Non si tratta di uno “svarione” in geografia! PISA è un acronimo che sta per Programme for International Student Assessment. Si tratta di un programma promosso dall’OCSE per valutare le competenze dei quindicenni in tre ambiti: lettura, matematica, scienza (vedi). Il programma prevede la somministrazione di una serie di test, oltre ad un questionario per rilevare la condizione economica, sociale e culturale della famiglia, ad un campione di studenti dei paesi aderenti all’iniziativa (i 30 paesi OCSE più altri paesi partner). In questo modo viene misurato il livello di competenza (literacy) degli studenti di ciascun paese sui tre ambiti ricordati ed in tal modo si “misura” la performance di ciascun sistema scolastico. A titolo d’esempio, nell’ambito di PISA, la competenza di lettura viene definita come la capacità di comprendere, utilizzare e riflettere su testi scritti al fine di raggiungere determinati obiettivi, ovvero al fine di usare le conoscenze apprese dal testo. Nell’ambito di PISA ogni tre anni viene realizzata l’indagine sulle competenze. Le prime due edizioni sono del 2000 e 2003. La terza edizione è del 2006 (vedi). E’ proprio nell’ambito di quest’ultima edizione che la Regione Emilia-Romagna, assieme ad altre regioni, ha aderito all’indagine di valutazione internazionale, prevedendo un sovracampionamento degli studenti emiliano-romagnoli così da poter effettuare elaborazioni su base regionale e, dunque, effettuare il confronto tra i dati regionali, i dati nazionali ed i dati OCSE. Ebbene ora sono noti i risultati. Il 13 maggio 2008 sono stati presentati nel corso di un seminario promosso dall’Assessorato alla Scuola della Regione e dall’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna (vedi). Che cosa ci dicono questi dati? Alcune cose molto interessanti. Sapevamo da tempo che il sistema scolastico italiano non risultava ben posizionato nella “classifica OCSE” su tutti e tre gli ambiti indagati (lettura, matematica, scienza). Oggi sappiamo anche che dal 2000 al 2006 ha continuato a perdere posizioni (vedi). In queste materie i quindicenni italiani sanno meno dei loro coetanei dei paesi OCSE. Il loro grado di literacy (valore medio nazionale) è infatti inferiore alla media OCSE, spesso anche molto inferiore. E per i quindicenni dell’Emilia-Romagna? Per loro le cose vanno un po’ meglio. I risultati dei loro test li pongono sostanzialmente a livello della media OCSE. Vediamo. Gli studenti dell’Emilia-Romagna, alla rilevazione del 2006, hanno ottenuto i seguenti punteggi: competenza scientifica 510 (media OCSE 500, Italia 475), competenza matematica 494 (media OCSE 498, Italia 462), competenza di lettura 496 (media OCSE 492, Italia 469) (vedi i tre grafici, pdf). Collocarsi in prossimità della media OCSE vuol dire stare all’incirca a metà tra i 30 paesi OCSE, con performance simili a Repubblica Slovacca, Ungheria, Polonia, Spagna. Molto distanti dai “primi della classe”: Finlandia, Corea, Hong Kong, Olanda, Svizzera, Canada, Giappone. E’ la conferma che anche il sistema scolastico della nostra regione è in sofferenza, sebbene esibisca performance migliori rispetto alla media nazionale e ad altri territori (ma registri, invece, la performance più bassa tra le regioni del Nord Est). Bene ha fatto dunque la Regione Emilia-Romagna, come ricordava l’assessore alla scuola Paola Manzini, a mettere allo studio programmi di potenziamento degli insegnamenti in matematica, cultura scientifica e lingua inglese. Altro dato di estremo interesse che emerge da PISA riguarda l’influenza del contesto familiare. Correlando un indice Economico Sociale Culturale di Status (ESCS) con i risultati ai test si vede che al crescere dell’indice ESCS cresce il punteggio ai test. Un punto dell’indice ESCS equivale in ambito OCSE a +40 punti nei test di literacy (+31 in ambito nazionale). Si tratta dell’equivalente, all’incirca, di un anno di scuola! In sintesi cosa dice PISA a questa regione? Che seppure le cose vanno qui meglio che in altre parti d’Italia anche il nostro sistema scolastico non è immune dai mali (cronici) della scuola italiana. Anch’esso necessita dunque di forti interventi di miglioramento. E poiché è interesse della Regione e degli enti locali fare in modo che i cittadini di questa regione stiano al passo con i migliori in Europa, occorre da un lato sollecitare una seria e stabile riforma del sistema scolastico italiano. E, dall’altro, rafforzare la collaborazione con l’ufficio scolastico regionale e con le istituzioni scolastiche autonome (a livello locale) per mettere al centro dell’azione di tutti il nodo centrale: la performance della scuola. Anche a livello locale si richiede uno spostamento di focus! Altro insegnamento: per “governare” il sistema occorrono strumenti (affidabili) di monitoraggio e rilevazione. I dati PISA, pur con tutte le cautele del caso, misurano aspetti importanti delle competenze e ci dicono cose interessanti sull’efficacia delle politiche pubbliche in ambito scolastico. Sarebbe buona cosa iniziare ad adottare un siffatto metodo anche a livello locale.
In Italia il monitoraggio del sistema scolastico è affidato all’INVALSI (vedi). Un’analisi più estesa ed articolata dei dati della rilevazione PISA 2006 relativi alla Regione Emilia-Romagna sarà oggetto di un volume curato da Giancarlo Gasperoni, edito da Il Mulino e la cui pubblicazione è programmata per il settembre 2008. Per un commento dei dati sui test di matematica vedi l’articolo di Daniele Checchi e Silvia Redaelli su LaVoce.info.
Il confronto tra la “fig. 3” unitamente al commento della Banca d’Italia sulla scuola e gli Insegananti del Sud ed il comunicato della Signora Ministro Gelmini – 22 luglio 2008 – mette in risalto il disastro della scuola in generale, ma in particolare al Sud dove, paradosso dei paradossi, i risultati a livello nazionale sono, peraltro, di gran lunga i migliori in assoluto. Il Paese ha bisogno di omogeneità e l’enorme disparità e contraddizione dei dati fra OCSE e Ministero acuisce ed aumenta il distacco e la mancanza di rispetto nelle Istituzioni creando forze disgregatrici a livello statale. La questione Nord Sud la si affronta e la si ELIMINA con una scuola uguale per tutti, nelle strutture e nella qualità di insegnamento: è la premessa per una Nazione unita nei valori, e proiettata in un futuro positivo. Il Sud assistito e trattato da inferiore privilegiato è la negazione delle sue potenzialità culturali e civili e la condanna ad una subalternità che rasenta una forma di schiavitù dalla quale deve liberarsi ed essere liberato. A “fig. 3” il Friuli ed il Veneto 13° e 14°; Ministero : regioni con più bocciati. Sud Isole oltre 53° posto, ma per il Ministero: Calabria con più promossi e Meridione primo per promossi 100 e 100 e lode alla maturità. Così si va verso una situazione belga o direttamente in Sud America, politicamente parlando!
Caro Mario, hai perfettamente ragione. La scuola in generale è un punto debole, da tempo, del sistema Italia. La scuola al Sud lo è ancora di più! Ma il Sud in generale è la vera questione del paese, oggi purtroppo rimossa dall’agenda politica. Questo, tra l’altro, è uno dei paradossi politici dell’attuale governo retto su una maggioranza che vede, da un lato, la Lega Nord, dall’altro il PdL che, come mostrano tutte le analisi del voto del 13-14 aprile, si è meridionalizzato. Andrea Paltrinieri