Teleriscaldamento a Vignola (e polo scolastico): si cambia rotta?

Il 23 luglio scorso la giunta municipale ha adottato una delibera (la n.125) di indirizzo in merito all’impianto di cogenerazione ed alla rete di teleriscaldamento che avrebbe dovuto servire diversi edifici pubblici di Vignola. Immagino che la delibera sia passata inosservata ai più, anche se il tema ha una certa rilevanza. Segna infatti, plausibilmente, l’affossamento dell’intervento in origine denominato “Progetto METE” (dove METE sta per: Miglioramento Efficienza Trasformazioni Energetiche) – un progetto di produzione di energia rinnovabile (parzialmente) e di realizzazione di un impianto di teleriscaldamento a servizio di edifici pubblici cittadini (prevalentemente) e privati (in prospettiva). Il progetto ha avuto un unico breve momento di visibilità (al di fuori del palazzo comunale) in quanto legato all’intervento di riqualificazione di via Libertà di cui si è discusso a fine 2009. Le tubazioni del teleriscaldamento avrebbero dovuto percorrere via Libertà e per questo l’amministrazione Adani aveva stabilito un intervento di sistemazione della via (rifacimento dei marciapiedi, realizzazione di una pista ciclabile, abbattimento degli alberi su un lato della via) che però ha suscitato numerose proteste (vedi), spingendo la nuova amministrazione (insediatasi a luglio 2009) a sospendere il progetto ed a coinvolgere i cittadini con “Via della Partecipazione” – prima e per ora unica esperienza (in realtà assai “disgraziata”) di progettazione partecipata vignolese (vedi). La delibera del 23 luglio scorso è istruttiva per diversi motivi. Innanzitutto perché certifica in modo inequivocabile il percorso tortuoso del “progetto METE”, durato quasi 10 anni, e soprattutto presenta un iter decisionale tutt’altro che trasparente in questa sua fase finale. Non è un caso che le valutazioni dell’amministrazione comunale circa il progetto non siano ad oggi rese pubbliche, ovvero che i cittadini di Vignola quasi nulla sappiano dell’ascesa (lenta, per la complessità del progetto e la pluralità di istituzioni coinvolte) e quindi del declino (rapido) del progetto. Manca cioè una puntuale analisi (pubblicamente accessibile) dei costi e dei benefici/opportunità del progetto. In ogni caso oggi l’amministrazione comunale esprime “parere negativo” (per ragioni tecniche ed economiche) sul progetto – ma va ricordato che l’allora assessore Daria Denti ha votato a favore di tutte le delibere di giunta relative al progetto (quattro) nel periodo 2006-2008. In secondo luogo essa evidenzia la mancanza di una modalità trasparente di comunicazione alla città circa un intervento impegnativo e certamente discutibile (questo blog ha ospitato sul tema diversi interventi di Stefano Corazza, Berbera van de Vate, Paolo Romagnoli), ma che si inserisce nel fronte delle iniziative energetiche ed ambientali – politiche di grande rilevanza proprio in questo periodo. Evidenzia, infine, la mancanza di una parola chiara sul collegato progetto del “polo scolastico” (polo che era destinato ad essere servito dall’impianto di teleriscaldamento) e che pure è stato presentato come progetto irrinunciabile dal PD nella campagna elettorale del 2009. Insomma l’unica cosa chiara è la mancanza di chiarezza e di informazione ai cittadini.

L'ospedale di Vignola: il Progetto METE lo individuava come utente della rete di teleriscaldamento (foto del 16 gennaio 2010)

[1] “Sono il dott. Stracuzzi, Segretario generale del Comune di Vignola, e rappresento la mia amministrazione. In questo momento sostituisco il dirigente dei Lavori Pubblici che il 30 giugno 2010 è andato in pensione. Quindi lo sostituisco temporaneamente, fino all’insediamento del nuovo dirigente, che avverrà il 15 settembre 2010. Per questa ragione, non sono in grado di esprimere compiutamente, ossia, con perfetta cognizione di causa un parere tecnico approfondito. Chiedo cortesemente se fosse possibile ottenere una proroga della presente Conferenza di 90 giorni, in modo da colmare la mia lacuna e di garantire con puntualità il giusto procedimento. Tuttavia, ho sentito l’Amministrazione, la quale sul progetto, per gli aspetti tecnici ed economici, ha delle perplessità. Per gli aspetti tecnici le perplessità riguardano il bacino di utenza dell’impianto, in quanto l’edificio dell’A.S.P. sarà ridimensionato, il polo della sicurezza è previsto che abbia un’autonomia propria, il polo scolastico è molto probabile che in questo momento non si realizzi perché l’amministrazione non ha i fondi necessari in conto capitale ed in ogni caso l’intervento si scontra con le limitazioni del patto di stabilità. Per gli aspetti economici, ancora, la sostenibilità del progetto incide pesantemente sulle partite correnti del bilancio dell’ente, che per effetto delle manovre finanziarie annunciate per l’anno 2011 e per i successivi del 2012 e del 2013 subiranno notevoli ridimensionamenti. Questo per assoluta verità e per prudenza nella gestione sia degli investimenti e delle partite correnti, in modo da garantire equilibrio nella gestione in rapporto alle risorse effettivamente disponibili, che in questo momento sono ridimensionate rispetto al momento in cui è stato pensato il progetto. Ove non fosse accettata la richiesta di proroga per i motivi oggettivi enunciati, sono autorizzato ad esprimere parere negativo per le ragioni tecniche ed economiche illustrate.” Queste sono le parole che la delibera (qui il testo completo in pdf) ha autorizzato a dire in sede di Conferenza di servizi da parte del segretario generale del Comune, Carmelo Stracuzzi (incarico affidato al segretario stante l’assenza di un dirigente del Servizio Lavori pubblici al Comune di Vignola dopo che l’Ing. Vincenzo Parise ha lasciato l’incarico anche non apprezzando il modo di fare della nuova giunta). E’ facile immaginare che piuttosto che incassare il parere negativo dell’ente “committente” la società concessionaria abbia acconsentito (non certo volentieri) al rinvio. La prossima seduta della Conferenza di servizi difficilmente potrà resuscitare il progetto dell’impianto di cogenerazione e teleriscaldamento dopo queste premesse. Si tratterà di vedere come le parti (e soprattutto il Comune di Vignola) escono da questa situazione, visto che un contratto è già stato stipulato tra loro a fine 2008. In ogni caso questa breve delibera ci dice diverse cose, tutte interessanti, su diversi aspetti del modo di operare – decisamente tortuoso – della nuova amministrazione comunale insediatasi con l’elezione del sindaco Daria Denti.

La scuola dell'infanzia M.Mandelli: assieme ad altri plessi scolastici doveva essere servito dalla rete di teleriscaldamento (foto del 28 ottobre 2009)

[2] Il progetto METE ha avuto, in realtà, una lunga gestazione. L’idea di fondo – realizzare una centrale energetica “evoluta” e sfruttarla per alimentare un impianto di teleriscaldamento – nasce infatti alla fine degli anni ’90, sulla scia di quanto allora realizzato in alcune città del Nord Italia (ho in mente la rete del teleriscaldamento di Brescia allora gestita dall’azienda municipalizzata della città). Tuttavia lo studio di fattibilità viene completato positivamente nel 2004 (delibera della giunta municipale n.56 del 31 marzo 2004) ed è solo a fine 2005 che il progetto viene inserito nel piano triennale delle opere pubbliche, con questa denominazione: Progetto METE: impianto di cogenerazione e teleriscaldamento al servizio del centro nuoto, di edifici scolastici e altre strutture pubbliche, con realizzazione di interventi di sistemazione e rifunzionalizzazione di via Libertà. L’importo corrispondente per la realizzazione di questo progetto era stimato pari a 1,5 milioni di euro (relativi all’anno 2006), a carico però di privati. Il finanziamento dell’intervento era previsto tramite project financing: il costo dell’investimento doveva essere a carico di un privato (da selezionare tramite gara) che sarebbe rientrato dei capitali investiti tramite i proventi della gestione (la vendita del calore agli enti pubblici). Sempre il piano delle opere 2006-2008 prevedeva inoltre altri 500mila euro (questi a carico del Comune) per la sistemazione di via Libertà (risorse dunque già stanziate ed in attesa di essere impiegate – finalmente! – per dare corpo alle indicazioni progettuali di “Via della Partecipazione”). Al bando del 2006 vengono presentate diverse proposte. Tra queste la commissione tecnica preposta valuta “più meritevole ed idonea” quella del raggruppamento temporaneo tra CPL Concordia e Consorzio Cooperative Costruzioni che dunque viene selezionata. Nel frattempo l’amministrazione lavora anche per mettere assieme un vasto raggruppamento di utilizzatori, lavora cioè all’organizzazione della “domanda”: centro nuoto, scuole cittadine, ASP G.Gasparini, Provincia di Modena (competente per le scuole medie superiori), Azienda USL (per l’ospedale). Questa seconda fase, particolarmente complessa (dallo studio di fattibilità al perfezionamento e quindi accoglimento della proposta di CPL Concordia & C.) giunge fino a metà 2008 (vedi delibera giunta municipale n.85 del 22 maggio 2008), subito seguita dall’aggiudicazione della concessione (con un contratto che prevede un tempo di 24 mesi per la progettazione e per l’esecuzione delle opere). Il progetto è quindi illustrato nel numero di settembre 2009 di Cnews, l’house organ di CPL Concordia (qui il pdf). Il progetto viene così sintetizzato: realizzazione di una centrale termoelettrica da 8 MW a servizio delle utenze pubbliche (anche con utilizzo di energia da biomasse) e gestione dell’impianto e della rete di teleriscaldamento fino al 2035. Dopo 24 anni di gestione l’impianto verrebbe devoluto gratuitamente al Comune di Vignola. Ma con il cambio di amministrazione (Denti al posto di Adani) cambia la “congiuntura”: si avvia un downsizing del piano delle opere; entra in giunta un assessore più marcatamente preoccupato dell’impatto ambientale (l’assessore all’ambiente Mauro Scurani); si manifestano difficoltà di “tenuta” circa un progetto non privo di aspetti critici (si pensi che la centrale di cogenerazione era prevista nell’area del “polo scolastico”). Se vi siano altri argomenti a favore dell’abbandono del progetto – le “ragioni tecniche ed economiche” citate (che però vanno quantificate, misurate, mentre il segretario generale non è in grado di esprimere una valutazione tecnica approfondita, come lui stesso riconosce!) – non è dato sapere. La delibera di giunta del 23 luglio scorso parla di “perplessità” – e le perplessità sono indizi di insoddisfazione, non argomenti stringenti! Non un report, non un documento di valutazione è messo a disposizione della città! In ogni caso, la domanda che conta è: cosa succederà al cosiddetto “progetto METE”?

Via Libertà nei pressi della sede del Distretto Sanitario: tutta la via doveva essere percorsa dalla rete di teleriscaldamento (foto dell'1 novembre 2009)

[3] Ma la delibera del 23 luglio getta anche una luce un po’ inquitante sul futuro del sistema scolastico vignolese, quando dice: “il polo scolastico è molto probabile che in questo momento non si realizzi perché l’amministrazione non ha i fondi necessari in conto capitale ed in ogni caso l’intervento si scontra con le limitazioni del patto di stabilità”. Trattandosi di un documento ufficiale – un atto di indirizzo politico – è da ritenersi che le parole siano state attentamente pesate. Qui si dice che il polo scolastico probabilmente non si realizzerà “in questo momento” (per una diversa affermazione – il polo scolastico non si farà più – si veda il comunicato stampa n.34/2010 del Comune di Vignola: pdf). Ma se non ora, quando? Possibile che anche in questo caso i cittadini vignolesi non abbiano a disposizione un documento analitico con le valutazioni dell’amministrazione sul “polo scolastico”? Anche perché il programma elettorale con cui il sindaco Daria Denti si è presentata ai cittadini recitava: “continueremo l’impegno per la costruzione del nuovo Polo Scolastico Vignolese: 6 sezioni di scuola per l’infanzia, 15 classi di scuola elementare, una nuova scuola media e le strutture sportive”. Questo sta scritto a pagina 3 del programma elettorale del PD & C., sottoscritto dal sindaco, per la legislatura 2009-2014. E’ stato presentato alle elezioni comunali del 6 e 7 giugno 2009, ovvero poco più di un anno fa. Delle due l’una: o il PD non sapeva quello che scriveva allora (con l’allora assessore all’istruzione Maurizia Rabitti, oggi capogruppo) o non ha il coraggio di dire chiaramente come stanno le cose oggi. In effetti, qualche elemento di novità – relativa – c’è (una lieve riduzione degli iscritti alla scuola dell’infanzia e scuola elementare per il rientro delle famiglie nelle regioni del Sud o nei paesi di provenienza). Ma altri dati, ugualmente importanti, sono confermati (anche per il 2010 le nascite saranno attorno alle 250 unità – uno dei valori più alti in assoluto nella storia vignolese). Insomma mancano ad oggi (pubblicamente accessibili) scenari e proiezioni accurate sul sistema scolastico vignolese nel medio-lungo periodo. Ma assieme a queste sembrano mancare anche le idee precise e chiare su come l’amministrazione immagina la Vignola del prossimo futuro. I cittadini di vignola, che dal 2007 pagano la “tassa di scopo” (addizionale dello 0,5% sull’ICI) proprio per finanziare il “polo scolastico”, meriterebbero qualche informazione più puntuale da quest’amministrazione (oltre che una visione del futuro meno sfuocata e più condivisa con la città). Senza contare che se le entrate derivanti dalla tassa di scopo non saranno utilizzate per la finalità dichiarata al momento dell’istituzione  (è questo il senso della tassa di scopo) andranno restituite! E senza contare che comunque la tassa di scopo sta in vigore per un tempo predefinito (massimo 5 anni, dunque per il periodo 2007-2011, ed a copertura del 30% max del costo dell’opera) e dunque il tempo per l’amministrazione comunale per decidere è notevolmente ridotto. Per concludere. Non si vuole qui dire che non sia legittimo rivedere, anche significativamente, programmi di lavoro e progetti di “grandi” opere impostate dalla precedente amministrazione. Ma laddove sono in ballo progetti che sono stati presentati come centrali nel programma elettorale un po’ di chiarezza andrebbe fatta! Una qualche informazione compiuta (ed argomentata) andrebbe data ai cittadini vignolesi! Vedete qualcosa del genere in giro? A me sembra di no. Alla faccia della trasparenza, della partecipazione, della “nuova” democrazia locale, della buona amministrazione.

3 Responses to Teleriscaldamento a Vignola (e polo scolastico): si cambia rotta?

  1. sergio smerieri ha detto:

    Beh io sono molto contento di questa rivisitazione delle strategie. La centrale a biomasse, oltre che essere obsoleta e costosissima avrebbe avuto anche un impatto ambientale e inquinante di rilievo. Pensare poi che dopo 24 anni ce l’avrebbero regalata, per cui dopo avremmo dovuto smaltirla noi (in quanto non più funzionante probabilamente) ci toglie un bel peso. Poi su tutto il resto, speriamo che pian piano imparino a diventare più trasparenti e diretti … ma si devono scrollare di dosso gli anni passati. Sono fiducioso che pian piano lo faranno anche perchè avendo uno come te che li stimola, sono costretti …

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Ciao Sergio, come ho scritto nel post la rivisitazione delle strategie è una legittima opportunità che chi amministra non deve mai escludere. Il problema vero che però evidenzia QUESTO caso di rivisitazione delle strategie è che non sono affatto chiare, né sono state rese pubbliche, le ragioni che stanno portando l’amministrazione comunale a questa rivisitazione. Intendo dire che non bastano le poche righe di “motivazione” che la giunta ha consegnato – con la delibera – al segretario generale Stracuzzi affinché le riportasse alla Conferenza di servizi. Le ragioni vanno rese esplicite in uno studio, un report, una rivisitazione dello studio di fattibilità. Occorre DIMOSTRARE che il progetto dell’impianto di cogenerazione e della rete di teleriscaldamento su cui l’amministrazione precedente (di cui faceva parte Daria Denti) ha lavorato per diversi anni è tecnicamente obsoleto ed economicamente svantaggioso. Questa verifica oggi manca. Non c’é UN dato che dimostri la validità della posizione che, in modo contorto, si sta imponendo. Io non sono un esperto di centrali energetiche e di distribuzione del calore. Avendo ospitato su questo blog le considerazioni di diverse persone critiche nei confronti di quel progetto – Stefano Corazza, in primis – nutro anch’io perplessità. Ma le perplessità non sono sufficienti per prendere una DECISIONE; mentre invece debbono spingere ad approfondire, a studiare il progetto, anzi, a mettere persone competenti, magari anche con diversi orientamenti sulla materia, ad analizzare di nuovo (?) il progetto nella nuova prospettiva che si va determinando (di un ridimensionamento – di quanto? – della domanda garantita dagli enti pubblici). Collegato a questo modo di impostare i processi decisionali sta la questione della trasparenza nei confronti della città, su cui questa amministrazione ha sì speso parole, ma a cui non è seguito alcun fatto di rilievo. Perché occorre osservare che sul progetto METE il 99% dei cittadini vignolesi non sa nulla. Eppure è un progetto rilevante (comunque lo si giudichi). Io, rileggendomi le delibere, sono rimasto comunque colpito dalla complessità del progetto e dal lavoro fatto dall’amministrazione Adani. La stessa mancanza di trasparenza si registra in merito alla vicenda del Polo Scolastico che, come ricordo nel post, era comunque un impegno esplicito del programma elettorale del sindaco Daria Denti (giugno 2009). Dove sta l’analisi – a cui possono attingere i cittadini vignolesi, anche quelli scettici nei confronti di questa amministrazione (ce ne sono) – che motiva la “rivisitazione” di quell’impegno? E’ sconcertante vedere questa amministrazione di “sinistra” priva di un’idea minimamente evoluta della democrazia locale.

  3. paolo ha detto:

    Caro Andrea,
    ma questa vicenda non è altro che la riprova che il tema della trasparenza dell’attività amministrativa e del coinvolgimento della cittadinanza è stata adottata su alcuni temi e se proprio dobbiamo dirlo con risultati non proprio esaltanti(vedi Vie della partecipazione), ma quello che ritengo più grave e’ il Tema del Nuovo Polo Scolastico.
    Se i cittadini vignolesi stanno pagando un addizionale ICI di scopo dello 0,5% proprio al fine della costruzione di tale nuova opera, gli stessi DEVONO, sottolineo DEVONO!! essere informati se tale opera non verrà più realizzata o sui motivi che ne determinano il ritardo.
    E’ un banale principio di correttezza tra Amministrazione e Cittadini indispensabile soprattutto quando è stato stretto un accordo economico (io Comune,tasso te Cittadino di più, ma lo faccio per realizzare quella Scuola!).
    Chiaramente l’Amministrazione puo’ cambiare i suoi Progetti ma ne DEVE informare puntualmente i Cittadini, illustrando dettagliatamente i motivi che hanno determinato questi cambiamenti e, sottointeso, devono essere gli Amministratori e non i tecnici a dare queste informazioni!!!!

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