Affreschi del XV secolo a Monteforte di Montese, di Umberto Ballestrazzi

L'abside affrescata (1451) dell'oratorio della Rocca di Monteforte

L’abside affrescata (1451) dell’oratorio della Rocca di Monteforte

Monteforte si trova in prossimità di Montese, su uno sperone roccioso (vedi la mappa su Google Maps). Seguendo una ripida strada si raggiunge la cima, dove una volta era situato l’antico castello. Qui, oltre che sulle vallate circostanti, si apre uno scorcio sul passato che sembra essersi congelato per giungere quasi intatto fino ai giorni nostri (purtroppo, a deturpare tutta l’area, è presente un ripetitore su cui non mi soffermo perché non ne conosco le vicende anche se è un tale scempio che non esiste business in grado di giustificarlo). Il castello venne costruito probabilmente prima del XIII secolo anche se la prima citazione risale al 1222. Le sue mura vennero definitivamente distrutte nel 1535 dopo secoli di dispute e di saccheggi tra i vari signori locali. Dell’antico splendore del castello rimangono una porta di ingresso (attualmente una torre campanaria), la cisterna, la cappella e parte delle mura di fortificazione oltre agli straordinari scorci che si aprono tra la vegetazione (non presente nel medioevo) che hanno consentito agli antichi signori di controllare, e a noi di ammirare, tutte le vallate circostanti. Impossibile immaginare come realmente fosse la roccaforte nel periodo del suo massimo splendore anche se qualche temerario ha tentato di operare una ricostruzione grafica. Personalmente mi auguro che un giorno si riescano a trovare i fondi per scavare, valorizzare ma soprattutto conservare tutto quello che il terreno ancora nasconde dell’antico castello. Quello che però mi ha veramente colpito di quest’area, sono stati gli affreschi conservati all’interno della piccola e semplicissima cappella, caduta anch’essa in disuso a seguito della distruzione delle mura, ma conservata nei secoli per rispetto verso il sacro.

Particolare dell’affresco dell’ultima cena (1451), Oratorio della Rocca di Monteforte di Montese

La sua edificazione deve essere avvenuta nel periodo in cui il castello e le terre limitrofe hanno iniziato ad essere abitate quindi verosimilmente attorno al XII secolo. Dai documenti sappiamo, con certezza, che esisteva alla fine del XIII secolo. Ovviamente, nel corso dei secoli è stata oggetto di vari interventi sia per conservarla che per adattarla ai nuovi gusti del tempo (ad esempio costruendo, nel 1659, un arco di trionfo).

L’oratorio presso la Rocca di Monteforte

Gli affreschi, nella zona absidale, sono invece stati dipinti nel 1451 (ad opera di un ignoto pittore estense) poi scialbati probabilmente nel 1659 per giungere discretamente conservati fino al 1975, anno in cui sono stati recuperati. Purtroppo parte degli affreschi sono caduti (sicuramente due evangelisti e un’altra scena) e i cocci sono stati coperti dal pavimento seicentesco in cotto che ora ricopre la zona absidale ed il resto dell’oratorio. Dopo la loro riscoperta diversi sono stati i critici locali che si sono occupati degli affreschi azzardando talvolta ipotesi poco supportate dalla documentazione. Certo è che gli affreschi (escludendo i palinsesti, in particolare Montebonello, altra chiesa che sicuramente vale la pena visitare) rappresentano il ciclo prerinascimentale più esteso e pertanto più interessante giunto a noi di tutta la zona del Frignano.

L’abside affrescata (1451) dell’oratorio della Rocca di Monteforte

Entrando nell’oratorio si viene immediatamente colpiti dal fascino della parete di fondo. Qui è dipinta una graziosissima Madonnina che regge Gesù Bambino, la Madonnina che ha ispirato il romanzo di Marco Santagata, Il maestro dei Santi Pallidi. A destra due santi, Sant’Antonino a cui l’oratorio è dedicato e Santa Barbara protettrice di torri e fortezze.

Madonna con il bambin Gesù, affresco del 1451, Oratorio di Monteforte

Giungendo nella zona absidale si possono ammirare gli affreschi nella sua interezza. Sulla parete destra, nel registro inferiore, è rappresentata una singolarissima ultima cena in cui il committente ha deciso di non inserire Giuda (peculiarità veramente insolita e difficilmente comprensibile nella cultura medievale). Più in alto, nel secondo registro,  sono rappresentati due dei quattro evangelisti (identificabili dal cartiglio che reggono) con sembianze umane ma alati (altra peculiarità insolita). Infine, in alto, un Pantocratore che regge un libro con su scritto [EGO SUM LUX] MO(N)DI VIA VERITAS ET VITA, “Io sono la Luce del Mondo, Via, Verità e Vita”.

Ultima cena, affresco del 1451, Oratorio di Monteforte

In tutto il ciclo sono presenti diverse diciture tra cui i nomi degli apostoli (che ci consentono di sapere che Giuda è escluso dalla cena), i nomi dei santi e degli evangelisti, ecc. La scritta più interessante, ed anch’essa piena di storia, è senz’altro la scritta dedicatoria presente sotto a Sant’Antonino e Santa Barbara. Essa è presente due volte, in una bozza incisa (che lascia intuire la scritta iunio oltre che 14LI che potrebbe indicare il Giugno del 1451) e nella scritta dedicatoria vera e propria
che verosimilmente significa: “Donna Giovanna di Renno – piccolo paesino del Frignano in prossimità di Pavullo – fece fare [questo affresco] a rimedio dell’anima del signore Giovanni di Busana – altro piccolissimo centro sull’Appennino reggiano – plebano della pieve di Maserno, 14L[?]”. Infine, diverse altre sono le figure (un Vir Dolorum, un Sole ed una Luna, altri disegni che decorano tutto il ciclo, ecc.) che vale la pena di scoprire recandosi personalmente sul luogo.

Scritta dedicatoria del ciclo di affreschi (1451) dell’Oratorio della Rocca di Monteforte

Se ci soffermiamo a guardare le varie figure con un occhio più critico ci rendiamo immediatamente conto che diversi sono stati i pittori che si sono occupati dell’affresco. Sicuramente il Maestro che si è occupato delle prospettive (ancora abbastanza ignote nelle zone periferiche dei domini estensi) e delle figure più belle ma anche uno o più aiuti che hanno completato l’opera sotto la sua supervisione. Infine è fondamentale un confronto con quella che è la pittura estense del periodo. Più per stimolare altre letture che per approfondire, questi affreschi si collocano stilisticamente tra quella che è la massima espressione della cultura tardogotica estense giunta fino a noi, le pitture del Castello di Vignola (1425 – 1430), e la cultura rinascimentale che a fine anni ’40 del ‘400 stava prendendo piede anche nella capitale, Ferrara. Il Maestro di Monteforte senz’altro ha avuto modo di confrontarsi con la cultura rinascimentale che ha espresso aggiungendo accenti locali (emiliani, o meglio, estensi) sia per capacità (sicuramente non ci troviamo davanti ad un maestro di primaria grandezza) ma anche per cultura. Senza abbandonarmi a romanticismi concludo dicendo che è davvero emozionante osservare questi affreschi dimenticati ed ignorati ma pieni di storia e di quel sentimento religioso che per secoli ha accompagnato le vicende dei nostri luoghi.

Resti dell’antico castello di Monteforte, ora coperti. Foto archivio Uber Ferrari

Questo articolo è un riassunto di una tesi di laurea in cui ci sono approfondimenti, riferimenti e ovviamente ringraziamenti a tutti coloro che vi hanno contribuito.

Umberto Ballestrazzi

Informazioni di servizio. L’oratorio di Monteforte è visitabile solo su richiesta. Ci si può rivolgere al Comune di Montese oppure chiedere direttamente alla casa che si trova sulla salita che conduce alla Rocca, subito prima di arrivarvi. In genere custodiscono la chiave d’accesso e possono consentire la visita. Qui si può visualizzare su Google Maps la Rocca di Monteforte di Montese .

2 Responses to Affreschi del XV secolo a Monteforte di Montese, di Umberto Ballestrazzi

  1. Silvana Riccò ha detto:

    Abito vicino all’oratorio di Monteforte e, se fosse possibile, mi piacerebbe leggere la tesi di laurea alla quale l’articolo fa riferimento. Grazie. Silvana Riccò

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Ciao Silvana, l’articolo sull’oratorio di Monteforte è stato scritto da Umberto Ballestrazzi. Puoi rivolgerti a lui e sentire per avere copia della sua tesi. Il suo indirizzo e-mail è bubi@bubi.it
      Ciao.

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