Dibattito a distanza con il PD sulla soppressione del servizio di trasporto scolastico per le scuole dell’infanzia

Evidentemente sollecitato, Maurizio Piccinini, capogruppo del PD nel consiglio dell’Unione Terre di Castelli, ha presentato un’interrogazione in merito ad “alcune recenti prese di posizione a mezzo stampa riguardanti i servizi scolastici dell’Unione”. In effetti sulla stampa locale i tagli ai servizi scolastici effettuati dall’Unione Terre di Castelli sono stati criticati da forze sociali e politiche (CGIL, lista civica Vignola Cambia) e dal sottoscritto (vedi). L’interrogazione presentata da Piccinini è dunque indirizzata, provocando la risposta del Presidente, nonché assessore alla scuola dell’Unione, Lamandini, a chiarire “ancora una volta” (sic!) “i dettagli di tali scelte e i criteri alla base delle stesse.” La risposta è stata fornita nella seduta del consiglio dell’Unione di giovedì 21 ottobre. A cosa si riferisce? All’interno di un “pacchetto” di tagli per 120.000 euro nel 2010 ed altri 360.000 nel 2011 (delibera del consiglio dell’Unione n.38 del 29 luglio 2010) gli aspetti maggiormente criticati sono stati l’azzeramento completo del trasporto scolastico per la scuola dell’infanzia (per una spesa di circa 100.000 euro su base annua) e la reintroduzione di piatti e posate di plastica usa-e-getta nelle mense scolastiche in tre dei 5 comuni (tra questi Vignola). Stranamente il presidente Lamandini, nella sua risposta, si è dimenticato di dare un dato significativo: questi servizi sono stati tagliati (a metà anno) per avere economie per 120.000 euro su un bilancio, però, che vede una spesa corrente di 55 milioni di euro! Si tratta dunque dello 0,2% della spesa corrente. Davvero non si riusciva a “fare economie” in altro modo? Ma procediamo con ordine, partendo dall’interrogazione di Piccinini.

Bertozzi & Casoni, scultura in ceramica (Milano, 20 luglio 2008)

[1] Il primo aspetto che va rilevato attiene a quanto scrive Piccinini nell’introdurre l’interrogazione. Scrive infatti che la sua interrogazione è mossa dall’“intento di affrontare il dibattito anche e soprattutto nella sede più opportuna” (vedi il testo in pdf). Solo chi ha scarsa consapevolezza di che cos’è la democrazia può fare affermazioni simili. Infatti non è affatto vero che le sedi istituzionali siano la “sede più opportuna” per il dibattito. Il fatto è che, per il dibattito, non esiste una sede più opportuna. La sede per il dibattito è infatti l’intera società e qualsiasi sua articolazione: da un fugace incontro faccia a faccia fino all’assemblea organizzata ed alla manifestazione di piazza. Passando per i giornali ed anche, oggi, per i “famigerati” blog. E’ in questa “infrastruttura comunicativa” della società che si forma l’opinione pubblica. Le istituzioni sono invece la “sede più opportuna” per prendere le decisioni e nel fare ciò possono ascoltare o meno i buoni argomenti che il dibattito pubblico, diffuso, ha prodotto e, per così dire, messo a loro disposizione. Ed in effetti sono state le prese di posizione di soggetti volti ad influenzare l’opinione pubblica che hanno spinto le istituzioni a giustificarsi per le decisioni prese. Se tali giustificazioni siano anche convincenti lo vediamo ora.

Bertozzi & Casoni, scultura in ceramica (Milano, 20 luglio 2008)

[2] Veniamo al merito. Gli argomenti relativi al perché è giusto criticare la soppressione del trasporto scolastico per la scuola dell’infanzia li ho già sviluppati in un precedente post (vedi). Ricordiamo innanzitutto i cattivi argomenti utilizzati nella lettera alle famiglie (circa 100 su tutto il territorio dell’Unione) per giustificare la soppressione di questo servizio: “la scuola dell’infanzia non fa parte dell’obbligo scolastico”. Dunque gli enti locali, che sono tenuti per legge a garantire servizi quali la mensa ed il trasporto scolastico per la scuola dell’obbligo, possono sentirsi esentati. C’è un però. Infatti, è vero che la scuola dell’infanzia non è scuola dell’obbligo, però è comunque una scuola rispetto a cui l’obiettivo (fissato dalla legge e assolutamente condiviso dal centrosinistra) è quello della “generalizzazione” dell’offerta. Pur senza essere obbligo, questa è riconosciuta come opportunità che deve essere offerta a tutti. Ma se le cose stanno così, se cioè è obiettivo riconosciuto quello della “generalizzazione” dell’offerta della scuola dell’infanzia, ne consegue che ugualmente “generalizzati” devono risultare quei servizi di competenza dell’ente locale che sono un mezzo per fruire pienamente della scuola: mensa e trasporto. Ovvero quei servizi che rendono effettivo un diritto alla frequenza che altrimenti rimarrebbe, per alcuni, sulla carta. E invece no. L’Unione Terre di Castelli ha deciso di non garantire il servizio di trasporto scolastico alla scuola dell’infanzia. Ha dunque deciso che il diritto di frequenza non è da riconoscere a tutti. In particolare non è valido per quelle famiglie che, per diverse ragioni, sono nell’impossibilità di portare i propri figli a scuola. Ed in effetti un certo numero di famiglie ha ritirato i propri figli da scuola, non essendo in grado di accompagnarveli autonomamente.  Ciò che vorrei far capire a chi amministra è che tra tagliare 100.000 euro dalla qualificazione scolastica e tagliare 100.000 euro dal trasporto scolastico, azzerando quello per la scuola dell’infanzia, c’è una differenza significativa. Una differenza di qualità. Il primo toglie opportunità, ma non lede diritti (la frequenza scolastica è comunque garantita). Il secondo toglie diritti, rendendo impossibile la frequenza scolastica. Stupisce davvero che non si colga questa differenza! Tagliare il trasporto scolastioco per la scuola dell’infanzia significa intaccare il diritto alla frequenza. Qui si toccano diritti che tutti noi vorremmo invece fossero riconosciuti. Per questo non è accettabile. Vi sono altri ambiti in cui poter tagliare la spesa. Ambiti che magari incidono sulla qualità del servizio, ma non intaccano diritti! E’ singolare vedere che il PD non ha gli strumenti concettuali per cogliere questa differenza.

Betozzi & casoni, scultura in ceramica (Milano, 20 luglio 2008)

[3] C’è un’altra cosa che dovrebbe essere detta: la mancanza di coinvolgimento dei cittadini nel delineare il profilo del welfare locale, specie in tempi di crisi. La questione dello scodellamento è esplosa perché le rappresentanze dei genitori della scuola (oltre alle istituzioni scolastiche ed alle organizzazioni sindacali) si sono trovate di fronte al fatto compiuto: le economie erano già inserite nel bilancio di previsione 2010 dell’Unione prima che esse venissero informate e coinvolte. E’ così che si intende la partecipazione? Oggi si annunciano “processi partecipativi” per coinvolgere i cittadini nel definire l’allocazione dei tagli (minori risorse) nel prossimo bilancio. Evidentemente si vuole condividere una responsabilità giudicata troppo impegnativa. Ma non è stato così ad inizio anno, nell’affrontare la questione dello scodellamento. Molti consiglieri dell’Unione  (anche di maggioranza) hanno compreso la posta in gioco direttamente nella seduta del consiglio! I consiglieri comunali, invece, neppure ne erano informati! Senza contare che la vicenda è letteralmente esplosa nella settimana intervenuta dopo lo slittamento dell’approvazione del bilancio di previsione (allorché il consigliere di opposizione Simone Pelloni ha fatto notare che, diversamente da quanto previsto dallo statuto, non era stato presentato il programma di legislatura: vedi)! E non è così neppure per quanto riguarda il PSC su cui l’Unione non è stata in grado di definire un percorso partecipativo con i cittadini di tutto il territorio, rimandando la questione ai singoli comuni con il risultato di un effetto “a macchia di leopardo” (vedi). Una partecipazione vera ed informata (ovvero con la disponibilità delle informazioni necessarie per formarsi un’opinione solida) dovrebbe invece essere ricercata per tutte le decisioni impegnative che riguardano il futuro di questo territorio. Non solo quando si tratta di decidere dove tagliare!

Bertozzi & Casoni, scultura in ceramica (Milano, 20 luglio 2008)

Riportiamo di seguito i due comunicati stampa predisposti da Lamandini per rispondere alle critiche ricevute:

Il Presidente Lamandini risponde alle critiche di CGIL sui servizi scolastici: “Al più presto tavoli di confronto con sindacati, associazioni e cittadini” (07/10/2010)
Sta arrivando un vero e proprio ‘tsunami’ e i tagli che siamo obbligati a fare quest’anno sono soltanto piccole avvisaglie di ciò che il Governo ci costringerà a fare nel 2011. Non sappiamo ancora se il taglio che sarà fatto dal Governo sarà di 2.5 o 3.5 milioni di euro e la cosa è incredibile. Al più presto cominceremo ad aprire tavoli di confronto con sindacati, associazioni e cittadini. La situazione che stiamo vivendo è molto difficile ma purtroppo tutto questo peggiorerà in modo sensibile nei prossimi anni. Il Governo ha fatto tagli enormi alle entrate dei comuni e la cosa folle è che ad oggi non sappiamo se per i cinque paesi di pianura dell’Unione il taglio sarà di 2.5 o 3.5 milioni di euro. Il Governo parla di tagli in proporzione, ma non dice su quali proporzioni si baseranno, le stime diventano impossibili, e fare un bilancio in queste condizioni è assurdo, anzi impossibile. Se oggi sapessimo almeno a quanto ammontano i tagli potremmo provare a lavorare con dati chiari ma ripeto un concetto fondamentale: i Sindacati devono mantenere la calma [sic!], perché purtroppo quello che i Comuni stanno facendo ora non è niente rispetto a quello che accadrà il prossimo anno, quando la situazione sarà veramente drammatica.

Risposta del Presidente dell’Unione Lamandini e dell’Assessore di Vignola Francesca Basile ad Andrea Paltrinieri sul servizio di trasporto materne a Vignola (27/09/2010)
“Ci stupisce – dichiara il Presidente dell’Unione Francesco Lamandini- che una persona di grande esperienza amministrativa come Andrea Paltrinieri non riesca a cogliere le serie difficoltà in cui si trovano i nostri bilanci a seguito dell’ultima legge finanziaria. Abbiamo cercato di fare tagli contenuti il più possibile, non senza dispiacere e speriamo che si tratti di una situazione di difficoltà assolutamente transitoria. Ma non è di certo una scelta politica volontaria, è una scelta obbligata dettata dai tagli imposti dal Governo. Mi stupisce ancora di più che Paltrinieri, da sempre così sensibile alle tematiche legate alla scuola, non abbia colto invece gli sforzi fatti negli ultimi anni dall’Unione Terre di Castelli e dai Comuni in settori strategici e delicati come Scuola e Sociale. Il nostro obiettivo, deve essere chiaro, è preservare e proteggere il nostro sistema sociale-scolastico nel suo insieme”. “Condivido pienamente la posizione del Presidente Lamandini- commenta Francesca Basile, Assessore a Scuola e Formazione del Comune di Vignola- siamo grati per l’attenzione che l’ex assessore pone di fronte al problema e, vista la sua lunga esperienza, siamo disponibili ad accettare non solo critiche ma anche proposte”. [Ovviamente l’assessore Basile si è ben guardata dal fare qualsiasi riferimento allo “tsunami” in arrivo, ma anche alla prima “ondina” del 2010 – quella che ha spazzato via alcuni importantissimi servizi scolastici – nella sua lettera di auguri per l’inizio dell’anno scolastico: vedi]

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