Ripristinato il trasporto scolastico per le scuole dell’infanzia!

Da lunedì 10 gennaio sarà ripristinato il servizio di trasporto scolastico per la scuola dell’infanzia di Vignola. Ricordo che il servizio era stato completamente cancellato in seguito alla delibera del Consiglio dell’Unione Terre di Castelli n.38 del 28 luglio 2010 (vedi). Quella decisione era una conseguenza del fallimento della manovra, condotta maldestramento dall’Unione, per trasferire la funzione di “scodellamento” al personale scolastico. Poiché il taglio alle spese scolastiche non era andato in porto, l’Unione aveva deciso di procedere con altri tagli, sempre ai servizi scolastici. Vittima dell’operazione era risultato anche il servizio di trasporto scolastico (lo scuolabus) per le scuole dell’infanzia. In questo modo erano state appiedate circa un centinaio di famiglie che fino all’anno scolastico 2009/2010 avevano potuto fare affidamento sul servizio. Con la decisione annunciata oggi l’amministrazione comunale di Vignola pone parzialmente rimedio a quella decisione. Alla cancellazione dello scuolabus per la scuola dell’infanzia. In questo modo l’amministrazione comunale riconosce “l’inefficacia delle misure finora adottate [quali? Il servizio è stato semplicemente cancellato!] per garantire il trasporto per la scuola dell’infanzia”. Tradotto: riconosce che la soppressione del trasporto per la scuola dell’infanzia tocca il diritto alla frequenza scolastica, visto che diverse famiglie non hanno altra possibilità che quella di affidarsi al servizio per far accedere il proprio figlio alla scuola. Questo ravvedimento è una buona cosa. E’ il riconoscimento di una scelta sbagliata. Una scelta sbagliata sia perché, appunto, tocca diritti importanti (vedi). Sia perché riduce l’efficacia delle critiche alle scellerate politiche scolastiche del governo Berlusconi; politiche di meri tagli alla spesa per la scuola pubblica. Gli enti locali non possono certo supplire con proprie risorse alla riduzione dei finanziamenti all’istruzione pubblica decisa dal governo, ma hanno il dovere (se vogliono testimoniare una capacità di visione e di buon governo) di dimostrare la qualità delle proprie decisioni. Ad esempio esplicitando il ragionamento (la sua qualità) che sta dietro anche ad una riduzione dei finanziamenti locali.
Il comunicato stampa dell’amministrazione comunale in merito contiene anche una dichiarazione dell’assessore alla formazione del comune di Vignola, Maria Francesca Basile, che si dice soddisfatta perché “abbiamo ripristinato il trasporto per le scuole dell’infanzia perché crediamo che sia compito delle istituzioni eliminare gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona ecc. ecc. ecc.”. Qui però un commento è d’obbligo. Bisogna infatti ricordare tre cose, che invece l’assessore Basile evita accuratamente di menzionare.

Gino Severini, L'autobus, 1913 (Museo del '900, Milano, 27 dicembre 2010)

[1] Il servizio di trasporto scolastico per la scuola dell’infanzia è stato cancellato da una decisione dell’Unione Terre di Castelli del luglio scorso. Tutta favorevole alla cancellazione del servizio si espresse allora l’intera giunta dell’Unione – sindaco Denti incluso. E l’assessore Basile dov’era? Si rendeva conto della gravità della decisione allora presa? Probabilmente no. Infatti nelle occasioni pubbliche in cui è stata chiamata in ballo per quella decisione (per il suo avvallo o per la sua irrilevanza in merito) l’ha sempre difesa, ad esempio sostenendo che “è una scelta obbligata dettata dai tagli imposti dal Governo”. Oggi vediamo che non era affatto una “scelta obbligata”. Ma per portare l’assessore a questa consapevolezza c’è voluta un po’ di gente che la tirasse per la giacca, così da richiamare la sua attenzione. Oltre al sottoscritto (con diversi post su AmareVignola: prima il 24 settembre: vedi; poi l’11 ottobre: vedi; infine il 22 ottobre: vedi; ed anche con un comunicato stampa ripreso dai quotidiani locali il 25 e 26 settembre), sono intervenuti sulla stampa locale contro la cancellazione del trasporto scolastico: la CGIL, il consigliere comunale Antonio Guarro del PDL, il consigliere comunale Chiara Smeraldi della lista civica di Vignola Cambia. Tutto questo per richiamare l’attenzione dell’assessore sull’errore che l’amministrazione aveva commesso e sull’esigenza di ripristinare il servizio. Onestà intellettuale vorrebbe che l’assessore riconoscesse che è stata fortemente “aiutata” a maturare la convinzione dell’importanza della “valenza educativa della scuola dell’Infanzia” e della necessità di agevolare quelle famiglie che intendono farla frequentare ai loro figli. Ma mi rendo conto che nella situazione della politica odierna questo è chiedere decisamente troppo.

Aldo Bergonzoni, Bambina che gioca, 1933 (Museo del '900, Milano, 27 dicembre 2010)

[2] Bisogna poi ricordare che nei primi quattro mesi dell’anno scolastico il servizio è stato cancellato e che ciò ha creato forti disagi ad un numero, forse non particolarmente elevato, ma comunque significativo, di famiglie. E che diverse di queste hanno infine deciso di tenere a casa da scuola i propri figli, essendo nell’impossibilità di portarli personalmente a scuola. Queste famiglie – e questi bambini – meriterebbero almeno delle pubbliche scuse per i disagi patiti. Ma anche qui … idem come sopra.

Achille Funi, Uomo che scende dal tram, 1914 (Museo del '900, Milano, 27 dicembre 2010)

[3] Infine occorre osservare che sulle modalità operative non sappiamo ancora nulla (e gli aspetti operativi – costi, orari, modalità del servizio, ecc. – hanno la loro rilevanza per la “qualità” del servizio). Sappiamo che il servizio sarà attivato grazie alla collaborazione con il mondo del volontariato e grazie alla Polivalente Olimpia. E questa è buona cosa. Pare poi di capire che sarà una soluzione ad hoc promossa dal comune di Vignola, non da tutta l’Unione Terre di Castelli (a cui pure è delegata la competenza per i servizi scolastici). Insomma un intervento che amplia la “balcanizzazione” dell’Unione Terre di Castelli, in cui risulta sempre più evidente che sotto un velo di pseudo-omogeneità ogni comune fa per sé. Ribadisco, quindi. E’ positivo il ripensamento manifestato dall’amministrazione comunale con questo nuovo “servizio”. Ma sono ugualmente presenti – anche se le dichiarazioni dell’assessore Basile cercano di nasconderle od esorcizzarle – diverse ombre su questa tribolata vicenda. Speriamo solo che questa nuova iniziativa garantisca effettivamente la possibilità di recuperare alla scuola dell’infanzia quei bambini che, senza un servizio di trasporto, sono stati trattenuti a casa.

4 Responses to Ripristinato il trasporto scolastico per le scuole dell’infanzia!

  1. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Dimenticavo una cosa importante. Sempre per richiamare l’attenzione di un assessore sbadato (e di un sindaco distratto), la lista di cittadini Vignola Cambia ha presentato una mozione, nella seduta consiliare del 26 ottobre 2010, intitolata “Per una scuola di qualità e per il diritto alla scuola”, dove si impegnava il sindaco di Vignola a riaprire il “confronto” in sede di Unione Terre di Castelli in merito al trasporto scolastico per la scuola dell’infanzia, cancellato con la delibera del luglio 2010. La mozione è stata poi approvata all’unanimità (con qualche modifica) da tutte le forze consiliari, sia di maggioranza, che di opposizione. E’ bene che i cittadini di Vignola interessati ai servizi per l’infanzia ed alla scuola sappiano questo. Ovvero che anche su un tema relativo ai diritti all’istruzione (come poi ha riconosciuto l’assessore Basile nel suo comunicato stampa, trasmesso ai quotidiani locali il 4 gennaio) questa amministrazione (assessore in testa) ha avuto bisogno di una robusta dose di sollecitazioni prima di accorgersi dei danni che stava facendo. E provare a rimediarvi.

    • Piera ha detto:

      E’ la prima volta che scrivo su questo blog, ma siccome ti seguo da molto tempo mi permetto di darti del tu, nella speranza di non esagerare.
      Ho seguito su questo blog e sui giornali la vicenda sin dal suo inizio (i tuoi interventi, quello di Chiara Smeraldi e quello della CGIL), e ritengo che in quest’ultimo post tu abbia inquadrato la questione con la solita lucidità.
      Però c’è una cosa su cui proprio non sono d’accordo, e sulla quale ti chiedo (ma forse dovrei chiederlo all’Assessore) di riflettere.
      Tu scrivi: “Sappiamo che il servizio sarà attivato grazie alla collaborazione con il mondo del volontariato e grazie alla Polivalente Olimpia. E questa è buona cosa.”
      Secondo me non è per niente una buona cosa. Non per la Polivalente Olimpia, non vorrei essere fraintesa. Ma perchè in quel servizio lavoravano delle persone, e che ora sono a spasso o con lo stipendio notevolmente ridotto. Li leggo i giornali, sono pieni di comunicati dei sindacati che spiegano che ad ogni riduzione degli appalti delle persone rimangono senza stipendio, oppure ne perdono una fetta importante.
      Ma qui è diverso: prima c’era un servizio dove lavoravano delle persone, adesso c’è un servizio dove ci sono dei volontari!
      Vorrei essere chiara ed andare per punti, come fai tu:
      1. è importantissimo che il servizio sia stato ripristinato (speriamo, come dici tu, con buone modalità)
      2. il ruolo del volontariato è fondamentale
      3. mi è chiaro che i comuni stanno cercando di fare fronte a tagli epocali
      Però se accettiamo che i comuni tagliano ed il volontariato fa il servizio (ovviamente come può, nel senso che non posso pretendere che i volontari si comportino come stipendiati…) allora debbo anche accettare che quando la maestra di mio figlio si ammala vada a sostituirla una brava persona del circolo Arci, oppure dell’Avap, o quello che preferisci.
      Ed io proprio questo non lo accetto!!
      Penso che la nostra società per salvaguardare i servizi debba avere rispetto per coloro che ne usufruiscono, ma anche per quelli che ci lavorano.
      Poi lascio ad Assessori, sindacati, aziende (ed anche Paltrinieri) il modo in cui trovare una soluzione per questi anni di crisi (e, se mi permetti, di malgoverno della crisi).
      Bene, mi scuso con te e con gli altri lettori del blog dello sfogo, ma dovevo farlo.
      Ormai che mi sono sbloccata (è tanto che pensavo di scrivere…) se non rompo troppo magari lo rifaccio.
      Grazie dell’attenzione.

  2. sergio smerieri ha detto:

    Piera, rispondo io prima dell’autore del blog, solo per condividere il tuo pensiero e aggiungere un contributo MOLTO personale alla discussione. Quello che tu tracci è un tema che io condivido e che vivo sulla mia pelle quotidinamente: i volontari dipingono la scuola, i volontari fanno assistenza medico-sanitaria, i volontari spazzano le strade, i volontari fanno i vigili e fanno anche i fotografi. Ti spiego il mio caso: io faccio il fotografo. E’ chiaro che, in periodi di crisi, si fa di necessità virtù ma, a me , la cosa che da più fastidio è che la necessità sia assolta dai pensionati, i quali, anche se poco, comunuqe un loro gruzzolo lo portano a casa e hanno già terminato il loro percorso lavorativo. Il tutto a scapito di piccole aziende individuali, come la mia che, oltre a sostenere spese per la loro attività investendo proprie risorse, si vedono negare opportunità di lavoro perchè un pensionato, vuoi che si annoia durante il giorno, o invece di stare con i nipotini o al bar, o non ha i nipotini, offre la sua disponibilità gartuita per fare cose che, indubbiamente sa fare, ma che ora è non spetterebbero a lui, ma a chi tutt’ora PAGA (ICI, INPS, IRAP, ecc ecc) per potere lavorare e contribuisce a pagare anche la sua pensione. Spesso, tra l’ altro, la figura citata o lo fa gratis ,o, se prende qualcosa, è sotto forma di rimborso, spesso neanche contabilizzato. Vedi, questa è pura sana polemica, me ne rendo conto ma, se esasperiamo il concetto, sarebbe come se il Comune chiedesse ai pensionati di fare i postini, di fare i baristi, i muratori o gli spazzini: è ovvio che risprmierebbero, ma si fermerebbe anche un indotto generale che comunque fa paese. Sarebbe legittimo tutto ciò in caso di mancanza di figure di riferimento sul territorio ma, proprio come dici tu per quanto riguarda il servizio pullman, questa è una chiara partita di giro. Perchè???? Perchè un domani, metti caso che al governo della città vada la Lega nord, la quale non ha per affinità elettive, simpatie o sinergie con l’Olimpia…questo servizio verrebe a cadere o magari fatto da un loro simpatizzante che possiede un pullmino e che al mattino, in cambio di non so cosa, porta a scuola i bimbi. Anche solo per il nobile sentimento di appartenza alla colletività…eccheccèdimale, cribbio! C’è di male che così non andiamo da nessuna parte. Concludo dicendo che ogni riferimento a fatti e persone NON è casuale ed è anche arcinoto; ma non si offendano i “pensionati” o agli “appasionati” a cui mi riferisco anche perchè, pur non ammettendolo, al mio posto la penserebbero come me o i miei colleghi fotografi. Ora, per provocare il nostro blogger, faccio un esempio: mettiamo che un ex radiologo vada in pensione e abbia comperato su ebay una obsoleta macchina per fare i raggi o le analisi del sangue e offra al comune la possibilità di fare ai dipendenti o alle scuole le analisi a 5 euro cad anzi che i 50 che una clinica privata chiede. Cosa succederebbe?… Li salva la legge che in materia sanitaria è molto più articolata che non sui trasporti o sulla documentazione fotografica…Ma il concetto non cambia. I soldi, se non ci sono, bisogna andare a prenderli dove sono. Voi lo sapete vero dove sono eh?

  3. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Prima di provare a rispondere alle sollecitazioni di Piera e Sergio mi sembra giusto riportare per intero il comunicato stampa di oggi della CGIL di Vignola in merito alla vicenda. La questione potrebbe sembrare marginale a tante persone (in fondo il servizio di scuolabus per la Scuola dell’infanzia era utilizzato da 30 famiglie vignolesi – un centinaio a livello di Unione). In realtà dietro c’é un tema molto serio, ovvero come gestire il ridimensionamento dei bilanci degli enti locali. E tra questi anche di quello del comune di Vignola. Ma procediamo con ordine.

    Scuolabus Vignola, bene il ripristino del servizio, ma …
    Modena, 14 gennaio 2011
    Nonostante nei giorni scorsi si sia svolto un incontro sulle scelte di bilancio del Comune di Vignola, i Sindacati apprendono solo ora dalla stampa che l’Amministrazione comunale ha deciso di ripristinare il servizio di scuolabus per le scuole materne, servizio che prima veniva fornito a livello di Unione Terre dei Castelli e che era stato soppresso qualche mese fa.
    “Scelta apprezzabile, che va nella giusta direzione di salvaguardare un servizio importante per le famiglie, ma che non può non essere valutata anche nelle sue contraddizioni” afferma la coordinatrice della Cgil di zona Patrizia Palmieri.
    In primo luogo si ripristina un servizio a livello comunale e non a livello di Unione, un evidente passo indietro rispetto all’idea di garantire servizi ed opportunità omogenei a livello distrettuale, in modo particolare in un momento in cui andrebbero rafforzate ed incentivate scelte collettive.
    “In secondo luogo – aggiunge Diego Bernardini della Fp/Cgil – ci preoccupano fortemente tutti i possibili scenari che si aprono con la decisione di non considerare più questo servizio come lavoro dipendente e darlo in gestione ad un’associazione di volontariato”.
    Va ricordato che per molti anni e fino a pochi mesi fa, il servizio scuolabus tramite regolare gara di appalto era interamente affidato a lavoratori dipendenti, alcuni dei quali nel momento della soppressione si sono trovati (e si trovano tutt’ora), con orario di lavoro e stipendio più che dimezzati. Una decisione che fu contestata dalla Cgil che chiese con forza all’Amministrazione dell’Unione di ripristinare il servizio.
    “Noi non crediamo – aggiungono i sindacalisti – che in questo momento di grave crisi occupazionale la risposta che gli Enti locali debbano mettere in campo, pur a fronte dei tagli che indubbiamente stanno subendo per opera del Governo, sia quella di ridurre i posti di lavoro, utilizzando il volontariato non a integrazione e supporto del sistema di servizi pubblici, ma in sua sostituzione”.
    Al di là della vicenda in questione, Cgil e Fp rilevano che i tagli del Governo stanno riducendo l’attenzione per la qualità e il valore del lavoro, e che ciò può aprire scenari preoccupanti, rischiando di legittimare e fare propria la visione dello Stato Sociale che hanno il Ministro del Welfare Sacconi e l’intero Governo: una pesantissima riduzione del sistema di protezione sociale del nostro Paese, attraverso una contrazione dell’intervento pubblico, sostituito dalla partecipazione sempre più massiccia di altri attori sociali, quali associazioni, famiglie, strutture religiose.
    “Siamo convinti – spiegano Palmieri e Bernardini – che questa visione di un welfare pubblico sempre più residuale, non sia condivisa dalle Amministrazioni modenesi, ma per questo è necessario però che le azioni siano conseguenti”.
    Per questi motivi Cgil e FP/Cgil della zona di Vignola solleciteranno un tavolo di discussione per affrontare le problematiche esistenti e ricercare soluzioni che non danneggino i lavoratori e le relative famiglie.

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