare Vignola”…e davvero, ti prego di credermi, ne avremmo bisogno.
Grazie Alex dell’apprezzamento che senza dubbio mi fa piacere. Faccio solo notare che la lista civica c’é già ed è già al lavoro. Si chiama Vignola Cambia ed oggi ha in consiglio comunale un consigliere, Chiara Smeraldi. Come dissi in campagna elettorale io trovo convincenti i principi guida che loro hanno indicato nel simbolo: democrazia, solidarietà, ambiente. E come si è visto in occasione della discussione del bilancio di previsione 2010 e 2011 questo gruppo di persone ha senza dubbio maggiore capacità di visione dell’attuale maggioranza. Per info: http://vignolacambia.wordpress.com/