Scuola e ministri ombra (nell’ombra)

Sia il sondaggio ISPO (Corriere della Sera 14 settembre), sia il sondaggio Ipr Marketing (la Repubblica 16 settembre) confermano che il governo Berlusconi gode di buona salute, almeno stando all’opinione degli intervistati. Secondo il sondaggio Ipr Marketing uno dei temi che ha contribuito ad accrescere la popolarità del governo è la “riforma scolastica” del ministro Gelmini. In effetti la “fiducia” nel ministro Mariastella Gelmini risulta in crescita di 3 punti percentuali tra il 14 luglio ed il 15 settembre 2008 (anche se, rispetto all’8 maggio si registra invece un calo di 1 punto percentuale). Tuttavia, se si guarda all’ordine dei ministri in base al grado di fiducia il ministro Gelmini risulta piuttosto in basso: al quart’ultimo posto. Riscuote la fiducia solo del 38% degli intervistati (peggio di lei fanno solo Fitto, Vito e Zaia). Se ci affidiamo ai dati del sondaggio Ipr Marketing, allora, la maggior parte degli italiani non nutre grande fiducia nel ministro che tra luglio ed agosto ha prospettato, forse non una rivoluzione, ma certo un significativo cambiamento della scuola italiana, a partire dal segmento scolastico che, in verità, mostra la migliore performance (stando alle indagini internazionali), la scuola primaria od elementare: educazione civica, voto in condotta, voti anziché giudizi, ma anche maestro unico, riduzione dell’orario scolastico, tagli al personale. Ed anche l’invito al grembiule. In effetti va riconosciuto al ministro grande determinazione e grande capacità comunicativa, visto che, almeno sui giornali, la sua presenza si rileva con continuità sia nel mese di agosto, sia nella prima metà di settembre. Non c’è dubbio che il ministro Gelmini ha messo grande impegno nel cercare di raggiungere ogni segmento dell’elettorato italiano per illustrare la sua idea di scuola e le relative “parole chiave”: semplicità, autonomia, merito (secondo quanto da lei indicato su Famiglia Cristiana del 7 settembre 2008). Nel periodo compreso tra l’1 agosto ed il 15 settembre sulla stampa compaiono 16 interviste e 5 interventi da lei firmati. Inoltre, non solo i suoi interventi o le sue interviste compaiono sui principali quotidiani nazionali, ma seguendo la lezione del Presidente del Consiglio (famoso per aver “sdoganato” politicamente la categoria delle casalinghe) ha giocato davvero a tutto campo, usando con arguzia le diverse categorie di stampa. Da Il Gazzettino (25 agosto) a Il Mattino (26 agosto), perfino a l’Avanti! (30 agosto) ed a La Gazzetta dello Sport (31 agosto), Panorama (4 settembre), Corriere della Sera Magazine (4 settembre), Famiglia Cristiana (7 settembre), Oggi (10 settembre). Di fronte ad una tale potenza di fuoco (comunicativo) colpisce, invece, la performance striminzita del “ministro ombra” del PD, Mariapia Garavaglia. Nello stesso periodo (dall’1 agosto al 15 settembre), mentre il ministro Gelmini comunicava su voto in condotta e bullismo, insegnanti del Sud ed indagini OCSE, lotta agli sprechi e grembiule, il “ministro ombra” Garavaglia mette a segno solo due interventi sulla stampa: il 23 agosto sul Corriere della Sera in risposta all’intervento sulla scuola di Ernesto Galli della Loggia, il 27 agosto su Europa, per criticare i tagli alla spesa in istruzione introdotti dal governo con il decreto legge 112/2008. In 45 giorni un solo intervento su Europa! E nessuno su l’Unità (che pure, per un “ministro ombra” del PD, dovrebbe essere un quotidiano “amico”). Ciò a riprova che non opera solo il “controllo” dei mass media da parte di Berlusconi o il favore di cui il governo gode palesemente, a volte smaccatamente, sui quotidiani più vicini al mondo imprenditoriale che conta (Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera). Forse opera anche una certa mancanza di incisività, di efficacia, forse di competenza “forte” da parte del ministro ombra Garavaglia. In effetti se si legge il suo curriculum, la Garavaglia risulta essere stata Ministro della Sanità del governo Ciampi, commissario straordinario, prima, presidente, poi, della Croce Rossa Italiana (dal 1995 al 2002), quindi vicesindaco di Roma (con il sindaco Walter Veltroni) dal giugno 2003 (poi riconfermata a maggio 2006). E perché, viene da chiedersi, il PD nomina ministro ombra per l’Istruzione, l’Università, la Ricerca una persona che ha competenze nella sanità? Perché il PD che dichiara di voler promuovere il merito e le competenze affida la responsabilità della scuola ad un’ottima persona però competente in un altro settore? Non sarà per via del cosiddetto “partito di Bibì e Bibò” (vedi), ovvero per via di una divisione degli incarichi per area politica di provenienza (piuttosto che attenersi ad un riconoscibile principio di “competenza”)? Dico queste cose – di cui ho preso consapevolezza proprio cercando di mettere a confronto l’impegno comunicativo del ministro Gelmini e del “ministro ombra” Garavaglia con l’intento di darmi una ragione della scarsa attenzione ad oggi mostrata dall’opinione pubblica sui rischi che sta correndo la scuola elementare – perché vorrei vedere un Partito Democratico che mette per davvero in campo le sue migliori risorse rispettando rigorosamente questo principio di competenza. Le persone con competenza riconosciuta di scuola non mancano al PD (cito, solo a titolo d’esempio, l’ex-viceministro della Pubblica Istruzione Mariangela Bastico, modenese). Davvero una persona maggiormente esperta non avrebbe avuto maggior facilità a comunicare efficacemente ai cittadini italiani, anche sulla stampa, in materia di scuola (e dunque far percepire qual è la posta in gioco)? Davvero queste scelte, non pienamente rispettose del principio di competenza tematica e capacità politica, non hanno un “costo”? Pensiamo che il confronto Gelmini-Garavaglia, nei 45 giorni considerati, finisce 21 a 2. Plausibile che l’opinione pubblica (certo, conta soprattutto la TV) risulti ammaliata dagli slogan della Gelmini. E’ chiaro, dunque, che questo partito – il PD – per fronteggiare la campagna “populista” (e per questo abile) sulla scuola del ministro Gelmini deve davvero mettere in campo le sue “risorse” migliori: in termini di competenza, in termini di credibilità, in termini di efficacia politica. Se facciamo, ad esempio, un confronto tra altri due ministri, il ministro dell’Economia Tremonti ed il “ministro ombra” corrispondente Bersani, nel periodo considerato (1 agosto-15 settembre) lo “sforzo” comunicativo, misurato in termini di articoli od interviste sulla stampa, risulta decisamente più equilibrato (10 a 8). Con il ministro Bersani, tra l’altro, che è l’unico a chiedere le dimissioni del ministro Gelmini per la vicenda dell’esame di abilitazione alla professione di avvocato fatto a Reggio Calabria per poterlo più agevolmente passare (vedi; vicenda riportata all’attenzione degli italiani dall’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 4 settembre 2008; vedi). Con operazioni non proprio brillantissime come questa (che si traduce, come visto, in una scarsa capacità su un tema critico come quello della scuola) il PD si gioca una parte della sua efficacia politica e comunicativa. Di cui avrebbe invece un gran bisogno.

One Response to Scuola e ministri ombra (nell’ombra)

  1. […] sui giornali 21 volte (nel periodo 1 agosto-15 settembre), il “ministro-ombra” Garavaglia (vedi) compariva solo 2 volte? Forse abbiamo davvero bisogno di interpretare diversamente la nostra […]

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