Bisognerà prima o poi, nel corso di questa campagna elettorale per le amministrative 2009, mettersi con pazienza a confrontare i programmi elettorale presentati dalle innumerevoli liste che si profilano, a Vignola, all’orizzonte della scadenza del 6 e 7 giugno. Il programma elettorale, assieme alla credibilità del soggetto collettivo che lo propone ed alla qualità dei candidati a sindaco (e dei candidati al consiglio comunale), è infatti un ingrediente di fondamentale importanza e come tale dovrebbe avere un peso nel determinare la scelta di voto. Sappiamo che non sempre è così e che, anzi, spesso a determinare la partecipazione al voto prima, l’espressione del voto poi, è piuttosto un “umore”, non un ragionamento razionale. Epperò il tentativo di inserire un po’ di razionalità in questo “dibattito” locale andrà pur fatto. E ciò implica un’analisi dei programmi, ovvero della “diagnosi” e della “terapia” per Vignola, per mantenerne ed anzi accrescerne la qualità della vita e le opportunità (positive) per i suoi abitanti. In attesa di poter svolgere questo compito vorrei però anche io dare un modesto contributo alla “leggerezza” di un programma elettorale per Vignola.
Qualcuno propone di “rendere più accattivante per il pubblico e sfoltire lo stantio e ripetitivo baraccone della Festa dei Ciliegi in Fiore” (Vignola per me) dimenticandosi che è organizzata da un ente privato (il Centro Studi J.Barozzi di Vignola) e dunque non è “a disposizione” dell’amministrazione comunale. Qualcuno (Vignola Noi) propone di far lavorare medici e pediatri 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (dimenticandosi che esistono “cose” chiamate convenzioni, accordi sindacali, contratti di lavoro che, anch’essi, non sono a disposizione dell’amministrazione comunale). Ma ci sono anche proposte carine, come quella “più luce negli angoli bui” (sempre Vignola Noi) ed altre ancora.

La fontanella del Re Ranocchio nel Parco dei Sogni (si aziona con il piede): mettiamone una in ogni parco!
Che il programma elettorale per un’intera legislatura, 5 anni, per l’amministrazione comunale possa diventare la “fiera della leggerezza” è già un segno dei tempi. Questioni pesanti come PSC, STU, progetto SIPE, modello di sviluppo economico, torri e politiche energetiche, piano delle strategie ed altro ancora non compaiono all’orizzonte se non in misura assai limitata. In quest’ottica vorrei anch’io avanzare una prima (altre ne seguiranno) modesta proposta da utilizzare come perno per la costruzione di un programma elettorale. E l’occasione mi è stata data solo pochi giorni fa passeggiando con mio figlio (anni 9) in un parco di Vignola (il parco di Villa Trenti, l’ex-biblioteca). Nonostante la recente riqualificazione le fontane presenti sono azionabili con pulsante a rubinetto e richiedono una forza non indifferente (mio figlio, dell’età di 9 anni, non è riuscito ad attivare quella a cui si era recato per bere). E poi il getto d’acqua che ne esce è di una tale forza che è difficile riuscire a bere, specie se bambini, senza bagnarsi tutti! Ecco dunque la proposta: fontanelle “a misura di bambino” in ogni parco pubblico di Vignola. Già, perché anche in una città, come Vignola, che ambisce ad essere “città dei bambini e delle bambine” succede che nei parchi un bambino non riesca a bere autonomamente alla fontana. C’è un’eccezione, in verità. Nel Parco dei Sogni la fontanella del Re Ranocchio, essendo azionabile con la pressione del piede (ed avendo un getto d’acqua “calibrato”) consente anche ad un bambino di 4-5 anni di ottenere l’acqua in autonomia! (Sul bagnarsi o meno, invece, non ci sono garanzie, come sa ogni mamma ed ogni papà). Ecco dunque la proposta per un programma elettorale vignolese: entro il primo anno di legislatura sostituzione di tutte le fontanelle nei parchi pubblici di Vignola con fontane del tipo di quella del Re Ranocchio!
L’ironia usata spero non nasconda il fatto che il tema è comunque importante e che l’iniziativa starebbe bene adottata da chiunque diventerà sindaco. Aggiungo solo che dietro a questo esempio sta un tema molto serio – quello della “rappresentanza politica” dei minori. Se ne è occupato un economista dell’Università Cattolica di Milano, Luigi Campiglio, con un libretto di qualche anno fa: Prima le donne e i bambini. Chi rappresenta i minorenni?, Il Mulino, Bologna, 2005 (vedi). La sua proposta? Attribuire il diritto di voto sin dalla nascita, delegandolo ai genitori. In questo modo i partiti, in competizione fra loro per il consenso elettorale, avrebbero un incentivo più forte a tener conto dei bisogni e delle preferenze dei minori nei loro programmi elettorali e nell’azione di governo. Forse solo allora vedremo il diffondersi delle fontanelle del Re Ranocchio o la liberazione di aree importanti della città dalle automobili – le vere “padrone” della nostra vita e dei nostri spazi.
Salve,
Sono Regina Casolari di VignolaNoi,
mi permetto di intervenire citando quanto ha scritto in questo commento
“Qualcuno (Vignola Noi) propone di far lavorare medici e pediatri 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (dimenticandosi che esistono “cose” chiamate convenzioni, accordi sindacali, contratti di lavoro che, anch’essi, non sono a disposizione dell’amministrazione comunale).”
Ovviamente il progetto del polo tiene in considerazione le”cose” chiamate contratti. L’idea nasce dalla trasformazione dell’area ex distributore vicino all’ospedale in zona sanitaria. Questa zona potrebbe ospitare una nuova sede del cup, o una nuova sede della guardia medica. In aggiunta potrebbe ospiatre questo Polo di medicina generale e pediatria, che consentirebbe di avere sempre la presenza dei medici di base in un’unica struttura,dotata di personale infermieristico e segretariato, AFFIANCATI, da un servizio di guardia medica, per gestire un servizio h24, di modo da gestire codici bianchi e razionalizzare l’afflusso al pronto soccorso. Ovviamente, non si richiede a ciascun medico una reperibilità di 24 ore su 24, 7 giorni su 7: l’organizzazione della struttura permetterà di stabilire dei turni..mi sembra una “cosa” logica. E ad ogni modo questo genere di struttura è già presente in altri territori: mi viene in mento Roma, il poliambulatorio di via Canova..
Ad ogni modo ribadisco che è solo uno dei progetti che si potrebbe investire nella nuova area sanitaria, ma assieme ad altri che la nostra lista propone. Bisognerà valutare la proposta in termini di costi/utilità. E’ evidente comunque che il pronto soccorso attualmente necessita di nuove soluzioni perchè molte persone si lamentano del disagio che il servizio in realtà arreca ( la gente entra alle 10 di sera e se ne esce alle 4 di mattina, capita troppo spesso!) noi almeno proviamo a darle..
Ciao Regina, sono in consiglio comunale e dunque conosco il progetto di destinazione dell’area dell’ex-distributore davanti al campo sportivo Caduti di Superga a nuovi servizi sanitari. Sono anch’io consapevole che abbiamo un problema sui servizi sanitari per l’emergenza, specie di tipo pediatrico. Non mi risulta però esistano strutture tipo quella da voi proposta in Emilia-Romagna. Abbiamo certamente bisogno di ripensare (e far funzionare) la cosiddetta “guardia medica” – oggi un servizio di bassa qualità e come tale poco utilizzato dalla gente. Ho visto che a Bologna stanno sperimentando un ambulatorio pediatrico per il fine settimana. In ogni caso se ci sono esperienze positive da “copiare” è bene farlo, sapendo però che oggi la sanità è organizzata su base regionale. Un servizio fatto a Roma può avere caratteristiche tali da non risultare replicabile a Vignola. Non vorrei però che l’istituzione di un servizio, in quel contesto, H24 e 7 giorni su 7 significhi (ovvero accompagni) la chiusura notturna del pronto soccorso, come avvenuto a Castelfranco Emilia.
Nel progetto che avevamo pensato noi, sicuramente non contemplavamo la contestuale chiusura del pronto soccorso, ma due strutture affiancate con competenze diverse per una migliore gestione del servizio sanitario..ci sono esempi da copiare ed esempi da evitare..su questo siamo d’accordo!
Roma, poliambulatorio di via Canova. E’ questo il modello a cui si ispira la proposta di “Vignola Noi”. Un modello innovativo, con apertura diurna dalle 7.30 alle 19.30 per le prestazioni ambulatoriali (il sabato dalle 7.30 alle 14.00). Solo che tale ambulatorio è il frutto di una riorganizzazione dei servizi territoriali, conseguenti alla chiusura non di un Pronto Soccorso, ma di un intero ospedale: l’ospedale San Giacomo di Roma. Un servizio eccezionale, frutto di una situazione eccezionale. Difficilmente replicabile, difficilmente esportabile. Ecco perché un tale servizio non metterà radici a Vignola. Perchè è stato pensato per prendere il posto di un ospedale che ha chiuso i battenti. Vedi:
http://iltempo.ilsole24ore.com/roma/2008/11/16/952411-canova_aperto_poliambulatorio.shtml
Ed anche:
Fai clic per accedere a san%20giacomo1-10-08.pdf
Non per voler togliere (facili) entusiasmi, ma, come già scrivevo, un tale servizio risulta plausibile a fronte della chiusura notturna del pronto soccorso. Non che non sia auspicabile, ma risulta evidentemente alternativo al Pronto Soccorso. Occorre, piuttosto, ripensare sia l’assistenza diurna (medicina di gruppo sia per la medicina generale che per la pediatria), sia l’assistenza notturna (più forte integrazione tra PS e guardia medica). Forse su questo fronte qualche risultato si può ottenere.
Andrea, guarda che quell’ambulatorio di Roma non è “il modello” per il poliambulatorio che abbiamo indicato nel programma: semplicemente ci rendiamo conto che esistono realtà “simili” a quello che è stato un progetto da noi sostenuto, si parla di genere di struttura..non stravolgere quello che scrivo.Roma non è Vignola..ma pensa..
In aggiunta vorrei farti notare questo articolo del 21 aprile:
Assistenza garantita dai medici di medicina generale 24 ore su 24, in strutture ad hoc sul territorio. Obiettivo: ridurre la pressione sui pronto soccorso, gravati ogni anno, per ogni mille italiani, da circa 450 accessi ‘evitabili’. E’ il progetto ‘Cure primarie H 24′, presentato oggi a Roma, nella sede dell’ente previdenziale dei medici (Enpam), dal sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio e dai rappresentanti dei medici di medicina generale Giacomo Milillo (Fimmg), Mauro Martini (Snami) e Claudio Cricelli (Simg). Un progetto che potrà contare su 352 milioni di euro destinati all’assistenza territoriale dagli obiettivi prioritari del Piano sanitario, e che sarà avviato, in fase sperimentale, entro l’anno. Il progetto è il risultato, come ha spiegato il sottosegretario Fazio, “di un lavoro durato 7-8 mesi svolto con le associazioni dei medici di medicina generale”. Per ridurre l’accesso ai pronto soccorso si punterà su un sistema di pre-pronto soccorso, per la gestione dei casi meno urgenti, i cosiddetti ‘codici bianchi’. Per farlo si adotteranno modelli diversi, spesso già attivati in alcune realtà regionali. Cinque le soluzioni individuate, di cui due più legate all’ospedale, e quindi considerate come ‘transitorie’, con la realizzazione di ambulatori vicini al pronto soccorso per i casi di minore gravità e punti di primo intervento, tutti gestiti dai medici di medicina generale. Sul territorio, invece, saranno realizzati: presidi ambulatoriali distrettuali, individuati in un luogo fisico; ambulatori territoriali integrati, centri medici dove operano professionisti che svolgono la loro attività su criteri di medicina di gruppo; assistenza territoriale integrata che prevede la collaborazione tra professionisti non necessariamente in una sede unica. Le Regioni potranno scegliere di sviluppare uno di questi modelli, ma potranno, entro un lasso di tempo di circa 60 giorni, anche presentare altri progetti alternativi. I risultati, e qui la novità, saranno ‘misurati’ rispetto agli obiettivi raggiunti.”
Questo per dirle signor Paltrinieri che non sono proposte campate per aria, ma seguiamo da quelli che sono indirizzi sanitari nazionali. Poi per quanto riguarda tecnicismi, logicamente se ne discuterà in sedi più appropriate, e magari non attraverso un blog.. ma non vorrei che la prendesse come una sfida personale. Io vorrei solo che si pensasse ad interventi di grande spessore per quanto riguarda la sanità perché al momento il servizio Vignolese ha dei problemi seri, e la salute e l’ambiente devono essere una priorità per la prossima amministrazione. Tutto qua. La proposta può subire tranquillamente tutte le modifiche legate alla fattibilità del progetto nel nostro paese e alle scelte regionali, ma noi continueremo a sostenere l’urgenza di un intervento in questa direzione..
Ciao Regina, se continui a chiamarmi Signor Paltrinieri sarò costretto a chiamarti Signora Casolari … Penso che risulti chiaro che anch’io ci tengo ad avere servizi sanitari che funzionano. Quello che mi dà fastidio è vedere fare degli annunci senza prima essersi preoccupati della fattibilità delle cose. Nel vostro programma avete scritto che presso l’ospedale, nell’area dell’ex-distributore, un edificio “ospiterà i medici di medicina generale ed i pediatri della città in funzione 24 ore al giorno e 7 gg su 7.” Mi risulta che con due pediatri a Vignola questa cosa non si riesca a fare. Con i Medici di Medicina Generale è buona cosa promuovere la “medicina di gruppo” (e questo significa H12), attività comunque volontaria (ma l’obiettivo è certamente raggiungibile). Non sono affatto certo che sia fattibile giungere ad H24 (rimane anche questa un’attività “volontaristica”, ovvero nessuno può essere costretto). C’é indubbiamente un problema di qualità del servizio di medicina generale nella fascia notturna (ore 20-08) e nei giorni festivi (è l’annoso problema della “guardia medica”). Ma che la soluzione più opportuna e soprattutto “fattibile” sia la medicina di gruppo H24 è, appunto, da dimostrare. Come insegna l’esperienza romana citata occorre “lavorare” al raccordo con il Pronto Soccorso senza adottare soluzioni che possano prefigurare una futura chiusura notturna (come succede invece a Castelfranco Emilia). Insomma, non basta avere una “buona intenzione”. Lo sappiamo. Di buone intenzioni … Detto questo apprezzo lo sforzo di tutti coloro che si impegnano per una migliore sanità nel distretto di Vignola.