Una delle cose che più mi ha colpito nel corso della passata campagna elettorale vignolese è stata la disinvoltura con cui qualche politico ha trattato “i fatti”. Tutti noi siamo in grado di distinguere, almeno in linea di principio, le opinioni (soggettive) dai fatti (oggettivi). Eppure qualcuno ha preteso negare i fatti, ha preteso modificarli, ha preteso farne una narrazione non corrispondente alla realtà. Esemplare la discussione sulle responsabilità associate al vigente PRG, con il sindaco uscente Roberto Adani che assicurava “di non avere reso edificabile una sola area al di fuori del vigente PRG” (affermazione in occasione della presentazione del Bilancio di mandato presso la biblioteca Auris, il 22 aprile scorso: vedi). Peccato che non sia così, visto che, da sindaco, Adani ha approvato una variante ex-art.15 che ha ulteriormente incrementato le aree edificabili di Vignola rispetto a quanto previsto dal PRG approvato solo un anno prima! In questa corsa a rinnegare il PRG si è distinta pure l’allora candidato a sindaco Daria Denti – oggi sindaco – che nel corso di uno dei confronti con Graziano Fiorini ha detto che lei con il PRG vigente non c’entra nulla: “La Denti, dopo aver ricordato la propria estraneità al piano regolatore attuale risalente a due legislature fa, ha evidenziato come nel programma della sua coalizione sia scritto a chiare lettere stop al consumo di territorio” (Il Resto del Carlino, 17 giugno 2009). Peccato che anche i questo caso i fatti – ribadisco: i fatti – siano diversi (essendo Daria Denti in consiglio comunale quando nel 2001 è stato approvato il PRG vigente e quando, nel 2002, è stata approvata la variante ex-art.15 citata sopra – evidentemente una qualche responsabilità la porta). Non sono i soli episodi occorsi. Anzi, ce ne sono diversi. Che cosa significano? E soprattutto: che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Tali episodi non gettano forse un dubbio, ad esempio, sullo stesso impegno a “rendere conto”?
[1] Qualche altro esempio. Nel consiglio comunale del 28 aprile 2009 il sindaco Adani, rispondendo a richieste di diversi consiglieri comunali in merito ai costi di realizzazione del bilancio di mandato ha parlato di 25-26mila euro. Solo diverse settimane dopo si scopre, in modo informale, che il costo è superiore a 40mila euro. Solo leggerezza? Forse. Sempre Adani, in un commento sul blog di Vignola Cambia rimprovera un esponente della lista di non essere informato in merito alla vicenda dell’alienazione dell’area ex-Enel (dove per un po’ di tempo è “rimasta in piedi” la “prospettiva” della costruzione di un palazzo-torre dell’altezza di 52 metri). Afferma infatti: “La STU non prevedeva nessn grattacielo a ex enel è stato fatto un bando pubblico con sola deroga ad altezze al fine di ottenere un progetto molto avanzato dal punto di vista energetico che l’ufficio tecnico di vignola ha respinto infatti il combinato disposto di deroga altezza e visuale libera dava un altezza max di 15 metri cioè 4 piani e questo lo si sapeva dall’inizio!!!” (Roberto Adani, 17 aprile 2009, ore 16.02; vedi). Purtroppo non è affatto vero che “lo si sapeva sin dall’inizio”. In pochi, ovviamente, sono a conoscenza dei fatti – io sono uno tra quelli, essendo allora copogruppo DS. E le cose non andarono affatto così, come ho ricordato proprio commentando l’intervento di Adani su quel blog (vedi). Perché questo rapporto “disinvolto” con la “verità dei fatti”? Plausibile spiegarlo con l’ansia della campagna elettorale, di una competizione che si sapeva accesa (e con questo non voglio certo offrire alcuna giustificazione). Ma non è finita qui. Abbiamo assistito ad un modo “disinvolto” di trattare “la verità” anche da parte dell’allora candidato a sindaco Daria Denti. Tra gli episodi che potrei citare – oltre a quello relativo alle responsabilità sul PRG – ne scelgo due. Il primo è relativo ad un episodio della campagna per le primarie del PD, nel corso della quale emerge il tema della ferrovia Vignola-Bologna su cui i due candidati – Daria Denti e Luca Gozzoli – si affrettano a prendere posizione. E’ qui che Daria Denti, assessore alla mobilità, afferma a proposito del treno e delle prospettive di miglioramento del servizio: “E’ già previsto che entro la metà di quest’anno ci siano corse ogni mezz’ora con vagoni nuovi.” (Gazzetta di Modena, 23 gennaio 2009; vedi) Peccato che tutti coloro minimamente informati sapevano benissimo che i tempi per l’elettrificazione della linea e per l’arrivo dei nuovi treni sarebbero stati assai più lunghi. Ancora più lunghi, se mai ci si arriverà, saranno i tempi per il raddoppio del cadenzamento (vedi). Ultimo episodio – una dichiarazione a Il Resto del Carlino del 24 giugno scorso. Rispondendo alla domanda del giornalista che le chiedeva se aveva qualcosa da dire “a quei membri del suo partito che a gennaio non l’hanno sostenuta”, Daria Denti affermava: “Riguardo a chi in quell’occasione non mi ha appoggiata, devo dire che da gennaio in poi il PD si è fortemente compattato e mi ha sostenuta in toto” (vedi). Non c’è bisogno di commentare, se non per chiedersi se non sarebbe più onesto e pure infinitamente più saggio riconoscere quella che è la realtà, chiamare per nome i problemi e semmai testimoniare della volontà di lavorare per superarli.
[2] I “piccoli” episodi vignolesi si stagliano su uno scenario nazionale in cui da tempo un uso pianificato dei mass media è indirizzato a sbarazzarsi della realtà oggettiva per sostituirla con una sua “ricostruzione” – una verità “virtuale” ad uso di cittadini sempre più trattati come semplici telespettatori. In queste ultime settimane tutti coloro che hanno avuto la curiosità e la pazienza di seguire le vicende del Presidente del Consiglio, nel suo rapporto con minorenni ed escort di lusso, hanno avuto chiarissimo l’uso abile e sofisticato che gli uomini del premier fanno di un sistema dei mass media in larga parte (ma per fortuna non interamente) controllato. Un sistema dei mass media di cui da tempo è noto l’effetto di costruzione della realtà: nell’impossibilità di accertare direttamente e personalmente i fatti, tutti noi dipendiamo da cosa ci viene raccontato (e dalla credibilità che associamo a chi ce la racconta). Una opinione di un opinion-maker (qualsiasi cosa si intenda con questo termine: dall’opinionista più imparziale al personaggio famoso, creduto solo perché ha parlato per primo) produce la realtà, ovvero quello che gli spettatori credono sia la realtà. Come ricorda Angelo Crespi proprio in un articolo (su Il Sole 24 Ore dell’1 luglio) in cui tratta delle strategie messe in campo dagli spin doctor di Berlusconi per presentare un’immagine della vicenda il più possibile a lui favorevole, “gli spin doctor prescindono infatti dalla realtà, agendo solo sulla percezione della realtà e cercando appunto di imprimere all’opinione pubblica quell’effetto, lo spin, favorevole a una parte politica.” (vedi). Rispetto a queste modalità di utilizzo dei mass media ed agli effetti che inducono dobbiamo ancora, in quanto semplici cittadini, imparare a fare i conti (ed a mettere in campo dei “meccanismi” di difesa). Tempestività e capacità di risonanza sono dunque tattiche efficaci – purtroppo per noi. Per questo il primo commento colpisce di più del ventesimo. Per questo la notorietà del personaggio, del dichiarante consente di avere più seguito – indipendentemente dal quanto è più vero il contenuto, dal cosa viene detto. Usando questi accorgimenti anche il segretario nazionale del PD, Dario Franceschini, ha cercato di presentare un’interpretazione benevola dei risultati delle recenti elezioni: “il vento è cambiato [e dai con la metafora meteorologica!], è cominciato il declino della destra” (vedi). C’è voluto il solito Luca Ricolfi a ricordargli che i dati – ed i duri fatti che vi stanno dietro – non erano coerenti con quella descrizione (vedi)!
[3] “Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche.” A scrivere questa frase è Hannah Arendt, in un saggio del 1963 (Verità e politica, Bollati Boringhieri, Torino, 1995). Ed aggiunge il seguente interrogativo: fa parte “dell’essenza stessa del potere essere ingannevole?” In questo godibilissimo opuscoletto Hannah Arendt va dritta al cuore della questione ragionando della differenza ontologica che esiste tra “verità di fatto”, “opinione”, “falsità deliberata (o menzogna)”. Per quello che a noi qui importa c’è un esito sorprendente nel pensiero della Arendt: chi afferma la falsità deliberata compie un tentativo di “cambiare la storia”. In quanto tale compie un’azione. Il bugiardo, dunque, è un uomo d’azione – uno che, in questo modo, “cambia il mondo” (e cambiare il mondo significa fare politica per la Arendt). Esiste una “innegabile affinità (…) tra la nostra capacità di agire, di cambiare la realtà, e questa nostra misteriosa facoltà che ci consente di dire «il sole splende» quando sta piovendo a dirotto.” (p.60) E’ la nostra capacità di mentire che testimonia dell’esistenza della libertà umana. Il fatto è che “il politico di professione” tende a sopravvalutare le possibilità di questa libertà (ovvero a prendersi qualche “licenza” in più del dovuto) – ed a sottovalutare, invece, “l’esasperante ostinatezza” dei fatti. Ovvero può sempre accadere che un giornalista d’inchiesta riveli l’affare Watergate oppure le vicende di “papi”. Può sempre accadere che un blog ricordi ai propri cittadini, “guastando” la narrazione del politico di turno, come stanno i fatti. Insomma, il potere non è in grado di produrre un sostituto dei fatti – questi ultimi possono sempre essere portati alla luce (operazione tutt’altro che semplice, ma sempre possibile)! Bisogna provare a tradurre il linguaggio filosofico di Hannah Arendt per avere qualche spunto sul “cosa fare” per contrastare la tendenza del “potere” a sopravvalutare la propria “libertà” (operando “racconti” che non corrispondono alla realtà). La Arendt parla di alcune “istituzioni” come “rifugi della verità” – e fa riferimento alla magistratura ed all’università (come luoghi in grado di difendere la “verità dei fatti” dalla tendenza manipolatoria del “potere”). Probabilmente, se anche avesse scritto oggi, nell’epoca di Internet, non vi avrebbe incluso, tra questi “rifugi della verità”, la rete dei blog e delle “associazioni civiche” – e neppure la stampa (questi sono rifugi delle “opinioni”, non della “verità”). Purtuttavia si tratta di “dispositivi” dotati di un certo potenziale (anche di “verità”). Bisognerà pertanto provare a costruire qualcosa di più solido in questo ambito. Anche a Vignola. Non è improbabile, infatti, che proprio le elezioni comunali del 2009 segnino – su questo tema del rapporto tra verità e politica – uno spartiacque (vedi). E’ dunque bene che, da cittadini, ci si attrezzi adeguatamente.
Lettura molto interessante, anche se è sempre deprimente vedere come per i nostri amministratori (indipendentemente dal colore politico) la verità sia molto “relativa” e dipendente dalla convenienza del momento.
Se mi posso permettere un appunto sarebbe stato utile ribadire queste incongruenze durante l’incontro in piscina con i candidati sindaci prima del ballottaggio, in modo da ascoltare (e valutare) le obiezioni dell’ormai sindaco Denti di fronte a questi dati: avrebbe consentito all’elettorato un voto maggiormente informato (forse l’esito finale sarebbe stato addirittura diverso).
Inserisco un commento a questo articolo molto interessante per sottolineare quanto la verità in questi ultimi tempi sia stata manipolata anche in merito alla decisione della Lista VIgnola Cambia, di cui faccio parte, di non entrare in giunta. Tutti abbiamo avuto modo di leggere, in questi ultimi giorni, numerosi articoli sulla stampa locale che davano per scontata una decisione favorevole oppure che dipingevano la nostra lista come un gruppo di persone poco coerenti, c’è stato addirittura chi ha dato per scontata una spaccatura al nostro interno. Tutte bugie messe in giro non so da chi (giornalisti? politici?) per screditarci agli occhi dei nostri elettori. Comunico attraverso il blog di Andrea Paltrinieri che la decisione di non entrare in giunta non è stata mai in discussione, sin dall’inizio della campagna elettorale abbiamo dichiarato di non essere interessati ad una poltrona. Il nostro obiettivo era e sarà quello di dimostrare che si può cambiare nel metodo e nel merito la politica locale. Lo faremo in Consiglio Comunale (dai banchi dell’opposizione) e nella società civile. Quanto alla riunione di lunedi sera posso dire che la proposta del Sindaco Denti è stata valutata in modo sereno e approfondito (nessuna riunione infuocata!) e la decisione di rifiutare è stata presa all’unanimità e non a maggioranza. Mi auguro che in futuro anche l’informazione diventi un pò più trasparente e veritiera così come ci auguriamo che lo diventi l’Amministrazione della nostra città. Complimenti ad Andrea per il suo blog. Monica Maisani
Cara Monica, ho l’impressione che chi voglia fare politica a Vignola, soprattutto se l’intenzione è quella di fare politica “in modo nuovo”, dovrà abituarsi alle scorrettezze e soprattutto a quelle che nascondono, se non l’autore, il “mandante”. Come è citato nel post la sincerità non è una virtù politica. Neppure la trasparenza. Sarà bene prenderne atto al più presto – non certo per impegnarvi, pure voi, a disseminare “menzogne” – ma almeno per reagire adeguatamente. Non penso che sia opportuno attendere che per quattro giorni Paolo Maini de L’Informazione di Modena parli di una lista spaccata e di discussioni infuocate prima di rilasciare una dichiarazione. In ogni caso, buon lavoro!
Scusate ma sfrutto anch’io il bellissimo blog del sig. Paltrinieri per parlare di Vignola cambia e per rispondere alla proff. Maisani dicendo che sono anch’io convinto che queste voci di una possibile entrata in giunta della Smeraldi abbiano molto screditato la lista, ma la colpa non è certo dei giornali e nemmeno di chi le ha messe in giro, la colpa è a mio avviso della lista stessa che è completamente sparita a livello di comunicazione, non una dichiarazione sui giornali e soprattutto (cosa ai miei occhi incredibile) non una riga sul blog della lista che è da giorni “morto”. Per una lista che nasceva dal basso io mi sarei aspettato un grande confronto su questo argomento, o almeno una qualche dichiarazione, ci siamo trovati ed abbiamo deciso che…
Invece nulla, io prima di leggere le autorevoli parole della Prof Maisani ero straconvinto che alla fine la Smeraldi sarebbe entrata in giunta vanificando, a mio avviso, tutto il lavoro di campagna elettorale. Certo sono contento che così non sarà ma mi permetto di criticare in maniera netta il modo in cui è stata gestita la vicenda a livello di comunicazione.
Leggo sul Resto del Carlino di oggi che Chiara Smeraldi scioglierà solo questo pomeriggio le riserve su un suo possibile ingresso in giunta!Tali affermazioni sono riportate come direttamente espresse dalla stessa interessata. Non capisco la “solerzia” con la quale la signora Maisani abbia voluto anticipare il diniego opposto dalla Lista alle proposte fatte dal sindaco, e a questo punto ho il dubbio che realmente ci siano due anime nella Lista, e forse le illazioni fatte dai giornali non sono del tutto infondate e tantomeno dettate da qualche “mandante occulto”. Dov’è la verità?
Nessuna “solerzia” caro Sig. Vincenzo, ma semplicemente amore per la verità. Da troppo tempo la stampa locale (forse ispirata da qualche politico di professione…) ci ha messo sotto la lente di ingrandimento sperando di coglierci in fallo o comunque di evidenziare fantomatiche crepe nella nostra linea politica o dei dissensi addirittura insanabili. Probabilmente avremmo dovuto gestire la comunicazione meglio, sono d’accordo, ma da un silenzio forse troppo prolungato ad inventarsi di tutto e di più ce ne passa.Per chi non lo avesse ancora capito, noi siamo una lista di cittadini ( nè verdi nè sinistrorsi…) ed è normale che tra di noi ci siano diversi punti di vista, nessuna “linea di partito” quindi, ma diversità e condivisione. Se quello che diciamo e facciamo suscita tanto interesse vuol proprio dire che a Vignola c’era proprio bisogno di una ventata di cambiamento! A casa le mummie, allora!!!
La replica di Monica Maisani ed il comunicato apparso sul blog di Vignola Cambia fugano ogni dubbio sull’orientamento della lista e del consigliere comunale Chiara Smeraldi:
http://vignolacambia.wordpress.com/2009/07/09/comunicato-stampa/
Plausibile che in Vignola Cambia ci siano più “anime” o più “sensibilità”. La stessa cosa vale anche per il PD – questo Vincenzo lo sa benissimo (visto che fa parte del Comitato direttivo). Nell’uno e nell’altro caso la cosa importante è avere regole e procedure trasparenti perché dalla molteplicità delle opinioni si arrivi ad una decisione – ritenuta legittima da tutti i partecipanti. Nel caso specifico mi sembra di capire che la decisione di non entrare a far parte della giunta sia stata presa all’unanimità – dunque senza alcuna “lacerazione”.
Vorrei però tornare al tema “verità e politica” (o, per converso, “menzogna in politica” – come recita il titolo di un altro saggio di Hannah Arendt sui Pentagon Papers, ovvero quei documenti sulla strategia USA in Vietnam il cui contenuto fu rivelato dalla stampa all’inizio degli anni ’70). Il Vietnam da un lato, l’invasione in Iraq nel 2003 dall’altro – sono entrambi due esempi “grandiosi” dell’uso della menzogna in politica. Ma anche da noi il tema è di grande attualità – per merito del presidente del consiglio Berlusconi. E sta diventando – questa è la mia opinione – di attualità anche a livello locale. Sul tema mi sono imbattuto oggi in un bellissimo articolo di Giuseppe D’Avanzo (la Repubblica, 2 dicembre 2005) che parte proprio dalla Hannah Arendt di Verità e politica:
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=99326
Mentire, dice D’Avanzo seguendo passo a passo la Arendt, va condannato non in base a principi morali (del tipo: anche in politica si deve sempre dire la verità), ma perché senza “la verità dei fatti” “la politica distrugge irrimediabilmente se stessa”. Argomentazioni il cui senso diventa evidente leggendo gli esempi che D’Avanzo porta: la sistematica operazione dell’intelligence volta non a mettere in luce SE esisteva un legame tra Al Qaeda e Saddam, ma piuttosto a realizzare una guerra psicologica volta a conquistare l’opinione pubblica ad una tesi preconfezionata. E’ su questo intreccio sempre più stretto tra menzogna e potere che dobbiamo oggi prestare attenzione. E non è detto che esso riguardi solo i grandi temi nazionali. Forse anche a livello locale questo modo di fare sta crescendo.
Sto rileggendo in questi giorni (l’avevo già letto ai tempi dell’università) La manzogna in politica. Riflessioni sui Pentagon Papers, di Hannah Arendt (ed. Marietti, Genova, 2006). Lettura avvincente. Segretezza, inganno, menzogna deliberata, bugia manifesta … in politica. Questo è il tema. “Chiunque rifletta su tali questioni non può che sorprendersi della scarsa attenzione che la nostra tradizione politica e filosofica ha dedicato ad esse”, osserva la Arendt (p.9). Ribadisco: il tema è di grande attualità per tutte le democrazie dell’occidente. Ed è di attualità non solo a livello nazionale – grazie a Berlusconi ciò è di un’evidenza incontestabile – ma anche a livello locale … se si vuole capire qualcosa in più della politica.
Questa mi era sfuggita! Leggo solo oggi per intero la sintesi dell’intervento di Daria Denti all’incontro con Pierluigi Bersani, in campagna elettorale (era il 6 maggio 2009). C’è un passaggio singolare: “Noi riconosciamo gli errori, non ci sentirete dire “sì, c’ero…ma non è stata colpa mia e ora che ci sono le critiche mi dissocio”. Quando si governa, gli alibi non sono ammessi”. Ma è la stessa persona che, a proposito del PRG da lei approvato nel 2001 (come consigliere comunale) ed oggetto da tempo di forti polemiche, dice che lei non è mai stata assessore all’urbanistica? Come a dire: io proprio non c’entro. Vedi il testo del post dove si riporta la sua dichiarazione a Il Resto del Carlino: “La Denti, dopo aver ricordato la propria estraneità al piano regolatore attuale risalente a due legislature fa, ha evidenziato come nel programma della sua coalizione sia scritto a chiare lettere stop al consumo di territorio” (Il Resto del Carlino, 17 giugno 2009).