Il centro storico di Vignola è degradato?

E’ stata Daria Denti a definire “degradato” il centro storico di Vignola. Era il 20 gennaio 2009, presso l’ITC Paradisi, in occasione del confronto pubblico tra i due candidati a sindaco per le primarie del PD. 300 partecipanti come testimoni. Poco più di un anno dopo, il 25 marzo 2010, una sua dichiarazione contenuta nel comunicato stampa n.44/2010 del Comune di Vignola, afferma esattamente il contrario: “E’ sbagliato parlare di un centro storico degradato. Il solo elenco dei soggetti che lo popolano e che lì investono dimostra come questa sia una critica assolutamente fuori luogo.” Che cosa è cambiato tra il 20 gennaio 2009 ed il 25 marzo 2010? Una cosa soltanto: Daria Denti, che allora era solo un “candidato”, è diventata sindaco. Null’altro è cambiato. Non uno dei problemi che affliggono il centro storico è stato risolto: non quello del degrado abitativo, non quello della carenza di parcheggi, non quello dell’arredo urbano, non quello della manutenzione delle pavimentazioni! D’altro canto per risolverli occorrono risorse (significative) ed un programma di “lavori” che si dispieghi con continuità per almeno dieci anni – proseguendo il lavoro ben avviato dall’amministrazione Adani, ma che deve proseguire senza soste ed anzi deve intensificarsi. Occorrono anche idee chiare e “capacità di visione”. Occorre soprattutto capacità di riconoscere i problemi e chiamarli per nome. Tutte “risorse” che scarseggiano all’interno dell’attuale amministrazione come si può vedere dalle due dichiarazioni di Daria Denti messe a confronto; come si può vedere da quanto scritto (o, meglio, non scritto!) nella Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012 (non c’è una sola riga sui necessari interventi infrastrutturali per la riqualificazione del centro storico; in merito al centro storico vi sono solo 8 righe sull’attività di “animazione” e sulla ristrutturazione di Palazzo Barozzi); come si può vedere dall’abbandono, alla chetichella, di parti importanti di un ipotetico programma di riqualificazione: che fine ha fatto il Piano operativo per la sicurezza urbana del Centro storico di Vignola, di cui si parlava nella Relazione programmatica 2009 (vedi p.10 e seguenti)?

Numerosi sono gli alloggi in vendita nel centro storico di Vignola, segno di elevato turn over e di un mercato con poca domanda (foto da via Barozzi, 5 aprile 2010)

[1] “Quando io uso una parola, – disse Humpty Dumpty in tono d’alterigia, – essa significa ciò che appunto voglio che significhi: né più né meno”. “Si tratta di sapere, – disse Alice, – se voi potete dare alle parole tanti diversi significati.” “Si tratta di sapere,… – disse Humpty Dumpty, – chi ha da essere il padrone… Questo è tutto.” Questo dialogo tratto da Alice nel paese delle meraviglie, di Lewis Carroll, è perfetto per introdurre il tema. Qual è il significato di “degradato”? Quando possiamo parlare di “degrado” a proposito del centro storico di Vignola? E soprattutto: è sufficiente che chi incarna il potere istituzionale affermi che “il centro storico non è degradato” perché esso non lo sia? Insomma, Daria Denti come Humpty Dumpty? O possiamo invece intenderci sui significati? Possiamo intenderci sulla verità o meno di espressioni come: “il centro storico di Vignola è degradato”? Premetto che parlo di centro storico degradato unicamente perché quella fu l’affermazione fatta da Daria Denti nel gennaio 2009. E oggi smentita. Però il problema sottostante è reale. Dunque, possiamo definire “degradato” il centro storico di Vignola? E, per essere più precisi, degradato in cosa? Se vogliamo evitare di ricorrere alla strategia di Humpty Dumpty – il centro storico è degradato (o non è degradato) perché lo dico io – dobbiamo trovare il modo per “oggettivizzare” questa valutazione. Dobbiamo trovare il modo per tradurla in termini operativi e quindi provare a “misurare” il grado di degrado (o non degrado). Non è una cosa che io sia in grado di fare, “misurare” lo stato di salute del centro storico di Vignola. Vorrei però almeno prefigurare il compito che attende chi voglia far le cose seriamente e provare a misurare l’efficacia delle politiche comunali (visto che sono almeno quindici anni che l’amministrazione dichiara di lavorare per la riqualificazione del centro storico). Se non si fa questo ogni valutazione, ogni giudizio rischia di consegnarsi alla strategia di Humpty Dumpty. Detto in termini diversi: si fa “propaganda”. Si riduce la politica a marketing.

Via Soli, in centro storico a Vignola. La parte più distante dall’asse centrale di via Garibaldi: edilizia di qualità? Difficile pensarlo (foto del 5 aprile 2010)

[2] Partiamo da uno dei pochi aspetti oggi misurati circa le condizioni del centro storico di Vignola: la presenza di cittadini stranieri residenti. Secondo i dati dell’anagrafe comunale alla data del 21 febbraio 2010 nel “centro storico di Vignola” (inteso come centro urbano interno al tracciato delle vecchie mura medioevali) risultavano risiedere 489 cittadini: 248 italiani e 241 stranieri. In quest’area della città di Vignola, pertanto, i cittadini stranieri residenti sono il 49,28% del totale dei residenti (vedi). Si tratta della concentrazione più alta di cittadini stranieri sul complesso della popolazione residente in tutto il territorio di Vignola (a quella data gli stranieri erano a Vignola il 15% della popolazione complessiva). E’ questa un’idicazione di “salute” del centro storico o invece di “degrado”? E’ indubitabile che si tratti di un campanello d’allarme. E lo è ancora di più se si pensa che nel periodo compreso tra il 22 aprile 2008 ed il 21 febbraio 2010 la concentrazione degli stranieri residenti in centro storico è aumentata (non diminuita!), passando dal 43% al 49%! Di nuovo, chiediamoci: questi trend indicano una riduzione dei processi di degrado? Come ho argomentato più diffusamente altrove (vedi) questa concentrazione di residenti stranieri nel centro storico (e poi nelle restanti zone del centro di Vignola) non è positivo né per loro, né per la città. Questa concentrazione, infatti, si spiega con i prezzi degli affitti (qui più bassi che altrove), un dato che a sua volta si spiega con il “degrado” dell’edilizia residenziale! Alloggi vecchi, privi di comfort, non ristrutturati, privi di “servizi accessori” come garage e parcheggi, ecc. sono messi sul mercato alloggiativo (generalmente delle locazioni) ed attirano nuclei familiari a basso reddito (ed a “basse pretese”), ovvero in larga parte cittadini stranieri. Ora possiamo riformulare la domanda: questo primo indicatore considerato ci rappresenta una condizione di salute o invece di “degrado” del centro storico di Vignola?

La casa di L.A.Muratori in via F.Selmi. Sede del Circolo bononcini e degli Amici dell’arte è da dieci anni in attesa del completamento della riqualificazione: esterni e finestre da rifare (foto del 5 aprile 2010)

[3] Sul versante dell’edilizia residenziale il centro storico di Vignola è una realtà “degradata”. Non è ovviamente così al 100%, ma in larga parte sì. Certamente lo è in misura troppo ampia se si vuole che il centro storico sia un luogo di qualità – il “salotto buono” della città. La concentrazione degli stranieri residenti ci dice questo. Una conferma l’abbiamo facendoci un giro: la situazione di degrado di molti edifici è evidente – perlomeno ad una valutazione dall’esterno. Certo, non sarebbe corretto fermarsi qui. Possiamo distinguere tra la condizione abitativa e la condizione commerciale, ad esempio. Ed è bene introdurre questa distinzione. E, conseguentemente, andare a valutare un secondo aspetto: quello relativo alla qualità dell’offerta commerciale (30-40 esercizi oggi attivi in centro storico) ed al “pieno impiego” degli spazi utilizzabili per fini commerciali. Anche qui per valutare in modo oggettivo qual è la situazione odierna e come essa si evolve nel tempo occorre individuare degli indicatori, ovvero una o più misure adeguate a rappresentare lo stato di salute e di qualità della rete commerciale. In assenza di tali indicatori mi limito ad una osservazione che evidenzia un aspetto problematico della rete commerciale nel centro storico, ovvero la sua distribuzione spaziale (di nuovo: la sua concentrazione in una porzione ristretta del centro). Il fatto è che risulta assolutamente evidente come l’offerta commerciale sia concentrata lungo l’asse principale – quello di via G.Garibaldi. Mano a mano che ci si allontana da questa via la presenza di negozi ed esercizi commerciali diminuisce. Insomma anche all’interno del centro storico, che pure esibisce ancora un’offerta commerciale vivace (e qualitativamente di livello medio-alto), tale offerta non si distribuisce in modo omogeneo. Ma si concentra invece su via Garibaldi, su via Bonesi, via Barozzi, via Belloi. Nelle restanti vie i negozi presenti (pochi) sono concentrati nelle prossimità di via Garibaldi. Alle estremità opposte c’è il deserto, o quasi.

I locali della pescheria “Le delizie del mare”, da tempo chiusa in via F.Selmi. Numerosi sono i negozi chiusi, in vendita o in cerca di affittuari in centro storico a Vignola: non è forse un segno di malessere? (foto del 5 aprile 2010)

[4] Questa valutazione ancora impressionistica fa ritenere che dal punto di vista commerciale la situazione risulti migliore, in centro storico, rispetto alla situazione dell’edilizia residenziale. In questo caso il termine “degrado” non risulta appropriato. Ma è certamente vero che anche dal punto di vista dell’offerta commerciale (e della sua distribuzione spaziale) il centro storico di Vignola non goda di grande salute. Lo testimoniano i numerosi negozi chiusi, gli esercizi trasferitisi altrove, gli spazi utilizzabili per attività commerciali ma da tempo utilizzati come garage, i numerosi cartelli che segnalano spazi in vendita. Insomma, se prendiamo sul serio gli indicatori oggi disponibili non possiamo non convenire che il centro storico di Vignola non gode di buona salute. Gode di pessima salute dal punto di vista dell’edilizia residenziale. Gode di salute incerta da quello dell’offerta commerciale. In attesa di qualcuno che produca analisi più sofisticate il risultato a cui siamo pervenuti mi sembra essere difficilmente contestabile. Di fronte a questa realtà l’amministrazione Denti sta facendo poco – questo va detto con grande fermezza. Sta anche pensando poco. I principali documenti programmatici non riconoscono le ragioni del malessere e non prefigurano interventi infrastrutturali. Come abbiamo visto, nella Relazione Previsionale e Programmatica 2010-2012 non si dice nulla in proposito. In questa situazione risulta difficile pensare di cavarsela con dichiarazioni del tipo: “Il centro della nostra città non è certo un luogo vuoto, abbandonato dalla cittadinanza, anzi, è uno dei pochi in cui sono confluite le energie di tutti – Amministrazione, Fondazione, Parrocchia, mondo associativo, mondo economico – ed è uno dei luoghi eletto dai giovani come meta del sabato sera. Sul centro storico c’è l’attaccamento dei cittadini, del mondo culturale, religioso e istituzionale. Sappiamo comunque che il nostro impegno non si può esaurire qui: il centro storico ha delle potenzialità che devono essere esplorate e sostenute, buone pratiche che devono essere rafforzate e su questo abbiamo già avviato azioni di coordinamento e di ripopolamento” (dichiarazione di Daria Denti, comunicato stampa del 25 marzo 2010). Tutto vero, per carità. Ma non si tocca il problema reale. Che è quello di un programma pluriennale in cui non siano solo contemplate azioni – che pure vanno nella giusta direzione – come “La cultura si fa in quattro” del 28 marzo scorso. Ma che veda in primo luogo un completamento dell’intervento sulle infrastrutture:
•    completamento della riqualificazione di strade e portici (realizzato solo per metà centro storico dall’amministrazione Adani);
•    contestuale rifacimento delle reti fognarie ed impiantistiche;
•    prosecuzione del recupero delle mura avviate nella fase finale dell’amministrazione Adani (così che non risulti solo un intervento di marketing elettorale);
•    ulteriore dotazione di parcheggi a servizio del centro (sapendo che qualche occasione la si è persa: ad esempio con la monetizzazione dei parcheggi di superficie nell’intervento ex-Mulino Marmi).

I locali dell’ex-pasticceria Bassoli in via Fontana, oggi utilizzati dall’amministrazione comunale come sede della mostra permanente “Quale percussione”. Saracinesca abbassata e nessuna illuminazione. Davvero non si poteva fare meglio? (foto del 5 aprile 2010)

Il tutto accompagnato da azioni di innesco degli investimenti dei privati, ad esempio un programma di incentivi ai privati per la riqualificazione edilizia, in aggiunta alla riqualificazione commerciale (i cosiddetti “centri commerciali naturali”, mediante risorse PIV e PVC). Ma poi servono anche nuovi arredi urbani! Serve un progetto sulla sicurezza che vada oltre alle telecamere! Serve un progetto di marketing urbano (e territoriale), con azioni mirate per il centro storico di Vignola così come per i centri storici del distretto! Serve iniziare a mobilitare l’Unione Terre di Castelli anche su questo fronte (quello del marketing territoriale e degli eventi a livello di Unione come il PoesiaFestival). Serve soprattutto un modo nuovo di amministrare: che impari a chiamare i problemi per nome, ricerchi il coinvolgimento delle forze economiche e sociali per un “piano strategico”, sia in grado di “catturare” risorse con progetti di alta qualità, si impegni davvero a misurare l’efficacia delle proprie politiche e dunque imposti una rendicontazione seria, impostata alla trasparenza (senza piegarla al marketing politico, come invece l’amministrazione Denti ha subito fatto …). In alternativa rimane la “strategia” di Humpty Dumpty: il sindaco che continua ad affermare che il centro storico non è degradato ed anzi va tutto bene. Ed intende imporre ai cittadini il significato delle parole.

Arredi urbani davanti al Teatro Cantelli: di qualità? (foto del 5 aprile 2010)

PS Un po’ di memoria non guasta mai. Suggerisco allora di prendere visione delle dichiarazioni dell’allora assessore Daria Denti sui programmi di riqualificazione del centro storico di Vignola. Era l’1 febbraio 2005, più di cinque anni fa. Dichiarazioni rilasciate a il Resto del Carlino (vedi). Vi si parlava di “museo all’aperto nel Centro storico”. Qualcuno l’ha visto?

Della situazione del Centro storico il blog AmareVignola se ne è occupato a più riprese:

Cresce la concentrazione dei residenti stranieri nel centro di Vignola, 28 febbraio 2010 (vedi);

Sirio e centro chiuso: ambizioni e mezzi. Un articolo di Giuseppe Sciortino, 31 dicembre 2008 (vedi);

Commercio e valorizzazione del Centro storico. Riflessioni a partire da un’indagine della Confesercenti di Vignola, 1 novembre 2008 (vedi);

Leggere la città con la “Scuola di Chicago”, 25 aprile 2008 (vedi).

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