Starflag, contrazione di Starlings in Flight – Understanding Patterns of Animal Group Movements, è il nome di un progetto volto a studiare i comportamenti collettivi di animali (stormi di uccelli) al fine di descriverne le modalità di funzionamento e di ricercare analogie che possano spiegare i fenomeni collettivi umani (il comportamento delle borse, i fenomeni di moda, ecc., magari anche un certo tipo di organizzazioni) (vedi). “Consideriamo uno stormo di storni. Il movimento complessivo degli animali non può essere dedotto dalla semplice conoscenza dei comportamenti individuali poiché l’interazione tra i singoli genera dinamiche complesse, anche a partire da regole di comportamento piuttosto semplici. Il punto di partenza dei modelli sviluppati all’interno del progetto è che i componenti di un gruppo reagiscono al comportamento dei loro ‘vicini’.” (Alberto Russo, post-doc fellow presso la Normale di Pisa e ricercatore impegnato nel progetto). Ogni uccello nello stormo tiene sotto controllo altri sei uccelli e reagisce ai comportamenti di questi. In tal modo anche un insieme numeroso di uccelli riesce a muoversi come un’unica entità, uno stormo, appunto. Qual è la suggestione di questi fenomeni collettivi? Quella di un coordinamento non gerarchico. Ovvero di un coordinamento che non segue la linea gerarchica usuale nelle “organizzazioni”: le informazioni scorrono dal basso fino al vertice, il vertice prende la decisione e la trasmette verso il basso ai diversi livelli. Questo modello ha diversi inconvenienti: non è tempestivo e nel passaggio da un livello all’altro si perde informazione e cambiano i criteri di rilevanza. Può oggi un partito funzionare ancora così? La mia impressioni è che in realtà complesse (e per me anche la realtà vignolese è sufficientemente complessa) si manifestino problemi di performance.

Uno stormo di uccelli, esempio di coordinamento non gerarchico e di intelligenza collettiva nel mondo animale
Possono il progetto starflag ed i fenomeni di “intelligenza collettiva” del mondo animale costituire uno spunto utile ed uno stimolo per una diversa “rappresentazione” di come funziona e può funzionare un partito a livello locale? Mi sembra di sì, visto che offre un’idea di una modalità di coordinamento dei comportamenti non gerarchica. Sindaco, Segretario, Capogruppo, ma anche rappresentanti nelle istituzioni, amministratori, consiglieri comunali, dirigenti di partito, ecc. … è davvero pensabile di organizzare gerarchicamente queste relazioni? O piuttosto non si dovrebbe semplicemente definire e quindi condividere una “cornice”, un frame, un “orizzonte” (di obiettivi, di modalità comportamentali, ecc.) e quindi lasciare che ciascuno faccia la sua corsa, operi, lavori – e così facendo si “riferisca”, si “relazioni”, osservi gli altri (come fanno gli uccelli dello stormo) in modo da garantire un certo coordinamento? Insomma un partito più simile ad un’orchestra jazz – che lascia spazi per l’improvvisazione (relativa!) – che un’orchestra sinfonica gerarchicamente ordinata? Siamo sicuri che la forza vera stia nel coordinamento gerarchico: il vertice prende le decisioni, i livelli sottostanti eseguono? Non sarebbe il caso di iniziare a riconoscere che nella società di oggi (nel partito di oggi) l’intelligenza è un fattore (più) distribuito? Non sarebbe il caso di iniziare a riconoscere il “valore” del tempo, della tempestività nell’azione e nella comunicazione? Pensiamo, per stare alla politica, alla competizione tra governo ed opposizione (governo ombra) sul tema della scuola (e della sua trasformazione dopo la legge n.133/2008 ed il decreto legge n.137/2008). Quanto ha perso il PD nel non essere tempestivo nel contrastare l’iniziativa del governo? Quanto ha perso in efficacia comunicativa visto che, mentre il ministro Gelmini usciva sui giornali 21 volte (nel periodo 1 agosto-15 settembre), il “ministro-ombra” Garavaglia (vedi) compariva solo 2 volte? Forse abbiamo davvero bisogno di interpretare diversamente la nostra organizzazione. Forse anche gli stormi di storni ci possono insegnare qualcosa.