Nella seconda metà del 2007 l’Unione Terre di Castelli lanciava un concorso di design per i “centri commerciali naturali” dei comuni dell’Unione. Astambéin – questo il titolo del concorso (qui una presentazione: vedi). “Si sta bene” (traduzione in italiano). “We are ok” (traduzione in inglese). L’iniziativa era promossa assieme alla Facoltà di design del Politecnico di Milano, grazie al coinvolgimento dell’Arch. Andrea Branzi, fiorentino, architetto, designer (uno dei massimi esponenti del design neomoderno), professore universitario (qui l’ultimo suo libro: Ritratti e autoritratti di design, Marsilio, Venezia, 2010, 272 pp., 28 euro: vedi) – insomma un “guru” del design.
Oggetto del concorso era la progettazione di un sistema di “valorizzazione espressiva” dei centri storici dei comuni coinvolti, attraverso “simboli territoriali”, “scenografie urbane” e servizi da integrare con il programma di sviluppo dei “centri commerciali naturali” dell’Unione (quella ancora composta dai 5 comuni di Castelnuovo, Castelvetro, Savignano, Spilamberto, Vignola). Di che cosa si tratta, esattamente? Di un concorso di design per l’arredo urbano, ovvero: urban lounge (aree di relax e sosta urbana, coperte ed attrezzate); tavoli; sedute (sedie!); coperture (tettoie & C.); simboli territoriali (elementi identificativi dell’Unione Terre di Castelli); cestini per rifiuti; supporti al commercio outdoor (postazioni per ambulanti); wi-fi spot (elementi, “grafici o materici”, che segnalino la presenza di aree wi-fi).

Piazza del popolo a Faenza (RA). Qui, diversamente da Vignola, non hanno sbagliato l'acquisto delle fioriere (foto del 19 agosto 2010)
[1] Ecco le principali tappe dell’iniziativa: 26 novembre 2007, termine iscrizioni e consegna degli elaborati fase 1; 11 dicembre 2007, comunicazione dei risultati della selezione della fase 1 (32 progetti presentati; di questi 5 sono passati alla fase 2 a cui partecipano anche tre progettisti di chiara fama invitati dal comitato organizzatore del concorso); 31 marzo 2008, consegna degli elaborati della fase 2 (da parte degli 8 progettisti rimasti). La selezione finale è stata condotta il 2 aprile 2008 da una giuria composta da Roberto Adani (presidente, in rappresentanza dell’Unione Terre di Castelli), Andrea Branzi, Politecnico di Milano (responsabile scientifico) e da altri 5 commissari: Michele Zini, Politecnico di Milano; Luciano Crespi, Politecnico di Milano; Rosario Cardillo, titolare di Studio Marketing City (vedi) e consulente del Comune di Vignola e dell’Unione; Lorella Masetti, responsabile CNA di Vignola, in rappresemtanza delle associazioni di categoria; Graziano Bruzzi, in rappresentanza degli enti di promozione. Vincitore del concorso è risultato l’Arch. Michele De Lucchi di Milano (a cui è andato un compenso di 30.000 euro quale corrispettivo dell’incarico professionale relativo al design di quanto oggetto del concorso). Bisogna ricordare che per la presentazione del concorso di design era stato attivato un apposito sito web: http://www.astambéin.it (ad oggi – 22 agosto 2010 – trovate ancora il banner nel sito web dell’Unione Terre di Castelli, ma il corrispondente link non porta da nessuna parte essendo stato quel sito disattivato). E’ così che di astambéin si sono perse le tracce. Che cosa è rimasto dell’originario progetto? Sarebbe interessante saperlo. L’impressione è che anche in questo caso (come per il programma delle opere pubbliche a Vignola) il cambio di amministratori abbia portato ad un forte ridimensionamento dell’iniziativa. Forse legittimo. In effetti il progetto originario presentava alcuni aspetti non del tutto convincenti. Vorrei fare qui qualche considerazione in attesa che gli elementi di arredo urbano di astambéin inizino a circolare nei centri storici dell’Unione (cosa che, almeno per alcune tipologie di arredo, sembra debba avvenire abbastanza presto almeno a Spilamberto ed a Marano; a Vignola forse solo dopo che avranno risolto i problemi di “asfaltatura” del centro storico).

Faenza, indicazione di un'osteria. Ci vuole tanto a richiedere cartelli indicatori di qualità? (foto del 19 agosto 2010)
[2] Nei progetti di “rinnovo urbano” o di rinnovo degli arredi urbani c’é sempre un po’ di fumo. Lo si può chiamare “marketing”. La cosa importante è che non ecceda la “giusta” quota. Premetto che sono favorevole all’obiettivo di fondo: dare più qualità ai “centri storici” di Vignola e degli altri comuni dell’Unione, facendone anche dei “centri commerciali naturali”. Le città lo sono sempre state. Certo, non sono mai state solo quello! E questo è ciò che le differenzia – in fondo – da un outlet (che della città riproduce esclusivamente la funzione commerciale)! E’ da quarant’anni e più che il tema del recupero dei centri storici è entrato nell’agenda della politica locale italiana. Anche Vignola ha risentito di questo filone di pensiero – dapprima, più timidamente, con l’amministrazione Quartieri (1987-1999), quindi più decisamente con l’amministrazione Adani (1999-2009) (vedi). Da questo punto di vista Vignola è oggi a metà del guado (sulla questione: il centro storico di Vignola è “degradato” oppure no? vedi questo post). Io sono convinto che occorra andare avanti, valorizzando le cose fatte in passato (e sono significative), ma soprattutto impostando un programma serio, continuativo, di medio-lungo periodo per ridare compiutamente qualità (o “bellezza”) al centro storico. Anche il tema dell’arredo urbano è importante. Ma è bene essere consapevoli del contributo che esso può dare per ridare bellezza alla città: un contributo minore. Importante, ma minore. Per intenderci: non sono i cestini per i rifiuti, le coperture o i wi-fi spot che danno identità ad un luogo o che ne determinano, in prima battuta, la qualità. E’ piuttosto lo stato degli edifici, dei portici, delle strade, delle piazze. E’ piuttosto la qualità degli esercizi commerciali, il mix di funzioni e di servizi, l’eterogeneità sociale. E’ piuttosto lo stato di conservazione dei monumenti storici, la cura dei luoghi pubblici, l’inserimento di opere che svolgono eminentemente una funzione estetica (una fontana, un monumento, un’opera d’arte, ecc.). Con questo non voglio dire che anche l’arredo urbano non sia importante, ovvero che non contribuisca a dare o meno qualità ad un luogo. Certo, anche gli arredi contribuiscono. Ed è per questo che un “programma” pluriennale di rinnovo e di “qualificazione” degli arredi urbani è importante (sebbene non decisivo). Se questi sono gli obiettivi di Astambéin esso va giudicato positivamente. Ma forse sono obiettivi che vanno precisati, delimitati e ri-ponderati in rapporto ad un programma certamente assai più ambizioso di qualificazione delle pavimentazioni (realizzato dall’amministrazione Adani solo per metà del centro storico), di qualificazione dell’edilizia residenziale (ancora tutto da intraprendere), di rivitalizzazione delle funzioni commerciali (anche qui c’è un gran lavoro che attende di essere svolto), di ripensamento dell’uso dell’auto (in direzione di “meno auto in centro storico”). Un programma che nonostante alcune buone cose fatte dall’amministrazione Adani ancora non c’é. Intanto la nuova amministrazione del sindaco Denti ha lasciato passare un anno (il 20% della legislatura) senza un’idea chiara di cosa fare del centro storico di Vignola. E’ vero che in autunno l’amministrazione comunale lancerà un programma di studio (?) del centro storico di Vignola (sebbene limitato a sole quattro vie: Cantelli, Soli, Bonesi, Bernardoni), forse preoccupata dell’eccessiva concentrazione di cittadini stranieri – come denunciato su questo blog nel 2008 (vedi) e nel 2010 (vedi). Ma, oltre al fatto che non c’è da essere ottimisti sulle cose che questi amministratori sapranno fare, occorre osservare che per risolvere i problemi del centro storico di Vignola occorre assai di più (innanzitutto investimenti pubblici e privati). Ed è su questo che ad oggi manca ancora una iniziativa che è una.

Faenza, città internazionalmente conosciuta per le ceramiche artistiche. Una statua in ceramica nel centro cittadino (foto del 19 agosto 2010)
[3] Nel progetto originario l’incarico all’Arch. Michele De Lucchi era per la progettazione dei nuovi arredi urbani – dei 7 “elementi” citati. Ovvero arredi urbani appositamente progettati ed appositamente realizzati per popolare le piazze e le vie dei centri cittadini sul territorio dell’Unione. Uno specifico modello di “tavolo lungo” o di “tavolo bar” (una persona per lato) per il territorio dell’Unione. Uno specifico modello di sedia, di coperture, di “urban lounge” (struttura coperta con seduta, piano, illuminazione per gli spazi aperti della città) e così via. Ci pensate? Il tavolo da bar by Unione Terre di Castelli? E’ giustificata questa “visione”? Promuovere un unico tavolo da bar negli esercizi pubblici dell’Unione (o anche solo presso quelli aderenti al programma)? Promuovere una “cappottina” standard (con il logo astambéin)? A me sembra un obiettivo “fuori misura”. Per due ragioni. La prima: la città è il luogo per eccellenza dell’eterogeneità. Ciò che importa è la qualità, non l’omogeneità. Per intenderci: è irrilevante se i tavoli da bar sono in metallo od in legno. E’ importante, invece, che non siano di plastica – se si vuole dare qualità alla città! Per il resto ogni imprenditore applicherà propri criteri (anche di gusto) nella scelta degli arredi. Il secondo: come già argomentato non sono certo gli arredi urbani che hanno il potere di conferire identità ad un luogo! Se diffusi in misura significativa (30-40% almeno) essi possono contribuire a dare qualità – ma solo (molto) dopo altri elementi. Il lavoro dell’Arch. Lucchi potrà anche essere interessante (vedi) – il fatto è che gli è stato commissionato il lavoro sbagliato!

Faenza: cartello relativo al programma di riqualificazione del centro storico. Sistemazione di Corso Mazzini (foto del 19 agosto 2010)
[4] Ma c’è un ulteriore caratteristico aspetto di questo progetto che va ricordato. Potremmo definirlo il guru ed i suoi capricci. Ma anche l’assessore e le sue arrendevolezze. Che danno l’idea del valore della sobrietà oggi perseguita. La scomparsa del sito web http://www.astambéin.it priva i cittadini di Vignola e dell’Unione di una vera e propria chicca. Infatti non tutti sanno che l’Arch. Andrea Branzi chiese ed ottenne che la presentazione del concorso fosse fatta anche in dialetto modenese (sic!). Nel sito web dell’iniziativa, allora, si poteva accedere al file audio con la descrizione del progetto di dialetto vignolese (la narrazione era affidata ad un noto personaggio cittadino, facilmente riconoscibile dalla voce). Ci pensate? Un concorso di design internazionale presentato in dialetto vignolese! Certo, accanto all’italiano ed all’inglese. Perché? – mi sono sempre chiesto. Ho ancora in mente la presentazione del concorso, presente l’Arch. Branzi e l’allora assessore Denti, presso la biblioteca Auris (nell’ambito del ciclo di incontri “Traiettorie”), in cui Branzi presentava con grande enfasi, attribuendogli chissà quale “valore aggiunto”, l’idea della traduzione del bando in dialetto! Ho ancora in mente l’allora assessore Denti compiaciuta e condiscendente verso questa richiesta bizzarra. Il guru del design chiese e l’amministrazione concesse. Et voilà! Come se il suono del testo recitato in dialetto potesse dare chissà quali informazioni aggiuntive ai concorrenti! Far comprendere chissà quali elementi dell’identità locale! Certo, di peccato veniale si trattò. Un ulteriore esempio (ce ne fosse ancora bisogno) della subalternità dell’amministratore di provincia rispetto all’archistar!

Faenza, città delle ceramiche artistiche. Ogni targa informativa è in ceramica! (foto del 19 agosto 2010)
[5] Queste considerazioni possono anche non essere condivise. Anzi, mi farebbe piacere se il dibattito su come qualificare il centro storico di Vignola (vedi) facesse emergere visioni contrastanti, tutte argomentate. Sarebbe bene in effetti che l’amministrazione comunale di Vignola o l’Unione Terre di Castelli si facessero promotrici di un serio lavoro di progettazione e programmazione per i prossimi 10 anni. A partire, però, da un serio lavoro di valutazione e di rendicontazione del lavoro svolto nei 10 anni passati. Perché in effetti nei dieci anni dell’amministrazione Adani un lavoro importante sul marketing territoriale e sui centri commerciali naturali è stato fatto. Il Comune di Vignola è stato tra i primi in regione, grazie al lavoro dell’allora assessore Maurizio Prandi (legislatura 1999-2004; sindaco era Roberto Adani), per finanziamenti ottenuti e per importanza dei programmi svolti. Ma in quel lavoro ci sono luci ed ombre; cose riuscite meglio e cose non riuscite affatto. Un modo moderno (e serio) di amministrare vedrebbe la conduzione di una seria ricognizione di quell’esperienza e la produzione di un report relativo alla performance di quella “politica” decennale (obiettivi centrati e mancati; analisi costi-benefici; ecc.). Un report da mettere a disposizione della città: dalle associazioni di categoria all’ultimo dei cittadini. Invece di tale riflessione non c’è alcuna traccia. Cosa abbiamo imparato dai successi (importante) e dagli insuccessi (ancora più importante) non è fissato da alcuna parte! Eppure questo era un impegno richiesto dalla Provincia di Modena nel 2006 e nel 2006 assunto come obiettivo dall’Unione Terre di Castelli (si veda il punto 12 della delibera della giunta dell’Unione Terre di Castelli n.63 del 2 agosto 2006): “In relazione all’esigenza posta dall’Amministrazione provinciale circa il monitoraggio dei risultati conseguiti attraverso il PIL triennale, l’Unione avvierà la sperimentazione di una metodologia di controllo dei risultati fondata sull’individuazione di indicatori di performance, sulla base di una metodologia rielaborata dallo Studio Marketing City in virtù di precedenti esperienze provenienti dall’ATCM London (Town Center Management) e dalle Università di Milano e di Cassino”. Qualcuno ne sa qualcosa?

Fioriere in centro storico a Faenza. Le si confronti con quelle in centro storico a Vignola! (foto del 19 agosto 2010)
Nota. Nel post parlo genericamente di “centro storico” di Vignola, nonostante ai fini della partecipazione ai programmi di finanziamento relativi ai “centri commerciali naturali” le aree di città coinvolte siano tre: centro storico (propriamente detto), comparto “fuori le mura” e comparto di via Resistenza (La Vie Ensamble). Per una rassegna fotografica dello stato del centro storico di Vignola: vedi. Il programma di finanziamento relativo ai “centri commerciali naturali”, originato dalla L.R. n.41/1997, prosegue con bandi annuali, con linee di indirizzo fissate dalla Regione (vedi) ed aspetti operativi definiti dalle Province (qui il bando del 6-20 settembre 2010 della Provincia di Modena: vedi). Dell’Arch. Andrea Branzi si veda il sito web personale (vedi) e la pagina web personale della Facoltà di design del Politecnico di Milano (vedi). Dell’Arch. Michele De Lucchi si veda il sito web personale (vedi) e la slideshow del progetto di design realizzato per l’Unione Terre di Castelli (vedi). Dello Studio Marketing City, titolare Rosario Cardillo, si veda il relativo sito web (vedi). Sulle politiche relative ai “centri commerciali naturali” dell’Unione Terre di Castelli si veda il “programma di lavoro” allegato alla delibera della giunta dell’Unione n.63 del 2 agosto 2006 (pdf), delibera in cui sono assunti anche impegni (ad oggi disattesi?) relativi al “rendere conto”. Qui l’invito alla mostra di design urbano a Vignola, inaugurata il 7 aprile 2009 (pdf) – giusto contributo alla campagna elettorale in corso. Un anno dopo è stato cancellato anche il sito web del progetto (seppure formalmente ancora in corso!). Da qui il titolo del presente post: rapida ascesa ed ancor più rapido declino …

Faenza, città delle ceramiche artistiche. Ogni targa informativa, pubblica o privata, è in ceramica. Qui la targa di una via (foto del 19 agosto 2010)
Della situazione del Centro storico il blog AmareVignola se ne è occupato a più riprese:
Centro storico di Vignola: luci ed ombre, 9 aprile 2010 (vedi);
Il centro storico di Vignola è degradato?, 5 aprile 2010 (vedi);
Cresce la concentrazione dei residenti stranieri nel centro di Vignola, 28 febbraio 2010 (vedi);
Sirio e centro chiuso: ambizioni e mezzi. Un articolo di Giuseppe Sciortino, 31 dicembre 2008 (vedi);
Commercio e valorizzazione del Centro storico. Riflessioni a partire da un’indagine della Confesercenti di Vignola, 1 novembre 2008 (vedi);
Leggere la città con la “Scuola di Chicago”, 25 aprile 2008 (vedi).