Qual é il valore di un albero?

Gli alberi e la città: è questo certamente uno degli argomenti dell’estate vignolese 2009. L’iniziativa in difesa dei tigli di via Libertà, prima (vedi). Poi, le considerazioni sul “parco che muore” e la carenza della manutenzione e della cura dei parchi urbani (vedi). Infine, le perplessità sull’abbattimento di 67 alberi (poi divenuti 56) considerati a “rischio di schianto” in via per Spilamberto, viale Mazzini, via della Pace, ecc. (vedi). Su questo tema ci sono tre comunicati stampa dell’amministrazione comunale (n. 49, 53 e 65/2009), diversi articoli apparsi sui quotidiani locali. Da ultimo ha preso la parola l’assessore all’urbanistica e all’ambiente, Mauro Scurani, sulla Gazzetta di Modena del 7 agosto scorso. Il tema è quello dell’abbattimento di un certo numero di alberi perché, appunto, “a rischio schianto”. Come giustamente rileva il giornalista che ha raccolto le dichiarazioni dell’assessore Scurani, nel suo intervento vi sono “importanti precisazioni”.

"Non il mio nome" - iniziativa di difesa dei tigli di via Libertà (foto del 22 luglio 2009)

"Non il mio nome" - iniziativa di difesa dei tigli di via Libertà (foto del 22 luglio 2009)

Innanzitutto l’affermazione che questa operazione di abbattimento “è la conclusione di un iter doloroso, che in qualche modo subiamo [come “nuova” amministrazione]”. Una certa sensibilità (e la “pressione” di qualche cittadino) ha spinto l’amministrazione comunale ad “un supplemento d’inchiesta” – supplemento che ha portato a qualche risultato, visto che gli alberi da abbattere sono passati da 67 a 56. Una riduzione, questa, che però solleva la questione dei criteri di valutazione e dell’attendibilità del verdetto di abbattimento – sebbene l’assessore stesso riconosca la correttezza del percorso e la qualificazione del professionista incaricato della perizia. L’assessore Scurani anzi afferma che “alcuni alberi di viale Mazzini saranno soggetti ad ulteriori verifiche” – con l’intento di provare a salvarne qualcuno in più. Stefano Corazza, in un post sul tema, si è interrogato sul processo che ha portato all’inevitabilità (?) di questi abbattimenti. La valutazione di “rischiosità” e la decisione dell’abbattimento risultano così il capitolo finale di un lungo percorso di incuria, fatto di “problemi strutturali” (lo riconosce anche il perito: “Gli alberi sono radicati in aiuole di dimensioni insufficienti a garantirne un corretto sviluppo rendendo, di conseguenza , le piante più suscettibili al ribaltamento.”) e di mancanza di una costante manutenzione, per cui si è determinato un cronicizzarsi di alcune situazioni con il risultato di rendere inevitabile (o quasi) il ricorso alla “soluzione finale” (vedi). Con grande onestà intellettuale, com’è nel suo stile, l’assessore Scurani non minimizza, né nasconde il problema. E di questo (l’imparare a chiamare i problemi per nome) c’è un gran bisogno – non è infatti prassi diffusa tra i politici. Coglie anzi l’occasione per anticipare un progetto ambizioso sul verde urbano: “Vorrei iniziare un censimento qualitativo di tutto il verde pubblico. Finora, ne è stato fatto uno solo quantitativo. Bisogna cambiare tipo d’approccio sul tema del verde, e ci impegneremo fin dal prossimo bilancio” (affermazione riportata dalla Gazzetta di Modena del 7 agosto). Pur non essendo un esperto in materia vorrei fare qualche considerazione, anche supportato da un libro appena pubblicato: Barbera G., Abbracciare gli alberi. Mille buone ragioni per piantarli e difenderli, Mondadori, Milano, 2009, 210 pp., 17 € (vedi; le citazioni seguenti sono tratte da questo libro).

Viale Trento Trieste, caratteristico viale alberato vignolese - sullo sfondo il municipio (foto del 16 novembre 2008)

Viale Trento Trieste, caratteristico viale alberato vignolese - sullo sfondo il municipio (foto del 16 novembre 2008)

[1] Nel trattare del verde urbano l’introduzione di elementi “qualitativi” è assolutamente indispensabile. Per ogni albero abbattuto un nuovo albero piantato – così spesso l’amministrazione comunale introduce una logica “risarcitoria” per ogni intervento di abbattimento (ovviamente ritenuto indispensabile). Ma questo principio porta davvero ad un’equivalenza? Se guardiamo solo il dato numerico, quantitativo, sì. Uno a uno. Uno tolto, uno messo. Non bisognerebbe iniziare da qui ad introdurre criteri qualitativi? Gli alberi che vengono messi a dimora in compensazione di alberi abbattuti sono infatti alberelli di piccole dimensioni, che impiegheranno qualche decennio per sostituire funzionalmente gli alberi abbattuti (sia che si consideri l’ombra e dunque la schermatura della città dai raggi del sole, sia che si consideri la capacità di assorbimento di anidride carbonica, ecc.). Pur non essendo un esperto mi rendo conto che non si tratta di uno scambio di equivalenti. Anche rispettando la logica “uno a uno” la città, complessivamente, ci perde. Ci perde? Cosa ci perde? Quanto ci perde? Penso che sarebbe salutare poter disporre di una metodologia, appunto qualitativa, in grado di rappresentare “il valore” di un albero – di un albero specifico, non generico – per la città. I conflitti che si scatenano attorno al verde urbano – pensiamo alla situazione di via Libertà, dove una parte dei cittadini non vorrebbere rinunciare ai benefici collettivi determinati dagli alberi che costeggiano il viale, mentre un’altra parte dei cittadini evidenzia il danno privato che la presenza degli alberi determina per la loro proprietà (un muretto scalzato dalle radici, le inflorescenze e foglie dei tigli che cadono con continuità nei giardini privati, ecc.) – necessitano di rappresentare al meglio a tutti gli attori, a tutti i “portatori di interessi”, il valore del verde urbano. Non è una cosa scontata, poiché entrano in ballo differenti capacità di percepire i costi ed i benefici. Come osserva Barbera “in città bisogna piantare molti alberi e difendere quelli che già vi crescono, perché hanno una grande quantità di funzioni che si oppongono al degrado urbano e all’inquinamento. Gli alberi migliorano il clima, filtrano le sostanze inquinanti, assorbono i rumori, incrementano la biodiversità, hanno funzioni utili ricreative e culturali.” (p.127) Per questo l’amministrazione comunale – come tutti i cittadini interessati – deve essere in grado di dare una risposta un minimo sofisticata al quesito: qual è il valore di un albero? Qual è il valore di un parco urbano o di un viale alberato? Quanto contribuisce alla qualità dell’ecosistema urbano? Quanto incide, ad esempio, la presenza del verde urbano sulle temperature della città? Sul “comfort termico”? Quant’é l’incidenza di un lungo viale alberato sull’aerazione della città? Quanto contribuisce la presenza di alberi ad una migliore estetica della città? Bisognerebbe essere in grado di “misurare” questi aspetti – sia funzionali che estetici – per meglio rappresentare il valore del verde urbano. Proprio come elemento di conoscenza preliminare rispetto ad ogni intervento sul verde urbano, anche rispetto alle pur necessarie operazioni di abbattimento. Sarebbe piacevole scoprire che l’assessore Scurani e l’amministrazione comunale ci aiutano a meglio percepire il valore degli alberi nella città!

Un nuovo albero - e di grandi dimensioni - collocato nell'aiuola ricavata nel nuovo ingresso di Piazza Carducci (foto del 7 giugno 2009)

Un nuovo albero - e di grandi dimensioni - collocato nell'aiuola ricavata nel nuovo ingresso di Piazza Carducci (foto del 7 giugno 2009)

[2] E questo introduce alla seconda considerazione. Ogni volta che l’amministrazione comunale compie un intervento quest’ultimo deve essere valutato secondo una duplice prospettiva: accanto all’azione concreta (l’abbattimento degli alberi, la loro sostituzione, la piantumazione di nuovi alberi) vi è una dimensione “culturale”. Ogni azione, oltre a modificare lo stato delle cose, oltre ad intervenire “sul mondo”, produce (o riproduce) cultura. In questo caso conta non solo ciò che si fa, ma anche come lo si fa. La provocazione di Stefano Corazza circa il “parlare agli alberi” e “l’ascoltare gli alberi” – che tanto ha fatto arrabbiare GigiP (vedi lo scambio argomentativo) – non rimanda necessariamente ad una “personificazione” degli altri esseri viventi (animali o vegetali che siano) che, assieme all’uomo, popolano il pianeta terra. Ma certamente tutti noi uomini del mondo occidentale abbiamo bisogno di recuperare consapevolezza del valore dell’ambiente naturale e dei suoi singoli elementi. Per fortuna il processo di modernizzazione non è riuscito a cancellare le voci dissonanti rispetto ad una visione semplicemente strumentale dell’ambiente (voci che vanno dalla teologia – pensiamo al Dio nella creazione di Jürgen Moltmann – alla letteratura, con il bellissimo Marcovaldo di Italo Calvino – sottotitolo: Ovvero le stagioni in città). E queste voci hanno però certamente bisogno di essere rinvigorite ed amplificate. Per questo anche ogni intervento dell’amministrazione comunale sul verde urbano, anche in occasione di abbattimenti, dovrebbe porsi l’obiettivo di far risuonare queste voci, questa prospettiva. Dovrebbe essere in grado di dirci qualcosa in più, di darci un po’ più di consapevolezza sul valore degli alberi in città. I mezzi per fare ciò possono essere i più svariati: un’indagine tra i cittadini, un progetto con le scuole, una mostra, un sito web appositamente dedicato al verde urbano (magari con i dati del censimento quantitativo e qualitativo?) od altro ancora.

Tre esemplari di Gingko biloba (non più lecci, come nel progetto originario) nella piazzetta davanti a Villa Braglia (foto del 20 giugno 2009)

Tre esemplari di Gingko biloba (non più lecci, come nel progetto originario) nella piazzetta davanti a Villa Braglia (foto del 20 giugno 2009)

[3] “Chi si oppone agli scotennatori deve sapere che le battaglie da intraprendere sono lunghe e complesse, partono dal progetto urbanistico, che deve garantire gli spazi sufficienti.” (p.137) Sino ad oggi, nonostante le dichiarazioni di tenore opposto dell’amministrazione comunale, la città di Vignola risulta a credito di alberi (vedi). Il verde urbano non è cresciuto nella misura dovuta secondo quanto previsto dalla legge n.113/1992 – un albero per ogni nuovo nato. Occorre insistere affinché il ritardo accumulato sia recuperato nel più breve tempo possibile. Il nuovo parco di via di Mezzo potrà dare una mano (vedi). Più difficile è contare sul contributo del parco “Città dei bambini e delle bambine”, visto che questo prende il posto di un pezzo di campagna. Qualche “canone” andrà anche definito sulla qualità delle specie arboree. Oggi sappiamo che non è opportuno insistere con gli “alberi del paradiso”, ovvero con la specie ailanthus. Dei Gingko biloba sappiamo che sono addirittura sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima, ma non è chiaro perché sono stati piantumati nella piazza davanti a Villa Braglia (difficilmente produrranno mai un’ombra significativa e non sono certo specie “autoctone”), quando il progetto originario prevedeva tre lecci. Per non dire poi del “lavoro di qualità” che deve essere garantito per la manutenzione e la potatura (al bando la “capitozzatura”?). Insomma, tutti ingredienti, quantitativi e qualitativi, di un serio lavoro che occorre intensificare, in alcuni casi iniziare a fare (ed a documentare e comunicare). “Milioni di anni fa siamo scesi dagli alberi, per poi passare gran parte del nostro tempo a tagliarli o bruciarli.” (p.3) Questo è l’incipit del libro di Giuseppe Barbera. E’ vero che per loro l’ambiente urbano è un ambiente ostile, ma senza la loro presenza sarebbe ancora più ostile per noi.

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8 Responses to Qual é il valore di un albero?

  1. Ziva ha detto:

    Inestimabile???? Assolutamente SI’!!!!
    Togliere un vecchio albero è “un attimo”…
    Piantare un nuovo piccolo albero è “un attimo”…
    Aspettare che cresca è “troppo tempo”…
    e io non ci sarò più per goderne della sua ombra….

  2. VecchioBosso ha detto:

    Le considerazioni precedenti sono veramente interessanti. Complimenti per l’interesse verso questri argomenti sempre tralasciati.

    Mi permetto di lasciare due “chicche” della precedente amministrazione :

    1) nel parco del Municipio , entrando dal cancello vicino all’edicola di Viale Mazzini, si può notare una aiuola a forma circolare. Fino ad un paio d’anni fa fa al centro dell’aiuola c’era una ginko biloba bellisima che è stata estirpata perchè “limita la vista della villa comunale” secondo l’architetto allora incaricato . Passano alcuni mesi in cui l’aiuola è riempita di piante che regolarmente marciscono e poi viene piantato un meraviglioso oleandro che si è tanto sviluppato da impedire non solo la “vista sulla villa comunale” ma che limita anche il passaggio ai pedoni. Non era meglio lasciare la vecchia pianta molto meno ingombrante e che nulla toglieva alla villa comunale ?

    2) Sulle considerazioni dell’Ex Sindaco Adani pubblicate sulla stampa prima della ristrutturazione di Piazza Braglia si legge che le piante che erano al centro della piazza sono strate eliminate per preoccupazioni sulla “salute pubblica” infatti si trattava di piante “velenose” (?)( talmente alte da risultare irragiungibili ).
    Allora cosa ci stanno a fare le numerose piante di oleandro nel parco del Municipio piazzate lì da anni ed alla portata dei bambini, visto che tali piante sono oltre che certamente velenose sono pericolose al solo contatto con le foglie ?

    Alla prossima.

  3. Andrea ha detto:

    Datochè si sta parlando della mia zona, nè io nè il vicinato non sappiamo a chi rivolgerci per far mettere in sicurezza l’incrocio tra via Di Vittorio e via Agnini (nelle mappe è denominata come Prampolini), ieri 17 agosto è successo il sesto incidente nel giro di meno di 2 mesi; il cartello verticale è storto e non si vede bene dalla strada, e la segnaletica orizzontale ormai è invisibile, tutti tirano dritto!!! Solo che finchè non ci scappa il morto qua non viene fatto niente! A chi ci si può rivolgere? I carabinieri non possono far nulla, la municipale è venuta solo nel primo incidente in cui una macchina ha tirato giù una cancellata ed è entrata in casa di una signora! Probabilmente ne succederanno molti altri se non verrà fatto nulla!
    Ciao e scusate se è un argomento off-topic

  4. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Ciao Andrea, la delega circa la polizia municipale è stata trattenuta dal sindaco. E’ dunque opportuno che tu segnali al sindaco la situazione di pericolosità dell’incrocio. Se vuoi aumentare le chances di attenzione ti conviene anche mandare la nota – può anche essere una semplice e-mail – a tutti i capigruppo consiliari (sia di maggioranza che di opposizione). Puoi trovare gli indirizzi e-mail di giunta e consiglieri comunali nella seguente pagina del sito web comunale:
    http://www.comune.vignola.mo.it/comune/giunta_e_consiglio/
    Per quello che posso (poco) provvedo anch’io a sensibilizzare su questa tua segnalazione.

  5. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Adesso sappiamo come risolvere il problema degli alberi in città. Con “alberi” artificiali progettati per assorbire CO2 con altissima efficienza! Per fortuna non l’ha saputo Adani ed i suoi Van Berkel boys!
    Vedi:
    http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_agosto_27/alberi_artificiali_anidride_carbonica_0d994fd8-92ff-11de-9adc-00144f02aabc.shtml

  6. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Abbattuti abeti “a rischio di schianto” a Pavullo nel Frignano. I cittadini si interrogano e protestano. Vedi:
    http://www.free-lab.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=1282&Itemid=2
    Pavullo nel Frignano, amministrazione di centrosinistra; sindaco PD. Possibile che manchi – evidentemente in modo generalizzato – una cultura dell’informazione, del confronto, della partecipazione, oltre che della tutela del verde urbano (che significa innanzitutto manutenzione! dunque: innanzitutto risorse in bilancio per la manutenzione!) negli amministratori del PD? E’ motivo di riflessione.

  7. federossa ha detto:

    In tanti anni di professione sul/nel VERDE, ho avuto la possibilità di VEDERE BELLISSIMI PROGETTI, purtroppo NESSUNO era FUNZIONALE! Il risultato è evidente

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