Il titolo è volutamente forte, ma quando ci vuole, ci vuole. Dopo lunghe peripezie è arrivata finalmente la risposta ad una mia interrogazione consiliare del 7 gennaio 2009 (ecco il testo dell’interrogazione: pdf). Vi chiedevo informazioni sui disservizi esplosi sulla ferrovia Vignola-Bologna con l’avvio dell’alta velocità, il 14 dicembre 2008 (una data che si è fissata nella memoria di molti pendolari dei rami ferroviari minori). Ecco i dati, crudi: nel gennaio 2009 42 treni soppressi. 30 treni soppressi nel mese di febbraio. A gennaio 172 corse con ritardo superiore a 5 minuti, 77 con ritardo superiore a 15 minuti. A febbraio 107 corse con ritardo superiore a 5 minuti; 31 con ritardo superiore a 15 minuti. Questa la débacle del servizio nei primi due mesi dell’anno. Certo, si tratta dei mesi peggiori (sino ad oggi). Essendo quelli i mesi immediatamente successivi all’avvio dell’alta velocità, che un po’ di scompiglio ha portato nel sistema ferroviario nazionale – come spesso succede scaricando i problemi sui livelli inferiori. Problemi che dunque hanno interessato anche – ed in modo pesante – gli utenti della ferrovia Vignola-Bologna. Da marzo in poi la situazione è (un po’) migliorata.
[1] Una corsa soppressa significa lasciare a piedi, da un minuto all’altro, almeno un centinaio di persone. Forse di più. Cento persone che solo nell’orario esatto di arrivo del treno alla fermata ferroviaria apprendono dall’altoparlante (quando va bene!) che il treno su cui avevano fatto affidamento non c’é. Non esistono infatti sistemi di segnalamento che avvisano in anticipo! Cento persone che non sanno se verrà garantito un mezzo sostitutivo, non sanno dove tale mezzo effettuerà la fermata, non sanno quanto tempo impiegherà per effettuare l’intero tragitto. Cento persone che a quel punto sono costrette a cercarsi un mezzo alternativo per giungere a destinazione. In alcuni casi si può dirottare sul bus 671 (ma provate a Casalecchio-Garibaldi, dove tra fermata del treno e fermata del bus c’è più di 1 km!), allungando comunque i tempi. Dunque, con l’unica certezza di arrivare in ritardo! Cento persone che per 42 volte a gennaio e 30 volte a febbraio hanno patito questo disagio, vissuto questa tribolazione. Cento persone che per 42 volte a gennaio e 30 a febbraio sono arrivate in ritardo al lavoro, all’Università, ad un appuntamento!
[2] Quali i motivi delle soppressioni? Essenzialmente due. Il primo è costituito dal mancato aggancio del treno in arrivo con la “finestra temporale” per l’immissione nella rete RFI – una rete oggi più satura che in passato. Il nuovo orario entrato in vigore il 14 dicembre 2008 ha reso molto più stringente l’entrata dei convogli delle linee di Vignola (e di Porretta) nel nodo di Bologna. Basta un ritardo di pochi minuti e l’ingresso salta (vedi), oppure ci si deve fermare accumulando così ulteriore ritardo. Ma c’è anche un secondo motivo: i guasti dei treni. “I continui guasti verificatisi sia nei treni elettrici che in quelli termici sono stati la causa esattamente della metà delle soppressioni di servizi in gennaio (21 su 42).” Si sono ridotti in febbraio (8 su 30). In generale “l’incremento dei servizi da metà dicembre, insieme al cambiamento di orario, ha evidenziato la fragilità infrastrutturale della linea, con particolare riferimento al sistema degli incroci in diversi punti della linea e soprattutto nel tratto Casalecchio/Zola e viceversa, dove è impossibile gestire gli incroci in mancanza di un nuovo e specifico apparato di controllo: sono quindi necessari interventi strutturali sulla rete.” Un appunto però: la fragilità infrastrutturale della linea era evidente sin dalla sua riattivazione – sin dal 2003 – agli occhi di chi l’avesse voluta vedere. Evidentemente ATC (l’ente gestore sino al 31 gennaio 2009) non risultava molto interessata. E neppure gli enti locali, che non si sono dati da fare per capire cosa stava succedendo, per capire perché il raddoppio della frequenza delle corse e la riduzione dei tempi di viaggio (che loro avevano annunciato ai propri cittadini-elettori) tardavano ad arrivare (vedi).
[3] E’ chiaro che da questa situazione che configura un servizio “da terzo mondo” se ne esce con una pluralità di azioni: alcune a brevissimo termine, altre a medio-lungo termine (ovvero conseguenza di un piano di investimento che FER srl ha illustrato agli enti locali il 18 marzo e che l’assessore regionale Giancarlo Muzzarelli ha più volte ricordato all’opinione pubblica a mezzo stampa). La risposta di FER annovera tra le prime un più puntuale “presidio” dei treni in partenza al mattino da Casalecchio ed il rafforzamento dei turni di manutenzione per intervenire rapidamente sui guasti. Seguirà la realizzazione di interventi sulla linea: completamento dell’elettrificazione, nuovo apparato di segnalamento e gestione incroci (su una linea che rimarrà, come oggi, a binario unico) nuova sottostazione di alimentazione. In ultimo rimarrà la sostituzione degli attuali treni “termici” (diesel) con i nuovi treni elettrici – cosa che però non avverrà prima del 2012! Anche per controllare tutto ciò e per ridurre, nel frattempo, i disagi degli utenti è all’opera l’associazione degli utenti “In prima classe per Bologna-Vignola” (vedi).
[4] Un’ultima cosa che riguarda invece il rapporto tra amministrazione comunale (di Vignola) e cittadini (o rappresentanti dei cittadini). Ho presentato l’interrogazione il 7 gennaio 2009 (va indirizzata al sindaco ed al presidente del Consiglio Comunale). Il 30 gennaio la segreteria generale la trasmette all’assessore Daria Denti (dopo 23 giorni di “pit stop” sulla scrivania del sindaco). Il 23 marzo l’assessore firma la risposta, dopo aver ottenuto i dati da FER srl. Il giorno 3 aprile, dopo un mio sollecito, un’impiegata comunale mi scrive tramite e-mail: “sono felice di poterle finalmente comunicare che in data di oggi l’assessore Denti ha trasmesso al Sindaco i dati tecnici relativi ai disservizi verificatisi all’ inizio dell’anno, ai fini della risposta alla sua interrogazione consigliare. Il ritardo rispetto alle attese è stato determinato dalla difficoltà riscontrata nell’ ottenere da FER i dati richiesti.” Continuo però a non ricevere la risposta. Il 26 maggio faccio dunque un’ulteriore telefonata di sollecito. A quel punto la segreteria generale telefona all’ufficio dell’assessore … Lo stesso giorno la segreteria generale riceve materialmente la risposta e me la mette immediatamente a disposizione (dovrebbe, infatti, passare di nuovo dal Sindaco che firma la lettera di trasmissione all’interrogante). La risposta già firmata è stata “trattenuta” da qualche parte per più di due mesi! Tempo complessivo 138 giorni. Tempo fissato per legge per rispondere ad un’interrogazione: 30 giorni. E’ la democrazia, bellezza! Quella vignolese, però. (Per una riflessione “organica”: vedi)
PS Ecco il testo di risposta all’interrogazione (pdf 3MB) e la nota di FER sui problemi riscontrati sulla linea Vignola-Bologna (pdf 2MB).