Metodo Lamandini. Ricetta Denti. E un’idea di democrazia locale da aggiornare

“E’ stata una mia svista – ha detto in proposito il presidente dell’Unione, Francesco Lamandini – avevo dato per scontato che la relazione sul bilancio fosse più che sufficiente per il consiglio. Comunque poco male: giovedì prossimo il bilancio sarà approvato.” Questa la dichiarazione riportata sulla Gazzetta di Modena del 13 marzo scorso e riferita all’incidente di percorso nell’approvazione del Bilancio di previsione 2010 dell’Unione Terre di Castelli (vedi). Una “svista”, dunque. Svista singolare. Specie se affligge la carica più alta dell’Unione Terre di Castelli, il presidente appunto. Eppure bastava (ri-)leggersi lo Statuto dell’Unione. Lo si dovrebbe conoscere, no? Come già rilevato in un post del 27 febbraio (vedi), all’art.19, comma 1, sta scritto: “Il Presidente dell’Unione presenta al Consiglio la proposta degli indirizzi generali di governo dell’Ente che formano il suo programma amministrativo. Tale proposta è approvata dal Consiglio in apposito documento, in una seduta non successiva a quella di discussione del primo bilancio di previsione dell’Unione.” Parlare di “svista” è dunque un’insulto all’intelligenza dei cittadini di questo territorio. Invece si è cercato di aggirare l’ostacolo, un minimo impegnativo (quello di un confronto vero che portasse a mettere sulla carta gli obiettivi e le strategie per la legislatura 2009-2014), facendo finta che quell’impegno “istituzionale” potesse essere trascurato. Risultato: perdita di credibilità 1.

L'arena centrale della Sala Borsa a Bologna: luoghi come questo non possono contribuire a realizzare le agorà del futuro? (foto del 30 giugno 2009)

Ma non è finita. Alla prima vicenda se n’è subito aggiunta una seconda. Quella del rapporto con le istituzioni scolastiche in merito alla funzione di “scodellamento” (ovvero la somministrazione dei pasti alla mensa scolastica). Attività svolta oggi dall’Unione Terre di Castelli (tramite personale di una cooperativa sociale) e che l’Unione vorrebbe assegnare al personale scolastico (i bidelli), però oggetto di pesanti tagli a seguito dei provvedimenti del ministro Gelmini. Operazione che se riuscisse porterebbe ad un risparmio di 538.000 euro su base annua che l’Unione potrebbe impiegare su altri fronti (di cui c’è indubbiamente bisogno). L’obiettivo in sé è anche condivisibile (non si capisce davvero perché la somministrazione dei pasti non possa essere svolta dal personale scolastico). Ma si dovrebbe perlomeno verificare la sua fattibilità “tecnica” (il personale è in quantità adeguata per garantire questo servizio senza lasciarne scoperti altri?). E, soprattutto, si dovrebbe ricercare un accordo sul tema, piuttosto di dare l’idea di voler compiere un blitz. Il metodo “io vado avanti, gli altri seguiranno” non è proprio il migliore come metodo di governance. Ed in effetti le reazioni ci sono state. Si sono materializzate, oltre che in una sala consiliare piena di insegnanti convogliati lì per fare pressing psicologico, in una mozione firmata da Maurizio Piccinini, capogruppo del PD in consiglio dell’Unione (di cui ha riferito, tra l’altro, L’Informazione di Modena del 19 marzo; il giorno prima della seduta consiliare). Siamo chiari. Pur con tutto il garbo con cui quella mozione è stata stesa, essa è stata scritta “contro” la Giunta ed il Presidente. O, se si vuole usare un’espressione meno forte, per “sensibilizzarli” rispetto all’esigenza di addivenire ad un accordo con le istituzioni scolastiche, evitando forzature. Risultato: perdita di credibilità 2.

C'é una decisione importante da prendere? Vogliamo usare strumenti innovativi per richiamare l'attenzione dei cittadini? (foto di un allestimento in Piazza Maggiore a Bologna, 4 febbraio 2010)

Non è un fatto politicamente banale questo. Ma bisogna anche dire che non è la prima volta che succede al sindaco-assessore Lamandini. Che alla tentazione di pensare “io vado avanti, gli altri seguiranno” un po’ troppe volte non ha saputo resistere. Diversi sono gli esempi: dalla vicenda Sipe al “progetto” (poi abbandonato) di istituire tre istituti comprensivi in quel di Vignola, proposta avanzata senza considerare né la fattibilità tecnica, né le ragioni che larga parte del mondo della scuola vi schierava contro. In quel caso dovetti intervenire (allora ero capogruppo DS) come è dovuto intervenire Piccinini oggi (vedi il comunicato ripreso dalla Gazzetta di Modena del 10 maggio 2006: vedi). Parlare di “metodo Lamandini” è forse eccessivo. Anche perché è più diffuso di quello che si pensi (e riflette una prassi “decisionista” che si è imposta – non so quanto giustificata sul piano normativo – a seguito della legge n.81 del 1993, sull’elezione diretta dei sindaci). Il fatto è che anche i partiti di “sinistra” come il PD hanno fatto propria, soprattutto in quei territori in cui sono al governo da decenni, una concezione élitista della democrazia (anche locale). Con questa espressione mi riferisco all’idea di democrazia sviluppata da Joseph A.Schumpeter secondo la quale il metodo democratico è il metodo per selezionare le persone, le élites, che andranno a governare, ovvero che otterranno il potere di decidere. Una volta selezionate, una volta elette, il ruolo del cittadino-elettore è terminato. Gli basterà aspettare le elezioni successive (in cui potrà eventualmente “punire”, elettoralmente parlando, i leader prima scelti). Ma Schumpeter scriveva nel 1942 (cfr. Schumpeter J.A., Capitalismo, socialismo, democrazia, Etas Libri, Milano, 1977, capp.XXII-XXIII). Le sue idee della democrazia (che pure oggi si esprimono nell’opera di “seguaci” come Sartori e Pasquino) sono state riviste perché ritenute insoddisfacenti sia dal punto di vista empirico che normativo. Sono idee di democrazia che nel frattempo sono state aggiornate. Manca tutto il tema del “controllo” dell’opinione pubblica e della partecipazione del cittadino. Per questo qualche lettura sulla “democrazia deliberativa” non farebbe male a quelli che qualcuno, anche all’interno del PD di Vignola, chiama i “piccoli berluschini”. Per iniziare da un testo facile facile suggerisco Bovero M., Pazé V. (a cura di), La democrazia in nove lezioni, Laterza, Bari, 2010, specialmente il cap.1 di Michelangelo Bovero ed il cap.3 di Luigi Bobbio (vedi).

Urban Center a Bologna: le tecnologie per dare informazioni con facilità e per far comprendere con semplicità anche questioni complesse ci sono. Perché non usarle? (foto del 30 giugno 2009)

Mi permetto di dare suggerimenti per le letture visto che il Programma amministrativo 2010-2014 dell’Unione è infarcito di riferimenti filosofici (alle pp.10-13 sono citati Platone, Aristotele, San Tommaso, Galileo, Cartesio, Hobbes, Marx) (vedi). Ma il più recente, Herbert Spencer, sociologo, è morto nel 1903! E la “ricetta” Denti (vicepresidente dell’Unione)? Semplice: “lasciarlo cuocere nel suo brodo”. Così da accelerare l’avvicendamento (e magari portarlo a metà di questa legislatura, senza attendere necessariamente la prossima). E’ una ricetta usata nei confronti dell’allora sindaco Adani. Potrebbe funzionare anche nei confronti del presidente dell’Unione. In ogni caso è evidente che occorre un po’ di coraggio per aggiornare la cultura del governo locale, della democrazia locale, della governance. Solo non si vede chi possa farsene carico. Non si vedono, all’interno della maggioranza, soggetti in grado di prefigurare modelli di governo locale in grado di coniugare efficacia decisionale, confronto allargato (che significa: ampia discussione pubblica), partecipazione dei cittadini. Oggi questo tema, su questo territorio, è appannaggio per intero di forze di opposizione (in genere liste civiche!) guidate dall’idea – per rubare una formula di Pasquino – di restituire lo scettro al principe. Ovvero al cittadino.

3 Responses to Metodo Lamandini. Ricetta Denti. E un’idea di democrazia locale da aggiornare

  1. Guido I. ha detto:

    Ciao Andrea,
    ti volevo informare che Lamandini sta andando avanti con il taglio delle funzioni miste (538.000), ma la patata diventa bollente. Con questa forzatura, per il prossimo anno scolastico sono a rischio il tempo pieno alle primarie ed i pomeriggi all’infanzia, con possibile perdita di 48 posti di lavoro fra maestre e collaboratori scolastici.
    C’è tempo fino a giugno per arrivare ad una soluzione che eviti questo scenario, ma la situazione per ora è bloccata. Avremo una primavera calda su questo fronte.

  2. Silvio P. ha detto:

    Ciao,
    mi permetto di entrare nel merito della parte relativa alle mense scolastiche in qualità di genitore estremamente preoccupato.
    Siamo stati presi in giro dal buon Lamandini quando, in sala consiliare a Savignano sul Panaro,durante un incontro relativo al “democraticamente obbligatorio” passaggio dall’acqua in bottiglia a quella dell’acquedotto nelle mensa scolastica, ci ha esplicitamente accusati di avere, con una rilevante caduta di stile e maleducatamente, “il cervello che fa acqua” o in acqua non ricordo bene, nel credere che ci fossero speculazioni economiche su una decisione del genere, ma che fosse una scelta di sensibilizzazione all’ambiente e al territorio.
    Beh chiaro, meno bottiglie in pet facilmente riciclabili al 100%, ma con questa storia della distribuzione dei pasti sicuramente tanti piatti monoporzione preconfezionati di materiale sicuramente riciclabile ma non dopo essere stati utilizzati e senza un adeguato lavaggio, infatti se ci fate caso nei cassonetti della plastica è chiaramente indicato di non introdurre piatti, bicchieri e stoviglie monouso in plastica, ma non preoccupiamoci tanto qualche cava dentro la quale sbatterci dentro quella roba nel nostro territorio la troviamo sicuramente.
    Ora i nostri figli si ritroveranno piatti preconfezionati probabilmente anche il giorno prima, la frutta già non la sbucciavano più da tempo e tanta immondizia in più.
    Nel frattempo l’acerba sindachessa Denti dichiara al Venerdì di Repubblica del 23/04, tronfia dalla settimana della buona educazione ai bambini finanziata dalla fondazione città di Vignola, che solo gli anziani spalano la neve nel suolo pubblico di Vignola, probabilmente avrà preso di esempio se stessa e i suoi più stretti collaboratori, per quanto mi riguarda la prossima volta invece di aspettarmi un servizio che funzioni dall’unione chiederò a mio nonno di spalare la neve nelle piste ciclabili per non essere costretto a far camminare le mie 2 bambine nelle carreggiate delle strade col rischio di essere investiti.

    Grazie

    Grazie

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Silvio, non sei l’unico a sentirsi preso in giro. Da quello che mi risulta questo è il sentimento della totalità dei genitori. Oggi il potere si manifesta così: io vado avanti per la mia strada; al resto del mondo le decisioni le comunichiamo a cose fatte. Sono i piccoli “berluschini” che stanno popolando la sinistra. Amministrare con serietà è molto difficile. Meglio prendere le scorciatoie della manipolazione. Peccato. Peccato, perché così si consuma, si erode la fiducia ed il consenso.

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