Nel consiglio comunale di martedì 8 giugno una mozione del PDL è stata votata all’unanimità. Sindaco incluso. Cosa succede? Succede che quella mozione invitava l’amministrazione comunale a porre rimedio con urgenza alla situazione di forte disagio che si verifica da tempo all’asilo d’infanzia Barbapapà, un asilo nido nuovissimo, funzionante solo dal 21 settembre 2009 (vedi). Anche il gruppo consiliare del PD, dopo che la capogruppo Maurizia Rabitti aveva provato a richiedere il ritiro della mozione (senza successo), non ha potuto far altro che riconoscere che lì, in quel nido, qualche problema c’è ed è giusto – come richiesto dal primo firmatario PDL, Antonio Guarro – porvi rimedio con celerità. Anche perché è un problema che si trascina da un anno oramai, ovvero da quando la struttura è entrata in funzione. Di cosa parliamo? Parliamo dell’area verde esterna ancora inutilizzabile dopo 9 mesi dall’avvio dell’asilo nido e che anziché essere “prevalentemente pianeggiante”, come richiede la legge regionale n.1 del 10 gennaio 2000 – Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia – all’art.25, comma 2, è prevalentemente in pendenza! E parliamo anche di un’area di parcheggio esterno, per l’accesso degli utenti alla struttura, che è assolutamente disgraziata perché anch’essa in discesa (ed in senso latitudinale rispetto alla direzione di posteggio dell’auto!). Ma su questo punto non ci sono norme di legge da rispettare. Rimane dunque solo la scomodità per i genitori che accompagnano i loro figli in auto. In più c’è anche una piccola “zona anfiteatro” a scalini, ma con scalini decisamente troppo ripidi per bambini in età da nido e dunque a rischio “ruzzolone”.
[1] Il fatto è che la struttura è attiva dal 21 settembre 2009. Ed è stata inaugurata in pompa magna – come si conviene – il 7 novembre scorso. I lavori di sistemazione dell’area verde sono però iniziati solo ai primi di maggio. Prima era una distesa di zolle rivolte o, dopo le piogge, di fango. I 69 bambini che hanno frequentato lì l’anno scolastico 2009/2010, l’area verde l’hanno vista solo dalla finestra (e non era neppure verde). Ed anche nella bella brochure realizzata da Vignolazerosei – il consorzio cooperativo che gestisce la struttura nell’ambito del project financing confezionato per realizzare l’investimento – e distribuita in occasione dell’inaugurazione l’erba verde del prato è stata realizzata con … Photoshop! Ma non è che ci si può accontentare dell’erba realizzata con Photoshop in un asilo nido che per 8 mesi ha ospitato bambini di 1-2 anni!

L'area "verde" dell'Asilo Nido Barbapapà: non si poteva sistemare allora? (foto dell'1 novembre 2009)
[2] I requisiti per l’autorizzazione al funzionamento – fissati con delibera dell’Assemblea Legislativa Regionale n.646 del 20 gennaio 2005 – prevedono almeno 30 mq per “posto bambino” per lo spazio esterno (è il punto 2.1). Poiché la struttura in questione è autorizzata per 69 posti bambino, debbono essere garantiti almeno 2.070 mq di spazio esterno verde “prevalentemente pianeggiante”. L’area esterna del nido Barbapapà risulta pari a 2.443 mq, ma larga parte di quest’area non è però pianeggiante ed anzi presenta una rilevante pendenza (tanto che, davanti alle sezioni, hanno dovuto mettere delle reti per impedire ai bambini di ruzzolare di sotto!). Insomma larga parte di quell’area verde risulta di fatto inutilizzabile per l’attività dei bambini! Anzi. Larga parte dell’area risulta potenzialmente pericolosa, per cui l’accesso ad essa è oggi e sarà anche domani interdetta ai bambini! Però la citata delibera dell’Assemblea Legislativa Regionale precisa che gli “spazi esterni … devono avere caratteristiche tali da tutelare e promuovere la salute e il benessere dei bambini e degli operatori”. Risulta pertanto evidente che la struttura adempie “solo formalmente” ai requisiti per l’autorizzazione fissati dalla normativa regionale.

La sistemazione dell'area verde del nido Barbapapà: un barbatrucco? Il posizionamento della recenzione nella recinzione (foto del 28 maggio 2010)
[3] Fin qui il problema. Ora vediamo come l’amministrazione comunale, tramite la società che ha realizzato la struttura, prevede di affrontarlo e di “risolverlo”. La soluzione? Nell’asilo nido Barbapapà non poteva che essere un … barbatrucco! L’area “pianeggiante” (secondo quanto riportato dalla responsabile dell’area welfare dell’Unione, intervenuta nella discussione sollevata dalla mozione al consiglio dell’8 giugno, si tratterebbe di circa 600 mq) verrà recintata così da ricavare un’area verde … nell’area verde! Se così stanno le cose dei 2.443 mq solo 600 mq (24,5%) sarebbero realmente fruibili dai bambini! Non si poteva proprio fare meglio? Sì, si poteva. Bastava innalzare di un po’ (e rinforzare) il muro di separazione tra l’area dell’asilo nido ed il sottostante campo sportivo. Questo avrebbe consentito di livellare, aggiungendo terra, la parte più a valle dell’area cortiliva rendendo almeno quell’area tutta pianeggiante. Al barbatrucco n.1 si è quindi aggiunto un barbatrucco n.2, assai meno rilevante, certo. Ad una interrogazione della lista di cittadini Vignola Cambia (protocollata il 9 marzo scorso) in cui si chiedeva “quanta parte dell’area esterna verde risulta essere effettivamente pianeggiante”, il presidente di Vignolazerosei rispondeva … senza rispondere! Dando infatti questa risposta: “l’area prevalentemente pianeggiante è ubicata nella zona antistante le sezioni e i laboratori (…) e risulta completamente disponibile all’attività pedagogica”. Ma il quesito era un altro! Non dov’è ubicata l’area pianeggiante, ma quanto essa è grande! Un barbatrucco in cui si è prestata a fare la sua parte anche il sindaco Daria Denti che oltre a non leggere la risposta che stava trasmettendo, l’ha anche trattenuta nel cassetto per 70 giorni! Quando invece la legge dispone che alle interrogazioni di un consigliere comunale l’amministrazione risponda entro 30 giorni (la risposta del presidente di Vignolazerosei è del 17 marzo ed è indirizzata all’Ing. Parise, dirigente comunale; la lettera di trasmissione di quella risposta al sindaco, firmata da Parise, è anch’essa del 17 marzo; ma la lettera con cui il sindaco trasmette il tutto al firmatario dell’interrogazione – Chiara Smeraldi – è del 25 maggio!). Barbatrucchini.

L'area "verde" dell'asilo nido Barbapapà in fase di sistemazione: si noti lo stato dei gradini di accesso dalla zona delle attività laboratoriali (foto del 28 maggio 2010)
[4] A tutto ciò occorre aggiungere un ulteriore quesito. Perché c’è voluto tanto tempo a capire che nell’asilo nido Barbapapà c’era un problema? Perché si è dovuto attendere le sollecitazioni dei gruppi consiliari di minoranza (Vignola Cambia prima, il PDL poi)? La data di inizio dei lavori è l’11 marzo 2008. Sindaco era Roberto Adani. Daria Denti era assessore ai lavori pubblici e lo è stata fino al 5 giugno 2009. L’avete mai vista in cantiere a controllare come stava venendo il nuovo Nido? Maurizia Rabitti era assessore alla scuola (ed ai servizi per l’infanzia), anche lei fino al 5 giugno 2009. L’avete mai vista in cantiere a controllare come stava venendo il nuovo Nido? Ed il nuovo assessore alla scuola (e dunque ai servizi per l’infanzia), assessore dall’11 luglio 2009, possibile che non abbia visto l’inadeguatezza dell’area verde? Il primo problema sta qui. Sono mancati i controlli (o forse si sono focalizzati sulla struttura, perdendo di vista l’area esterna). Controlli dei tecnici e controlli dei politici. Controlli che potevano anche essere organizzati sotto forma di una “visita” di insegnanti dei nidi vignolesi alla struttura. Immagino che si sarebbero rese conto immediatamente del problema (come anch’io, in occasione del mio primo sopralluogo ho rilevato: vedi). Come spesso succede i dispositivi di controllo fanno acqua. Ed anche gli assessori “competenti” (Denti e Rabitti prima, Basile poi), non avendo mai messo piede in cantiere, non si sono accorti del problema! Potremmo anche dire: pazienza! A chi non è capitato, facendo dei lavori di ristrutturazione a casa sua, rendersi conto a posteriori di non aver visto un problema? Il fatto è che amministrare seriamente vorrebbe dire riconoscerlo e, soprattutto, trovarvi un rimedio “di qualità”. Non è però tale il recinto nel recinto! C’era tutto il tempo per rimediarvi come si deve. Ma evidentemente qualcuno ci ha dormito sopra. Per ora il prezzo è stato pagato da 69 bambini che per un intero anno scolastico sono stati “chiusi” in sezione! Certo, la soluzione del “recinto nel recinto” starà lì a ricordare che … amministratori capaci non si nasce (e non è neppure detto che lo si diventi!). Dispiace però che le “disattenzioni” e le incapacità degli amministratori ricadano sui bambini. Tutto qui.
Beh interessante questa storia…e pensare che al momento della richiesta di autorizzazione di apertura del mio asilo nido ho dovuto mostrare anche il progetto dell’esterno compreso lo studio di che tipi di piante e di siepi sarebbero state piantumate!
Ciao Elena. In effetti sarebbe interessante capire cosa sarebbe successo se il nido Barbapapà, con la sua area verde un po’ disgraziata e disgraziatamente sistemata, fosse un nido privato od un nido aziendale. Sono convinto che avrebbero prescritto al gestore una diversa sistemazione del giardino!