Sabato 7 novembre, ore 16, si è svolta l’inaugurazione del nuovo asilo nido del Comune di Vignola, in località “Il Poggio”. Barbapapà, questo il nome scelto per il nuovo nido. Si tratta del nome del protagonista di una serie di fumetti creata da Annette Tison e Talus Taylor e pubblicata in Francia nel 1970 (nome che deriva dall’espressione francese Barbe à papa, che significa “zucchero filato”) (vedi).
Vodpod videos no longer available.L’asilo nido Barbapapà sostituisce dall’anno scolastico 2009/2010 il vecchio asilo nido “Le Coccinelle”, ricavato nell’edificio dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI) costruito negli anni ’30 ed ubicato in via G.Galilei. La “rottamazione” del vecchio asilo nido è giustificata da evidenti ragioni strutturali che lo ponevano in contrasto con i requisiti previsti dalla normativa regionale sugli asili nido – per questo negli ultimi anni ospitava solo sezioni part time. Molto bene dunque l’arrivo del nuovo asilo nido. L’evento è l’occasione, oltre che per descriverne sinteticamente la struttura ed il percorso di realizzazione, anche per fare il punto sul consistente impegno del Comune di Vignola nello sviluppo dei servizi per l’infanzia sotto l’amministrazione Adani.

L'ingresso dell'asilo nido Barbapapà. L'atrio è inserito nel "blocco" dello Spazio bambini e genitori. Sotto di questo si vede il "blocco" dei servizi (foto dell'1 novembre 2009).
[1] La vicenda dell’asilo nido Barbapapà prende il via con l’approvazione del bilancio di previsione 2006: nell’allegato “Programma triennale delle opere pubbliche” è inserita la voce “Realizzazione asilo nido Il Poggio” per un importo di 3 milioni di euro (relativi all’annualità 2006) finanziato tramite apporto di capitale privato con modalità project financing. Sindaco era Roberto Adani, assessore ai lavori pubblici Francesco Galli. L’area individuata per la realizzazione del nuovo nido, di proprietà di privati, è stata acquisita dal Comune a compenso (anticipato) di oneri di urbanizzazione secondaria dovuti (il rogito è avvenuto a fine 2007). Il procedimento prevedeva, quindi, due fasi: dapprima una selezione di una proposta limitata al progetto preliminare ed al piano economico-gestionale (trattandosi di un project financing per la costruzione e gestione dell’asilo nido); quindi, sulla base di quegli elaborati, una gara per l’individuazione del concessionario dei lavori (incaricato anche della progettazione definitiva ed esecutiva) e della successiva gestione. L’effettuazione della gara (con procedura ristretta) portava all’aggiudicazione del lavoro ad una Associazione Temporanea d’Impresa costituita da Cooperativa Sociale Società Dolce (vedi), CIPEA Scarl e Consorzio Nazionale Cooperative Produzione Lavoro “Ciro Menotti” a cui in seguito si univa la società cooperativa CAMST (unite nella società “Vignolazerosei Consorzio Cooperativo”).
Queste le tappe, in sintesi: giugno 2006: bando per il progetto preliminare e project financing; ottobre 2006-gennaio 2007 approvazione della proposta per il project financing (progetto preliminare più schema di gestione); primo semestre 2007: indizione della gara per la selezione del soggetto costruttore e gestore (gara aggiudicata nel luglio 2007); novembre 2007: la giunta prende atto del progetto definitivo; tra novembre e dicembre 2007: acquisizione dell’area (rogito) e successiva consegna alla Concessionaria per l’inizio dei lavori; febbraio 2008: approvazione del progetto esecutivo; marzo 2008: inizio dei lavori; agosto 2009: conclusione dei lavori. Il 22 settembre 2009 l’asilo nido è in funzione (inizia la fase d’inserimento dei bambini). Dall’1 ottobre 2009 è operativo anche il Centro bambini e genitori (centro giochi). Il 7 novembre 2009 il nuovo sindaco, Daria Denti, può inaugurare il nuovo asilo nido.

In primo piano l'area parcheggio ricavata nella rampa d'accesso carrabile ai servizi sottostanti (con pendenza del 15%) (foto dell'1 novembre 2009)
[2] Difficile appassionarsi dei procedimenti amministrativi che stanno dietro anche ad un’opera pur “emozionante” come un’asilo nido. Ed è certo che quasi nessuno dei cittadini vignolesi ha un’idea della complessità procedurale da gestire per portare a compimento una tale opera che “nasconde” dietro di sé soluzioni innovative come un project financing di costruzione e gestione (l’impressione, anzi, è che una tale consapevolezza scarseggi anche nel sistema politico locale; e pure in casa PD). Di questo è bene dare atto al sindaco Adani ed all’amministrazione che egli ha “organizzato” negli anni del suo mandato. Il fatto di aver costruito due nuovi asili nido in dieci anni – il primo (Cappuccetto rosso) in aggiunta ai due preesistenti, il secondo (Barbapapà) in sostituzione di uno “obsoleto” – testimonia, insieme, di una grande capacità realizzativa (vera “cifra” dei dieci anni dell’amministrazione Adani: vedi) e di una considerevole attenzione ai servizi per l’infanzia.

In questo "ritaglio" di terreno, non utilizzato, non poteva essere realizzato un parcheggio pianeggiante a servizio dell'asilo nido? (foto del 21 novembre 2009)
[3] Come già per l’asilo nido “Cappuccetto rosso” di Brodano, inaugurato nel 2004, anche l’asilo Barbapapà presenta soluzioni strutturali innovative, con particolare attenzione ai temi ambientali. Copertura con struttura in legno lamellare, pannelli solari e fotovoltaici posizionati sul tetto del Centro bambini genitori, sistema di copertura “verde” con posizionamento di manto erboso sul tetto, sistema di raccolta e filtraggio delle acque piovane da usare per fini irrigui e sanitari, realizzazione di sonde geotermiche inserite nel sottosuolo e con funzione di scambiatore termico, impianto di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento – tutte soluzioni volte a coniugare rispetto ambientale, benessere dei bambini che lo frequentano ed anche (cosa non trascurabile) economie nella gestione.
La struttura è formata dalla combinazione di quattro “corpi”: il Centro bambini e genitori (si tratta del parallelepipedo che ci si trova di fronte dal cancelletto d’ingresso; 221,50 mq), i servizi (un volume sottostante al Centro bambini e genitori; 104 mq), il blocco delle quattro sezioni (che prosegue il Centro bambini genitori e fronteggia il campo sportivo sottostante; 404,60 mq) ed il corpo dei laboratori (disposto a monte del blocco delle sezioni; 257,74 mq). La superficie del lotto è di 5.600 mq, di cui 1.158 mq di superficie coperta, 2.443 mq di area verde esterna e la restante parte di area di servizio. Uno dei compiti dei progettisti (guidati dal Prof. Aldo Benedetti dell’Università dell’Aquila) era la ricerca di una soluzione per incastonare questo edificio nel fianco della collina (l’area dell’asilo nido confina con via del Convento – che rimane subito a monte – una via che porta a Santa Maria Rotonda), operazione riuscita, ma che lascia aperti problemi per l’area verde annessa alla struttura (come vedremo).
Un nuovo asilo nido, dunque, che sfrutta al meglio soluzioni architetturali innovative e nuove tecnologie. Pavimentazione in legno, uso sapiente dei colori delle pareti, nuovi arredi e giochi fanno il resto. Questi sono gli evidenti punti di forza della struttura. Ma sarebbe sciocco non riconoscere che ci sono anche alcuni punti di debolezza. A me due risultano particolarmente evidenti: uno relativo alla logistica (mobilità e parcheggio) per l’accesso al nido; l’altro costituito da un’area verde “sacrificata” e decisamente meno fruibile di quella abbandonata con il vecchio nido Le Coccinelle (in via G.Galilei). Vediamo più in dettaglio.

Una porzione dell'area verde dell'asilo nido Barbapapà. Il terreno è scosceso ed andranno piantati alberi per dare un po' d'ombra al giardino (foto del 20 novembre 2009)
[4] “L’accessibilità non certo agevole”: con queste parole viene richiamato uno dei vincoli che hanno condizionato la strategia progettuale (p.19 del volumetto distribuito in occasione dell’inaugurazione). In effetti l’area individuata per la costruzione del nuovo asilo (all’incrocio tra via Convento e via Don G.Pellegrini), essendo collocata sul pendio della collina “Il Poggio” soffre di una rete di accesso viaria non commisurata all’insediamento di un asilo nido. La qual cosa potrebbe non essere un grande problema – trattandosi, in fondo, solo di 69 bambini (ovvero automobili) che vi accedono per l’ingresso in una fascia oraria di più di un’ora (ma assai meno ampia per l’uscita). Soprattutto il problema poteva essere decisamente minimizzato se il sistema dei parcheggi a servizio dell’asilo fosse stato pensato con caratteristiche diverse. Oggi presenta 4 posti auto (a pettine) sul fronte dell’asilo, ma dispone anche di un parcheggio interno (altri 5 posti auto, sempre a pettine) predisposto utilizzando parte della superficie della rampa di accesso carrabile al piano “seminterrato” dei servizi. Con un problema, però: che in entrambi i casi si tratta di piani inclinati (il secondo con una pendenza del 15%) e le auto vi si parcheggiano dunque in pendenza “laterale”. Basta fermarsi cinque minuti ad osservare le operazioni di “carico e scarico” dei bambini per rendersi conto del disagio. E’ vero che via Don G.Pellegrini offre anche parcheggi “in fila indiana” su un lato, anche servito da marciapiede. Ma rimane vero che il sistema dei parcheggi a ridosso della struttura è tutt’altro che funzionale. L’impressione è che le soluzioni per l’accesso non siano state adeguatamente ponderate. Gli spazi di accesso, in realtà, avrebbero potuto consentire scelte diverse, ad esempio con la realizzazione di un piano di parcheggio non inclinato. Anzi, forse ancora oggi è possibile, rimediare – ad esempio realizzando una superficie pianeggiante da destinare a parcheggio nell’area-ritaglio oggi presente proprio all’angolo tra via Convento e via Don G.Pellegrini.

Una porzione dell'area verde dell'asilo nido Barbapapà visto da via Convento, sul cui confine sta il filare di 8 querce (foto del 20 novembre 2009)
[5] Forse, però, è l’area verde il principale punto di sofferenza dell’asilo nido Barbapapà. L’attuale area verde (2.443 mq) rispetta certamente gli standard definiti dalla normativa regionale per gli asili nido. Ma, si potrebbe osservare, è un rispetto fittizio, visto che una parte considerevole di quegli spazi verdi (ad occhio il 35-40%) non sono utilizzabili perché non pianeggianti (ed anzi abbastanza ripidi). Soluzioni per migliorare la situazione ci sono indubbiamente e sarebbe bene impiegarle. Inoltre manca l’ombra garantita da qualche alberatura in più. E’ vero che nell’area sono stati mantenuti, secondo le prescrizioni date ai progettisti (vedi delibera G.M. n.175 del 22 novembre 2007), 8 querce della specie “Roverella” (quercus pubescens), ma sono lungo la linea di confine con via Convento e non ombreggeranno di certo l’area centrale destinata ai giochi. Quello che era il vero punto di forza dell’asilo nido “Le Coccinelle” – un grande parco con grandi alberi – diventa qui un evidente punto di debolezza. Immagino che nel prossimo periodo invernale qualche albero verrà piantato nell’area verde dell’asilo nido. Bisognerebbe però evitare di piantare solo alberelli di due metri di altezza che produrranno ombra tra vent’anni (se c’è una cosa da imparare dalla precedente realizzazione – l’asilo nido “Cappuccetto rosso” – è proprio l’importanza anche di alberi in grado di produrre ombra in tempi ragionevolmente brevi). Insomma, occorre riconoscere pienamente che la qualità dell’area verde circostante è un elemento di grande importanza per la qualità del servizio complessivo (visto che offre la possibilità di un uso “intensivo” in primavera e nei mesi estivi). [CONTINUA]
Caro Andrea
mi fa piacere che tu abbia sottolineato il grande impegno delle nostre amministrazioni sul tema infanzia, bisogna riconoscere visto che non l’hai fatto tu, che da assessore all’istruzione hai fatto un gran lavoro. In realtà è tutto il sistema scolastico a essere totalmente rinnovato e significativamente ampliato in questi anni. Devo dire, anche grazie ad un nutrito gruppo di genitori che non ci hanno dato tregua. Un pungolo essenziale. Si parla tanto in modo generico di partecipazione, ma in questi anni la partecipazione vera, attenta e informata dei genitori e del personale docente e non della scuola, sono state la vera risorsa. Se molte nuove scuole e le vecchie completamente ristrutturate, non hanno mai evidenziato degli errori macroscopici nelle progettazioni e nelle realizzazioni è stato grazie al contributo di chi lavorava e viveva nella scuola, che ha partecipato a tutte le fasi, quelle di progettazione prima e di gestione poi. Ma lasciatemi ricordare forse la maggiore protagonista di questa “rivoluzione” nei rapporti scuola-territorio-istituzioni, Marinella Mandelli (allora dirigente scolastico) a cui giustamente è intitolata l’ultima scuola ristrutturata presso le ex officine delle scuole barozzi e che una volta demolita la strada, oggi chiusa, utilizzerà in pieno il parco oggi abbandonato dall’asilo le coccinelle. La Mandelli è stata capace di coniugare assieme grande intelligenza e capacità e grande senso civico e di responsabilità raggiungendo assieme ad amministrazione e cittadini-genitori il risultato di una nuova attenzione alla scuola. Non che prima non ci fosse stata, anzi tanto si era investito anche in precedenza, ma in quegli anni l’attività si intensifica in modo impressionante e condiviso. Ricordo solo per fare un esempio che all’inizio del 1999 c’erano ancora i banchi con i buchi per i calamai, l’amianto e le scuole da ristrutturare e mettere a norma, le barozzi erano state chiuse e diverse scuole materne ancora non erano state costruite. In tutti i dieci anni delle due legislature in realtà si è continuato con il metodo inaugurato con la Mandelli e la partecipazione dei cittadini e degli operatori della scuola è stato il vero patrimonio di questo territorio. Buone abitudini che fanno parte oggi del patrimonio sociale della nostra comunità e ben venga quindi la richiesta di ancora maggiore partecipazione. L’asilo Barbapapà è solo l’ultima realizzazione, forse molti cittadini non sanno che in grandi città civilissime come Bologna e che vengono spesso presentate come il meglio che il nostro paese riesce a esprimere, molti bambini rimangono normalmente fuori dall’asilo, e che spesso le giovani famiglie emigrano verso le nostre zone proprio per trovare questi servizi essenziali. Sono anni che riusciamo a dare risposta a tutte le domande, con servizi di grande qualità, non diamolo per scontato, è servito un grande sforzo e servirà per il futuro ancora la grande attenzione dei cittadini di questi anni.
Per quanto riguarda le tue osservazioni al progetto, considera anche la posizione privilegiata, lontano da traffico, rumore, polveri etc. Un pò meno comodo, ma poi i bambini ci passano le giornate. D’altra parte abbiamo copiato. Se ci fate caso in Alto Adige le scuole sono spesso ai margini del paese sul limitare del bosco o della campagna, un pò più scomode, ma nei luoghi più belli del territorio. Il piano regolatore poi prevede che venga ceduto al comune un area di oltre 4000 metri a fianco dell’asilo, noi avevamo pensato ad un bosco di querce, pensando che in svizzera fanno gli asili nidi nei boschi. Le piante si possono piantare un pò più grandi, ma pensiamo anche nel lungo periodo, altrimenti nessuno se pensa all’immediato investirebbe in un bosco che cresce con i suoi tempi e quindi lentamente. In realtà una giovane pianta in crescita produce più ossigeno di una vecchio e grande albero di città. E forse ci vogliono tutti e due. Per il parcheggio, se ce ne sarà bisogno si possono individuare soluzioni migliorative come tu stesso hai individuato, comunque i parcheggi lungo la via sono piuttosto vicini. Ma proviamo a pensare principalmente ai bambini che passano le giornate dove qualsiasi vignolese avrebbe voluto realizzare una villa e invece c’è un asilo per tutti, è anche un modo per confinare la città dentro i propri limiti, in modo che non si espanda in queste direzioni. Ciao Roberto