Vignola-Bologna: un treno chiamato desiderio

Il fatto dell’ennesima mancata messa in esercizio dei nuovi treni ATR 220 (sempre diesel!) sulla linea Vignola-Bologna costituisce una “non-notizia”. La loro introduzione era stata annunciata per l’inizio del 2010 dai vertici di FER Srl, l’azienda che gestisce le ferrovie regionali (controllata dalla Regione Emilia-Romagna che ne detiene l’87% del capitale sociale). Poi “certamente” per il marzo 2010. Quindi per maggio. Poi per giugno. Infine un incontro tra i vertici FER e gli amministratori locali (tenutosi martedì 6 luglio) ha preso atto che prima dell’estate non se ne farà nulla. Gli amministratori locali hanno chiesto che l’azienda faccia il possibile per mettere in funzione almeno uno dei nuovi treni (che saranno complessivamente quattro) entro il 12 settembre, visto che poco dopo inizierà l’anno scolastico con il consueto picco di utenti. I treni in effetti ci sono. Sono stati acquistati con una procedura veloce da FER con apposito finanziamento regionale. Uno l’abbiamo anche visto e toccato con mano, fermo alla stazione di Bazzano per dieci giorni (con tanto di guardia notturna), a fare da scenografia della campagna elettorale per le regionali del 28-29 marzo scorso (ricorderete le foto dell’assessore Muzzarelli a fianco del treno sui quotidiani locali modenesi e bolognesi del marzo scorso) – ufficialmente era lì per le operazioni di collaudo sulla linea. Da allora non si è più visto (i collaudi sono proseguiti altrove). Quindi è un fatto che i treni ci sono. Ma è un fatto ugualmente accertato che FER non è stata assolutamente in grado di indicare una data minimamente precisa per la loro messa in esercizio. Che questa sia la performance dell’azienda regionale che gestisce il servizio ferroviario locale (solo 9 mesi di errore – per ora) è un po’ preoccupante.

Nuovo treno ATR 220 fermo alla stazione di Bazzano dal 23 marzo all'1 aprile 2010 (foto del 31 marzo 2010)

Così come è preoccupante che gli amministratori locali si prestino, di volta in volta, a fare annunci sull’imminente messa in esercizio dei nuovi treni, per essere poco dopo smentiti … dai fatti. Questo è preoccupante ed anche disturbante, visto che risulta evidente il tentativo di lucrare un po’ di consenso da una questione che sino ad ora è stata gestita in modo disastroso. Disturba soprattutto chi ha consapevolezza dei tempi passati dai primi annunci del miglioramento. Ricordo, ad esempio, che in occasione dell’inaugurazione del servizio da Vignola (nel settembre 2004) si annunciò che nel 2005 sarebbero entrati in funzione i treni elettrici (attesi oggi, con qualche incertezza, per il 2013), con tempi di percorrenza ridotti (45 minuti; oggi ne servono 62), con corse più frequenti (una ogni 30 minuti, contro la frequenza di una corsa ogni ora di oggi) (vedi). Siamo a luglio 2010 e siamo ancora qui. Con treni vecchissimi (forse ancora solo per pochi mesi), corse soppresse con una certa frequenza, informazione all’utenza da terzo mondo, stazioni per lo più abbandonate (unica positiva eccezione è Bazzano dove è presente un bar) e comunque inaccessibili per i disabili (certo che con i treni in uso oggi parlare di accessibilità suona offensivo), biglietti che non sai mai dove acquistare quando hai fretta (e se lo sai, trovi l’esercizio chiuso) e così via. Mi basta riportare, di seguito, i commenti che mi giungono quotidianamente da colleghi che come me fanno parte dell’associazione degli utenti della linea (vedi), per dare il polso della situazione.

Nuovo treno ATR 220 fermo alla stazione di Bazzano e con sorveglianza notturna (paga il contribuente) anti-writers (foto del 23 marzo 2010)

Maurizio: “questa mattina [6 luglio] il treno 11644 in partenza da Vignola alle 6.07 non si è presentato alla stazione di Vignola; abbiamo (a quell’ora eravamo in 9 utenti) atteso invano il treno fino alle 6.30 poi ciascuno si è organizzato come ha potuto. In merito al treno in oggetto, questa è stata l’informazione fornita da FER: pannello elettronico: nessuna informazione sul treno 11644; sistema vocale: nessuna informazione data tra le 6 e le 6.30; servizio “chiamatreno” (numero verde sperimentale): treno 11644 annunciato con partenza regolare da Vignola.”
Leonardo: “Anche il regionale 11495 di sabato 3/07 delle 19,16 da Bologna C.le è stato autosostituito (è già il secondo sabato consecutivo che tale corsa -ultima della giornata- viene soppressa, con i disagi relativi anche per la linea 686 che fa coincidenza a Pilastrino).”
Luciana: “stamattina il capotreno (ore 8 da Bazzano; 1 luglio) ha obliterato gli abbonamenti mensile manualmente (le macchinette non erano funzionanti) io ho chiesto se era sicuro di poterlo fare  ……perche’ il mese scorso alcuni suoi colleghi sostenevano che non potevano  ASSOLUTAMENTE obliterare il mensile, infatti ricordo che riuscii a obliterare dopo tre  giorni. Spero che se controllera’ il biglietto un altro capotreno sia dello stesso parere, mi chiedo che razza di informazioni hanno? in questo caso, uno dice un cosa e l’altro l’esatto contrario!”

"Moderni" pannelli segnaletici alla stazione di Vignola: tutto chiaro, vero? (foto del 6 luglio 2010)

Di questo è fatta la vita quotidiana del pendolare sulla linea ferroviaria Vignola-Bologna. Era così con la gestione ATC Spa. E’ purtroppo ancora così dopo più di un anno di gestione FER Srl. Certo, in merito alla messa in esercizio dei nuovi ATR 220 l’azienda regionale una qualche  attenuante ce l’ha. Infatti sta penando più del dovuto per ottenere le necessarie autorizzazioni per la messa in esercizio. Che i tempi risultino alla fine un po’ più lunghi del preventivato ci può anche stare (tra l’altro agenzia autorizzatrice è una società controllata da Trenitalia e plausibilmente non si tirerà il collo per la pratica di un’azienda in un qualche modo concorrente – anche questa è un’anomalia italiana!). Ma qui abbiamo da tempo superato il segno dell’ammissibile anche per quanto riguarda l’incapacità di FER Srl di gestire e di comunicare la vicenda.
Per chi segue da un po’ di tempo la vicenda della ferrovia Vignola-Bologna risulta evidentissima l’incapacità degli enti locali (due province e 7 comuni, parte modenesi, parte bolognesi) di fare la loro parte. Incapacità di monitorare il non-avanzamento del servizio (che anzi nel tempo è peggiorato). Incapacità di monitorare la progressione (di una lentezza esasperante) del piano degli investimenti necessario per “modernizzare” (sic!) la linea. Incapacità di darsi una regia forte che porti a vedere la linea come un unico sistema, anziché come la sommatoria di tratte comunali. Da qui la resistenza di ogni comune a sopprimere passaggi a livello (visto che richiedono investimenti sulla viabilità alternativa) ed invece la richiesta di introdurre nuove fermate (con i nuovi treni verrà aperta la fermata aggiuntiva di “Zola Chiesa”) – tutte operazioni che vanno coordinate a livello di sistema avendo in mente tempi di percorrenza “competitivi” (non certo gli attuali: 1 ora e 2 minuti per percorrere 32,7 km – questa la performance della nostra “metropolitana di superficie” (sic!)). Incapacità di pretendere dalla Regione di fare quelle scelte, non solo sul finanziamento della linea (che è pure “strategica”, facendo parte del “futuristico” Servizio Ferroviario Metropolitano a servizio del capoluogo di regione), ma soprattutto in merito all’innalzamento di competenza ed efficienza dell’azienda regionale a cui è affidata la gestione!

E' ridotto così il treno in circolazione sulla linea Vignola-Bologna ai primi di luglio 2010 (foto dell'8 luglio 2010; treno in partenza da Vignola alle 6.46). Porte chiuse!

Guardando all’indietro, ai 6 anni trascorsi aspettando “un treno chiamato desiderio”, risulta evidente che è mancata la buona politica locale (vedi). E’ mancata consapevolezza dell’importanza di fare sistema per contare davvero. E’ mancata la capacità di “contare” nei confronti dei soggetti gestori (prima ATC Spa, oggi FER Srl) e di contare “politicamente” nei confronti della Regione. E’ il segno che si è “periferia” (e lo si diventa di più ogni giorno che passa). E che si è “periferia” anche politicamente parlando. Qui, in questa incapacità di “fare sistema”, superando l’appartenenza a due diverse province, superando la tendenza a guardare solo ai confini del proprio territorio comunale, si ha un esempio dei veri “costi della politica”: quelle incapacità che determinano costi aggiuntivi e mancate opportunità per un territorio e per chi vi abita o lavora. Quanti sono i costi generati dal cattivo funzionamento del servizio? I ritardi accumulati dagli utenti? Le automobili che potevano essere tolte dalle strade ed invece sono ancora lì? Il logoramento del senso di dignità degli utenti di un servizio da terzo mondo (con relativa erosione della “fiducia nelle istituzioni”)? A tutto questo, poi, qualche amministrazione comunale aggiunge del suo – come testimoniato dall’incapacità del Comune di Vignola (sindaco Denti e assessore Montanari) di ottenere da FER Srl un progetto di qualità per la stazione di Vignola (vedi). Un’intervento che segnerà per qualche decennio quell’area. Ultima chicca. Per l’intero mese di luglio tutte le corse Bazzano-Bologna (e viceversa) saranno effettuate a mezzo bus anziché tramite treno (vedi). Anche questa una conseguenza dell’incapacità di stimare i tempi di messa in esercizio dei nuovi ATR 220. Questo è oggi il servizio. L’esperienza insegna che non conviene consolarsi pensando che, avendo toccato il fondo, non si scende oltre. I tagli al Trasporto Pubblico Locale prefigurati dal governo sono in agguato (vedi).

NOTA. Sulla linea Bologna-Portomaggiore i nuovi treni ATR 220 sono entrati in funzione a settembre 2009. Ci sono stati “miglioramenti” (qui un comunicato di FER Srl dopo un incontro degli amministratori locali di quella tratta: vedi). Ma rimangono problemi, come continua a denunciare l’associazione degli utenti della linea (vedi). Da noi le cose andranno meglio?

PS. Il titolo è mutuato da un post di LaVoce.info dove si analizza la performance delle ferrovie gestite dalla Regione Lonbardia. Sembra che nessuna regione del Nord si salvi quando si tratta di ferrovie locali! Anche se in Lombardia hanno introdotto nuove modalità gestionali nel 2009. Funzionerà? Quell’esperienza andrà seguita con attenzione, visto che oramai tutti noi che seguiamo da tempo le vicende della ferrovia Vignola-Bologna siamo giunti alla conclusione che anche FER Srl (bassa performance, scarsa efficienza, “triste” management) è parte del problema. Se a Modena per far funzionare ATCM si è dovuti ricorrere ai francesi di RATP Dev che assieme ad altri hanno ora il 49% del capitale sociale di ATCM Spa (vedi), forse si dovrà arrivare a fare lo stesso con FER Srl. Nel frattempo che i politici “maturino” questa decisione sono gli utenti a patire.

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