“La campagna tornerà ad essere il giardino di Vignola” Ricordate? Era uno degli slogan della campagna elettorale. Affiancato da: “Un concetto di futuro basato sulle idee e non sul cemento”. E nel programma elettorale? Stava scritto: “Stop al consumo di territorio non compromesso” (p.16) A cui si aggiungeva l’impegno della coalizione per “la tutela delle aree agricole” (p.16). Ed ancora: proponiamo di “contrastare, in generale, l’ingresso in zona rurale di tipologie edilizie e/o attività incompatibile con la preservazione dell’ambiente agricolo ed estranee al settore” (p.14). Tutte queste affermazioni le trovate nei manifesti elettorali di Daria Denti e nel programma della coalizione che la sosteneva, per di più con la precisazione: “impegni e non semplici slogan”. Ebbene con una sola decisione l’amministrazione guidata dal sindaco Daria Denti è riuscita a contraddirle tutte quante. Perché il piano degli investimenti del Comune di Vignola prevede, per il 2010, la realizzazione di un parcheggio (sì, un parcheggio!) nelle basse di Vignola, in una zona agricola (vedi p.37 della Relazione previsionale e programmatica). A ridosso del centro urbano, a fianco di via Panaro (la discesa dello “sgabellatore”), entro il perimetro di quello che secondo il sindaco Roberto Adani doveva diventare il Parco Città dei bambini e delle bambine verrà realizzato un bel … parcheggio! Al posto degli alberi che oggi ci sono verrà steso asfalto e verranno segnate le strisce per parcheggiare qualche centinaio di automobili. In sintesi il Parco Città dei bambini e delle bambine diventerà in realtà il Parcheggio Città dei bambini e delle bambine. In effetti per ogni bambino a Vignola ci sono 5 automobili circolanti. Cosa c’è di più bello che spianare un pezzo di campagna per fare loro posto? Ma procediamo con ordine.
[1] L’idea di un grande parco adiacente al centro cittadino (un po’ come il Parco Rio Gamberi a Castelnuovo) ha trovato una prima formulazione nei lavori preparatori per la Società di Trasformazione Urbana (STU), alla fine del primo mandato del sindaco Roberto Adani. Abbandonata l’idea della STU il progetto del Parco di Villa Braglia (questo il nome originario, poi cambiato in “Parco pubblico del centro storico: Città dei bambini e delle bambine”) è confluito nel Programma delle opere pubbliche 2006-2008. La necessaria variante al PRG (ed il conseguente avvio della procedura di esproprio) è stata adottata dal Consiglio Comunale con delibera n.31 del 19 aprile 2006 (vedi) e quindi approvata 5 mesi dopo, con delibera n.63 del 25 settembre 2006 (vedi). L’area interessata è quella compresa tra via Zenzano e le case del centro storico (e tra l’ex-macello pubblico, da un lato, e la cosiddetta discesa dello “sgabellatore”, dall’altro). Si tratta di circa 25-30.000 mq in precedenza “zona agricola di tutela paesaggistica delle basse” (zona omogenea E3). L’amministrazione Adani ha avviato la procedura di esprorio ed aveva programmato l’inizio dei lavori per la realizzazione del primo stralcio entro il 2009. Su questa realizzazione, però, si è aperta un’accesa discussione in campagna elettorale, in particolare contestando l’elevata spesa di realizzazione (circa 3,2 milioni di euro di spesa complessiva). Il candidato a sindaco Daria Denti, ad esempio in occasione dei confronti pubblici con il candidato della Lega Nord Graziano Fiorini, si era impegnata a ridimensionare il progetto, con l’intento però di mantenerlo. Nella visione di Adani quest’area doveva ospitare un parco di qualità a tema agricolo-ambientale, una sorta di disneyland dell’ambiente vignolese (anche contadino). Se i costi di realizzazione previsti sono giustamente apparsi eccessivi a molti osservatori, anche a fronte di altri considerevoli impegni finanziari e per opere decisamente prioritarie (es. Polo per la sicurezza, nuovo Polo scolastico, prosecuzione della messa in sicurezza della viabilità cittadina, ecc.), era comunque condivisibile l’obiettivo (questo è perlomeno quello che io penso) di dotare Vignola di un grande parco pubblico posto nelle immediate vicinanze del centro urbano.

L'area del "Parcheggio Città dei bambini e delle bambine" tra via Zenzano ed il centro cittadino. Sullo sfondo si vedono le case di via Borgovecchio (foto del 16 gennaio 2010)
[2] Cosa succede con l’amministrazione Denti? Il progetto del Parco Città dei bambini e delle bambine viene bloccato. Il primo stralcio, relativo all’area in prossimità dell’ex-Macello ed ex-Lavatoio (l’area sottostante Villa Braglia), viene posticipato (il progetto definitivo era già stato approvato ed i progettisti erano in attesa degli indirizzi della giunta per il progetto esecutivo – l’ultimo step progettuale prima dell’avvio del cantiere). Viene invece data priorità al secondo stralcio (relativa all’area confinante con via Panaro), solo che anziché un parco ora il progetto prevede la realizzazione di un grande parcheggio! Dunque Parcheggio Città dei bambini e delle bambine, anziché Parco Città dei bambini e delle bambine! Intendiamoci. Anche il progetto preliminare redatto dall’amministrazione Adani prevedeva un parcheggio che però doveva essere al servizio del parco pubblico. Ora si prevede di realizzare in quell’area un parcheggio (molto più grande) a servizio della città ed in particolar modo finalizzato a sostituire la funzione di parcheggio oggi garantita dall’ex-Mercato ortofrutticolo (che nel corso della legislatura dovrà vedere l’avvio di un intervento di riqualificazione). Questo è quanto prevede il Programma triennale delle opere pubbliche 2010-2012 che alla realizzazione di quest’intervento destina 1,5 milioni di euro (è l’intervento n.15 a pagina 2: inizio lavori previsto per il terzo trimestre 2010; fine lavori per il secondo trimestre 2011).

L'area del "Parcheggio Città dei bambini e delle bambine" vista da via Borgovecchio. Sullo sfondo il magazzino Solignani su via Zenzano (foto del 16 gennaio 2010)
[3] Che dire? La prima cosa da rilevare è la contraddizione tra i proclami e gli slogan della campagna elettorale (aprile-giugno 2009) e questo provvedimento (dicembre 2009). Sono passati solo pochi mesi e chi allora affermava in modo perentorio “stop al consumo di territorio non compromesso” si appresta ad asfaltare proprio un’area di territorio non compromesso delle “basse” di Vignola! Confesso di non comprendere la ratio del provvedimento, proprio perché pochi mesi fa si era urlato ai quattro venti l’esatto contrario. Mi risulta invece evidentissimo l’alto grado di opportunismo di chi, passata la tornata elettorale, si prepara a cercare argomenti per negare e contraddire gli impegni di allora. Servono parcheggi! Cosa certamente vera. Ed è certamente vero il fatto che la situazione verrà aggravata nel momento in cui si metterà mano all’ex-Mercato ortofrutticolo, visto che il cantiere impedirà a quell’area di continuare a svolgere la funzione di parcheggio (sino ad oggi gratuito) a servizio del centro urbano vignolese. Ma l’esigenza di fare un salto di qualità nella dotazione di parcheggi a servizio del centro non può giustificare un intervento che si configura come scempio ambientale. E’ proprio vero che non esistono alternative? Vediamo.

L'area del "Parcheggio Città dei bambini e delle bambine" vista da via Zenzano. Sullo sfondo le case di via Borgovecchio (foto del 16 gennaio 2010)
[4] E’ opportuno non limitarsi ad evidenziare l’incoerenza tra le affermazioni di allora e le decisioni di oggi. Anche se già questo aspetto, da solo, sarebbe sufficiente ad invitare l’amministrazione comunale ad un radicale ripensamento. E dunque questo argomento andrà usato con forza da tutti coloro che vogliono davvero salvaguardare la campagna vignolese. Ma c’è un altro aspetto da considerare. Possibile che una tale decisione – con un impatto assai forte (e negativo) sul territorio vignolese – debba essere presa in modo così improvvisato? Senza un serio lavoro di analisi e di “pianificazione”? Nessuno disconosce che il problema dei parcheggi affligge Vignola così come la quasi totalità delle città italiane. Basta affacciarsi su Modena per comprendere sia l’urgenza del tema, sia la difficoltà ad affrontarlo. Un’amministrazione consapevole, però (e Daria Denti è amministratore di questo comune da 10 anni, non da pochi mesi!), avrebbe messo tra i suoi primi atti l’incarico per lo studio di un adeguato “piano parcheggi”. Con un’indicazione molto precisa: incrementare la dotazione di posti auto a servizio del centro urbano (e soprattutto del centro storico), senza però “consumare” territorio non compromesso. D’altro canto era questo l’impegno assunto in campagna elettorale con gli elettori. Allora se riflettendo sul PRG vigente, al fine di confezionare il nuovo PSC (vedi), il sindaco Roberto Adani parlava di “densificazione” della città, non potrebbe lo stesso principio applicarsi ai parcheggi? Non si dovrebbe, cioè, convenire che il principale obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare “in altezza” (non più “in estensione”) i parcheggi? Ovvero parcheggi su più piani: interrati o sviluppati verso l’alto, come silos. Perché si vuole consumare nuovo territorio (e territorio agricolo, per di più!) per la sosta delle automobili? E’ questo ragionamento che è davvero inspiegabile. E’ inspiegabile se è vero che si cerca oggi, per Vignola, uno sviluppo qualitativo, non quantitativo. Possibile che per le auto in sosta non ci sia altra soluzione che quella di asfaltare un pezzo delle “basse” vignolesi? Questa visione mi sembra decisamente “criminale”. L’alternativa – che va perseguita con forza e determinazione – è invece quella di moltiplicare i posti per le auto in sosta insistendo su aree “già compromesse” ed in particolar modo investendo sulla “densificazione” dei parcheggi già esistenti (ovvero sul loro sviluppo verticale). Se questa “visione” abbia una possibilità concreta di realizzarsi è cosa che può essere precisata da uno studio (il “piano parcheggi”) che oggi non c’é. Non ha molto senso, invece, imboccare immediatamente la strada del consumo di territorio “non compromesso”!
Ci sono aree, nel tessuto urbano vignolese, che possono plausibilmente candidarsi per questa funzione? Certamente sì. Ribadisco. Non è mia intenzione anticipare gli esiti di un’analisi che dovrà essere realizzata, ma sarebbe delittuoso partire con un cantiere per realizzare un parcheggio nelle basse di Vignola senza aver prima valutato tutte le possibili alternative. Che ci sono – o almeno così oggi sembra. Partiamo innanzitutto dal parcheggio di Corso Italia che soffre oggi di un evidente sottoutilizzo: ci sono 80-90 posti auto in superficie che nei giorni normali (non di mercato) sono usati al 20-30%. Primo obiettivo dovrà essere quello di incrementarne l’utilizzo. Secondo: l’area ex-magazzini Toschi, sul lato di via Libertà (a fianco delle scuole Barozzi). Si tratta di più di 1.500 mq. E’ possibile utilizzarli meglio? E’ possibile applicare un principio di densificazione (se non verso il basso, verso l’alto)? Terzo. Il parcheggio a servizio dell’ospedale. Si tratta di circa 4.500 mq. E’ possibile lavorare per un uso più razionale di quell’area? Anche in questo caso applicando un principio di “densificazione” (verso il basso, un parcheggio interrato, o verso l’alto, un parcheggio-silos)? Consideriamo anche che a ridosso dell’ospedale è ubicato il campo sportivo “Caduti di Superga” – circa 7.500-8.000 mq. Forse è il caso di pensare ad una sua delocalizzazione, magari nell’ambito di un ragionamento di “pianificazione” dell’impiantistica sportiva nell’ambito dell’Unione Terre di Castelli (che, tra l’altro, degli impianti sportivi ha adottato una sorta di PRG). E’ da tempo che una qualche ipotesi di questo tipo è abbozzata. Non sarebbe il caso di riprendere questi ragionamenti? Non si potrebbe lì collocare un parcheggio interrato tipo quello di Corso Italia? Fermiamoci qui.

L'area del "Parco" di Villa Braglia e l'ubicazione del parcheggio. Davvero si vuole asfaltare un pezzo delle basse di Vignola?
La cosa che più colpisce del progetto del “Parcheggio Città dei bambini e delle bambine” è che soffre di una mancanza di visione strategica. Possibile che le alternative, certo non semplici e tutte da verificare, non siano affatto prese in considerazione e si scelga sin dall’inizio l’opzione più banale, ma anche quella ambientalmente più impattante? Quella qualitativamente più disastrosa? L’area dell’ex-Mercato ortofrutticolo è pari a circa 6.000 mq. Visto l’impatto connesso alla realizzazione di un’area di parcheggio di dimensioni equivalenti (che per qualche anno possa sostituire i parcheggi dell’ex-Mercato), sarebbe bene pensarla sin da subito come una soluzione che aggiunge un tassello definitivo al piano parcheggi vignolese. Inoltre se si vuole dare il messaggio di un centro un po’ meno assediato dalle auto, l’area circostante l’ospedale si candida ottimamente per realizzare un parcheggio di grandi dimensioni (se su più piani) in grado di intercettare e trattenere una parte del traffico che altrimenti confluirebbe in centro. Quest’ultimo va alleggerito di auto – sia circolanti che in sosta. Auto che dovrebbero, almeno in parte, fermarsi all’ingresso della città, in un’area di sosta che funga da parcheggio scambiatore. In questo modo sarebbe possibile coniugare la salvaguardia ambientale con l’incremento della dotazione di parcheggi (di cui c’è effettivamente bisogno) e magari anche promuovere aree, in prossimità del centro urbano, un po’ meno densamente popolate da automobili (e più popolate da esseri umani). Possibile che nessuno nella maggioranza e nel PD faccia questi ragionamenti? Non voglio certo dire che le soluzioni qui prefigurate siano quelle economicamente più convenienti. Non è questo il punto. Proprio alla politica spetta il compito di coniugare valori evoluti (come la tutela del territorio ed in particolar modo della campagna vignolese) con il quadro delle compatibilità economiche, riorganizzando le priorità e mobilitando risorse verso il futuro. Altrimenti non sarebbe che una politica di bassa qualità. Una politica che, peraltro, non è neppure in grado di mantenere gli impegni presi. Vedremo.
Mi sembra un analisi ineccepibile, mi sembra che il nuovo sindaco si voglia distinguere in discontinuità, ma poi bisogna sapere essere discontinui, se si vuole totalmente distinguere da Adani, intanto lo avrebbe dovuto dichiarare in campagna elettorale, ma quello che più conta, servono le idee e i progetti, oltre alla capacità di realizzarli. Adani mi sembra che un progetto lo abbia messo in campo anche grazie a persone come Paltrinieri, che pur essendo quindi di parte mi sembra faccia un analisi ineccepibile, il progetto invece di questa giunta qual’è? Perchè io non l’ho capito ancora. Il mio atteggiamento non è critico per partito preso, ma da una parte facciamo la partecipazione per via libertà e abbracciamo tutti un pò di tigli cittadini, dopodichè chissa come è andata a finire. Dall’altra asfaltiamo le basse di Vignola,già che ci siamo asfaltiamo Panaro che c’è già la ghiaia. Ma non è questo, potrebbe anche essere necessario, ma possibile che, con tutto il rispetto, si stia un anno a discutere dei Tigli di una via senza cavarne un ragno da un buco, si spendano in consulenze anche parecchi euro , e in trenta secondi senza parlarne con nessuno, ma ancor peggio senza studiare un attimo, si decida di fare un parcheggio nelle basse. L’impressione, ma spero di sbagliarmi, è che si corra dietro a qualsiasi sollecitazione senza neanche mettere in moto il cervello. L’importante è non scontentare nessuno, meglio scontentare tutti piuttosto.Comunque sono abbastanza fiducioso che uno scempio come questo, nella stessa logica di cui sopra, appena si alzerà un pò di polverone andrà a finire in niente. Tra qualche mese tutti negheranno di averlo mai detto o pensato. La responsabilità non è della politica di questi tempi.
Ciao Gherardo, condivido la tua analisi. Anch’io vedo nel sindaco Daria Denti l’ansia di non scontentare nessuno. Ma è un’ansia che, per quanto comprensibile (il PD al 35%!), non porta da nessuna parte perchè impedisce di fare quelle scelte che sono davvero proiettate nel futuro. Bisogna avere capacità di rischiare il consenso. Chi lo cerca con tatticismi preoccupato di registrare, per ogni sua mossa, il consenso è, secondo me, destinato a perderne più di quanto ne acquista. Sono numerosi gli episodi che testimoniano di questa sindrome dell’amministrazione Denti. A ciò si deve poi aggiungere che il sindaco ha formato una giunta di grande fragilità. Pochi, quasi nessuno (io ne salvo uno soltanto) con capacità di visione. Pochi in grado di realizzare quello che “prefigurano” (vogliamo ricordare la vicenda del “bilancio partecipato”?). Dunque condivido la tua analisi: per non scontentare nessuno si finisce con lo scontentare tutti (o comunque la maggioranza). Sulla vicenda del parcheggio nelle basse ho già ampiamente argomentato. La cosa che davvero stupisce è come sia potuto accadere che l’amministrazione abbia preso una tale decisione. Specie dopo gli impegni assunti pubblicamente in campagna elettorale. Anche qui non si vuole, evidentemente, scontentare qualche commerciante. Ma il tema dell’incremento della dotazione dei parcheggi – che è un tema vero – non può ottenere una risposta così banale e di così bassa qualità! Com’é stato possibile? Io vedo un’unica spiegazione: sono saltati tutti i momenti di “dialettica” interna al partito. Probabilmente molti consiglieri di maggioranza non erano neppure consapevoli di quello che hanno approvato! Ma questo è indubbiamente uno dei problemi più acuti che la democrazia vignolese vive oggi.
Sulla Gazzetta di Modena di domenica 7 febbraio l’assessore al territorio, ambiente e agricoltura Mauro Scurani dichiara che nell’area del parco non verrà realizzato nessun mega-parcheggio. Afferma, anzi: “va ribadito che a nessuno è mai venuta in mente l’idea di un grande parcheggio asfaltato. Si è ipotizzato un parcheggio di alcune decine di posti macchina, di dimensioni ridotte, che possa essere di servizio al nuovo parco. La sua realizzazione dovrebbe avvenire con criteri nuovi, a superficie “verde” e permeabile e con il mantenimento dei ciliegi di qualche pregio esistenti nell’area.” L’assessore Scurani è persona seria e dunque non ho motivo di credere che non esponga la posizione dell’amministrazione comunale. Vorrei però fare le seguenti osservazioni – sotto forma di lettera:
Caro Mauro,
alla tua precisazione, decisamente rassicurante, ho tre osservazioni da fare. (1) Può darsi che come tu scrivi “a nessuno è mai venuto in mente l’idea di un grande parcheggio asfaltato”. Però è stato detto. Io ricordo uno degli incontri del “bilancio partecipato”, quello a Brodano domenica 29 novembre, in cui l’assessore ai lavori pubblici ha giustificato il cambio di programma sul parco – l’anticipazione di quello che inizialmente era il secondo stralcio (quello sull’area più vicina a via Panaro) – con l’intento di garantire posti auto in sostituzione di quelli nell’ex-mercato (che verranno prima o poi soppressi – temporaneamente (?) – per i lavori di riqualificazione). Che io sia critico nei confronti dell’amministrazione comunale, non c’é dubbio. Ma non mi metto certo ad inventare bersagli fittizi. Tra l’altro dovrebbe trattarsi di un’allucinazione collettiva, visto che anche la lista civica Vignola Cambia ne ha parlato. (2) Tu dici che si tratterà “di alcune decine di posti macchina”. La formula è un po’ vaga. Potrebbero essere 20 o 90. Capisci che c’é differenza. Tu sai che il parcheggio di superficie in Corso Italia tiene circa 90 posti auto. Vogliamo fare un parcheggio di quelle dimensioni? A “servizio” del parco? Ti chiedo dunque, per evitare equivoci, di rendere trasparente il calcolo ed i ragionamenti che userete per individuare il numero di posti auto necessari “a servizio del parco”. Sarebbe una buona cosa. (3) Mettiamo il caso che si sia trattato davvero di un fraintendimento (e lasciamo stare se all’origine ci sia o meno un modo maldestro di maneggiare la comunicazione). La questione che sta dietro a questa vicenda è “come l’amministrazione comunale informa i propri cittadini dei progetti a cui sta lavorando”, dei lavori pubblici, delle grandi opere, ecc. Non è proprio possibile fare di più? Ad esempio utilizzando al meglio gli strumenti web anche per segnare l’avanzamento (e le caratteristiche) del programma delle opere? Non è proprio possibile un’informazione più “tempestiva”, nel senso di “fatta per tempo” e non quando è tutto deciso? Non è proprio possibile pensare e praticare davvero la partecipazione dei cittadini?
Non mi aspetto una risposta verbale, ma se nelle azioni quotidiane dell’amministrazione comunale ci fosse la risposta a questi quesiti te ne sarei grato io ed anche un pezzo consistente di questa città. Buon lavoro.
Allora sono io che non capisco. Ma non si era invertito la prima parte del parco con la seconda proprio per fare un parcheggio in sostituzione del vecchio mercato! Saranno almeno 200 posti auto e non possono certo essere verdi, altrimenti neanche con la jeep d’inverno o quando semplicemente piove. Certo che se piove non vai neanche al parco, ma a lavorare di solito ci devi andare quindi verde mi sembra assolutamente improbabile. Ma se così non è a sentire Scurani, ma si vuole fare un parco agricolo con i ciliegi storici, a me risultano ciliegi di nuova varietà, susine e soprattutto kaki. Ciliegi storici neanche l’ombra. Ma poi, siccome il contadino lo tiene come un giardino, mi vorreste far credere che il comune ci spende anche parecchi soldi e poi lo manterrebbe meglio? Scusate anche se spendete un po’ meno del primo progetto mi sa che li spendete proprio male. Dall’altra parte c’è piazza Braglia appena ristrutturata e io sarò strano ma incontro solo delle persone a cui piace. Se ti affacci però lo spettacolo è desolante, terreni abbandonati con magazzini in lamiera chissà se legittimi proprio sotto al castello. Poi scusate il fiume e ancora di più il canale s.pietro, quello sì storico e tutto da recuperare! Se andate un po’ nel nord europa trovate parchi a tema con l’acqua, i cnali e fiumi bellissimi, avranno anche speso, ma hanno speso bene. E poi il macello e il lavatoio sono stati venduti? Perchè se così non è, sarebbe un delitto non recuperare il proprio patrimonio storico. Non c’è bisogno di costruire niente, sono lì pronti per essere utilizzati. Comunque in qualche anno vengono giù, spero che l’amministrazione non si sia scordata di averceli (se sono ancora suoi anzi nostri) nel bilancio degli investimenti. Ma poi il parcheggio non c’è già, proprio di fronte, solo da ristrutturare e magari allargare, recuperando anche quella schifezza di distributore diroccato! Mi sa che è di moda cambiare, ma pensare, come diceva Gherardo no, pur di non ammettere di avere fatto la cagata del secolo, il parco dei Kaki, facciamolo più piccolo e meno costoso che è meglio. Ma voi a casa vostra fate così? Oppure piuttosto aspettate, ma quando li fate i lavori li fate bene e spendete quello che c’è da spendere? Siamo all’economia domestica, il sindaco ci ha anche un master! Ma mi ero dimenticato, in politica non usa, dire mi sono sbagliato, e dire che a volte si farebbe molto più bella figura! Ma i consiglieri comunali dov’erano quando hanno votato questa roba, e il PD che io cerco di ostinarmi a votare, a cosa pensava, al congresso?
Ciao Mauro, confesso che anch’io non ho capito cos’é successo, perché la questione del “diamo la priorità al secondo stralcio (quello appunto a fianco dello “sgabellatore”) perché in tal modo il parcheggio che ci viene supplisce ai posti auto che vengono meno per il cantiere all’ex-mercato” l’ho sentita con le mie orecchie in un incontro tra amministratori e cittadini (a Brodano). Detto questo vediamo di riepilogare i punti fermi. (1) Il parco si farà; (2) La nuova amministrazione ha ridimensionato il costo (da 3,2 mln di euro di spesa complessiva a 1,5); (3) si farà PRIMA quella parte di parco che, secondo l’amministrazione Adani, avrebbe dovuto essere oggetto del “secondo stralcio”; (4) sono cambiati i contenuti del “parco”: non più una sorta di disneyland dell’ambiente agrario e dell’acqua (io però non conosco in dettaglio il progetto che l’amministrazione Adani aveva commissionato e che era giunto allo stadio del “progetto definitivo”, non ancora del “progetto esecutivo”), ma un parco-ecomuseo del ciliegio; (5) il primo intervento (quello relativo a ciò che in origine era il “secondo stralcio”) includerà anche un parcheggio “a servizio del Parco” (non del centro urbano); l’assessore Scurani precisa che consisterà di “qualche decina” di posti auto e che il fondo non sarà asfalto (ma una “pavimentazione verde”). Questo è quanto ad oggi sanno i cittadini. Gli interrogativi che tu poni sono dunque pertinenti. Come si inserisce questa idea dell’ecomuseo del ciliegio e relativo parco nel disegno “strategico” (?) di quell’area che include l’accesso al Castello, il parcheggio di via Zenzano, il canale di San Pietro (canale storico), l’ex-Macello, l’ex-Lavatoio, i punti di affaccio e di accesso dell’area di Villa Braglia sulle “basse” sottostanti, il percorso Sole-Natura? Quali funzioni si vuole innestare in quell’area? Ad oggi una definizione precisa di questi aspetti manca. E non è poco. Più in generale: come si innesta la valorizzazione di un’area verde da 25-30.000 mq nel “piano strategico” (che non si sa quale sia) dello sviluppo di Vignola? Sono domande che è bene porre con forza.
Ciao Mauro, condivido in pieno la tua riflessione sugli spazi di Vignola in questione. Al di là della ricostruzione della vicenda legata al nuovo parco/parcheggio, quello che mi preme di più è pensare a quegli spazi che con un utilizzo misurato di risorse possono già essere determinanti, uno su tutti il parcheggio di via zenzano. Perchè non abbattere finalmente il vecchio distributore pericolante e sistemare quell’angolo magari ricavando qualche posto in più? Quali sono i punti deboli di quel parcheggio? E’sempre quasi vuoto e veramente vicino all’area del nuovo “parcheggio”, non è quindi plausibile che anche questo non goda di maggior fortuna? Non è meglio capire quali accorgimenti possono rendere un’ ampia area già adibita a parcheggio più appetibile (e decente)? Così un po’ al volo mi viene in mente che un po’ più di luce la sera non sarebbe male, o magari un marciapiedi per chi sale a lungo via zenzano (e magari farlo proseguire lungo via ponte muratori fino a corso italia, visto anche che non si capisce se e dove finisce la ciclabile che arriva da Formica!). Io spesso attraverso il sottopasso e non ho mai notato segni di “insicurezza o degrado sociali”, ma buio e sporco si! Quando si sbuca sotto il castello si cammina in mezzo al fango fino alle scale, qua basterebbero una pavimentazione e un lampione per cambiare in meglio. Io non scarterei neanche l’idea di semaforo a chiamata per i pedoni, stiamo parlando di un punto nel cuore di Vignola, non di un rettilineo in tangenziale…
Questa è una lista di considerazioni personali, ma il cuore del discorso è sempre quello: facciamo le cose per bene prima di farne di nuove (che poi potrebbero non servire o comunque non risolvere un problema che c’è).
Un ultimo appunto: il macello sicuramente è una struttura storica e affascinante che ha bisogno di essere recuperata restituita ai vignolesi, per fortuna invece il Lavatoio durante il primo mandato di Roberto Adani è stato ristrutturato come sala prove musicale pubblica. E’ dato in gestione all’associazione Lavabo che si occupa del servizio e fa la manutenzione ordinaria della struttura. L’affluenza è alta e si può averne un idea dando un’occhiata al sito http://www.modenamusicbox.it (realizzato per tutta la provincia proprio dall’associazione Lavabo di Vignola). Chiaramente il bene è di tutti i Vignolesi e chi pur non suonando vuole vedere com’è stata recuperata e come viene utilizzata la struttura per farsi un’idea può rivolgersi ai contatti sul sito http://www.lavabo.org.
Scusa Andrea per la marchetta, ma è importante tenere attiva l’informazione perchè le cose di tutti siano veramente condivise!
Grazie Antonio per la precisazione sul Lavatoio-Lavabo (su cui è intervenuto, praticamente in contemporanea, anche Marco Bini). Che la struttura sia viva non c’é dubbio. E questa è un’ottima cosa. E’ importante trovare il modo per farla conoscere meglio anche al “resto” della città. Non c’é un qualche anniversario in vista – che so, i primi dieci anni – così da cogliere l’occasione per raccontarla ai vignolesi? Un’altra cosa per me interessante è seguire le traiettorie dei gruppi musicali. Cosa succede 5 o 10 anni dopo? C’é qualcuno che, volendolo ed essendo particolarmente bravo, riesce a farne una professione? Questa bellissima rete del Modena Music Box contribuisce allo sviluppo di un’economia dell’arte e della cultura? Sarebbe interessante approfondire …
Condivido i suggerimenti di Antonio sul tema del parcheggio di via Zenzano (già che siamo in ambito di telepatia!), per cui non mi dilungherò oltre su questo. Aggiungo solo che è un parcheggio che, con 150 metri di strada a piedi, porta in piazza dei Contrari, posizione centralissima; è gratuito e senza disco orario, per cui è auspicabile che si utilizzi un po’ di più, e che l’ostacolo non sia quella manciata di metri in salita leggera da fare per arrivare in centro…
Modena Music Box è un portale realizzato per la rete di sale prove pubbliche della Provincia di Modena (una rete molto diffusa, non so quante altre di questo tipo siano presenti in Italia a livello provinciale) da noi dell’ass. Lavabo. E’ stato un onore essere incaricati di questo, noi già da alcuni anni utilizzavamo un rudimentale sistema di prenotazioni on-line, creato per ovviare ai problemi del volontariato: si evitavano agendine e continue telefonate, e con un semplice click le band si servivano da sole, senza rischi di sovrapposizioni. La Provincia ci ha chiesto di migliorare il sistema ed estenderlo a chi volesse partecipare, facendo sì che le band potessero vedere parallelamente molte sale e le relative disponibilità. Ad esempio, se io vado a provare a Vignola, ma la sera che mi serve è già occupata, sullo stesso portale potrò vedere la situazione di Spilamberto, o Castelvetro etc… Un servizio molto comodo, crediamo.
Sull’economia dell’arte, il discorso è molto ampio. Chi suona (come chi pratica qualsiasi altra forma espressiva) si scontra con problemi concreti molto complessi, e non sempre sormontabili senza un “aiuto” esterno, o dall’alto… Quello che può realizzare un’associazione, in questo senso, è quello che abbiamo fatto fin ora: una sala prove a prezzi bassi e aperta 5 pomeriggi e 6 sere a settimana, che incentiva anche i più giovani a utilizzarla (secondo le nostre statistiche, da nov. 08 a nov. 09 abbiamo erogato 328 prenotazioni per 811 ore effettive “suonate”); una sala di registrazione, con materiale in parte di proprietà comunale in parte acquistato da noi con autofinanziamento, per registrare e realizzare demo di buona qualità a prezzi contenuti; musica dal vivo, con ottimi artisti provenienti da ogni parte d’Italia, per offrire confronti con realtà musicali non solo locali.
Forse, più che il raggiungimento di obiettivi professionistici, sarebbe interessante capire la durata media di attività delle band o dei singoli musicisti che frequentano la sala, cioè capire quanto questo hobby duri nel tempo e quali micro-obiettivi si riescano a raggiungere (ad esempio, quante band di ragazzi giovanissimi e alle primissime armi arrivano col tempo a fare il primo concerto?).
Oppure si potrebbe cercare di capire quante band possono “esistere” grazie a questo tipo di servizio; se non ci fosse, molti non avrebbero spazi dove suonare o dovrebbero rivolgersi al privato, che costa di più, col risultato di diradare la continuità dell’esercizio o di non poterselo permettere. Non abbiamo mai raccolto dati precisi, ma sappiamo che sono moltissimi, specie tra i ragazzi in età scolare, quelli che, senza questo servizio, non potrebbero trovarsi per le prime “strimpellate”.
Sono cose piccole e “in piccolo”, ma possono dare il polso di come un servizio, a costi bassi per l’utenza e per l’istituzione, se gestito bene, può contribuire a dare qualcosa alla cittadinanza e rivitalizzare degli spazi comuni.
L’associazione Lavabo è attiva dal 2002, per il momento non abbiamo in programma compleanni, ma sicuramente ci piacerebbe arrivare al 2012 vedendo entrare in associazione nuove persone che vogliano portare avanti questa realtà. Per quest’anno stiamo gestendo una data al mese all’interno della programmazione dello stone café, il terzo giovedì di ogni mese presso la piscina comunale, dove cerchiamo di proporre alcune delle band più interessanti in giro in questi anni in italia. Inoltre stiamo organizzando due domeniche (sicuramente il 28 marzo e probabilmente il 9 maggio) al teatro cantelli a cui parteciperanno il cantautore norvegese terje Nordgarden e probabilmente la statunitense Sara Lov. Infine stiamo mettendo in piedi insiem ai ragazzi della consulta giovani di vignola alcune serate presso la nostra sede (la prima domani sera con concerto hip hop di crew locali).Veniteci a trovare, ampio parcheggio in via zenzano!
Per il discorso su musica e professione vale quello che ha detto Marco. Probabilmente il vero punto è quello di darsi degli obiettivi di minima molto concreti. Ovvero tra il momento in cui si compra la prima chitarra e il diventare un professionista della musica (o dell’arte e cultura in generale) intercorrono mille fattori. Allora avere intorno un ambiente che dia l’occasione di conoscere da vicino realtà già solide, che metta in contatto con contenuti interessanti, che funzioni da stimolo e da modello diventa un patrimonio importante per tutta la collettività, chiaramente anche per chi al di là della pratica artistica gode nell’immediato di questo patrimonio.
Chiudo con un’obbiettivo che mi piacerebbe poter misurare (e non escludo che qualcosa per farlo me lo inventerò…). Tutti i ragazzi che in questi anni sono passati al lavabo, quanto e cosa hanno assorbito (anche indipendentemente dal lavabo)? Quanti nuovi dischi hanno comprato/ascoltato? Quanti e quali nuovi artisti hanno conosciuto? Quanti concerti sia di altri ragazzi che di artisti più o meno grandi hanno visto? Quanto hanno maturato la loro conoscenza anche attraverso la lettura e il cinema per esempio? Si è innescata più solidarietà o più rivalità? Chi ha appeso lo strumento al chiodo, quali interessi ha mantenuto o comunque maturato?
La musica è condivisione, serve a poco se non c’è nessuno ad ascoltarla.
Non basta fare i teatri, bisogna riempirli (che non vuol dire solo portare sul palco il piccolo schermo!)
Per creare cultura, condivisione ed esperienza non basta l’ampio parcheggio!
Solo una piccola precisazione per Mauro e per chi non ne fosse a conoscenza, ma almeno l’ex lavatoio non è a rischio crollo (anche se neppure l’ex macello mi sembra a quello stadio, per ora…): lo stabile è gestito dall’associazione Lavabo da alcuni anni. All’interno l’associazione ha realizzato diverse rassegne di spettacoli (musicali e altro) e durante la settimana la sala è affittata a prezzi bassi e concordati col comune alle band del territorio che necessitano di uno spazio dove provare, ed è molto frequentata!
A parte qualche piccola necessità di ordinaria manutenzione, lo stabile è sano, vissuto e sorvegliato! E di proprietà comunale.
Marco
Una parte assai interessante di discussione sul tema dei parcheggi a Vignola (e con particolare riferimento al parcheggio nell’area del nuovo “Parco di Villa Braglia”) si è sviluppata tra Mauro Smeraldi e Roberto Adani sul blog di Vignola Cambia. Vale la pena non perdersi lo scambio di informazioni ed argomenti:
http://vignolacambia.wordpress.com/2009/12/29/il-bilancio-una-delusione/#comment-636