Nella seduta consiliare di martedì 9 dicembre il sindaco roberto Adani ha presentato la Relazione programmatica 2009, ovvero il documento che accompagna il bilancio di previsione 2009 e che illustra i programmi dell’amministrazione comunale. Nella sua presentazione il sindaco ha parlato per circa un’ora (nel video qui sotto è riportato un estratto di 5 minuti dove parla degli investimenti e della loro ricaduta, anche economica, sul territorio).
2009. Anno impegnativo. Almeno su due fronti. La crisi economica che colpisce oggi anche il nostro paese. Anche a livello locale molti settori registrano un forte calo degli ordini e dunque del fatturato. Ciò si traduce in una riduzione dell’occupazione: maggior ricorso alla cassa integrazione e mancata riconferma dei contratti dei lavoratori “precari”. In questo modo sono colpite le famiglie. Ma impegnativo anche per la scadenza elettorale del giugno 2009: le elezioni amministrative per la scelta del nuovo sindaco e delle forze politiche che dovranno governare la nostra città. Ovviamente la Relazione programmatica 2009 non tratta di quest’ultimo aspetto, ma è bene che ogni cittadino mantenga focalizzata l’attenzione anche su di esso. Vediamone comunque i principali contenuti in estrema sintesi. La Relazione programmatica è in effetti un documento di circa un centinaio di pagine. Farne una sintesi di poche pagine significa necessariamente essere molto selettivi. Io vi colgo questi tra gli aspetti più significativi.
[1] Partiamo appunto dal Piano degli investimenti 2009. Quello degli investimenti nella trasformazione della città è certamente uno degli ambiti dove l’amministrazione Adani evidenzia la performance migliore. Penso che nessuno possa mettere in dubbio il fatto che in questi dieci anni, dal 1999 ad oggi, Vignola sia cambiata in modo significativo (e decisamente in meglio), con una viabilità migliorata sia in ambito urbano che extraurbano (nuova via Garofolana, Pedemontana al via tra poche settimane), nuovi edifici pubblici (Asili nido e scuole, biblioteca, teatro Ariston in ultimazione, ecc.), nuovi spazi pubblici (la piazza davanti a Villa Braglia, la riqualificazione delle vie del centro storico), ecc. Il 2009 conferma il trend di realizzazioni degli ultimi anni: ancora interventi sulla mobilità (realizzazione della rotatoria all’incrocio tra Circonvallazione ovest e via per Spilamberto e della rotatoria tra S.P. 569 e via Agricoltura, come previsto dal Piano Urbano del Traffico del 2004), esproprio dell’area per il nuovo Polo Scolastico (la cui realizzazione è prevista entro il 2012), manutenzione straordinaria al Centro nuoto, esproprio e realizzazione del Parco Città dei bambini e delle bambine nelle immediate adiacenze al Centro storico (tra Villa Braglia e via Zenzano) e parecchio altro ancora. Si tratta di un piano che conta di mobilizzare 16,3 milioni di euro, di cui 11,4 di risorse proprie od acquisite dell’amministrazione comunale (di cui 5,6 milioni di euro da alienazioni e 1,1 milione di oneri di urbanizzazione). Come sempre la parte più consistente va alla viabilità (36,4%), seguita dalla voce energetico/servizi (21%), verde pubblico (17,3%), edilizia scolastica e sociale (14%), beni culturali e sport (11,5%). Un piano ambizioso, dunque, che prosegue un processo di intensificazione della trasformazione cittadina avviata nella prima legislatura (1999-2004). Progetti di alta qualità, inoltre, e non da oggi (pensiamo al PUT del 2004 elaborato dall’Arch. Gandino, uno dei migliori progettisti in tema di mobilità). Progetti messi a punto tramite un percorso che vede sempre più spesso il ricorso a concorsi di progettazione: così è stato per il nuovo Polo scolastico, così sarà per l’intervento sull’ex-mercato ortofrutticolo (e qui alcune idee, anche solo per “provocare” riflessioni, sono state proposte dal recente Workshop di progettazione: vedi). C’è un punto, però, che penso che sia opportuno rimarcare proprio mentre si riconosce il gran lavoro fatto dall’amministrazione Adani sul versante “lavori pubblici”. Da tempo sono convinto che più è ambizioso il progetto di trasformazione della città, più occorra investire in modalità innovative di comunicazione e di coinvolgimento della città stessa, dei cittadini, di chi ci vive e lavora. Informazione e comunicazione, da un lato. E qui la performance è tutt’altro che entusiasmante (di questi progetti, per fare un esempio piccolo piccolo, non c’è traccia nel sito web del Comune). Mancano strategie di lungo corso per dare consapevolezza alla città della trasformazione che sta vivendo e mancano eventi che, in modo innovativo (es. con attività “esperienziali” od usando il linguaggio anche dell’arte), traducano operativamente questo obiettivo di richiamare l’attenzione e di fare scorrere l’informazione nei reticoli sociali. Coinvolgimento, dall’altro. Perché i cittadini si sentano protagonisti, partecipi di questa trasformazione e non solo meri destinatari. Nessuno pensa ovviamente di dare informazione e consapevolezza, di ottenere coinvolgimento del 100% dei cittadini. Si tratta sempre di minoranze. Ma è la consistenza di queste minoranze che fa la differenza. Ma queste minoranze (attive), meglio se consistenti, devono essere alleate dell’amministrazione nella trasformazione della città. Debbono richiamare l’importanza dei benefici (a volte futuri) per rendere più facilmente sopportabili i disagi (del presente). Debbono aiutare a promuovere comportamenti e stili di vita coerenti con il processo di trasformazione della città, sapendo, ad esempio, che più qualità urbana significa necessariamente meno automobili (parcheggiate in superficie ed in circolazione). E’ sintomatico, ad esempio, che nell’intervento di riqualificazione della piazza davanti a Villa Braglia le uniche voci che si sono udite sono state quelle di residenti ed esercenti che si lamentavano dei disagi (vedi). Questa “afasia” nei confronti della città, sui progetti di trasformazione e sulla “qualità del vivere” che anche grazie ad essi si vuole indurre, è tanto più singolare visto che proprio il programma di legislatura 2004-2009 si apre con gli impegni dell’amministrazione verso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini (vedi). Anche per questo occorre – cosa che evidenzio da tempo – rafforzare gli strumenti di rendicontazione (vedi).

ex-Mercato ortofrutticolo di Vignola: nel 2009 è prevista la realizzazione di un concorso di progettazione dell’intervento di riqualificazione
[2] Sul versante della parte corrente del bilancio 2009 (una spesa corrente di 21 milioni di euro) occorre registrare un mantenimento dei programmi 2008, dato non scontato vista la riduzione della voce di entrata relativa all’ICI sulla prima casa non interamente coperta dai trasferimenti statali. In realtà si registra un incremento della spesa per i programmi di welfare locale, con invece una contrazione delle spese di gestione dell’ente e per alcuni programmi certamente importanti (cultura ed eventi), ma meno “conformi” rispetto al momento di crisi economica avvertita anche nel nostro territorio. La priorità è dunque indirizzata al sostegno all’economia ed alle famiglie, pur nella consapevolezza che l’ente locale non dispone di leve adeguate per intervenire su questi fronti. Ma indubbiamente deve fare la propria parte. Vanno lette in questa prospettiva alcune scelte consapevolmente assunte tra cui la prosecuzione di un ambizioso piano di investimenti (anche per le ricadute economiche ed occupazionali che determina), la rinuncia ad intervenire sulle tariffe nonostante il costo crescente di alcuni servizi, la messa in campo del potenziamento di alcuni interventi per le imprese (es. maggiori trasferimenti ai consorzi fidi) e, soprattutto, la progettazione di alcuni interventi di sostegno alle famiglie in difficoltà, grazie all’offerta potenziata e secondo nuove modalità di prestiti sull’onore. Andrà con urgenza recuperata anche la mancata progettazione (questo va detto) relativa ai “buoni casa” o comunque a strumenti di ausilio per l’accesso alla casa in proprietà od anche in affitto (vedi).
[3] Merita una trattazione a parte, nell’ambito dei programmi dell’amministrazione per il 2009, il progetto di un Piano operativo per la sicurezza urbana del Centro storico di Vignola. E’ il modo giusto di approcciare il problema: attivare un percorso di progettazione (sistematica), attuazione, monitoraggio, rendicontazione, verifica. E’ stato fatto per la prima volta a Vignola nel 2001 con il progetto Vignola città sicura (assessore alla polizia municipale Maurizio Prandi). Progetto che ha consentito per la prima volta di ragionare di sicurezza in modo sistematico, cercando di dosare i diversi ingredienti che la producono: controllo e repressione, interventi infrstrutturali, illuminazione e videosorveglianza, animazione del territorio e controllo sociale. E che ora va giustamente aggiornato in un contesto che ha visto importanti cambiamenti (es. la costituzione del corpo unico di Polizia Municipale dell’Unione Terre di Castelli, l’installazione di telecamere per la videosorveglianza in centro storico). L’amministrazione, inoltre, fa la scelta di focalizzare il piano in un’area specifica – il centro storico – riconoscendo che in quell’area vi sono problematiche particolari legate alla sicurezza od anche solo alla percezione dell’insicurezza. Vediamo la relazione del sindaco: “L’obiettivo principale consiste in una graduale, ma decisa, eliminazione della percezione del degrado e dell’insicurezza fino a far diventare il centro un luogo di qualità e prestigio. Non vi è dubbio che nel Centro storico si debba, nel migliorare le sue condizioni di abitabilità, diversificare l’insediamento sociale e quello delle attività economiche raggiungendo un equilibrio ed un livello qualitativo superiore all’attuale.” Per fare questo il Piano, ancora abbozzato, prevede di mettere in campo una pluralità di interventi, relativi a diversi ambiti: infrastrutture, agevolazione di insediamenti “securizzanti” (es. uffici pubblici, appartamenti per le forze dell’ordine), incentivi alla riqualificazione dell’edilizia privata, potenziamento del controllo e presidio territoriale della polizia municipale (e delle forze dell’ordine), azioni di contrasto del vandalismo, intensificazione degli eventi culturali e ricreativi. Anche strumenti di coinvolgimento dei privati e delle loro rappresentanze (finalmente!), ovvero strumenti di governance aperti alla partecipazione: si parla, infatti, dell’istituzione di “un vero e proprio tavolo per il centro storico”. Il Piano va nella giusta direzione (una valutazione più puntuale potrà però essere fatta solo ad un livello più avanzato di definizione – ad oggi si tratta solo di una prima proposta). Promuove un modello di intervento che, dopo questa esperienza, potrà essere replicato in altre aree. C’è però una aspetto problematico che va riconosciuto e che ne mina la credibilità. Nella sua relazione il sindaco Adani, con particolare riferimento ai problemi della sicurezza, afferma: “Nonostante alcuni interventi significativi sono mancate le azioni continuative e di lungo periodo. E’ necessario arrivare ad agire sui proprietari di immobili del centro che affittando in modo indiscriminato appartamenti spesso fatiscenti, finiscono per modificare la composizione sociale di coloro che vanno a risiedere nel nostro centro.” In effetti è quello che è avvenuto. Oggi nel centro storico (dentro le “mura”) i residenti stranieri sono il 44% di tutti i residenti (contro una media comunale del 13-14%) (vedi). Bisogna riconoscere che questa alta concentrazione costituisce un problema, sia per il centro storico che per i cittadini stranieri (che vivono spesso in alloggi assolutamente inadeguati). Ed in quanto tale richiede politiche in grado di riequilibrare nel tempo la situazione. Ma dobbiamo dirci con grande chiarezza che l’unica politica efficace (e risolutiva) è quella che, tramite interventi di riqualificazione, porta ad una crescita del costo degli affitti. Che non significa fare di tutti gli appartamenti oggi esistenti appartamenti di lusso, ma certamente modificare il mix che oggi vede una troppo forte preponderanza di alloggi di bassa qualità. E per fare questo occorre che l’intervento pubblico di riqualificazione proceda con continuità, senza alcuna sosta. L’esperienza di questi dieci anni, infatti, ci ha insegnato che i processi di “degrado” sociale sono molto più veloci della capacità di intervento di riqualificazione urbana (pur significativa) avviata dall’amministrazione comunale. Che cosa manca dunque al Piano operativo per la sicurezza urbana del Centro storico di Vignola? Una cosa sola, ma essenziale. La prosecuzione dell’intervento pubblico di riqualificazione delle strade e dei portici del Centro storico (intervento completato oggi per la sola parte ovest). Se si vuole essere credibili occorre prevedere le necessarie risorse di progettazione e di intervento (a stralci) nel Piano delle opere 2009-2011. Però ad oggi, nei documenti programmatici dei prossimi tre anni, questo intervento non è contemplato. Sappiamo che perché il processo di riqualificazione urbana e sociale del centro storico si completi occorrono tempi medio-lunghi, una decina d’anni o più. Il Piano operativo per la sicurezza consentirà di reggere in questo periodo, ma sulla riqualificazione infrastrutturale non possiamo indugiare se vogliamo raggiungere l’obiettivo.
PS. Nella seduta del Consiglio comunale del 22 dicembre, contestualmente all’approvazione del Bilancio di previsione 2009, è stato approvato un emendamento (presentato dal sottoscritto) per inserire nel Piano degli investimenti 2009-2011 e nel Programma triennale delle opere pubbliche un “terzo stralcio” dell’intervento di riqualificazione del centro storico (rifacimento della pavimentazione stradale e dei portici di altre due vie).