A Vignola c’è un uomo che mangia erba. Una nota di Maurizio Montanari

A Vignola c’è un uomo che mangia erba. Mangia erba perché quel poco che racimola fingendosi parcheggiatore o magari salutandoti più forte per farsi notare non basta. E quel che resta finisce in fumo o in vino di quart’ordine, quello dei cartocci colorati. Di solito è sempre gentile, gioviale. Cerca di dissimulare con il suo sorriso una quiete che non conosce forse da anni. Fa schifo, come fanno schifo i poveri che non si lavano e hanno i denti cariati. Il suo è uno dei tanti nomi mai chiamati, e che se ne va morendo. A volte mi chiedo quanto giochi la sorte e ogni volta che lo incrocio lui mi rimanda l’enigma del parallelo sotto il quale siamo nati. E del privilegio frutto del caso. Ha poco più dei miei anni, ma sembra mio nonno. Eppure anche lui ha avuto un padre ed una madre che gli hanno dato il benvenuto al mondo, magari con una festa. E son certo che la miseria che è arrivata a tal punto da fargli preferire una barca pagata ai moderni schiavisti per giungere sino qua, non ha cancellato la sua storia. Un uomo è tale solo se può permettersi di ricordare chi era o, per dirla con Sartre, “il passato è un lusso da proprietari”. Lui fa parte di quegli invisibili che son costretti al qui ed ora, sino a mezzanotte se va bene.

Scarpe, di Vincent Van Gogh

Scarpe, di Vincent Van Gogh

Al bar lo evitano, è oggetto di quel bigotto gesto del “ti pago io un caffè, purchè tu non chieda, purché tu non ti avvicini”. Quante volte l’ho visto fare dai miei concittadini di ‘centrosinistra’… Ciò che desidera è esser salutato, ormai assuefatto alla vita di invisibile. Cosa ne è di tanti e tanti anni di belle parole delle persone ‘di sinistra?’ Cosa ne è stato delle idee di eguaglianza e solidarietà? Vive in un paese che fu a maggioranza comunista e seppure credo abbia maggiori garanzie sociali rispetto al nord che gli scucirebbe denaro in folli tasse di soggiorno, non ha un posto. Affiorano ricordi di un tempo in cui il legame sociale era tutto. Del paese toscano dal quale provengo, in cui quando i tedeschi bombardavano e una donna perdeva il figlio, la si vegliava giorno e notte perché non impazzisse. O del mio amico vignolese, che non cito, che va a coltivare la terra del suo quasi coetaneo anziano perché da solo non riesce. Una volta l’ho quasi strattonato per tirarlo sino in Comune, perché potesse esporre il suo caso. Non ha voluto entrare per i piedi avvolti nel cartone che lasciavano intravvedere dita gonfie e nere. Riproverò. Un paese può dotarsi di meccanimi solidali, erogare denaro. Ma l’indifferenza cinica e viva che scaturisce dalle facce della gente nel vedere questi uomini, mostra che qualcosa è cambiato profondamente.

Maurizio Montanari

7 Responses to A Vignola c’è un uomo che mangia erba. Una nota di Maurizio Montanari

  1. Maria Luisa ha detto:

    Qualcosa è cambiato profondamente… ciò che mi ha colpito nel suo intervento – e mi sono permessa di “frugare” anche tra i commenti ai post precedenti – è la definizione in senso destrorso di questo cambiamento. Come se l’indifferenza, la diffidenza, vogliamo dire l’egoismo e l’insofferenza? avessero una bandiera politica. Può essere, ma più vado avanti e più mi sembra che di fronte al proprio orticello e alla sua difesa non ci sia ideologia che tenga.

  2. maurizio ha detto:

    Ha ragione, signora M Luisa. Infatti queste righe sono rivolte a noi, noi uomini di centro-sinistra. Nel nostro bagaglio da viaggio dovrebbero esserci i valori di eguaglianza tra lavoratori. Di umana solidarietà e di comprensione che la miglior parte del cristianesimo ci ha donato. Ma son bagagli, da noi, sempre meno aperti. Dico destroso perchè, ancora forse ingenuamente attaccato all’idea di partito come aggregazione di persone pensanti, vedo proporsi forze politche che invece fanno di questa semplificazione la loro stessa ragione d’essere. Dell’egosimo e dello scontro la loro ragione di vita. Qualcosa non va nella tua città? E’ colpa del nero. Il tuo lavoro traballa? E’ colpa del cinese. I ragazzi bruciano i disperati per ‘passatempo’? In fondo la colpa è di costoro che “non si alzano come noi alle 5 di mattina” (frase della signora il cui marito e figlio, mesi fa, inseguono e abbattono un migrante al grido di “negro ti ammazziamo”.)
    Ecco li il limite ultimo, ballerino ma presente, che ci divide dall’abisso.
    Con la destra al potere, la difesa del proprio orticello diverrà un valore assoluto. L’odio per il diverso un canale semplificativo utile per qualsiasi difficoltà. Ci sono tanti piccoli goebbels, vale a dire tanti cittadini rancorosi e xenofobi, che silenti camminano tra di noi. Basta che ai posti di comando vada qualcuno che dica “uscite allo scoperto”, che il gioco è fatto. Per questo dico, sostengo e ribadisco, che anche un piccolo paese come Vignola, in un momento destro come questo, può e deve segnare la linea Maginot contro quel che avanza. Siamo noi, alla fine, che decidiamo o meno di elevare a sistema i nostri egosimi e i nostri fallimenti.

  3. Maria Luisa ha detto:

    Soprattutto un piccolo paese deve potere uscire da certe logiche… verissimo. Come altrettanto vero, e non l’avevo sottolineato nel commento precedente, e che lei ha invece ben detto, è il fatto che dovremmo forse ricordarci un po’ più spesso di quelle fortuite casualità che ci fanno nascere qui e non altrove. Una comunità pensante si interroga sulle proprie responsabilità, prima di dare delle colpe. Grazie per l’attenzione e per la gentile replica illuminante. Buona giornata.

  4. Marcello ha detto:

    Il vero lusso è vivere in un paese dove c’è un posto dove dormire e un pasto caldo per tutti.

  5. gaetano ha detto:

    Cosa dire allora degli extra comunitari che si rifugiano nei sotteranei dell’ospedale? L’unica cosa che è stata offerta per risolvere la questione sono state le telecamere per la sorveglianza. Erano state cercate doccie presso le società sportive nei vari complessi sportivi affidati loro dal comune per la pulizia di queste persone. E’ stato risposto che vadano a lavarsi in Panaro: questa è la solidarietà dei nostri concittadini. Qualcosa fa la Caritas o i frati che danno pacchi viveri o vestiti usati.

  6. maurizio ha detto:

    Dunque è vero, siamo cambiati.

  7. vignola et bella ha detto:

    non capisco percher da 13 anni residente a vignola ho tanti amici italiani ma non quele vignolese ma sono tuti meredionale io ho una famiglia et loro unche vado da loro in tuto respeto ma voglio sapere perche quelle distansa chi ce con i vignolese non va mai riduri per creare quela atmosphera di cambiare tante cose in cumuni certe persone certe aziende sono stati propio aiutati da mano dopera straniera quando sono arivato a vignola nel 1998 o avuto tanta dificulta a stabilirmi e era molto deficile sono arivato come tanti meredionale ci sono alcuni che sono reucit altri tornate giu avevo un amico di avelino lavoriamo insieme abiamo combatuto con la vita et stato deficile et divertente dificile tante insulti da alcuni persone sopra uto sul lavoro mal grado siamo stati una forza per dare un amano tuti queste aziende a crecere et divertante abiamo avuto una sfida con la vito et nostro futuro e ci siamo riuciti et abiamo fondato una famiglia ma per lui et stato piu facile ??? italiano io stranierro mal grado psati tanti ani insieme in lota con il futuro liu vive bene con la sua fa migli ma io vivo con i probleme del permesso et la birocratia mal grado le 170 mila e versati a limps malgrado fatto un lavore que io no ho mai visto un vigniolese con la voglia di fare questo mestiere pq et sporco limportante sono andato avanti con tanta voglia di credere a tanti persone que ce istimano tanto ma esperiamo che questo calvario finira per il bene di questo paese qui ha tanta voglia di guardare in avanti esperiamo che il nuovo sindaco di vignola ci da una mano che non abiamo riuciti a tocarla per aver la fiducia di guardare in avanti con voi

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