Strada dei vini e dei sapori: buco nero o occasione di sviluppo?

La Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi è un perfetto esempio del tema della governance. Però della cattiva governance. Nel senso che la sua tribolata vicenda economica degli ultimi anni – l’accumulo di debiti per diverse centinaia di migliaia di euro – è avvenuta grazie ad un sistema di non-controllo e grazie ad una politica che, ad esempio sulla rimozione di amministratori inadeguati, non ha saputo assumersi tempestivamente le sue responsabilità (vedi). Oggi, anche per chi sta nel consiglio comunale di uno dei comuni soci (e sovventori) della strada è diventato alquanto difficile ottenere risposte e documenti sullo stato di salute finanziaria della Strada e sui suoi programmi di “sviluppo” (o forse anche solo di “mantenimento”). E’ chiaro che questo rappresenta un vulnus non solo delle prerogative di un consigliere comunale – non importa se si tratta di consigliere di maggioranza o di opposizione -, ma anche della democrazia locale. I rappresentanti dei cittadini ed i cittadini stessi non possono esercitare quella indispensabile funzione di controllo ed eventualmente di critica sull’impiego delle risorse pubbliche. Ma ci sono altri aspetti sull’attività della Strada e sul modo in cui essa la esercita che è bene considerare, visto che anche di essa, assieme alle altra “strade dei vini”, si è occupato l’Osservatorio sul Turismo del Vino, istituito dall’Associazione nazionale Città del Vino, in un report curato da Censis Servizi Spa (report accessibile qui: vedi).

Chiesa di San Michele Arcangelo a Campiglio (foto del 12 dicembre 2009)

[1] Partiamo da quest’ultimo aspetto. Nel febbraio 2009 è stato presentato pubblicamente il 7° Rapporto annuale dell’Osservatorio sul Turismo del Vino (vedi). Esso riporta un’indagine articolata in due parti: una prima parte dedicata alla valutazione dei trend in atto riguardo al “turismo del vino”, mediante la somministrazione di un questionario a tre distinti target: operatori dell’offerta (produttori, cantine, agriturismi, B&B), operatori della ristorazione, sindaci di “città del vino”; una seconda parte dedicata all’analisi ed alla valutazione dei siti web delle “strade del vino”. L’indagine è stata svolta a fine 2008, dunque in un periodo in cui si manifestavano già i segnali della crisi economica (poi accentuatisi in seguito). Che cosa ci dice? Tutti gli intervistati riconoscono l’importanza del turismo del vino per l’economia locale e ne prevedono una crescita di importanza nel futuro. Ma la valutazione dell’Osservatorio sulla capacità dei diversi territori di definire e poi implementare una strategia di sviluppo economico basata su questo fattore non è particolarmente positiva: “Le strade del vino appaiono ancora troppo fragili. La debolezza di una cultura di marketing finisce per sottodimensionare un mercato potenzialmente importante.” (p.4) Il rapporto, in particolare, evidenzia un rischio di “frammentazione” dovuto ad un eccesso di offerta (sono state censite 126 “strade del vino”), con difficoltà per molte strade di raggiungere la “massa critica” necessaria per giocare un ruolo almeno sul territorio regionale o nazionale. L’effetto risultante sarebbe quello di una “coriandolizzazione” dell’offerta. Tanti “punti”, ma la maggior parte di essi troppo piccoli, troppo poco visibili, con dotazioni di risorse troppo limitate per poter incidere sullo sviluppo economico del territorio. Inoltre il sistema d’offerta risulterebbe “troppo ancorato al prodotto di base (il vino) e poco orientato ai complementi d’offerta” (p.5) Che significa: servizi e non solo prodotti. Che significa anche: “esperienze” e non solo servizi. Sempre più, cioè, si affermano modelli di consumo basati sulla ricerca di “esperienze” e non solo di servizi o prodotti. Non a caso Pier Luigi Sacco, uno dei più noti economisti della cultura, parla di economia dell’esperienza (vedi). Come questa tendenza, sviluppatasi precedentemente alla crisi economica, si intrecci con l’attuale situazione di crisi non è chiaro. Vi è comunque la possibilità che essa ne riesca rafforzata, piuttosto che indebolita, visto che una delle conseguenze della crisi può essere quella di una rivisitazione dei modelli di consumo nel senso di una maggiore valorizzazione del territorio e del suo patrimonio enogastronomico, paesaggistico, culturale (ovviamente non si tratta di un esito “naturale”, scontato).

Chiesa di San Michele Arcangelo a Campiglio, dettaglio (foto del 12 dicembre 2009)

[2] Come si inserisce la Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi in questo scenario? Come si sta attrezzando, cosa sta facendo per sfruttare le vecchie e nuove potenzialità di sviluppo? Non è dato sapere, visto che i suoi programmi di sviluppo ed i suoi obiettivi sono conosciuti da pochissimi eletti (sembra che neppure l’assessore al turismo di Vignola – sempre ammesso che ce ne sia uno – sia tra questi). E qui si innesta il discorso della governance, ovvero di come avviene il governo, la guida di questa associazione che in larga parte si regge sul finanziamento pubblico (con una partecipazione di ogni comune aderente secondo una quota pro-capite per abitante). Ma di questo ce ne occupiamo dopo. Prima è importante mettere a fuoco ancora un punto sin qui non risolto. Chi fa marketing territoriale per questo territorio? Ad oggi, nonostante i nuovi compiti assegnati alla Strada nell’Accordo di programma 2008-2012 (vedi delibera della Giunta Municipale n.29 del 28 febbraio 2008), le responsabilità rimangono frammentate tra enti locali (ognuno per sé!) e Strada – una situazione che produce “politiche” assai poco efficaci. Eppure il tema del marketing territoriale è stato a lungo dibattuto nella prima legislatura Adani, senza però risultati significativi (vedi). Oggi si tratterebbe di impostarlo ex-novo, in una situazione però decisamente più complessa (non si deve ottenere il consenso solo di 5 comuni, ma coinvolgere e costruire un programma condiviso e di lungo respiro con i 16 comuni aderenti – in parte della provincia di Modena, in parte di quella di Bologna). Dove sono le “risorse” per fare questo? Non mi riferisco alle risorse economiche, pur importanti. Anzi decisive. Ma, prima ancora, alle risorse di autorevolezza, capacità di visione, determinazione necessarie per impostare un nuovo disegno davvero strategico. Dove sono, dunque, queste risorse? Dispiace dirlo, ma non certo all’interno della giunta municipale di Vignola. Per convincersene basta leggersi la Relazione previsionale e programmatica 2010-2012 (a pag.51) che dedica, in effetti, quasi una pagina intera (sic!) alla “promozione turistica”, ma mettendo in fila una serie impressionante di banalità o di pure “buone intenzioni”. Se questo è il livello di consapevolezza delle criticità del “settore” e degli obiettivi strategici da perseguire (sic!) il pronostico è facile: si continuerà con micro-progetti assolutamente ininfluenti sulle possibilità di ottenere una quota rilevante di “sviluppo economico” del territorio dal turismo enogastronomico, paesaggistico, culturale. Il tema è però troppo importante per lasciarlo cadere. Bisognerebbe trovare le modalità per mobilitare un po’ di “intelligenze” (ce ne sono anche al di fuori delle istituzioni – per fortuna!) in un serio discorso pubblico (i partiti hanno smesso da tempo di occuparsi di queste cose e, plausibilmente, anche ciò spiega del loro declino, comunque della loro irrilevanza ai fini delle politiche di territorio) che aiuti ad analizzare una situazione difficile e, però, anche ad elaborare una strategia all’altezza delle sfide (e della competizione tra territori).

Il sentiero che congiunge Campiglio (con imbocco davanti al cimitero) alla Pieve di Vignola (foto del 12 dicembre 2009)

[3] Il 7° Rapporto annuale dell’Osservatorio sul Turismo del Vino si occupa anche dei siti web delle “strade dei vini”. Anche di quello della Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi (vedi). Che dal confronto con la concorrenza non ne esce bene. Per qualcuno si tratta, magari, di aspetti insignificanti. Non è così, oggi Internet gioca un ruolo non più trascurabile nella circolazione delle informazioni anche di carattere turistico. Sempre più i consumatori si rivolgono ad Internet (assieme al passaparola) per scegliere le loro destinazioni turistiche, anche locali. Ed anche, in misura crescente, vi ricorrono per prenotare o per acquistare pacchetti di prodotti, servizi, “esperienze”. Dunque anche questo è un aspetto da curare meglio (anzi, molto meglio rispetto ad oggi). Delle 126 “strade dei vini” individuate dall’Osservatorio sul Turismo del Vino, 80 sono dotate di siti web. Di questi ne sono stati valutati 69 (vedi la parte II del Rapporto, pp.40-57). Il sito web della Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi si colloca nella parte medio-bassa della classifica, al 43simo posto (550,7 punti di ranking, contro 891,8 del primo “classificato”). 7 strade emiliano-romagnole fanno meglio di lei (solo due fanno peggio). Su nessuna delle tre dimensioni di analisi si colloca verso l’alto della graduatoria. Inoltre risulta essere una di quelle strade che fanno brutta figura nella risposta ai potenziali clienti tramite e-mail non avendo fornito alcuna risposta all’e-mail di test inviata dagli estensori del rapporto (tecnica del “mistery client”). Insomma, anche in questo caso si evidenzia una criticità, visto che oggi non è possibile non essere sul web e, però, esserci vuol dire (deve voler dire) starci in modo adeguato, con capacità di fornire in modo tempestivo, semplice, trasparente, efficace sia informazioni che servizi.

Cippo con croce (dettaglio) su via Bressola a Campiglio (foto del 17 febbraio 2007)

[4] Ultimo aspetto. Da cui eravamo partiti. Governance e trasparenza. Governance tramite trasparenza. Trasparenza che però non c’è, sia perché gli atti più importanti della Strada (programma di rilancio; obiettivi) non sono pubblici, sia perché non sono forniti neppure a chi ha il potere di richiederli. Vediamo cosa succede. Il 29 ottobre 2009 la lista civica Vignola Cambia presenta un’interrogazione (vedi) per avere un po’ di chiarezza sulla situazione finanziaria e sui programmi della Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi, anche perché il finanziamento “a fondo perduto” ottenuto dai Comuni (a fine 2008) è stato erogato – almeno per il Comune di Vignola – a fronte dell’impegno della Strada ad avviare “comportamenti virtuosi” (dal punto di vista economico), oltre ad un appropriato programma di “rilancio”. Un anno dopo il tentativo di rilancio è possibile sapere qualcosa delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti? Sembrerebbe di no. Senonché l’amministrazione comunale, invece di rispondere (almeno per la parte di sua competenza!), fa finta di niente e “scarica” la risposta sulla Strada stessa. La cosa singolare, però, è che l’amministrazione comunale stessa aveva concesso alla Strada (con delibera di Giunta Municipale n.161 del 2008) il contributo una-tantum di 25.000 euro dietro all’impegno, per la Strada, “al rispetto di specifiche direttive”. Dimenticandosi però, un anno dopo, di verificare se le direttive allora indicate sono state effettivamente seguite! Solo così può essere interpretata la “risposta”, fornita a Vignola Cambia il 30 novembre 2009 dal sindaco Denti, in cui si informa semplicemente di aver chiesto una risposta (quella vera) alla Strada stessa (risposta che però ad oggi non è ancora pervenuta). Sembra dunque che per avere chiarimenti non rimanga altra via che la segnalazione alla Corte dei Conti. Si presti comunque attenzione alla tempistica. All’interrogazione del 29 ottobre l’amministrazione comunale avrebbe dovuto fornire risposta entro il 28 novembre. E’ il Decreto Legge n.267 del 18 agosto 2000 che dispone che “il sindaco o il presidente della provincia o gli assessori da essi delegati rispondono entro 30 giorni alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri” (art.43, comma 3). Invece di fornire la risposta, l’amministrazione lascia passare esattamente 30 giorni e poi gira la richiesta alla Strada (un modo di fare che sembra tradire l’imbarazzo del sindaco Daria Denti). Oggi sono passati più di 90 giorni e né la Strada, né l’amministrazione Denti hanno fornito alcuna risposta. L’episodio può essere ritenuto di scarsa importanza, per qualcuno anche assolutamente insignificante. E’ tuttavia uno dei tanti sintomi di un atteggiamento strumentale verso le istituzioni. E’ anche il segno dell’incapacità di intendere la politica in modo nuovo (la trasparenza come meccanismo per promuovere comportamenti virtuosi). In parte spiega pure l’incapacità di mettere in campo un confronto di alto livello tra le amministrazioni comunali coinvolte – il solo modo per consegnare alla Strada ed a questo territorio un vero “piano delle strategie” (vedi) che assegni maggiore enfasi al ruolo del turismo e della promozione dei prodotti e del territorio nello sviluppo economico del territorio.

Villa Martuzzi sulla strada per Campiglio (foto del 12 dicembre 2009)

PS. Sulla Gazzetta di Modena del 22 ottobre 2009 Davide Contri, ex-assessore del Comune di Castelvetro ed ex-Direttore della Strada dei vini e dei sapori Città Castelli Ciliegi ha così commentato la sua nomina ad “ambasciatore” dell’Associazione nazionale Città del vino: “E’ una grande soddisfazione, soprattutto dopo il fango che mi era stato gettato addosso con la vicenda della Strada dei vini e dei sapori, in cui ero stato indicato come unico capro espiatorio.”

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